Londra. 1862. Pomeriggio.

Crowley lasciò il Saint James Park cercando di non far trasparire il fumo dal suo corpo. Gli succedeva ogni volta era così arrabbiato da far fumare il suo corpo, venendo inevitabilmente colpito da un fulmine. Prima soprattutto che il fulmine lo colpisse cercò un luogo appartato seppur nella caotica Londra. Dopotutto, si domandava, cosa aveva chiesto di così terribile a Aziraphale? Solo dell'acqua santa per usarla su se stesso se l'alternativa era qualche punizione del paradiso o dell'inferno. Con passo svelto si diresse in un vicolo laterale. Si appoggiò al muro urlando la sua rabbia, colpito inevitabilmente da un fulmine. Però non gli servì, provando oltre il sentimento di rabbia verso Aziraphale, anche una sorta di malinconia. Si abbassò fino a sedere sul pavimento del lurido vicolo. Era una malinconia che lo lasciava senza fiato. Tutto per una notte con Aziraphale, una notte che il demone ricordava come meravigliosa. Tutto era accaduto durante il regno di re Artù. Il demone chiuse gli occhi da serpente ricordando ogni attimo.

Per Crowley le ore più belle della sua eternità furono con Aziraphale in una locanda sperduta, nel regno del Wessex nel 537 AD. Il loro intento era trovare una soluzione pacifica alla questione re Artù. Erano però finiti ubriachi, parlando di cosa odiavano del paradiso e dell' inferno. Nel modo più innocente, il demone rideva ogni volta lo ricordava, ubriachi avevano dovuto condividere l'unica camera disponibile nella locanda, con un letto matrimoniale. Nella camera erano poi finiti nel discutere su chi avesse più cicatrici di battaglia. Infervorati dalla discussione, erano tornati sobri, trovandosi goffamente mezzi nudi. I ricordi di Crowley a quel punto diventavano più inebrianti, portandosi la mano destra alle labbra, quasi potendo percepire il tocco dell'angelo. Un tocco, un bacio, parole d'amore finalmente rivelate che li portò al momento che tutte due attendevano da sempre. Quell'atto propriamente sessuale che poi scoprirono chiamato amore. Un momento sul quale Crowley fino a quella notte aveva solo ricordi brutali e tragici. I demoni tra di loro non erano particolarmente amorevoli e pacati faccendo sesso. Se poi si aggiunge il poco amor proprio che aveva Crowley per se stesso, si riteneva degno delle peggiori depravazioni sessualmente parlando. Invece con Aziraphale fu tutto diverso. L'angelo fu gentile con quel demone certo che nulla di tenero gli potesse piacere. Crowley si trovò travolto piacevolmente. Provò con il suo angelo per la prima volta piacevoli picchi di piacere. Sembrava che nulla potesse più dividerli. Non potevano immaginare che la mattina dopo, la notizia che la moglie di re Artù fosse stata accusata di adulterio rompesse l'incanto. Il demone Crowley però non poteva immaginare che gli stessi ricordi opprimevano Aziraphale. L'angelo era dall'altra parte di Londra, chiuso in una camera d'albergo. Disteso sul letto, singhiozzava al ricordo di lui che dovete lasciare Crowley in quel letto della locanda. Poco prima aveva percepito la presenza di Gabriele fuori dalla camera. Aziraphale aveva indossato in fretta e furia dei pantaloni, uscendo dalla porta. Infatti lo trovo proprio nel corridoio. Era nell'armatura dorata. Gli ordinò di raggiungere un punto preciso per cercare di arginare i guai per l'accusa di adulterio alla moglie di re Artù. Tornato in camera, Aziraphale fu sorpreso da Crowley che gli disse, sempre stando disteso nel letto

"Lo so, facciamo come non sia successo nulla. Ti prego un'ultima cosa. Un solo abbraccio"

Aziraphale non poté dirgli di no. Rimasero abbracciati per ore in quel letto dove si erano ritagliati un pezzo di paradiso. Solo quando Aziraphale percepì Crowley dormire, scomparve dalla camera. In seguito non parlarono più di quella notte.

