(…Ma qui c'è la mia amicizia, sincera… ed io voglio offrirtela.
Non ho null'altro da darti in cambio…)
Già, doveva sapere ancora attendere. Voleva ancora attendere.
Chiuse gli occhi… e rivide il corpo nudo di Alhyssa inarcarsi fra le sue braccia, percorso dall'intenso piacere dell'orgasmo. Forse era meglio se teneva gli occhi aperti. Li fissò alla volta scura, dove le fiamme del camino proiettavano le loro lunghe ombre suggestive. Ma era sicuro che, da quel momento in avanti, ogni volta che avrebbe chiuso gli occhi… quella conturbante visione gli si sarebbe sempre dispiegata davanti.
Teneva Alhyssa delicatamente accostata a sé e con la mano le accarezzava la spalla… cercando di recuperare lentamente il pieno controllo del suo corpo, che, con lei vicina, non era assolutamente una cosa facile. Non aveva ancora capito come, ma quella sera era avvenuto una specie di miracolo… e quasi tutto ciò che aveva intensamente desiderato negli ultimi dieci giorni si era improvvisamente ed inaspettatamente avverato. E nei bellissimi occhi verdi della sua Alhyssa, ora, c'era solo un'immensa felicità. La paura pareva scomparsa, debellata infine dal suo amore e dalla sua dolcezza. Gli sembrava quasi di impazzire dalla gioia!
La sentiva ancora ansimare leggermente. La strinse a sé più forte, quietamente felice, riempiendole di baci i lunghi capelli che, nel movimento, erano venuti in parte a coprirgli il viso.
Alhyssa godeva di quel lungo abbraccio protettivo, di quei teneri baci e quelle delicate carezze. Il cuore le batteva ancora forte e tutto le sembrava quasi un sogno. Un sogno incantato che aveva avuto la forza di spazzare via quell'incubo maledetto.
Le sembrava ancora di sentire… anelava ancora sentire sul suo corpo le mani, le labbra, la lingua di Severus… che avevano saputo magicamente tendere e far vibrare ogni corda del suo corpo, traendone i perfetti accordi di una dolce melodia di progressiva eccitazione che era andata in crescendo, culminando poi in quella grandiosa ed esplosiva sinfonia di piacere.
Ogni ricordo passato le sembrava definitivamente scomparso; nulla più, nei meandri della sua memoria, la poteva terrorizzare ed in lei esisteva solo la soave attesa di sentire nuovamente sul suo corpo le dolci e delicate mani di Severus e le sue calde ed appassionate labbra. Ovunque sul suo corpo…
E desiderava ardentemente ricambiarlo, donandogli tutto il piacere e l'amore che lui le aveva generosamente regalato. Perché lui non aveva voluto nulla in cambio, per sé… nulla… Rabbrividì a quel pensiero, conscia dell'immenso amore che Severus provava per lei… e si strinse più forte a lui, affondando il viso nell'incavo della sua spalla. Si sentiva come una bambina… una bambina immensamente felice.
*
Severus aveva abbassato il fuoco sotto il calderone: la pozione era quasi pronta, mancavano ormai solo pochi giorni.
Alhyssa si sporse a guardare: sul fondo del grande paiolo era rimasta una piccola quantità di liquido, denso e di colore scuro, con un profumo acre e pungente.
Il risultato di oltre quattro mesi di lento bollore, di attente aggiunte d'ingredienti, di estenuanti nottate passate a rimestarla lentamente: una pozione inventata da Severus.
- Allora, posso finalmente sapere a cosa serve? –
Severus sorrise, silenzioso.
- Ciò che ti ho offerto… non era sufficiente? – chiese, con un malizioso sorriso negli occhi.
Severus continuò a sorridere, ma cominciò a riallacciarsi la camicia.
Alhyssa raccolse da terra la sua lunga sciarpa di seta nera e gliela porse.
