Marzo 1913.
Era passato quasi un anno dalla tragedia del Titanic e dalla morte di James e Patrick Crawley.
Era quindi passato circa un'anno dalla conoscenza fatta tra la famiglia e il nuovo erede Matthew Crawley e sua madre Isobel.
I due si erano ritrovati catapultati in una nuova realtà.
Avevano dovuto lasciare la loro casa di Manchester, il lavoro, gli amici, i conoscenti.
Tutto per trasferirsi più vicini ai Grantham.
Il rapporto era notevolmente migliorato tranne, come prevedibile, quelli tra Violet e Isobel, e Matthew e Mary.
Per questi, la vita era un continuo battibecco, come cani e gatti.
Isobel e Violet erano molto simili.
Non erano coetanee e non avevano la stessa storia di vita.
Ad un'occhio inesperto, l'unico punto in comune sembrava essere la vedovanza.
Comunque erano delle donne forti, radicate nelle loro convinzioni.
Amavano i loro figli, desideravano il meglio per loro ed erano disposte a qualsiasi cosa per il loro benessere.
Mary e Matthew erano fondamentalmente due prime donne.
Uno perché era figlio unico. L'altra perché era di carattere forte, sempre ad imporre le sue idee e farsi ubbidire. Le uniche che fino a quel momento non erano sottostate ai suoi desideri erano Edith e Sybil. E a queste si aggiungeva ora il cugino.
Quest'ultimo non era stato cresciuto come un principe.
Gli era stato insegnato a rispettare il prossimo.
A lavorare sodo per ottenere quello che voleva, senza scavalcare gli altri o vessarli prepotentemente.
Acqua e olio. Questo erano Mary e Matthew. Acqua e olio.
La famiglia Crawley risentiva spesso degli scontri dei quattro soggetti ma cercavano in ogni modo di arginarli.
Al piano di sotto c'era stato il solito cambio di personale, ma niente di eclatante.
Bates, William (al quale il signor Carson aveva chiesto scusa) e Thomas per il personale maschile erano sempre lì.
Anna, Gwen e la O'Brian erano sempre presenti.
Così come Daisy per la cucina. La ragazza era una santa a sopportare le urla e gli scompensi ormonali della signora Patmore.
Inutile dire che per quanto riguardava il trio senior nulla era cambiato.
La signora Patmore dominava la cucina sempre con pugno di ferro e mattarello in mano.
La signora Hughes e il signor Carson controllavano all'unisono,con uno sguardo di falco, l'andamento generale e specifico della casa, dalla base alla cima.
Tutto filò liscio fin quando il signor Carson non ricevette una lettera, scritta a mano e consegnata alla porta di servizio.
Il maggiordomo la prese da William con fare distinto, ma ben presto la sua espressione cambiò quando ne lesse il contenuto.
Le sue imponenti sopracciglia prima si stesero per dar modo agli occhi di leggere senza l'uso delle lenti, poi schizzarono verso l'attaccatura dei capelli.
Era così preso dai suoi sentimenti, un misto di rabbia e disgusto, che quando si alzò di scatto per uscire dalla sua dispensa quasi fece cadere la propria sedia all'indietro. E per poco non andò a sbattere contro la porta aperta.
Recuperò capello e cappotto e si diresse immediatamente alla locanda IL CANE E L'ANATRA, probabilmente il luogo descritto nel biglietto, per un incontro furtivo.
Aveva cercato di non farsi notare da nessuno ma mai avrebbe immaginato di essere visto entrare dal signor Bates, in giro nel suo giorno libero.