Il demone Crowley fu distratto dai suoi pensieri da risate e musica. Provenivano dal fondo del vicolo. Però Crowley vedeva solo un muro di mattoni rosso scuro. Incuriosito si avvicinò. Appena tocco il muro con la mano destra si rivelò da dove venivano quei rumori. Si aprì la porta nascosta di un night club infernale. Erano sparsi in tutto l'universo. Il demone si tolse gli occhiali da sole. Sulle scale che portavano giù, Crowley vide seduti esseri infernalu di ogni tipo, pronti a tutto oer fare sesso. Crowley si buttò dentro, scomparendo la porta dalla parete.

Un paio di mesi dopo.

Crowley si precipitò fuori dal night club demoniaco mezzo nudo. Era anche intontito dai fiumi di vino demoniaco. Cercò di pensare coerentemente, scappando via dal vicolo.

Negli anni che passarono, Crowley cercò di stare più che poteva vicino o intorno l'angelo. Insieme riuscirono ad agire non per l'inferno o il paradiso ma solo per salvare il loro mondo.

Il culmine fu quando insieme non permisero avennise l'apocalisse. Un vero sgarbo a Lucifer e Dio che li portò ad essere odiati dalle loro rispettive parti. Nonostante il loro amore reciproco restava sempre sul bordo di essere rivelato a sé stessi.

Anni dopo, un'occasione li obbligò ad essere più sinceri sui loro sentimenti. Fu quando l'arcangelo Supremo Gabriele si presentò alla porta della libreria di Aziraphale a Soho, Londra. Era nudo e senza memoria. Dopo varie vicissitudini scoprirono che il supremo del paradiso Gabriele e il supremo dell'inferno Belzebù si erano innamorati. Per Crowley e Aziraphale vedere quei due esseri supremi trovare il coraggio di andare via mano nella mano, magari su Alpha Centauri, importando poco di inferno o paradiso lì scosse profondamente. Però qualcuno del paradiso sembrò poter dividere definitivamente i due.

Quasi subito dopo la partenza di Gabriele e Belzebù, si presentò nella libreria il Metatron che era la voce di Dio o meglio dire una sorta di vice. Un sorpreso e preoccupato Aziraphale fu invitato da quell'essere così vicino a Dio per un caffè fuori la libreria. L'angelo accettò non potendo prevedere che durante la sua assenza anche Crowley avrebbe parlato con qualcuno o meglio due persone. Quelle persone erano Nina, la proprietaria della caffetteria dall'altra parte della strada e Maggie proprietaria di un negozio di dischi accanto alla libreria. Le due riuscirono nel convincere Crowley che sapevano fosse un demone come Aziraphale un angelo, della necessità che fossero finalmente del tutto sinceri sui loro sentimenti. Non potevano immaginare che il Metatron aveva offerto a Aziraphale il posto di Arcangelo Supremo con la possibilità di reintegrare Crowley come angelo. Con queste due novità da rivelare, Crowley sincero sui suoi sentimenti e Aziraphale sulla proposta del Metatron, i due si incontrarono nella libreria.

Inizio Crowley che non si era mai sentito tanto spaventato ma anche convinto che potesse farlo. Disse con tutta la decisione che sentiva

"Senti, io penso di doverti parlare. Lo so che dovremmo farlo entrambi ma penso che sia meglio che comincio io. Tu devi soltanto ascoltarmi. Aziraphale ti prego non interrompermi…perché sono certo che non potrei dirti nuovamente queste cose…"

Aziraphale che fremeva nel raccontare le novità sul Metatron decise di attendere, facendogli segno di continuare con la mano destra, Crowley si tolse gli occhiali da sole

"...Aziraphale voglio essere del tutto sincero…"

La voce di Aziraphale gelò le parole di Crowley. Aziraphale gli disse in un respiro

"Il Metatron mi offre il posto di Supremo. Potrei farti tornare un angelo"

Le uniche parole che Crowley riuscì nel dire furono

"Ok, tu gli hai detto dove può ficcarsi quella sua idea?

