Una settimana dopo il ritorno di Crowley all'inferno. Aziraphale entrava nel nono mese di gravidanza.

Mattina. Chiesa vicino il quartiere di Soho. Sacrestia.

Maggie domandò per l'ennesima volta a Nina

"Credi sia giusto quello che stiamo per fare?"

Nina annuì positivamente, dicendole

"Dobbiamo aiutare Aziraphale. Lo vorrebbe anche Crowley. Si trova in uno stato mentale troppo alterato"

Dalla porta della sacrestia entrò Muriel che disse alle due umane sue amiche

"Lui sta per arrivare…"

L'angelo si rivolse a Nina

"...spiegagli tu cosa succede"

Nina non ebbe modo di risponderle, comparendo vicino a loro tre Jesus. Sia Nina che Maggie stavano per fare un inchino ma Jesus gli disse con calma

"Vi prego non dovete. Muriel mi ha detto che volete parlarmi di un problema su Aziraphale. Per favore niente voi, semplice tu"

Maggie faceva segno a Nina di parlare. La tenace umana Nina cercò di ritrovare il coraggio, spiegando a Jesus

"Vo…tu conosci di certo tutto quello che sta succedendo a Crowley…"

Jesus annuì positivamente

"...ebbene succede qualcosa anche ad Aziraphale di conseguenza…"

Jesus lo ascoltò con ancora più attenzione

"...fa ricerche su ricerche nei suoi libri su incantesimi e tutto il resto. Il peggio che afferma che appena nato suo figlio, intende andare subito all'inferno per prendere Crowley. Nonostante quel dottore gli dica che per il bene del bambino deve restare con il piccolo almeno un anno. Abbiamo cercato di farlo ragionare ma senza successo. Per questo chiediamo il tuo aiuto"

Jesus era piuttosto preoccupato.In effetti il quadro dipinto da Nina era poco tranquillizzante. Lui conosceva bene la tenacia e la cocciutaggine di Aziraphale. Jesus disse alle due umane e l'angelo in attesa di una sua soluzione

"Tranquilla. Mi occuperò io della faccenda"

Scomparendo dalla sacrestia.

Nello stesso momento, camera da letto di Aziraphale.

Seduto nel suo letto, Aziraphale scrisse in uno dei suoi ultimi diari una nuova formula magica. Convinto, l'angelo disse alla vita dentro di lui

"Quel Lucifer si pentirà di avermi portato via il mio Crowley. Di certo non aspetterò forse secoli"

Lo sguardo di Aziraphale cade su una sedia lì vicino dove c'era una camicia grigia di Crowley. Si alzò dal letto, raggiungendo quel ricordo del suo demone. Respirò profondamente l'odore del suo amato Crowley, appoggiando la camicia sul pancione. Si asciugò le lacrime dall'occhio destro, non voleva piangere.

Nello stesso momento, inferno.

Seduto nell'immensa vasca da bagno dell'altrettanto enorme e sfarzoso bagno di Lucifer, Crowley tentò di rilassare il corpo stanco. Si immerse completamente nell'acqua calda sotto la montagna di schiuma. Riemerse dall'altra parte, appoggiando la schiena al bordo. In fondo si sentiva un vincente. Perché nonostante tutta la lussuria, il dolore che Lucifer gli procurava, pensando di dargli piacere, Crowley si rifugiava nei ricordi piacevoli con Aziraphale. Non avrebbe mai permesso al vice di Satana di romperlo così tanto da dimenticare il suo angelo. Con astuzia, Crowley gli faceva credere di essere solo suo. In quel momento Crowley sentiva un'intensa nostalgia per la vasca nel bagno sopra la libreria. Non era paragonabile a quella nel bagno di Lucifer ma per stare con Aziraphale, facendo anche l'amore era abbastanza e comoda. Crowley chiuse gli occhi di serpente, ripercorrendo vari momenti con il suo angelo. Gli mancava in un modo che gli spezzava mente e cuore, però era certo che restare con Lucifer avrebbe protetto l'angelo con il loro figlio.

