La stava emulando.

Era seduto alla sua scrivania, le mani inquiete stringevano i braccioli forte ma non troppo, fissando l'armadio dell'argento e sapeva che quella sera non si sarebbe unita a lui per un bicchierino, come era loro consuetudine.

Non lo infastidiva il fatto che lei avesse un passato, anche lui ne aveva uno.

Ne tanto meno che il passato fosse tornato a tormentarla, anche a lui era successo, Charlie Grigg ne era la prova vivente.

La cosa che lo avviliva era il fatto che non gli avesse mai parlato di questo Joe prima.

Quante cose non gli aveva detto?

Quante cose non sapeva?

Quanto bene la conosceva?

La conosceva davvero?

Ma d'altro canto, si può mai conoscere davvero qualcuno?

Lui aveva dovuto sbattere il muso contro Charlie e sentire tremare la terra sotto i piedi prima di raccontarle la sua storia. E non gliene aveva raccontato che metà.

Chi era lui ora per giudicarla?

No, mai giudicarla. Solo, chi era lui per rimanerci male di una storia non raccontata?

Infondo aveva agito come lui: aveva atteso che il passato tornasse a infastidirla prima di parlare di cose che magari non avrebbe mai saputo.

Eppure qualcosa non tornava.

Perché, se era contenta della sua posizione a Downton e di rimanere lì, non era venuta a cena?

Si era preoccupato non vedendola ma non poteva agire in quel momento.

La conoscenza che aveva di lei era abbastanza da sapere che non avrebbe desiderato compagnia in quel momento. Una proposta di matrimonio o due, che non vanno a buon fine, lasciano stanchi e avviliti.

Mise la mano nel taschino e ne tirò fuori la famosa nota del fioraio.

Aveva deciso di non agire per diversi motivi ma ora, sapendo che lei aveva rifiutato una proposta sarebbe rimasta, questi da soli (oltre al fatto che l'amava da anni e voleva ringraziarla per il duro lavoro svolto alla perfezione) erano ottimi motivi per fargli cambiare idea.

Sapeva che era ancora nel suo salotto, avrebbe sentito i suoi passi davanti alla porta per andare alle scale.

Prese uno specchio al quale doveva lucidare l'intarsio dietro e lo posizionò tatticamente alla finestrella della cucina, preparò del tè con qualche biscotto ma cambiò idea, optando per latte caldo e miele, poi bussò alla sua porta, lasciando il vassoio a terra.

Corse nel suo ufficio e chiuse una porta a chiave mentre dall'altra vi si sporse, lasciando solo uno spiraglio.

La signora Hughes stava sistemando delle carte, decisa a pensare più a come aiutare William e Gwen che alla sua proposta rifiutata quando sentì bussare.

Quando alla suo "AVANTI" nessuno si fece vivo, aprì la porta. Si guardò intorno sorpresa e solo mentre stava per chiudere, scuotendo la testa, vide il vassoio.

Sussultò e cercò di sentire qualche rumore di passi ma niente.

Lo prese e sorrise, era proprio quello di cui aveva bisogno.

Lo posò sul tavolino e andò a bussare alla porta del signor Carson.

Era stato lui, lo sapeva: solo a lui aveva confidato il latte caldo col miele!

In tempo 0 lui aveva recuperato lo specchio, nel mentre che lei posava il vassoio nella stanza, e si era chiuso a chiave. Ora stava dietro la porta trattenendo il fiato.

Sembrava Lady Sybil quando giocava con le sorelle a nascondino.

La governante bussò alla porta mentre nel contempo girava la maniglia solo per finire col dare una spallata contro la porta.

"Oh!" esclamò sorpresa.

Provò con l'altra ma non c'era niente da fare.

Sorrise, lasciò la mano sulla porta e sussurrò un dolce:

"Grazie"

Poi si rinchiuse nel suo salotto.

Il signor Carson aveva sentito dall'altra parte e ora respirava di nuovo normalmente.

Probabilmente le sembrava sciocco ma non poteva fare diversamente.

Guardò nuovamente il biglietto per il fioraio.

Tempo una settimana e sarebbero partiti per Londra ma sapeva che il signor Burns non avrebbe provato a contattare Elsie, perché lei era stata chiara.

Era deciso che si sarebbe fatto sentire di più in quei tre mesi, di modo che lei non potesse cambiare idea neanche volendo.

Aggiunse a matita l'ordine per una rosa rossa, che sarebbe dovuta stare al centro della composizione e poi lo mise nel primo cassetto della scrivania: cascasse il mondo, l'indomani avrebbe chiamato.