"Signor Carson"
"Non volevo spaventarvi" si scusò l'omone vedendo che l'aveva fatta sussultare.
"Oh no tranquillo. Ero solo sovrapensiero. Volete del latte caldo col miele?"
"State poco bene?"
"No. Mia madre me lo faceva per dormire meglio"
"Oh... scusate. La mia me lo dava quando avevo mal di gola"
"Capisco"
"Però mi piacerebbe molto grazie"
Fece il giro del bancone, posandovi sopra borsa, guanti e cappello e prese il bollitore. Poi chiese:
"Avete già fatto i vostri giri?"
"Si, tutto tranquillo. È venuto il signor Crawley"
"Il signor Crawley? E cosa voleva?" chiese mentre le porgeva il latte, facendo ben attenzione che le loro mani non si toccassero.
"Parlare con sua signoria. Pare che la contessa vedova lo abbia ingaggiato per scoprire di più sul vincolo testamentario"
"Passa al nemico?" chiese sorridendo.
"Piú che altro, sfrutta il nemico, date le sue conoscenze legali. Come si dice SE NON PUOI BATTERLI, UNISCITI A LORO"
"Ben detto... e?"
"Pare non ci sia niente da fare. Ma ..."
"Ma?"
"Ho apprezzato molto che abbia parlato chiaramente.
Con Lord Grantham, con la contessa madre e anche con Lady Mary. Era.. realmente dispiaciuto per non poter fare di più. Lo ha detto anche a me"
"Sapevo che era un bravo ragazzo"
"Contrariamente a quanto pensavo io..." disse il maggiordomo sembrando avvilito.
In passato, l'uomo aveva beneficiato di un grande gesto di carità da parte della famiglia, e una seconda chance.
Lui però era restio a rendere al suo prossimo tale onore, e ne era tristemente consapevole.
Evitò di proposito di dire che Lord Grantham lasciò soli la figlia e il futuro erede, cosa che lo fece alquanto arrabbiare.
La sfacciataggine del gesto... ma lei non avrebbe capito il suo malcontento.
Capitava spesso che per un motivo o per l'altro i due fossero in disaccordo e questo lo metteva di malumore. Essere sulla stessa lunghezza d'onda di pensiero con lei gli piaceva perché era un modo per sentirla vicina, permetteva di avere quella complicità che diversamente non avrebbero mai potuto avere.
"Siamo diversi, Signor Carson. Non tutti abbiamo le stesse opinioni su tutto. Guardate... me e la signora Patmore. Non saremo mai d'accordo sulla chiave della dispensa, ma non per questo le voglio male. E spero lei non ne voglia a me"
Avrebbe voluto usare lui come esempio ma non le sembrò il caso.
"Ecco tenete" le porse il vasetto del miele.
"Non mi sembrate convinto"
"Ve l'ho detto. A volte mi sento un vecchio sciocco... no no. So bene quello che pensate me lo avete pienamente espresso e ve ne sono infinitamente grato. Comunque non posso fare a meno di pensare di essere un po snob"
La signora Hughes era stata zittita mentre cercava di zittirlo a sua volta, ed ora arrossì.
Come dirgli che effettivamente aveva ragione senza ferirlo?!
"Ebbene... " disse mescolando il denso lingotto ambrato nella tazza.
"Ebbene?"
"Ecco io credo che dopo aver passato anni al piano di sopra, il vostro IO sia stato influenzato"
"Cioè mi do arie non dovute?"
"No certo che no. Oh cielo, non so se riesco a spiegarmi.
Ma vedete... voi a causa del vostro lavoro, non fate parte né del piano inferiore né di quello superiore.
Il fatto è che sentite le opinioni della famiglia, le loro motivazioni, le loro ragioni.
E da buon maggiordomo non dite nulla, perché LÌ non potete. Quando scendete, come posso dire, dovete dirigere la casa. E lo fate come LORO vogliono, giustamente. Ma il signor Carson, l'uomo, raramente esce fuori, se non forse per andare in chiesa e dal dottore.
Così le LORO opinioni, a furia di sentirle e non dire nulla, diventano le VOSTRE.
Capite?"
"Credo"
"E con questo non voglio assolutamente insinuare che siate un debole o che non abbiate idee e personalità vostra. Perché le avete! Io lo so"
Ci fu un tranquillo silenzio mentre bevvero i loro latte.
"Non vi ho chiesto come è andata la vostra serata?" le chiese mentre lavavano e asciugavano le tazze.
"Bene" rispose velocemente senza entrare in dettagli e facendo uno sbadiglio tattico.
"Scusate vi sto tenendo in piedi"
"No tranquillo. Mi è piaciuta la nostra chiacchierata"
"Anche a me. Grazie signora Hughes per avermi aperto nuovamente gli occhi"
"Non ditelo neanche"
"Spero di migliorare"
"La mia parola non è il vangelo signor Carson. Ho espresso solo la mia opinione, non è legge.
Potrei anche sbagliare"
"La signora Hughes che sbaglia? MAI!"
"Mi date troppo credito ma grazie. Sono contenta che le mie parole vi aiutino. E sono lieta che siamo d'accordo finalmente"
"Si, saliamo?"
"Certo"
E così si diressero insieme fino alla soffitta, dove si separarono per darsi la buonanotte.