Uscito dal bagno in accappatoio, Crowley vide Lucifer con tra le mani una scatola di cartone grigio. Gli disse con entusiasmo

"Guarda tesoro, tanti strumenti per giocare"

Gettando sull'enorme letto in mezzo alla camera un intreccio di cinghie e sex toy. Crowley si trovò trascinato nel letto, chiudendo la sua mente in un ricordo piacevole con Aziraphale, avvenuto un mese circa dal ritorno di Aziraphale dal paradiso

/ inizio ricordo di Crowley /

Crowley entrò nella libreria subito dopo Aziraphale. Poco prima, seduto nella sua Bentley, il demone aveva visto Aziraphale uscire dal negozio dove comprava abbigliamento intimo come mutande e canottiere. Vederlo soprattutto con un enorme busta appesa alla mano destra era stato piuttosto eccitante per il demone. Lui che poteva denudare Aziraphale con solo un movimento della mano, adorava invece spogliarlo personalmente. Per Crowley era come scartare un regalo, estasiato dai sospiri e gemiti di piacere del suo angelo. Con passo svelto Crowley si diresse al piano superiore della libreria, salutando velocemente Muriel.

Avvicinatosi alla porta della camera da letto che divideva con Aziraphale, Crowley appoggiò l'orecchio destro alla porta. Grazie al suo udito magico, sentì vestiti che venivano tolti. Con calma Crowley aprì la porta. Trovò Aziraphale in piedi di fronte allo specchio a figura intera vicino il comò L'angelo indossava solo dei boxer grigi, arrossendo mentre domandava a Crowley

"Cosa ne pensi? Sono una stoffa più leggera…"

Aziraphale sorrise raggiante vedendo Crowley chiudere a chiave la porta della camera, continuando

"...La commessa era certa che per l'estate fossero pi…"

Non poté finire trovandosi in un appassionato bacio di Crowley. Staccato le labbra da quelle del suo angelo, Crowley fu nudo in uno schioccare di dita, dicendo a Aziraphale mentre si inginocchiava di fronte a lui, abbassandogli i boxer

"Come scartare il mio regalo"

Facendo ridacchiare Aziraphale.

/ fine ricordo di Crowley /

Crowley uscì dai ricordi piacevoli con Aziraphale quando Lucifer si alzò dal letto. Il demone aveva sul corpo vari graffi, bruciature che in pochi minuti sarebbero scomparsi. Si coprì con un lenzuolo, cercando di reprimere la voglia di andare dal suo angelo, ripetendosi mentalmente

"Aziraphale con nostro figlio sarà al sicuro"

Immergendosi nel sonno.

Quella notte. Paradiso.

Aziraphale si svegliò nel suo letto percependo che qualcosa era diverso. Accesa la luce, guardando fuori la finestra capì cosa era diverso. Era in paradiso. Si alzò dal letto incredulo. Aprì la finestra riconoscendo il giardino che vide. Quella era la residenza di Jesus. Furente, l'angelo aprì la porta in pigiama. Trovò Jesus appoggiato al muro dall'altra parte del corridoio che gli disse prima di lasciarlo parlare

"Aziraphale ti trovi in un esatta replica della tua camera da letto sopra la libreria. Per fortuna puoi contare su vere amiche. Muriel, Nina e Maggie mi hanno detto la tua idea pazza. Quella di lasciare tuo figlio appena nato. Certamente per un idea amorevole di riportare con te Crowley. Però…"

Aziraphale era furente con le due umane e l'angelo

"...faresti anche un grave torto a Crowley. Perché lui con la sua scelta di andare all'inferno, voleva proteggere prima di tutto il suo angelo con la vita creata assieme. Invece lasciando vostro figlio appena nato, lo potresti esporre a mille conseguenze sulla salute…"

Aziraphale si sentì improvvisamente in colpa ma anche continuando nel desiderare andare all'inferno per salvare il suo demone. Frustato Aziraphale emmisse con la bocca un suono a metà tra un singhiozzo di pianto e un respiro pesante. L'angelo voleva usare la magia per andare via ma di ricordò che avrebbe fatto del male alla vita dentro di lui. Sempre più arrabbiato si diresse lungo il corridoio. Giunto alla fine del corridoio, Aziraphale ritornò dall'altra parte. Nel frattempo Jesus si era avvicinato a una porta a vetri che dava in una veranda, dicendo a quell'angelo molto contrariato

"Smettila di fare lo stupido. Non puoi andare via finché non passerà un anno dalla nascita di tuo figlio. Chiedi qualunque cosa o vedere chiunque, saranno portati qui…"

Aziraphale conosceva abbastanza bene Jesus da sapere che lo avrebbe fatto

"...ora devi fare colazione. La faremo in veranda"

L'angelo lo seguì, sentendosi in quel momento sconfitto ma con una grande fame.