- Forse il tormento che ti ho inflitto non era… abbastanza dolce? –
Il sorriso di Severus era pieno di felicità, mentre si rimetteva la sciarpa.
- Insomma… cosa devo fare per farti parlare? – chiese la maga, con tono scherzoso, quasi infantile, battendo un piede per terra.
Severus si morse lievemente il labbro inferiore e socchiuse un attimo gli occhi, sospirando, poi le tese una mano:
- Vieni qua! – sussurrò appena.
Alhyssa gli volò tra le braccia. Lui le prese le mani fra le sue e, guardandola con intensità negli occhi, sussurrò dolcemente:
- Doveva essere il mio regalo per te… -
La dolcezza della sua voce era pari solo alla soavità vellutata dei suoi occhi.
- … il mio regalo… per le tue nozze! –
Alhyssa spalancò gli occhi per lo stupore: non riusciva a capire. Le sue nozze? Severus stava preparando da oltre quattro mesi… da ben quattro mesi… il regalo per le sue nozze. Ma le sue nozze con… chi???
Le labbra di Severus stavano dolcemente sfiorando le sue mani, il nero sguardo lucente sempre riflesso nei suoi occhi… Si chiese quali strani pensieri aleggiassero nella sua mente… quali sorprese avesse ancora in serbo per lei. Una pozione nuova, una pozione così complessa… una pozione per che cosa… per chi?
- Affinché l'uomo che io credevo tu amassi… - sussurrò infine Severus, con voce un poco tremante - potesse dolcemente amarti ogni notte, anche in quelle illuminate dalla fatale luce della luna… -
Nei profondi occhi neri di Severus brillavano fulgide le lacrime del suo amore.
L'improvvisa comprensione le fece spalancare la bocca per la sorpresa… mentre il fiato le mancava… i pensieri si accavallavano nella mente e le parole si rifiutavano di uscirle dalle labbra.
- Remus! E' per Remus! – esclamò, ancora incredula, alla fine - Ma io… ma io non lo ho mai amato… Io ho sempre e solo amato te! –
- Lo so… ora lo so, amore mio! – sussurrò piano Severus, prendendole dolcemente il viso tra le mani – Ma c'è stato un tempo… - e socchiuse gli occhi sfiorandole delicatamente le labbra - … in cui io ho voluto crederlo… -
Il sorriso di Severus era dolcissimo, venato solo della malinconia dei ricordi dei mesi precedenti, della sua straziante sofferenza nel vederla tra le braccia di Lupin… Le sue mani tremavano mentre le accarezzava delicatamente il viso, sussurrandole la sua confessione:
- In tutti questi mesi io sono stato… la tua ombra. Sapevo sempre dov'eri e cosa facevi ed ho fatto in modo che tu non corressi alcun pericolo. Ad ogni riunione dell'Ordine… io ti spiavo di nascosto. Avevo un insopprimibile bisogno di vederti, di bearmi del tuo sorriso… quel sorriso luminoso che tu, sempre, rivolgevi a Lupin! –
- Ma dov'eri? Io ti cercavo… -
- Non volevo che tu mi vedessi, che tu continuassi a pensare a me. –
Un sussurro, la sua voce era solo un roco sussurro, pieno di quell'acuto dolore, ancora troppo vivido nei suoi ricordi:
- Dovevi solo dimenticarmi… ed amare Lupin! Volevo che tu dimenticassi la mia oscura e pericolosa esistenza. Ma non riuscivo a vivere senza vedere il tuo dolce sorriso… anche se lo dedicavi ad un altro uomo! –
Alhyssa sentiva le dita tremanti di Severus che le sfioravano le labbra, alla trepidante ricerca di quel sorriso… e sussurrò:
- Quanto devi aver sofferto… anche per causa mia… Severus, amore! -
E poi Alhyssa sorrise. Il più fulgido e luminoso sorriso della sua vita, traboccante di tutto il suo immenso amore… per Severus, solo per Severus, l'unico uomo che avesse mai amato!