Il sorriso raggiante di Aziraphale si abbassò, dicendo

"Niente affatto"

Crowley era certo che la buona fede e l'innocenza dell'angelo lo avessero fuorviato. Non stava ricordando cos'era per loro il paradiso. Sopra ogni cosa, Crowley non voleva tornare ad essere un angelo ma soprattutto non voleva che Aziraphale tornasse in paradiso dove sapeva non comprendevano quanto fosse meraviglioso. Disse con tensione nella voce

"Noi siamo migliori di così, tu sei migliore di così. Angelo, quelli non ci servono!..."

Crowley camminò un passo in avanti per poi tornare indietro, era così arrabbiato con il Metatron

"...certo non servono a me. Senti l'inferno mi voleva ma io con loro non ci torno. Non dovresti farlo neanche tu"

Aziraphale cercò di trovare una coerenza da opporre alle parole di Crowley, dicendo con una certa fermezza nel tono

"Ma ovvio si tratta dell'inferno, siete malvagi…"

Aziraphale si pentì di quelle parole, in fondo Crowley veniva dall'inferno quindi non tutto era perso nella malvagità in quel luogo. Cercò di rimediare, spiegando a un Crowley più che esterrefatto, poteva essere certo Aziraphale anche ferito nei sentimenti

"...il paradiso è il fronte della verità, della luce, del bene"

Dalla sua Crowley si sentiva perso a quelle parole di Aziraphale, chiedendosi se almeno l'angelo lo vedeva solo come malvagità ma null'altro. Cercò di ricordare a Aziraphale che

"Quando farete cessare la vita sulla Terra sarà come se fosse stato l'inferno a farlo…"

Sperando che almeno

"...dimmi che hai detto di no…"

Si avvicinò di un passo a Aziraphale che era improvvisamente molto dubbioso, ripetendo Crowley sempre più disperato

"...dimmi che gli hai detti di no…"

Aziraphale stava cercando una sorta di giustificazione ma Crowley continuò

"...non ti accorgi che succede come quella mattina nella locanda durante il regno di Artù?..."

Aziraphale arrossi leggermente

"...quel Gabriele ti riportò ai tuoi maledetti doveri di angelo. Da allora mi maledissi di non averti detto niente, provando a fermarti…"

Crowley guardò fuori la finestra odiando quel Metatron come odiò Gabriele

"...io e te, guardaci siamo perfetti assieme. Devi ricordarti che ci conosciamo da tanto tempo. Nessuno conosce l'altro come noi due. Purtroppo per millenni ci siamo sentiti per colpa di paradiso e inferno come sbagliati, inadatti. L'unico vero nostro paradiso resta qui sulla Terra o dove vorresti andare, basta che stiamo assieme…"

Aziraphale non poté non sorridere lievemente, dopotutto non poteva negare che i momenti più belli della sua eternità erano stati con Crowley

"...angelo dobbiamo solo essere noi…"

Crowley si avvicinò ancora di più all'angelo, tanto da poter sentire il respiro dell'angelo

"...dimmi guardandomi negli occhi che non ripensi più a quels notte nella locanda. Dimmelo Aziraphale"

Aziraphale distolse lo sguardo arrossendo, dicendo con voce rotta

"Certo che ci ripenso. Ricordo ogni secondo…"

Riporto lo sguardo negli occhi da serpente del suo amato demone, con un groppo alla gola che Aziraphale non riusciva più a contenere

"...credi che noi…"

Aziraphale ridacchio ma fu più un singhiozzo di pianto

"...noi potremo essere come Gabriele e Belzebù?"

