Nel mentre di tutto ciò, Lady Mary passeggiava per i dintorni di Downton con suo padre.
I due riuscirono finalmente a fare una conversazione a cuore a cuore dove l'uomo spiegò alla figlia il suo ruolo di 'custode' e non di 'proprietario' di Downton in quanto all'epoca del suo matrimonio fu la moglie a prestare, grazie alla sua dote, i soldi necessari per mantenere la proprietà.
Era forse giusto lasciare che tutto Andate in Malora? Era corretto darsi tanto da fare per svincolare la proprietà dei soldi in modo da essere loro una famiglia ricca ma da dover vendere la tenuta e lasciando Matthew senza nulla?
Lady Mary capì quello che le veniva detto, perlomeno la sua testa lo capiva, ma il suo cuore no. Quando il padre le suggerì di sposare il cugino in modo tale da avere sia uno che l'altro ciò che le spettava, lei gli spiegò con garbo che non sarebbe stato mai nel suo stile e fare ciò. Approfitto del fatto che il padre doveva incontrarsi con suddetto cugino, per tornarsene indietro da sola E osservare la proprietà circostante. Lei era nata in quel posto, c'era cresciuta, e per quanto non fosse una vera romantica come le sue sorelle ma fosse solo per lo più viziata, desiderava ardentemente continuare la sua vita a Downton Abbey.
Mentre Lady Sybil si dirigeva in città dalla sarta ebbe una conversazione singolare sulla politica e la libertà di espressione con il nuovo autista.
Lady Violet giocò, con immenso piacere, uno scaccomatto alla cugina Isobel in quanto quest'ultima, nonostante le sue conoscenze mediche, aveva palesemente fatto un buco nell'acqua per quanto riguardava l'eritema alle mani del Signor Molsley.
La signora Patmore cercava in ogni modo di far capire a Daisy quando si sbagliasse su Thomas, cercò di toglierle gli occhiali a forma di cuore foderati di prosciutto ma non ci riuscì. La ragazza comprese solamente che una come lei, una povera sguattera, non poteva neanche immaginare di attirare l'attenzione di un uomo di mondo come Thomas, mentre quello che la cuoca voleva dirle in realtà era decisamente ben diverso.
Lord Robert e il nuovo erede passeggiarono lungo tutta la proprietà e fu lieto quando il giovane avvocato gli fece capire di aver compreso il vero significato di Downton Abbey.
Purtroppo, nonostante la bella mattinata piacevole, a pranzo Lady Mary ebbe una grande delusione sentendo il padre elogiare Matthew a più non posso, specificando quanto fosse intelligente e quante belle idee avesse per i cottage della tenuta.
Mentre tutti erano indaffarati, la signora Hughes si diresse nella sala da pranzo della servitù trasportata da una dolce melodia suonata al pianoforte.
Sapeva già chi fosse seduto allo sgabello prima ancora di vederlo.
"Dovrei rimproverarti ma sentirti suonare mi piace... e tutti gli altri?" chiese interrompendolo e spaventandolo un pochino per essere stato beccato.
"Sono occupati, immagino"
"E tu non hai niente da fare?"
"Sì che ho da fare ...naturalmente" rispose alzandosi.
La governante parlò nuovamente.
"Non permettere a Thomas di umiliarti... è soltanto geloso, perché tutti preferiscono te a lui"
"Non proprio tutti"
"Allora vuol dire che è una ragazza sciocca e non ti merita... Ma perché mai ti sto incoraggiando, pensa a divertirti per altri 10 anni almeno"
"Voi siete gentile Signora Hughes, non so come andremo avanti senza di voi, davvero non lo so"
"Non dire sciocchezze e mettiti al lavoro prima che faccia la spia al signor Carson"
Il giovane rincuorato se ne andò lasciando la donna sola alla porta, a contemplare il vuoto e la vastità del piano di sotto. La sua casa.
Ad ascoltare il battito del suo cuore indeciso ed il ronzio delle sguattere che lavavno i piatti.
La sua famiglia.
Come poteva lasciarli...
Magari il signor Carson non l'avrebbe mai amata e lei non si sarebbe mai sposata ma per lo meno poteva aiutare gli altri, questa era l'essenza di Elsie Hughes.
Lei aiutava gli altri. Lo aveva sempre fatto, lo stava facendo e avrebbe continuato a farlo.
Cosí, informò Gwen che sarebbe andata in paese e le chiese gentilmente di informare per lei il maggiordomo, si diresse in camera per cambiarsi d'abito e si diresse alla stazione del pullman senza che nessunosi accorgesse della sua assenza.
