Poco prima di pranzo, la famiglia era tornata. Parte d'essa almeno.

Lady Mary, che da sempre diceva di odiare il nero, non aveva scuse per rimanere a lutto nei confronti del giovane che stava per prendere la sua verginità (anche se le aveva promesse il contrario).

Matthew la raggiunse in giardino, porgendole le sue sentite condoglianze e offrendo una tacita richiesta d'amicizia.

Lady Cora si era rinchiusa in camera sua con la scusa di un mal di testa.

Lord Grantham era nello studio a guardare delle carte mentre Sybil e Edith erano a casa della nonna.

La signora Hughes approfittò di un momento di caos generale per 'scappare' col signor Bates allo stagno. Sarebbero stati coperti dal signor Carson come d'accordo.

"Bene ci siamo!" esclamò l'uomo zoppicante quando la sua compare gli porse l'arma del suo dolore.

"Voi non pensate di dover dire qualche solenne parola?" Sembrava prenderlo in giro.

"Cosa? Che liberazione?!"

"Si e ribadire la vostra promessa..."

"E va bene ...prometto che non cercherò mai più di curarmi da solo.

Sarò il felice bersaglio delle battute altrui senza mai offendermi"

"Ognuno di noi ha le sue ferite signor Bates, visibili o meno. Voi non fate eccezione, non lo dimenticate" disse maternamente la governante (pur passandosi solo 7 anni).

Era vero. Anche lei aveva delle ferite, anche se le sue erano di tipo emotivo.

"Ci proverò, questo posso prometterlo"

Prese l'oggetto della discordia e lo lanciò in acqua.

"Che liberazione!" disse eccitata la signora Hughes.

Tornarono indietro insieme in silenzio, assaporando il tepore della giornata.

Entrambi ripensavano a quanto fosse stato gentile il signor Carson.

Ovviamente lo ammiravano in modo differente.

[INIZIO FLASHBACK]

La signora Hughes era uscita dalla dispensa del maggiordomo e si era diretta a prendere delle garze e dei medicinali.

"Eccomi" disse raggiungendo Bates nel suo salotto, dove chiuse a chiave la porta.

"Ho detto ad Anna di non disturbarmi"

"Grazie ancora signora Hughes"

"Oh basta. Ora fatemi vedere"

"Cosa ha detto il signor Carson?" chiese mentre alzava nuovamente la gamba di stoffa.

"Ci raggiungerà... ha mandato qualcuno a chiamare il dottore"

L'uomo si irrigidì.

"Signor Bates. Il signor Carson è il capo del personale, maschile devo aggiungere. Non potevo nasconderli una cosa simile.

Inoltre sua signoria non ha alcun motivo per licenziarvi. Ci siamo già passati l'anno scorso o sbaglio?

Per non parlare del fatto che queste ferite vanno controllate.

E avete imparato a conoscere il dottor Clarkson.

Non è guidato solo dalla riservatezza medico-paziente. È davvero un brav'uomo"

"È scozzese"

"Si infatti, avete qualcosa contro gli scozzesi?" chiese sorridendo con finta aria di sfida.

"Se anche ne avessi e non ne ho, di certo non lo direi a voi in questo momento" disse mentre lei gli stava allentando le viti.

"Ottima risposta"

Si sentì il familiare bussare del maggiordomo e la signora Hughes andò ad aprire la porta.

"Ho mandato... buon Dio!" esclamò il signor Carson entrando e avendo così modo di vedere la gamba dell'altro uomo mentre la governante chiudeva nuovamente la porta a chiave.

"Signor Carson io..."

"Signor Bates resti seduto per amor del cielo! Avete bisogno di cure e al più presto. Ho appena mandato a chiamare il dottor Clarkson dicendogli di sbrigarsi ma non credevo... cosa diavolo vi ha preso? Credevo foste più intelligentedi così"

"Signor Carson!" lo rimproverò la signora Hughes al sentirlo parlare in quel modo.

Era stata com gli occhi a cuore all'inizio, pensando che proprio quando non poteva amarlo di più ecco che la sorprendeva, ma ora stava rimproverando il povero valletto.

"Ha ragione lui signora Hughes. Sono stato uno sciocco. Ho rischiato di peggiorare notevolmente la situazione.

Prometto che non cercherò mai più di curarmi da solo. Sperando che il dottore possa fare ancora qualcosa..."

"Ho grande fiducia nel dottor Clarkson" disse la governante.

Il maggiordomo la guardò mentre puliva le ferite del giovane collega, una fitta di gelosia gli toccò il cuore.

Il dottor Clarkson ero uno uomo rispettabile.

Con una posizione buona.

Aveva una casa sua, o almeno non viveva in casa d'altri nel senso diretto del termine.

Era quello che probabilmente le donne definirebbero un bell'uomo.

Era scozzese.

E a quanto pare la signora Hughes lo ammirava.

Era certo un concorrente non da poco.

Ma era davvero un concorrente?

Il signor Carson non era escluso direttamente dalla gara per la conquista del cuore della governante?

Per il suo lavoro. Per il suo carattere.

Per mostrare devozione a una famiglia che alla fine lo vedeva solo come un nominativo su un assegno a fine mese.

Cosa avrebbe mai potuto offrirle?

Il signor Bates si accorse che qualcosa non andava nel maggiordomo ma aveva troppo dolore e comunque non erano affari suoi.

E di nuovo bussarono alla porta.

"Dottor Clarkson!"

"Ho incontrato il giovane Peter poco fuori i cancelli di Downton.

Stavo venendo qui per vedere come stava la famiglia.

La signora Crawley aveva l'impressione che Lady Mary potesse essere molto scossa.

È una giovane donna molto sensibile anche se molto forte.

Non so se capite"

"Perfettamente. Entrate" disse il signor Carson togliendosi dalla porta e richiudendola appena dietro l'omino.

"Signor.. dè an ifrinn a rinn thu??"

"Dottor Clarkson!"

"Mi scusi signora Hughes ma ..."

"Ho ripreso il signor Carson per aver detto la stessa cosa! Non posso farvela passare liscia"

"Signora Hughes. Signor Carson. Potreste aspettare fuori"

"Ma..."

"Signora Hughes. Va tutto bene. Posso farcela. Grazie" disse il signor Bates facendole segno di stare tranquilla.

"D'accordo"

"Venga signora Hughes. Approfittiamo per parlare della veglia in onore del signor Patrick e del signor James"

[FINE FLASHBACK]