"Ecco sua altezza pronta per andarsi a coricare" disse la signorina O'Brian con il solito astio vedendo la signora Hughes nel corridoio.
Il signor Bates non si era accorto che il giovane cameriere era tornato e quando lo vide lo salutò con gioia:
"William! Ti sei divertito?"
"Vado a letto"
"Aspetta che è successo?"
"Niente, non ha importanza" fu la risposta mesta.
Non aveva voglia di raccontare che, quando lui aveva provato ad aprire gli occhi a Daisy su Thomas (dopo che questi aveva fatto i suoi commenti sulla governante) la ragazza gli aveva detto di andarsene. E che lui lo aveva fatto.
Il signor Bates rimase interdetto. Poi si voltò verso la signora Hughes e le chiese:
"E la vostra serata?"
"È stata molto piacevole. Grazie. Gli altri stanno arrivando, qualche minuto e potete chiudere"
Tempo di dirlo e tutti coloro che erano usciti per la sera alla fiera rientrarono.
Si diedero tutti la buonanotte a vincenda e la signora Hughes si ritirò nel suo salottino.
"Avevo ragione quando ho detto che le brillavano gli occhi"
"Abbi la conpiacenza Thomas!" disse burbero il signor Carson uscendo dal suo ufficio per far sapere della sua presenza, e tornando poi dentro.
"Lui può anche disapprovare ma la signora Hughes si è trovato un gran bel uomo"
"Un bell'uomo quello!" esclamò Daisy tra il comico e il ribrezzo.
"Non essere impertinente Daisy non ti si addice" la rimbeccò il signor Bates prima di andare via.
"Ho l'impressione che stia per liberarsi un posto. Signorina O'Brian le interessa una promozione?"
"Che spiritoso! Se quella lì ha un fidanzato ...Io sono una giraffa" rispose con stizza al collega-amico-co_cospiratore.
Non poteva quella donna di mezza età andare a una fiera e trovare l'amore mentre lei era rimasta a fare il doppio lavoro, senza un'attimo di pace!
Quattro donne aveva dovuto vestire e spogliare mentre l'altra era a divertirsi ai baracconi. Quattro teste da acconciare, sciogliere e pettinare quando la collega anziana era a godersi il cibo al Grantham Arms.
Quattro bagni caldi da preparare mentre la governante passava la serata con un uomo.
La signora Hughes sedeva nel suo salottino a porta chiusa.
Non aveva sentito le dicerie che Thomas e Sarah andavano dicendo su di lei.
Era troppo presa, come lo era sta nell'ultima mezz'ora di rientro a Downton, a pensare alla serata nonché alla sua vita, presente e futura.
Il viaggio di rientro era stato tranquillo, il debole pallore di una luna calante le illuminava il cammino che conosceva a memoria mentre gli amici grilli le tenevano compagnia.
Le ricordava le serate ad Argyll. A dire il vero quella sera era stata tutta un déjà vu scozzese.
Un passo dopo l'altro aveva calciato i soliti sassolini che l'accompagnavano sul tragitto, ripensando a tutto quello che era successo (era meglio pensare ora che perderci la notte e passarla insonne).
Non era stata una gran serata e, al solito, non potè fare a meno di paragonare Joe con Charles.
Entrambi erano stati dei bravi giovani, grandi lavoratori.
La vita non sempre era stata buona con loro.
Ed ora erano dei brav'uomini, anche se forse un po troppo radicati nelle loro convinzioni.
La conversazione fu ciò su cui la governante si soffermò di più.
Per quanto fosse vero che non vedeva Joe da anni e quindi era preparata al fatto che ci sarebbe stato dell'imbarazzo iniziale, specie per il modo in cui si erano lasciati all'epoca e i loro trascorsi, di certo non si aspettava che fosse così fiacca. Sapeva bene che la vita da contadino non era un granché e che a lei non interessava molto, ma se lui si fosse sforzato un po di più, lei avrebbe fatto la sua parte.
D'altronde anche la vita di una governante non era il massimo e per uomo poteva non essere una fonte d'interesse, ma domandare è lecito e rispondere è cortesia.
Il fatto che desse per scontato certe cose le fece storcere il naso più di una volta. Non poteva pretendere che sapesse quale fosse il suo piatto preferito o che le piacesse bere un bicchiere o due, ma sarebbe stato carino chiedere cosa desiderasse mangiare e offrirle del vino invece di ordinare secondo il suo gusto.
Pensò così al signor Carson. Dopo 18 anni di stretto contatto lui avrebbe saputo che desiderava il vino, specie con la carne. Avrebbe saputo che non mangiava gli asparagi volentieri, se non accompagnati col pane, e che aveva un debole per zuppa di carote.
Ma era inutile soffermarsi su quei pensieri. Il signor Carson non le aveva chiesto di uscire a cena e probabilmente non l'avrebbe mai fatto.
Inoltre era inutile affollare la mente di ulteriori pensieri prima di caricarsi, Joe ne aveva messi abbastanza nella sua testa.
Tolse il premio dalla borsa e lo fissò, non aveva intenzionedi portarlo in camera, l'avrebbe fissato tutta la notte. Lo lasciò così sul tavolino del suo salotto, spense la luce e si diresse in cucina per un bicchiere di latte caldo, confidando che tutti fossero a letto.
Era chiedere troppo ovviamente.
"Oh signora Hughes... "