Si sedettero intorno un tavolo rotondo di legno. Aziraphale era senza parole, trovando sopra il tavolo ogni tipo di colazione poteva immaginare. Soprattutto doveva ammettere che la sedia imbottita sopra cui era seduto era veramente comoda. Jesus gli spiegò

"Non conosco le tue preferenze in fatto di colazione. Spero ti piaccia qualcosa"

Aziraphale non rispose a Jesus, sentendosi profondamente tradito da Nina, Maggie, Muriel e lui. Cercando di non mostrare troppo entusiasmo, Aziraphale si avvicinò un piatto con uova strapazzate e pancetta. Alla destra di Aziraphale, bevendo solo un caffè, Jesus gli disse

"Aziraphale ora sei giustamente arrabbiato. Più tardi sono certo che ragionando capirai che si tratta della migliore opzione per te"

Aziraphale mangiò in silenzio per alcuni minuti. Solo quando vide un piatto con delle crepes, non poté trattenere le lacrime, balbettando a Jesus

"Cro…Crowley negli ultimi tempi…mi preparava sempre le crepes…"

Jesus diede a quell'angelo così disperato una confezione di fazzoletti di carta, continuando Aziraphale scosso da singhiozzi di pianto

"...mi manca così tanto…perché non possiamo essere felici…perché sono tutti contro di noi…mi manca così tanto"

Jesus accolse in un abbraccio quell'angelo così triste.

Qualche ora dopo. Inferno. Corridoio nella residenza di Lucifer.

Durante le lunghe assenze di Lucifer, sempre troppo poche per Crowley, il demone passeggiava per l'enorme abitazione del vice di Satana. Cercava soprattutto qualcosa da usare contro Lucifer. Quello specifico giorno, giunse in un'enorme stanza che sembrava più un ripostiglio. Superati cumuli di oggetti, Crowley scoprì con sorpresa che era un enorme biblioteca. Usando la magia demoniaca Crowley illuminò quella zona nella penombra.

Quando qualcuno giungeva all'inferno, forse per il trauma o per l'ambiente stesso, perdeva quasi ogni capacità di leggere e scrivere correttamente. Ugual cosa era successa come ricordava Crowley appena ripreso dalla caduta dal paradiso. Era poi Satana che elargiva ai demoni che agivano tra gli umani la capacità di saper leggere, scrivere e parlare in qualunque lingua. La maggior parte dei demoni di ogni grado si accontentava, Crowley non lo permise, dopo un incontro con Aziraphale qualche giorno dopo l'incendio della Biblioteca reale di Alessandria, trovando l'angelo vicino proprio ad Alessandria d'Egitto. Inevitabilmente Crowley ricordò ogni cosa mentre passeggiava in quei scaffali con libri abbandonati

/ inizio ricordo di Crowley /

Egitto, vicino Alessandria. Pomeriggio.

Pochi giorni dopo la distribuzione della Biblioteca reale di Alessandria.

Il demone Crowley comparve in una zona semi desertica. Era certo di aver percepito l'odore dell'angelo Aziraphale nei resti della Biblioteca reale di Alessandria. Era ancora più certo sentendo la principessa Cleopatra, in lacrime preso i resti della biblioteca, raccontare di uno degli addetti alla biblioteca che si era buttato tra le fiamme cercando di spegnere l'incendio. Incendio che Crowley era certo non fosse stata un'idea dei demoni. Quindi era ancora più preoccupato per l'angelo Aziraphale che poteva spegnere l'incendio con un semplice miracolo. Da lontano, Crowley vide un asino stracolmo di cesti pieni di pergamene. Alla destra dell'asino Crowley guardò l'essere ominide coperto da stracci che zoppicava vistosamente dalla gamba destra. Da quello percepiva l'odore di Aziraphale ma insieme a un intenso odore di bruciato. L'odore pungente era di pergamene bruciate e carne angelica. Infinitamente preoccupato, Crowley raggiunse l'essere ominide. Appena gli fu davanti, era certo che se fosse stato umano sarebbe svenuto. Sotto centinaia di stracci c'era l'angelo Aziraphale irriconoscibile. Mezzo viso era completamente bruciato, mostrando persino il cranio in alcuni punti. Le mani, nonostante fasciate con diversi sfratti di stoffa, si vedeva benissimo che fino al polso erano rimaste solo le ossa. Crowley stava per dire qualcosa a Aziraphale ma l'angelo che sembrava in trance gli andò contro, continuando nel muovere i piedi. Il demone quasi istintivamente lo abbracciò, scomparendo con lui.