Crowley stava per dirgli che era così ma l'entrata del Metatron lo blocco. La voce di Dio domando a Aziraphale che abbassò lo sguardo tentando di asciugare delle lacrime

"Aziraphale hai detto la bella notizia al tuo amico?"

Notando Aziraphale lo sguardo per niente amichevole che si erano scambiati il Metatron e Crowley. L'angelo rispose

"Sembra che Crowley non voglia tornare in paradiso…"

Con un sussulto, Aziraphale vide Crowley dirigersi verso la porta della libreria, indossando i suoi occhiali da sole. Gli gridò

"...Crowley fermati ti prego"

Il demone eseguì mentre il Metatron con un sorriso soddisfatto gli diceva

"Demone rassegnati. Striscia nella tua tana da solo"

Crowley si voltò verso Aziraphale. L'angelo sentì stringergli il cuore vedendo Crowley così angosciato. Improvvisamente il demone si precipitò da Aziraphale afferrandolo per il bavero della giacca. Chiuse le loro bocche in un appassionato, affamato bacio.

Aziraphale superò l'iniziale sorpresa, percependo nuovamente quella sensazione inebriante provata quella notte alla locanda. Non sentiva neanche la voce di sottofondo del Metatron che cercava di convincere Aziraphale a non cadere nel tranello del demonio. L'angelo portò le mani alla vita di Crowley il cui bacio divenne meno furioso, più delicato. Le mani di Crowley si spostarono alle spalle di Aziraphale.

Aziraphale lasciò le labbra di Crowley che si lamentò, dicendogli mentre appoggiava la guancia destra sulla sua spalla sinistra

"Voglio essere noi. Non pensiamo più a paradiso e inferno"

Il Metatron disse arrabbiato a Aziraphale

"Aziraphale quindi butti via all'onore di essere il Supremo! Renditi conto del tuo errore"

Crowley stava per dire al Metatron qualcosa di forte senza abbandonare l'abbraccio al suo angelo

"Senti Metatron tu puoi andare a fare…"

Aziraphale coprì con la mano sinistra la bocca di Crowley, ridendo nella spalla del demone. Il Metatron uscì dalla libreria furibondo. Avrebbe fatto le peggiori cose ma il libero arbitrio non glielo permetteva.

Nella libreria Aziraphale e Crowley tornarono ai baci. Però Crowley voleva di più, dicendo a un sorpreso angelo mentre gli sbottonò i vestiti

"Da quella notte alla locanda ti desidero. Angelo non dirmi di no"

Non ricevete certo un no.

Un paio di ore dopo.

Nina e Maggie entrarono nella libreria con Muriel. All'angelo era stato assegnato il compito di lavorare nella libreria con Aziraphale. Le tre donne sentono come un parlare, risatine e inconfondibile suono di baci. Nina domandò

"Aziraphale o Crowley siete qui?"

In fondo la libreria da dietro un divano strapieno di libri, comparve la testa bionda e scompigliata di Aziraphale. Grazie ai libri non potevano vedere che era completamente nudo come Crowley che era disteso supino accanto a lui. Avevano fatto l'amore sugli ampi cuscini che erano una volta sul divano. L'angelo disse alle tre donne

"Io e Crowley…"

Aziraphale arrossi

"...abbiamo bisogno di almeno…"

L'angelo guardò il demone che gli sorrise maliziosamente abbassandosi sulle sue gambe, provocando un sussulto di Aziraphale che continuò alle tre donne con voce languida

"...almeno un ora…andate vi prego"

Muriel era confusa, domandando a Maggie che ridacchiava un pò commossa

"Ma Aziraphale si sente male?"

Fu Nina che le rispose

"Mai sentito meglio. Su vieni con noi, ti offro una miscela speciale di caffe"

Uscendo le tre donne dalla libreria. Nella libreria si sentì la voce di Crowley dire

"Aziraphale ti amo"

E l'angelo

"Crowley ti amo"

Non immaginando che si cercava in paradiso e inferno un modo per dividerli.

CONTINUA