Abituarsi alla sua assenza era difficile ogni anno, e questa volta non faceva eccezione, anzi era come se fosse la prima volta.

Era bastata la disgrazia del Titanic a far perdere loro l'abitudine.

Non erano tanto le giornate in sé a dar fastidio, che passavano sempre impegnati in punti diversi della casa, quanto le mattine, le sere e i momenti a tavola.

Girarsi e vedere una sedia vuota nel caso della signora Hughes, oppure una sedia occupata da una donna che non fosse LEI nel caso del signor Carson, li infastidiva.

Li metteva di pessimo umore entrambi, aggravato dal fatto che non potevano darlo a vedere.

Le notti non bastavano a smaltire il senso di vuoto che provavano, e che si sarebbe alimentato al sorgere del sole.

Grazie a dio per il servizio postale!

Anche se dovevano aspettare due settimane per ricevere la risposta ad una loro lettera, niente gli impediva di scriversi ogni giorno.

Approfittando dei momenti di calma, la signora Hughes sfornava lettere su lettere (molte delle quali non gli avrebbe mai spedito) per portarsi avanti in caso avesse impedimenti o semplicemente per mantenere l'interesse per un argomento altresì noioso.

Il signor Carson invece aveva poco tempo per scrivere ma apprezzava moltissimo le lettere che riceveva.

Odiava essere lontano da lei e non avere abbastanza tempo da dedicare alla corrispondenza con la sua amata lo metteva di malumore più della lontananza stessa.

Non voleva che pensasse che non avesse tempo per lei ma purtroppo questa era la realtà e la signora Hughes lo sapeva.

Elsie aveva tempo solo perché la famiglia di sopra e mezzo staff erano assenti.

Charles non aveva tempo perché era via proprio con suddetti soggetti e altrettanto staff che non conosceva. Certo la signora Butte faceva un buon lavoro nel mantenere alti gli standard ma, inutile a dirsi, per il signor Carson non era la signora Hughes.

C'era un ulteriore motivo per il quale la governante ricevette più posta del normale dal suo collega: Joe Burns.

Il grande gigante gentile aveva paura. Paura che l'altro uomo tornasse.

Che tornasse con le buone o con le cattive era irrilevante.

E se le avesse fatto del male?

E se l'avesse convinta?

Peggio ancora, e se lei si fosse convinta?

Il solo pensiero di ricevere la lettera di addio lo faceva tremare.

Per quello si sforzava più del solito nel suo lavoro, in modo da avere tempo per lei.

In pratica sfruttava il tempo che avrebbe usato per bere con lei lo sherry se fosse stato a Downton, per mettere nero su bianco le sue missive.

Dava la precedenza a quelle che sarebbero partite l'indomani con la posta, ma molti fogli venivano nascosti nel suo quaderno privato perché non gliele avrebbe mandate. Erano troppo personali, troppo sincere, troppo romantiche. Troppo di tutto insomma.

'Non ti distrarre... ricordati dei fiori! Non fare lo scemo Charles, hai deciso e devi farlo... non sei uno che si tira indietro, non lo sei mai stato e non puoi iniziare ora. Non con una cosa così importante'

"Signor Carson..."

"Si signora Butte avanti" rispose mettendo via in tutta fretta cercando di non sporcarsi con l'inchiostro.

"Buona sera mi scusi se la disturbo ma ho notato che non avevate molto appetito. Mi sono permessa di portarvi del the"

"Grazie mille. Accomodatevi"

"Grazie. Allora... sembra si siano ripresi dalla morte dei signori Crawley"

"Si fortunatamente. Non è stato bello, erano brave persone. E il modo tragico e prematuro è stato scioccante"

"È stato un duro colpo... tutte quelle persone..."

"Già"

"E la signora Hughes?"

"La signora Hughes?" chiese strozzandosi con la bevanda.

"Si come l'ha presa? So che ha dovuto occuparsi del funerale"

"Certo, è compito della governante organizzare ogni tipo di eventi come ben sapete"

"Infatti. Purtroppo non sono riuscita a essere presente come avevo programmato, mi è dispiaciuto molto sono comunque sicura che se la sarà cavata egregiamente"

"Come sempre, signora Butte. Come sempre!" esclamò orgoglioso pensando alla sua bella donna scozzese.

Questo era un segno, la governante di Londra che parla del funerale organizzato da Elsie, era la prova che DOVEVA TASSATIVAMENTE mandarle quei fiori. Costi quel che costi!