Capitolo Cinque: Il bestiame cadde

L' atrio della Steel Socety si presentava grande e luminoso grazie alla luce che riflettevano i vetri. I pavimenti in marmo Bianco Michelangelo patinato. Le sedie bianche imbottite vennero disposte lungo la parete tortora davanti al bancone delle informazioni a forma di zoccolo di cavallo sempre con il piano in marmo Nuvolato Etrusco lucido dove la segreteria continuava il suo lavoro.

Il telefono squillò e la segreteria rispose in arabo poi riagganciò e fece cenno a Marc Spector e Layla di avvicinarsi e parlò in inglese: "Potete salire. Seguite le scale a destra al terzo piano o se preferite l'ascensore qui sulla sinistra vi attenderà la mia collega al piano."

L'ascensore salì rapidamente e ad attenderli la segreteria del terzo piano si alzò dalla postazione accogliendoli nell'ufficio usato per le riunioni. Anche in quella Sala i pavimenti lucidi in Bianco Michelangelo. Al centro un tavolo lungo ovale nero e sedie imbottite nere come quelle dell' ingresso al piano terra e le tre pareti bianche e una parete a vetri che dava sulla strada.

Layla si levò la blusa nera restando a in camicia a maniche corte poi con un sorriso rivolto al facente capo fu pronta ad ascoltarlo. Aveva pressappoco una quarantina di anni, occhi verdi e capelli tagliati a raso; la pelle era ambrata dal sole ma non una pennellata appena presa ma quella abbronzatura di una lunga vacanza. Da come si poneva a lei sembrava essere con la testa ancora in vacanza, lo avevano messo li come tappa buco non voleva nemmeno starci li "Allora cosa posso fare per lei?"

"Volevamo sapere se conosce quest'uomo." Guardò la foto ma non gli disse nulla, scosse il capo e poi invitò loro di andarsene "Quanta fretta. Senta noi vogliamo solo qualche domanda da lei." sospirò a fondo poi si avviò alla porta vide il passaggio libero e chiuse la porta a chiave "Hanno interrotto la mia vacanza per venire qui come amministratore capo. ma io non ho le competenze adatte per questo incarico. Io mi occupo di contabilità all'interno di queste mura. Mi hanno detto riservatezza totale dopo l'incidente avvenuto."

Calò il tono della voce mostrando paura dal timbro vocale. Sottolineò l'accordo di riservatezza stabilito con la società dopo i controlli eseguiti sulle materie da utilizzare nelle infrastrutture.

"Vi rendete conto di quanto rischio?"

"Voi sapevate della scarsità del materiale edile?"

Annuì con sincerità alla domanda fatta da Spector "Si dice che l'ingegnere progettò il sottopassaggio evidenziando i punti cardini da rinforzare per il passaggio dei veicoli sopra e l'altezza da rispettare. L'architetto pare che volesse più importanza negli aspetti estetici e funzionali … se il vostro uomo che cercate è la causa di tutti questi malesseri generali allora muovetevi nel prenderlo."

Incamminatisi verso il viale del centro con le mani affondate nelle tasche e volto basso proseguì dall' altro lato della strada camminando sulle strisce pedonali poi proseguì per un intero isolato soffermandomi di fronte alla sede della Steel Socety.

La fissò per mezzo minuto poi si defilò aumentando il passo quando Marc Spector chiamò il suo nome, Hakim incominciò a correre non curante della gente sul marciapiede e delle macchine in transito sulle corsie con la paura di venire preso.

Hakim si vide arrivare una massa bianca addosso, si riparò il viso come le braccia. Scoperto il viso lentamente scorse il volto di Marc Spector celato dalla maschera a bende bianche da Moon Knight "Che diavolo hai combinato? Perché liberare il dio del caos?"

"Tu chi diavolo sei? Chi è il tuo padrone?"

Layla in veste di avatar di Taweret lo raggiunse a suo tempo "Anche lei è un avatar?"

Spector si voltò verso su essa senza dirle nulla. Tirò in piedi con forza Hakim tirandolo presso una via laterale poco frequentata "Credo che sappiate già tutto no?"

"Sappiamo della sua vendetta e questo disastro è a causa tua."

"Non opera mia ma di Apopi. L'ho liberato dall'ushabti per aiutarmi nella vendetta contro la Steel Socety ma non penavo che intendesse prendere il potere lo giuro. Ma non intendo tradirlo non ora. Lui ha la mia vita in pugno." Spector mollò la stretta sposandosi di qualche passo all'indietro "Dove si trova ora?"

"Non posso … la quinta profezia …" rispose atterrito "Mi ucciderebbe."

Fissò intensamente gli occhi impauriti del ex commilitone, più che altro si poteva anche scorgere una vena di rabbia. Voleva comunque vendetta ma quel bambino capitatogli inaspettatamente davanti gli mosse un emozione differente nel cuore; e poi non sapeva per quanto ancora la collera del suo padrone sarebbe durata e neppure se era il suo burattino da manovrare per ottenere il potere.

Con un piede dietro all'altro s'allontanò decidendo di non usare la beretta infilata nei jeans dietro la schiena.

La quinta profezia si avviò ogni bestiame cadde a terra morto in circostanze misteriose e nessuno ne conosceva la malattia o la causa.

Fu il disastro per ogni allevatore di bestiame. i negozi venivano svuotati per precauzione, dovevano prevenire i disagi successivi senza pensare agli altri. Per il momento non ancora in tutto il mondo questo disagio si manifestò, la piaga precendente stava sparendo senza motivo in attesa che questa attuale avanzava.

Nel mentre lo stesso bambino sempre seduto sulla sedia accanto al capezzale del nonno, il dirigente della Steel Socety riaprì gli occhi ancora scosso da quanto successo.