CON L'OCCASIONE CHIEDO

SCUSA SE PER QUALCUNO

I DIALOGHI NON

CORRISPONDONO ALL'ORIGINALE

SONO ITALIANA E

MI BASO SULLA

MIA VERSIONE

DELLA SERIE

BUONA LETTURA!

Quello stesso pomeriggio si dimostrò essere pesante tanto per Lady Violet quanto per la giovane Gwen.

Ovviamente i motivi erano diversi.

L'anziana matriarca non fu felice quando venne a sapere che tutti i suoi sforzi e intrallazzi per far sì che la prima nipote sposasse il giovane Crawley stavano andando bagno più rapidamente del titanic.

Mary infatti stava intrattenendo da qualche settimana corrispondenza con un giovane di sua conoscenza, il giovane Evelyn Napier. L'unica cosa che poteva essere positiva nella faccenda era il fatto che il ragazzo avesse cospicue sostanze.

E di certo il fatto che da oggi avrebbe condiviso la gestione dell'ospedale con Isobel Crawley la mandava in bestia, specie per il modo in cui tutti sembrava orgogliosi nell'aver appreso la notizia.

La povera serva invece fu scoperta, niente meno che dalla signorina O'Brian, in quello che era un'innocente segreto.

La ragazza infatti aveva nascosto, in una valigia incima all'armadio della sua camera condivisa con Anna, una macchina da scrivere.

Stava infatti seguendo un corso per corrispondenza di dattilografia e stenografia, spiegando all'amica (che le aveva chiesto spiegazioni sulla borsa pesante) che desiderava lasciare il servizio.

"Papá pensa che lasciare i Grantham sarebbe folle e mamma mi direbbe che non devo montarmi la testa" queste erano state le sue parole.

Poco prima di cena, l'antipatica arpia aveva preso la valigia e aveva lasciato il suo contenuto sopra il tavolo della sala della servitù.

Poi era andata a fare la spia al signor Carson e alla signora Hughes.

"Fatevi da parte" intimò entrando il maggiordomo a tutti coloro che si erano ammassati a vedere la macchina, come se l'oggetto fosse un dono del demonio.

"Cercavano di nasconderla e mi sono insospettita" disse il viscido rospo ricordando quando le due ragazze si erano parate davanti alla cosa quando era entrata per chiedere la gonna di Lady Mary ad Anna.

"Dov'è Gwen?" chiese tranquillamente l'omone.

"In sala da pranzo con Anna. Ora viene" disse timidamente Thomas.

Fino a poco prima stava pigiando i tasti con il suo solito fare spocchioso mentre ora sembrava quasi preoccupato per quello che attendeva la giovane serva. Era sincero?

Oppure stava fingendo costernazione proprio come la O'Brian fingeva devozione ai capi famiglia di sotto?

"L'aspetterò" replicò tranquillo il maggiordomo fissando il tavolo e la mostruosità sopra di esso.

"Con tutto il rispetto signor Carson, Gwen è sotto la mia giurisdizione" disse con calma la governante quasi temendo la reazione che l'uomo avrebbe avuto, memore della strigliata a William.

"Senza meno signora Hughes. E non è certo mia intenzione usurpare la vostra autorità.

Intendo solo andare a fondo di questa faccenda"

Non riusciva a guardarla.

Gwen gli piaceva, gli ricordava Elsie in qualche modo.

E sapeva che la donna matura amava Gwen anche se non lo dimostrava. Non poteva farlo.

"Perché Gwen non può avere una macchina per scrivere?" chiese il caro William nella sua innocenza.

"Fatti gli affari tuoi" fu la risposta di Thomas.

La giovane rossa entrò seguita da Anna.

Al vedere la sua proprietà alla mercè di tutti, giustamente si arrabbiò:

"Che fa lì quella?"

"Ah Gwen...giusto tu" disse la governante lasciando il posto accanto al maggiordomo per avvicinarsi alla ragazza.

"È mia! Chiunque sia entrato nella mia stanza non ne aveva diritto"

Gli sguardi che la colpirono non potevano essere più diversi.

William era triste per lei ma contento che si facesse valere, al contrario di lui che nom ne era capace.

Daisy era terrorizzata da chi alzava la voce pur lavorando da tempo con la signora Patmore, ma ammirava la grinta della collega desiderando essere come lei.

Thomas continuava a mantenere un atteggiamento neutro.

Ma lo sguardo del signor Carson era la cosa che la colpì di più.

Emanava rabbia mista a stupore.