Il giorno dopo, tutto era uguale a Downton Abbey.
Daisy diede la sveglia a tutti come di consueto.
Anna, Gwen e le altre cameriere si occuparono delle pulizie nella biblioteca che, a causa del cane di sua signoria, era sempre da pulire.
La signora Patmore cucinava colazioni a pieno ritmo.
Le lady Mary e Edith si punzecchiavano e Lady Sybil aveva imparato a ritirarsi nel suo mondo.
I suoi obiettivi ultimamente erano quelli di averla vinta con sua madre (inerente al prossimo abito che la sarta doveva confezionare) e assecondare i desideri della giovane cameriera che desiderava spiccare il volo. Che lo facesse per amore del prossimo, desiderio di aiutare o per appagare il suo senso liberale e femminista non era chiaro, ma comunque restava una delle persone più care su questa terra.
Charles Carson aveva passato la maggior parte della notte insonne, poi si era sgridato da solo per costringersi a dormire, cadendo fortunatamente in un sonno senza sogni.
Aveva pensato a lei mentre era a letto.
Aveva pensato a lei mentre si radeva e continuava a pensare a lei anche ora, mentre stava alle spalle di Lord Grantham in sala da pranzo.
La sera prima in cucina, non le disse di aver passato la serata pensando a lei.
Che senso avrebbe avuto se non sembrare un maniaco?
Sentiva che qualcosa non andava.
La signora Hughes era riservata ma le piaceva parlare di come trascorreva il tempo eppure ieri non aveva detto nulla.
Che fosse successo qualcosa di improprio?
Il signor Carson rabbrividì al solo pensiero, rischiando di tagliarsi mentre si faceva la barba.
Che fosse semplicemente troppo felice da non volerlo rendere invidioso?
Poco probabile.
Certo la prospettiva che lei fosse stata resa felice da un uomo che non era lui lo abbatteva (e Thomas aveva messo bene in chiaro che la governante era stata con uomo) ma si sarebbe sforzato di essere felice per lei se fosse stata davvero contenta.
Ma lo era?
Questo era il punto. Sembrava ... annoiata... spenta. Ma forse era solo stanca. Eppure...
Ma lui aveva il diritto a chiedere qualcosa?
Come amico forse, ma poi chiedere cosa?
Tirò fuori dalla tasca il famoso biglietto destinato al fioraio.
Tra qualche giorno sarebbero partiti per la stagione a Londra e sarebbero stati via i soliti tre mesi.
Aveva cercato, come al solito, di non pensarci ma era inutile nascondere la testa nella sabbia come gli struzzi.
Lui desiderava starle vicino, dimostrarle l'apprezzamento che aveva per lei, ma era il caso adesso di farle recapitare dei fiori?
E se si fosse arrabbiata perché aspettava di esser lontano per fare un gesto del genere, come se invece di apprezzarla si vergognarsi di lei?
E se avesse una comprensione con qualcuno?
Il dottore non poteva essere, e nemmeno qualcuno del villaggio, Thomas li avrebbe chiamati per nome. Quindi era un forestiero. Come se non ci fossero abbastanza uomini nei dintorni e andarsene tre mesi non creasse già problemi. E se quest'individuo fosse tornato mentre lui non c'era?
E se lei avesse lasciato tutto (Downton, la famiglia, LUI) per seguire quest'uomo?
Il signor Carson sentì la bile che gli bruciava il gola.
Doveva saperne di più, ma senza costringerla.
Forse più tardi avrebbero potuto fare una pausa e parlare. Di tutto, di niente.
Se lei avesse voluto raccontargli qualcosa di più avrebbe prestato un orecchio amico e fatto buon viso a cattiva sorte.
Comunque di una cosa era certo. Di qualunque cosa avessero parlato, non le avrebbe mai detto che mentre al villaggio con un altro uomo, lui era stato gran parte della serata solo nella sala della servitù, davanti al piano, ricordando canzoni d'amore. Che fossero datate, odierne o dei tempi passati sul palco poco importava perchè le aveva suonate e cantate tutte pensando a lei.
{ Le musiche suonate e cantate da Carson sono:
1 The piano duet, del film la Sposa cadavere di Tim Burton
2 Come fratelli, del film la Matassa
3 I ricordi della sera, del Quartetto Cetra
4 L'amore è sempre amore, Sanrermo 2009 di Al Bano
5 Tutta mia la città, degli Equipe 84
6 Per sempre, di Luca Velletri dal film La bella e la bestia}
