Intanto, la signora Hughes e la signora Patmore avevano accompagnato tutto lo staff al villaggio.

Avevano colto l'occasione per vedere la vendita al pub di un ambulante, e fare eventuali acquisti personali o per la casa.

Si erano divisi ma si sarebbero incontrati presso la fermata del bus un paio d'ore dopo per tornare indietro.

A casa erano rimasti solo Anna e il signor Bates.

Stavano amabilmente parlando al tavolo della mensa mentre facevano dei rammendi, quando il campanello della porta frontale suonò.

Anna sapeva che il signor Carson sarebbe diventato una bestia se avesse saputo che una donna aveva aperto la porta, così arrancando alla meglio, il signor Bates si improvvisò maggiordomo.

Il povero uomo aveva il fiatone e la gamba gli doleva ma non poteva darlo a vedere.

'Spero almeno che si stia divertendo!' pensò del signor Carson visto che non era in casa, mentre apriva.

Quest'ultimo era andato a fare una passeggiata.

Avrebbe voluto dare il braccio alla signora Hughes e accompagnarla al villaggio ma ancora non aveva fatto pace con se stesso per aver rubato la chiave della dispensa e pensava che se avesse incontrato Grigg con lei chissà cosa poteva succedere.

'Glielo dirò. Glielo dirò stasera. Le dirò tutto. Del mio passato. Di Grigg. Di quanto la amo'

'Oh amico vacci piano. Prima dille del tuo passato poi vedi come reagisce. Potrebbe riderti in faccia'

'Non lo farà'

'Potrebbe non farlo ma non vuol dire che vorrebbe scappare via con te o, eventualmente, vivere una storia d'amore torrida sotto i tetti di Downton. Si merita di meglio!'

E su questo le due parti del cuore di Charles Carson erano d'accordo mentre si dirigeva verso una parte di tenuta riservata ai cottage.

Non erano moltissimi e neanche tenuti proprio al meglio ma Charlie Grigg doveva solo stare zitto e accontentarsi.

'Come se ne fosse in grado' bofonchiò Carson.

Nell'ultima settimana (più precisamente da quando gli aveva dato il cibo della dispensa) aveva infatti trasferito l'ex collega in una delle casette vuote, una di quelle più isolate dai fittavoli e dal castello.

Ovviamente l'omuncolo aveva avuto da ridire su quella sistemazione per lo più vuota e polverosa.

Avrebbe dovuto fare troppa strada per una qualunque presenza, per lo più femminile e una pinta, e sarebbe stato praticamente isolato dal mondo come se fosse in una bolla.

Però aveva accettato.

Da una parte il signor Carson ne era grato, se significava niente brutti incontri in paese tra lui e chiunque.

Dall'altra sperava se ne andasse, ma c'era comunque la parte vendicativa che avrebbe potuto uscire fuori.

Per questo tirò un sospiro di sollievo quando, entrando dalla porta dopo aver preso fiato per tranquillizzarsi, trovò il piccolo rifugio completamente vuoto e spoglio.

Se non avesse saputo per certo che Charlie pernottava lì e non fosse stato per il suo occhio attento ai minuscoli dettagli, penserebbe lui stesso che quella casa fosse vuota da molto tempo.

Lo girò tutto per sicurezza. Nessuna traccia di Grigg.

Non una valigia, abiti, il cibo portatogli.

Era andato via?

Poteva davvero il suo incubo essere finito, e lui tornare a respirare?

'Forse potresti non dire niente a Elsie...'

'Niente a parte che la ami vuoi dire?'

Arrossì al pensiero.

Venendo qui aveva sorpassato un cottage un po più grande.

Si era fermato e lo aveva fissato. Poi aveva chiuso gli occhi fantasticando.

Lo aveva adocchiato da quando era giovane.

Quando poteva, faceva una passeggiata in quella direzione, e assicurandosi che non ci fosse nessuno, si fermava a fantasticare su quello che avrebbe potuto essere.

Una cucina in legno.

Il tè sul fuoco.

Il camino che arde in una giornata nevosa.

Oppure le farfalle del giardino sul retro che si posano sui narcisi e sulle rose.

Una camera da letto matrimoniale.

La cornice di quell'immagine poteva variare ma il dettaglio era sempre lo stesso. LEI.

Elsie Hughes.

Lei c'era sempre.

Versione giovane. Matura. Anziana.

Incinta o meno.

Con o senza pargoli intorno, che potevano essere i loro figli o i loro nipoti.

Lui si vedeva in giardino a spalare mentre lei sceglieva i semi di fiori e piante varie.

Oppure un lui più vecchio di come fosse ora era seduto in poltrona a leggere ad alta voce frasi come 'LA DONNA NON È VECCHIA FINCHÉ ISPIRA DELL'AMORE' mentre fissava lei che gli sorrideva lavorando a maglia, arrossita dalla dichiarazione romantica del marito dopo che aveva passato la giornata a pensare quanto fosse invecchiata.

Altre volte la vedeva nel letto. Dormiente dopo una una giornata intensa passata, non a lavorare come ora, bensì ad accudire i loro bambini o semplicemente a fare l'amore.

Pensare a come sarebbe potuto apparire il suo viso rilassato mentre riposava.

Il sole che da dietro rifletteva i raggi sui suoi capelli.

Il lenzuolo che l'avvolgeva come una seconda pelle, appena sopra il seno.

A quel punto si era fatto violenza per andarsene, evitando così reazioni fische naturali.

'Sai Charles, non si può cominciare un rapporto, uno qualunque ma specie quello romantico, basandosi su una bugia...'

'Omissione'

'È lo stesso'

Doveva davvero smettere di parlare da solo.

Ma aveva ragione. Era vero, dolorosamente vero.

Comunque sorrise a sé stesso, richiuse la porta e tornò indietro.

Forse potrebbe raggiungere la signora Hughes e offrirle una pausa alla sala da tè locale...