Severus si beava di quello smagliante sorriso, che ora sapeva essere per lui… solo per lui, e si perdeva nelle infinite onde di quel mare di verde speranza che erano i suoi occhi. Non avrebbe mai voluto distogliere lo sguardo… avrebbe voluto che il tempo si fermasse per sempre. Ma le sue labbra scesero, appassionate, a cogliere quel leggiadro sorriso, a farlo suo… per sempre.
*
L'espressione sul volto di Remus Lupin era indescrivibile. La felicità di rivedere la donna che amava si sommava al dolore di vederla mano nella mano con Severus… ma su tutto si ergeva incontrastato l'infinito stupore che le parole del mago avevano scatenato in lui mentre gli mostrava quell'ampolla: "Qui c'è la tua libertà, Remus! Come ti avevo promesso."
La sua libertà! No, non c'era solo la libertà, in quel liquido… c'era tutto il suo futuro, contrapposto al desolante passato. C'era la pienezza della vita normale che non aveva mai potuto assaporare. C'era l'amicizia e, forse, un giorno sarebbe potuto arrivare l'amore… anche per lui.
Guardò Alhyssa… raggiante tra le braccia di Severus, e non poté fare altro che essere felice per lei, una struggente e dolorosa felicità per la donna che amava… e che sapeva che non avrebbe mai potuto avere. Perché un altro uomo la meritava ben più di lui...
Guardò Severus… ed i suoi ricordi volarono veloci indietro negli anni, al tempo degli stupidi e feroci scherzi dei Malandrini… che lui non aveva mai avuto il coraggio di impedire. Fino ad arrivare a quell'atroce gioco di Sirius… che sarebbe potuto costare la vita a quel ragazzo bruno, alto e magrissimo, con quegli incredibili occhi pieni di fuoco nero. Un ragazzo solo, disperatamente e fatalmente solo… come solo era sempre stato lui prima di incontrare James e Sirius.
E lui, Remus, che sapeva molto bene cosa significava quella tremenda ed alienante solitudine… non gli aveva mai teso la mano… mai. Aveva avuto troppa paura di essere subito escluso da quel mondo dorato, in cui l'amicizia con James e Sirius l'aveva da poco introdotto, troppo timore di perdere quel poco che aveva… per aiutare quel ragazzo dal viso pallido e triste. I suoi limpidi occhi grigi di lupo avevano visto, avevano capito tutto… ma aveva lasciato lentamente scivolare Severus nel baratro dell'oscurità, senza fare nulla… nulla. Era rimasto, impassibile, a guardare la disperazione che cresceva in quei profondi occhi neri… dove le fiamme si stavano progressivamente spegnendo, giorno dopo giorno, delusione dopo delusione, rifiuto dopo rifiuto. Sapeva perfettamente cosa sarebbe accaduto… ma non aveva avuto il coraggio di tendergli la mano che poteva salvarlo.
Sentiva un terribile nodo alla gola crescergli dentro, fargli sempre più male, mentre guardava la mano di Severus allungarsi verso di lui per porgergli l'ampolla.
Incrociò il suo sguardo, ora nuovamente pieno di nere fiamme che bruciavano tumultuose… come vent'anni prima. Ma lui sapeva che per tanti, troppi anni, gli occhi di Severus, come la sua anima, erano rimasti… gelidamente vuoti, senza vita, senza più speranza. Pieni solo di tormentosi rimorsi e di un crudele disprezzo verso di sé. Se n'era accorto molto bene durante quell'anno passato a Hogwarts ad insegnare Difesa Contro le Arti Oscure: aveva cercato in ogni modo di essergli amico… ma non c'era riuscito, Severus non glielo aveva permesso. Era troppo tardi, era troppo grande ed intensa la sofferenza che imprigionava il cuore del mago bruno, troppo solida e resistente la barriera di protezione che Severus aveva eretto tra sé ed il resto del mondo… e lui non era nemmeno riuscito a scalfirla.
