La governante ci mise circa dodici secondi a rispondere.
Secondo piú secondo meno.
E per Charles Carson fu l'attesa più lunga della sua vita.
Il gatto era fuori dal sacco!
Ora era certo che quest'uomo era tornato apposta per sposare Elsie Hughes, o perlomeno per chiederglielo.
La donna sembrava avere gli occhi lucidi di lacrime e lottare col magone.
Tutto questo metteva ancor più in ansia il maggiordomo, fin quando lei non rispose:
"Per molti versi avrei voluto accettare... ma io non sono più quella ragazza di campagna...
Ero molto lusingata ovviamente... ma sono cambiata signor Carson"
Quella frase lo colpì profondamente.
In attimo gli tornò alla mente la FAMOSA DOMANDA.
Come mai adesso che le era stata data la possibilità di lasciar tutto e crearsi una famiglia (o avere almeno un marito), lei l'aveva rifiutata?
Non voleva il matrimonio?
Improbabile, data la vecchia conversazione e il fatto che avesse appena detto PER MOLTI VERSI AVREI VOLUTO ACCETTARE.
Non voleva QUELL'UOMO?
Già piú plausibile.
Ma eventualmente COME MAI non lo voleva?
Lei stessa lo aveva descritto come un brav'uomo e ancora piacente.
Lo considerava volubile, visto che al primo no aveva dirottato le sue attenzioni su un'altra donna?
Pensava che sarebbe stata per lui solo una ruota di scorta, data la vedovanza?
Lo reputava ancorato ai vecchi tempi, tanto da chiedere nuovamente alla sua prima fiamma di sposarlo dopo un precedente no?
Desiderava egli solo una forza lavoro in più, e nessuno meglio della proprietaria del terreno accanto al suo?
La pensava come una donzella che doveva essere salvata dal marchio della zitella?
Oppure c'era QUALCUN ALTRO nel cuore della governante?
Esalò un profondo respiro, la guardò dolcemente e rispose:
"La vita vi ha cambiata come ha cambiato me. Del resto che senso avrebbe vivere se non permettessimo alla vita di cambiarci?..."
Questa massima sembrava presa da un qualche copione di Shakespeare ma in realtà era tutta farina del suo sacco.
In quel momento il viso di lei era un po confuso e per questo lui si preoccupava.
La fissò gentilmente di sottecchi e chiese titubante:
"Dunque non ci lascerete?"
Doveva sapere anche questo. Doveva avere la certezza che sarebbe rimasta.
Rimasta con lui.
Almeno come collega.
Sapere se poteva sperare di essere LUI il fortunato detentore del suo cuore o meno in quel momento era secondario. Ci avrebbe lavorato poi, con più informazioni.
Lei doveva rimanere ed essere felice di rimanere, questo era l'importante!
In quel momento vennero interrotti, come al solito.
Anna tristemente l'informò che la signora Patmore stava creando problemi, urlando e sbraitando per la chiave della dispensa.
Di quanto le scocciasse non averne una sua.
La donna di nero vestita si alzò in piedi:
"E non l'avrà mai! Almeno fin quando sarò io la governante..."
Poi si rivolse più gentilmente e sarcasticamente al collega:
"Andarmene?! E quando mai lo troverei il tempo di andarmene?!"
E con questo si diresse in cucina, perdendosi il signor Carson al settimo cielo, che sorrise e pregò in ringraziamento di questa decisione.
