Ricordava a memoria la lettera che le aveva scritto in accompagnamento ai fiori, speranzoso che lei capisse le sue battute e le inezie non dette:

"Cara Signora Hughes,

Prego che i miei calcoli siano esatti e confido nella precisione delle poste, mentre vi immagino nel vostro salotto ora, con in mano questa lettera ammiando un bouquet sul tuo tavolo.

Lo spero proprio altrimenti sarebbe imbarazzante...

Ebbene ho deciso di rendervi questo piccolo omaggio floreale come ringraziamento.

State tranquilla, non siete licenziata, io non sono pazzo e riceverete comunque l'assegno a fine mese.

Ho avuto modo di pensare molto in questo periodo, sia mentre ero a Downton sia durante il mio soggiorno qui a Londra. E sono giunto alla conclusione che non vi stimiamo abbastanza, la famiglia ed io.

Voi fate così tanto per tutti noi e in cambio ricevete poco e chiedete nulla.

So bene che questi fiori non serviranno a cancellare anni del mio pessimo e scontroso carattere, ma spero possano rallegrarvi la giornata e portarvi un sorriso.

Mentre noi siamo qui, voi vi occupate diligentemente e senza sosta della casa come avete sempre fatto e, spero, continuerete a fare per molto altro tempo ancora.

Non posso dimenticare la cortesia che mi avete usato quando vi parlai di Grigg e della mia gioventù.

E spero di non essere indiscreto ed indelicato nel dirvi che William aveva ragione, non sapremmo come fare senza di voi.

Avete cresciuto Anna, Gwen, Daisy, William e quella testa quadrata di Thomas così bene che ancora sono con noi a Downton.

So quanto siate in ansia per Gwen ma vi assicuro che, avendo modo di vederla qui molto di più che a casa, ha del potenziale la ragazza. Dovete essere fiera di lei.

Se mai può esserci una che riuscirà nella vita, è lei ed il merito è in parte vostro.

Spero che i miei fiori siano graditi e non inopportuni.

Sempre vostro affettuoso collega,

Charles Carson"

Sorrise fiero di sé stesso.

Non era ne breve né lunga.

Né romantica né fredda.

Non aveva accennato al libro dei fiori perché lei ne guardasse il significato, né aveva accennato direttamente al signor Burns.

Poteva dirsi soddisfatto.

Ricordava bene come si era sentita.

Il cuore della signora Hughes si strinse nel vedere quel bouquet e nel leggere le righe poste nero su bianco da quella grafia che tanto amava e che avrebbe riconosciuto tra mille anche senza la firma in basso.

Dovette sedersi e notò che le mani le sudavano leggermente.

Era passato quasi un mese dal delizioso dono e ne era grata perché le dava il tempo di assorbire i dettagli e calmarsi in vista del suo ritorno.

Non era una dichiarazione d'amore bensì la lettera di un caro amico, e in cuor suo doveva ammettere che, pur essendo chiaramente di parte, la lettera di Charles Carson era stata accolta con molta più gioia della lettera di Joe Burns.

Il suo vecchio amico e fidanzato, dopo 18 anni di silenzio, aveva chiesto poco ma aveva preteso molto.

Ricordava ancora i passaggi che le avevano dato più fastidio, facendole torcere il naso:

Iniziare con CARA ELSIE e concludere con UN ABBRACCIO, TUO JOE BURNS (come se non si fosse sposato due mesi dopo il suo rifiuto)

SPERO DI TROVARTI IN BUONA SALUTE. (del tutto disinteressato al suo reale stato di salute)

...HO PENSATO CHE POTREMMO VEDERCI. (della serie 'sono un uomo e posso imporre')

... QUASI NON RICORDO COME SEI FATTA e ...CHE NE DICI DI INCONTRARCI LÌ? (tanto per essere gentile e chiedere cordialmente se fosse possibile un cambio nei suoi piani)

SONO CERTO CHE POTRAI PRENDERTI UN GIORNO LIBERO (totalmente menefreghista sul suo lavoro)

...COMUNQUE TI ASPETTERÒ OGNI SERA. (come dare per scontato la gentilezza che una persona può avere)

Arricciò il naso. Si rese conto che quella lettera non era stata poi granché e si chiese seriamente perché fosse andata a trovarlo al villaggio.

Probabilmente, concluse, per evitare che lui potesse venire a presentarsi direttamente a Downton ...

Comunque ora era tutto nel passato mentre aspettava il ritorno del suo vero amico e amore.