Invece, Alhyssa aveva saputo compiere quell'incredibile magia, era riuscita a penetrare nel cuore di Severus e l'aveva di nuovo riempito d'amore e di speranza. E gli occhi di colui che tutti loro avevano spietatamente condannato a divenire un Mago Oscuro… erano tornati a vivere, a bruciare di nuovo di quelle vivide fiamme di quel tempo lontano, ed ancora innocente, quando non c'era ancora sangue sulle sue mani. Mentre lui, Remus, ora sentiva che anche le sue mani grondavano di quello stesso sangue… di quelle stesse colpe. E si malediva per quella sua vergognosa mancanza di coraggio.
Ma Severus non era come lui… Severus il coraggio di affrontare fino in fondo le conseguenze delle proprie azioni e delle proprie scelte l'aveva sempre avuto. Inoltre , Severus aveva capito bene la solitudine cui lui, Remus, era sempre stato condannato, e che ora, con la morte di Sirius, si era fatta ancora più profonda, ineluttabile e… definitiva. Ed ora gli stava tendendo la mano, regalandogli una nuova vita!
La mano sottile di Remus tremava mentre andava ad incontrare quella forte e sicura di Severus, i suoi dolci occhi grigi erano colmi di lacrime mentre incrociava il nero sguardo sfavillante dell'altro mago. Le parole si rifiutavano di uscirgli dalle labbra… e non riusciva neppure a sorridere… proprio lui… proprio lui…
- Allora! Vuoi finalmente prenderti questa pozione che mi è costata oltre quattro mesi di fatica, sacrifici e notti interminabili passate chino su un maledetto calderone a rimestare uno schifoso liquido puzzolente?! - lo spronò Severus, con voce fintamente adirata, mentre un sorriso aperto e sincero gli illuminava, con un incredibile contrasto, il volto pallido incorniciato dai lunghi capelli neri.
Finalmente Remus riuscì a sorridere, mentre le lacrime scendevano lente a rigargli le gote scavate e scioglievano quel terribile nodo alla gola, quel suo senso di colpa che così a lungo aveva cercato di ignorare:
- Grazie Severus. Grazie di questo grandioso e concreto pegno di amicizia che tu mi regali ora, mentre io non ho saputo darti la mia… un tempo, quando tu ne avevi un insopprimibile bisogno… - sussurrò appena, con voce intensamente commossa – Ora è tardi, lo so. Non posso cambiare il tuo passato anche se, allora, forse avrei potuto aiutarti ad avere un futuro diverso. Ti chiedo perdono… per non avere mai avuto il coraggio di tenderti la mano. Adesso non ne hai neppure più bisogno… ora che hai lei. – continuò, indicando dolcemente Alhyssa con lo sguardo – Ma qui c'è la mia amicizia, sincera… ed io voglio offrirtela. Non ho null'altro da darti in cambio… - sussurrò, scotendo lievemente il capo mentre, finalmente, gli tendeva la mano.
Gli rispose uno sguardo nero, intenso e profondo, che abbracciava il passato per congiungerlo col presente e fonderlo con la speranza del futuro:
- Non accetterei mai nulla in cambio… se non la tua amicizia, Remus… -
*
Gli esami sono finiti e le lezioni sono ormai agli sgoccioli: presto il castello si svuoterà. Dopo gli avvenimenti di quella lunga notte, al Dipartimento dei Misteri, le cose sembrano essere tornate alla normalità… almeno qui a Hogwarts. Ma io so, però, che i problemi, quelli veri, devono ancora incominciare. La tensione sta di nuovo scavando rughe profonde sul mio volto. Voldemort ha trovato ancora una volta Harry Potter a sbarrargli, pur se inconsapevolmente, la strada, ed ora io posso piacevolmente assaporare tutta la feroce rabbia dell'Oscuro Signore che mi brucia ed artiglia a fondo la carne, là dove questo maledetto Marchio ancora mi collega a lui. Ma questo è l'unico collegamento rimasto: la mia anima, ora, è finalmente e completamente libera.
