'Elsie Hughes, ma perché diavolo gli stai dicendo tutto questo?! Non gli interessa e, con tutta sincerità, non sono nemmeno affari suoi.
Probabilmente ti prenderà per pazza! È vero che per lui, paragonandomi a Gwen, è scioccante l'idea di lasciare Downton ma anche lasciare la famiglia, un buon matrimonio, perché questo avrei avuto con Joe...
Eppure so che il signor Carson può capirmi. Non so esattamente cosa mi da questa fiducia ma mi da l'idea che sia così. Inoltre se non gli interessasse mi avrebbe zittito invece di farmi continuare a blaterare no? Certo non che io gli abbia dato molte possibilità di intervenire nella conversazione. Forse è solo cortese da farmi parlare perché io ho ascoltato il suo passato.
Ma se così non fosse? È una mia impressione o sembra un cucciolo triste?
Sei una stupida Elsie, Charles non ti vede in QUEL modo, purtroppo. Forse Joe lo fa, visto che è tornato, ma non è LUI, vero sciocca?
Perché, perché deve essere tutto così dannatamente difficile?'
Più pensava più stringeva la bambolina tra le mani. Aveva le nocche quasi bianche e quell'oggetto non era per lei, come sembrava, un'ancora a cui aggrapparsi. Era più un qualcosa che sperava scomparisse, come se volesse distruggerlo ma, oh, era così bello sapere che qualcuno la voleva.
Joe non era Charles, questo era ovvio come il sole che sorge e tramonta ogni giorno, ma Joe aveva mostrato interesse per lei al punto da chiederle DI NUOVO di sposarlo.
Era arrivato fino a Downton dalla Scozia per chiederglielo.
Eppure oramai, proprio come anni prima, il cuore della governante era preso per il maggiordomo.
Come poteva inoltre sposare un uomo che anni fa al primo rifiuto, sposava un'altra?
La signora Hughes era ben felice che all'epoca Joe non fosse venuto a chiederle spiegazioni ma comunque se la voleva così tanto (tanto da essere la sua scelta dopo la vedovanza nonostante tutto) un minimo di sforzo poteva farlo.
Infondo, anche se non amava le storie romantiche melense, era pur sempre una donna (e la sua autostima in una piccola recondita parte del suo cervello ne era rimasta scossa.).
A quel punto lui parlò:
"E lui era orribile, grasso, con il volto rubizzo e voi siete rimasta delusa?!"
Il signor Carson aveva provato a sdrammatizzare (per lo più il suo stesso umore) facendo una battuta ma ci sperava, ci sperava davvero che la risposta fosse affermativa.
'Dimmi di si Elsie! Dimmi che lo hai mandato a spigolare nella sua messe, sproloquiando in gaelico.
Dimmi che gli hai fatto assaggiare un pezzo della tua mente e della della tua lingua tagliente proprio come fai con me quando ti dico qualcosa in maniera scortese. Ti prego'
Si preoccupò quando la governante ci mise qualche secondo a rispondere.
"Era ancora un uomo piacente... è ancora un uomo piacente. Magari era un po' segnato in volto e il vestito gli andava un po' stretto ma questo non è importante ...nella sostanza non è cambiato affatto"
'Non potrà mai essere bello come voi però mio caro, caro maggiordomo! Se solo potessi ...'
"Così ve la proposto di nuovo... e voi avete accettato?!"
Era devastato. Non voleva chiedere ma doveva sapere.
Si disse che doveva sapere per la famiglia, se iniziare a cercare un'altra governante.
Ma il suo cuore urlava straziato, dicendogli di saperlo per lottare per lei.
La donna gli stava mettendo ansia con le sue pause.
Forse avrebbe accettato perché, alla lunga, le scale di Downton e le soffitte non sono un posto così accogliente per le ossa come possono sembrare quando si è giovani.
Era palesemente ovvio che lo aveva accettato.
Perché aspettare così tanto a dirlo?
No, Elsie Hughes non ci avrebbe mai girato intorno.
Avrebbe semplicemente detto 'Signor Carson mi sposo, do le mie dimissioni'
Eppure, proprio perché lei avrebbe fatto così, allora perché sembrava così... imbarazzata, triste, angosciata?
Che si preoccupasse di come dirglielo?
Come se il vero problema fosse trovare una nuova governante qualificata.
NESSUNO MAI l'avrebbe sostituita per lui.
Non come collega.
Non come sua pari.
Non come amica.
Non come donna del cuore.
