[INIZIO FLASHBACK]

Quel pomeriggio, il signor Carson stava travasando il vino per la cena quando la signora Hughes bussò alla sua porta ed entrò nella dispensa.

"Se ne sono andati tutti?"

TUTTI. Grazie al cielo" rispose senza distrarsi dal suo compito.

"Compreso l'avvocato?" chiese la governante facendo un passo avanti ma lasciando la porta aperta.

"È stato il primo a salutare. Non si è neppure fermato a pranzo"

"Oh avrebbero anche potuto avvisarmi. Gwen ha messo le lenzuola pulite nella camera azzurra, ora il letto sarà da disfare" disse roteando gli occhi per il malcontento.

"Lasciatele per il prossimo ospite" disse Carson finendo il suo lavoro e pulendo il collo della bottiglia.

"Solo se rimane tra noi"

Non le sembrava vero. Il severo e puntiglioso maggiordomo le suggeriva di lasciare una stanza intatta. Senza dover disfarla e, all'occorrenza, rifarla.

I miracoli potevano accadere?

Lui sogghignò, finalmente guardandola.

Presa dal coraggio, fece un altro passo avanti.

"E dunque? Hanno sistemato la questione?"

"Eh no, credo che non abbiano risolto nulla. C'è un tale di Manchester che avrebbe diritto al titolo da quanto ho capito. Dunque siamo ben lungi da una soluzione"

La signora Hughes distolse lo sguardo e si strinse nelle spalle.

"Non prendetevela così a cuore"

Lo conosceva. Sapeva che si dedicava anima e corpo alla famiglia Crawley, ma non voleva che gli venisse un ulcera o un infarto.

Che senso aveva di preoccuparsi di cose più grandi di lui?

Certo il CHI avrebbe ereditato toccava la servitù ma in minima parte.

E finché avesse permesso a loro di lavorare e pagava loro lo stipendio, che importava?

Il signor Carson però non era di questo avviso.

"Invece me la prendo a cuore signora Hughes. Devo assistere impotente mentre la nostra FAMIGLIA rischia di perdere quanto ha di più caro?..."

"Non è la NOSTRA famiglia..." minimizzò la governante.

Non l'avesse mai fatto.

Già si era pentita di aver dato enfasi alla parola sbagliata. Ma così facendo scatenò una belva. Non molto, ma quanto bastava per farlo scattare dicendole in tono aspro e fissandola:

"Beh questa è la sola famiglia che ho!"

La signora Hughes si sentì mortificata. Aveva oltrepassato un limite e si preoccupò di aver perso tutto. Il suo rispetto, la sua amicizia.

Abbassò lo sguardo e così fece anche lui, capendo di aver esagerato.

Lui era riservato e non le aveva mai raccontato i retroscena più scabrosi, secondo lui.

Lei d'altro canto, non lo aveva mai spinto troppo perché conosceva il suo carattere e la sua reticenza. Aveva sbagliato e se ne vergognava.

Per Charles la sua unica FAMIGLIA era quella del piano superiore, che lui serviva con devozione.

Per Elsie la FAMIGLIA adottiva (dato che viveva lì ma non le erano parenti) erano tutti quelli del piano inferiore, di cui cercava di occuparsi con amore.

Questo includeva Charles Carson.

"Vogliate perdonarmi" disse l'uomo pacatamente ma senza guardarla.

La signora Hughes era ostinata. Il suo cervello diceva FERMATI!

Il suo cuore le diceva SE NON ORA, QUANDO?

La sua gola era secca. Rischiò il tutto per tutto.

Se questa era la FAMIGLIA quali sarebbero stati 'motivi validi per lasciare Downton?

Un'altra FAMIGLIA magari?

Lo fissò, fece un passo avanti e con tono sommesso chiese:

"Voi... rimpiangete mai ... la vita che non avete avuto?"

Eccola lì. LA DOMANDA. Alla fine non riusciva quasi a guardarlo e si morse il labbro, come faceva quando era in soggezione, pensava intensamente o si tratteneva per qualche motivo dal parlare.

Lui alzò di scatto la testa e catturò il suo sguardo. La sua attenzione era tutta su di lei, come sempre quando erano soli.

Al suo silenzio, lei continuò:

"Lavorare nel commercio, in una fabbrica, avere una famiglia, dei figli" qui la sua voce si spense.

Se avesse detto NO, non avrebbe avuto senso continuare.

Se avesse detto SI, non avrebbe avuto senso continuare.

Se avesse detto NON SONO AFFARI SUOI, non avrebbe avuto senso continuare.

Invece la sorprese e chiese:

"Voi si?"

Si fissarono per 3 interminabili secondi nei quali si divorò il labbro, prima che rispondesse:

"Io non lo so. Forse si. Qualche volta si"

Lei aveva distolto lo sguardo e lui la imitò solo dopo che Gwen li interruppe, bussando alla porta.

Quando la ragazza fu andata via, lui informò la governante che Thomas era andato in paese.

Al ché, lei si ritirò.

E lui non ebbe la forza di fermarla.

Chissà dove sarebbe andata quella discussione se l'avessero ripresa...

Ma aveva senso continuarla?

Se lui avesse voluto un famiglia e avesse fantasticato su di essa, avrebbe pensato anche alle caratteristiche di un'eventuale moglie, no?

E se lei avesse voluto una famiglia, avrebbe immaginato come doveva essere un probabile pretendente che la rispettasse e non le dicesse di star zitta solo perché era una donna, giusto?

[FINE FLASHBACK]

Nel silenzio della sua camera, Elsie si diede della stupida.

Stupida per aver posto tali domande.

Stupida per aver insistito, rischiando di perdere tutto.

Stupida per provare sentimenti che non avrebbe dovuto.

Ma non poteva certo dirgli che la scelta se avere una famiglia o meno era subordinata a lui...

Anche Charles si incolpava.

Per essersi arrabbiato. Elsie non poteva sapere del suo rapporto con la famiglia perché lui non le aveva mai raccontato certe cose.

Ma ora ai suoi segreti se ne aggiunse un altro.

Non poteva certo dirle che aveva pensato innumerevoli volte di lasciare tutto con lei, per lei