E' da quella notte che il Marchio brucia sempre più dolorosamente ed ignorarlo diventa ogni momento sempre più difficile. Ma non voglio che Alhyssa se n'accorga e si preoccupi.
La mia dolce Alhyssa… chiudo gli occhi per agognare, ancora una volta, il tuo corpo nudo che si flette tra le mie braccia. Il mio desiderio per te, ancora inesorabilmente insoddisfatto, mi sta facendo letteralmente impazzire.
Cospargo l'avambraccio con questo prezioso e miracoloso unguento, frutto di un mio affannoso e duro lavoro d'alcuni anni fa, per cercare sollievo, anche se solo momentaneo, da questo dolore incessante che non vuole abbandonarmi. Sto valutando quanto debba essere potente Voldemort per infliggere quest'atroce dolore a tutti i suoi Mangiamorte.
O forse dedica solo a me questo pensiero particolare? In questo caso… presto lo scoprirò. E' già accaduto una volta, in passato, quando l'Oscuro ha ripreso possesso di un corpo fatto di carne e d'ossa… ed è tornato, chiamando a sé i suoi fedeli Mangiamorte e punendo atrocemente chi l'aveva deluso… o tradito. Io sono stato tra i fortunati prescelti… me lo ricordo bene, molto bene. E' impossibile dimenticare il dolore che per giorni e giorni ha atrocemente torturato ogni singola cellula del mio corpo. Ma, nonostante tutto, non ho ceduto e sono riuscito a convincerlo che non lo avevo mai tradito. Forse non lo ho mai convinto del tutto… ma Voldemort ha finalmente cessato di straziare il mio corpo, non essendo mai riuscito a trovare nella mia mente, che ha ripetutamente e profondamente violato, prova alcuna del mio tradimento. So perfettamente che questa è stata, e continua ad essere, la mia personale vittoria su Voldemort: permettergli di penetrare a fondo tra i miei pensieri ma lasciandogli accesso solo a quelli che intendo mostrargli. Ho dedicato tutta la mia vita a perfezionarmi in questa disciplina e nessuno, né Voldemort né, tanto meno Silente, possono anche solo lontanamente immaginare la mia bravura e la mia capacità di creare, addirittura, falsi pensieri ed inesistenti ricordi che riescono a fuorviare anche il migliore Legilimante del mondo.
L'unguento comincia a fare effetto… ma so che il sollievo sarà solo di breve durata. Un lieve sospiro mi sfugge dalle labbra mentre mi dirigo alle mie stanze: Alhyssa mi sta aspettando. E, con lei, un'altra lunga notte di dolce e crudele desiderio mi attende.
Ancora non era entrato nella stanza ed Alhyssa era già tra le sue braccia:
- Pensavo che non saresti più arrivato! -
- Perdonami. – sussurrò, prima di baciarla con tutta la passione a stento trattenuta durante la lunga giornata, davanti agli allievi ed agli altri insegnanti – Ma Silente mi ha trattenuto come il solito. –
Alhyssa sorrideva, impaziente, ed aveva già cominciato a slacciargli l'interminabile fila di piccoli bottoncini della casacca… con la solita estenuante e sensuale lentezza. Avrebbe potuto farlo con un semplice tocco di bacchetta… ma vedere l'austera stoffa nera aprirsi cedevolmente sotto le sue dita, le dava un particolare fremito d'eccitazione che ogni volta accendeva il suo desiderio. Poi fu la volta della sciarpa nera che, adagio ed in larghe volute, gli sfilò dal collo bianco per lasciarla morbidamente cadere a terra in lenti svolazzi. Infine la leggera camicia di seta bianca… ancora un'infinita serie di bottoncini… e sotto la pelle chiara, liscia e morbida di Severus, sempre fremente di desiderio… da percorrere con le dita, disegnando complicati arabeschi, da accarezzare con le labbra, stimolando i piccoli capezzoli con baci appassionati, da esplorare con la lingua, languida, calda e vellutata… per strappare al suo uomo gemiti soffocati mentre il suo corpo veniva inondato da brividi di piacere.
Severus si abbandonava a quel delizioso tormento che sapeva portare il suo desiderio oltre ogni immaginabile limite. Poi, come tutte le altre sere, sarebbe venuto il suo turno… di spogliare Alhyssa con le dita e con le labbra, di accarezzare intensamente il suo corpo vellutato, di baciare dolcemente ed appassionatamente tutta la sua pelle, in ogni angolo, anche il più recondito… e di farla nuovamente godere con i suoi baci e le sue carezze…
Ma quella sera fu diverso… ed Alhyssa scese con le mani e le labbra… più giù, oltre la cintura dei pantaloni, cominciando a slacciarglieli.
All'improvviso Severus si sentì avvampare ed il fuoco che per giorni e giorni aveva cercato di controllare esplose travolgente dentro di lui, togliendogli completamente il fiato e quasi impedendo al suo cuore di battere. E lui rimase immobile, gli occhi fortemente serrati, il labbro inferiore chiuso forte tra i denti, completamente in balia del suo folle desiderio mentre sentiva le mani di Alhyssa, inginocchiata davanti a lui, che gli facevano scivolare i pantaloni giù per le gambe… e poi gli slip…
Finalmente riuscì a recuperare il controllo di se stesso per quel tanto che gli permise di chinare lo sguardo… e la vide, immobile, davanti alla sua evidente erezione. S'inginocchiò immediatamente davanti a lei… ma non c'era paura nei suoi occhi, poté leggere solo un innocente stupore… e la totale incertezza su cosa fare adesso.
Un comprensivo e tenero sorriso d'amore si allargò sulle sue labbra, mentre si rialzava e la prendeva per mano, arretrando poi lentamente verso il letto mentre si liberava del tutto degli abiti.
Alhyssa lo guardava in silenzio, ingenuamente imbarazzata, mentre lui la adagiava sul letto e la spogliava, appassionatamente e dolcemente insieme, come solo lui sapeva fare. Infine posò le labbra sulle sue in un lungo bacio appassionato. E mentre la baciava, Severus prese la mano della sua donna e, lentamente, la guidò in mezzo alle proprie gambe, ad accarezzarlo, tenendo la sua mano delicatamente intorno a quella di Alhyssa per mostrarle il movimento.
Si rese rapidamente conto che lei era una splendida allieva, anche in quella materia, altresì dotata di particolare ardore ed impulsivo estro... che presto non ebbe più bisogno di alcuna guida E mentre il suo respiro si faceva sempre più ansimante e gemiti soffocati di piacere uscivano dalle sue labbra, sentì la bocca di Alhyssa scivolare leggera lungo il suo petto e raggiungere la mano che già lo faceva impazzire. La bocca calda di Alhyssa si chiuse con passione sulla sua carne già sconvolta dall'intollerabile eccitazione accumulata ora dopo ora, giorno dopo giorno… in quelle ultime, intense, tre settimane d'implacabile desiderio.
Le labbra di Severus si schiusero in un lungo ed irrefrenabile gemito di piacere, mentre sentiva che l'onda dell'estasi cresceva a dismisura… fino a raggiungere quasi il culmine. Ed in quell'ultimo istante di lucidità, prima di perdersi completamente nell'ebbrezza dell'orgasmo… allungò le braccia per prendere la sua Alhyssa e riportarne il viso davanti al proprio… per stringere ancora fra le braccia e baciare con passione la donna che amava immensamente.