Comparvero in un oasi lì vicino. Con i poteri demoniaci, Crowley rese l'oasi invisibile a chiunque, facendo comparire un'altra accanto.

Nell'oasi, Crowley usò la sua magia per far comparire della paglia per l'asino, cosa che apprezzò. Soprattutto il demone riuscì nel far comparire nel centro dell'oasi, vicino a un pozzo, un piccolo lago. L'acqua era in grado di sanare quasi tutte le ferite. Dentro quell' acqua Crowley portò Aziraphale ancora in trance.

Di solito Crowley odiava bagnarsi in acqua fredda ma dimenticò ogni avversione mentre tratteneva Aziraphale nel laghetto. Con un paio di altre magie, Crowley tolse completamente quegli stracci a Aziraphale, scoprendo che la maggior parte del corpo dell'angelo era orribilmente bruciato. Con una disperazione che Crowley avrebbe negato sempre, il demone abbracciò il suo amico che dopo averlo riconosciuto, gli urlò sconvolto

"Crowley!...li avevo pregati!...li avevo pregati…"

Finendo scosso da singhiozzi di pianto.

Quasi un ora dopo, Crowley portò fuori dal lago Aziraphale. Aveva lasciato agire l'acqua sanante del lago sull'angelo finché le bruciature erano diventate di primo grado. Con tutta la delicatezza che il demone poteva, aiutò il suo amico, sempre completamente nudo, nel distendersi su un giaciglio morbido sotto l'ombra di una palma.

Crowley con pazienza, dopo essersi asciugato usando la magia si sedette alla sinistra del suo angelo, applicando un unguento e fasciando le restanti bruciature. Intento in quel compito, lo ascoltò dire tra le lacrime

"Avevo tentato di salvare la biblioteca…le fiamme erano troppe…avevo pregato il paradiso di aiutarmi…"

Aziraphale si coprì il viso con la mano destra già fasciata da Crowley, continuando con il fiato corto

"...hanno detto che non era importante…non potevo lasciare tutto andare in fumo…non mi importava di scorporare…che perdita…per tutta l'umanità…li perdono…si…voglio perdo…nare…"

Aziraphale chiuse gli occhi

"...grazie…grazie…amico mio"

Lasciandosi andare al sonno della stanchezza. Quel grazie era così inatteso per il demone.

Dopo quasi tre giorni Aziraphale riuscì nel mettersi in piedi. In quel periodo Crowley fu molto affascinato da quelle pergamene salvate dall'angelo. Però una sua domanda lo incuriosì. L'angelo gli domandò

"Mai provato di leggere, scrivere, parlare senza l'aiuto dei nostri poteri?"

Il demone gli domandò a sua volta

"Perché tu l'hai fatto?"

Crowley fu contento di vedere l'angelo illuminarsi mentre annuiva positivamente.

In quell'oasi, Aziraphale insegnò a Crowley come saper leggere, scrivere e parlare in qualunque lingua. Un qualcosa che coinvolse per sempre il demone. Dovete dar ragione all'angelo che gli dava una sorta di soddisfazione farlo senza la magia della loro natura.

Le loro parti inevitabilmente li richiamarono ai loro doveri, dovendosi dividere. Aziraphale avrebbe conservato per sempre quelle pergamene. Si sarebbero rivisti alla crocifissione di Jesus.

/ fine ricordo di Crowley /

In quel mare di ricordi, Crowley notò qualcosa di strano in uno scaffale. Bene o male stando vicino Aziraphale, Crowley aveva imparato nel distinguere anomalie in uno scaffale pieno di libri. La polvere di fronte un gruppo di quattro libri era meno densa del resto intorno, come se fossero spesso spostati più di altri. La curiosità del demone era enorme però non voleva lasciare traccia di essere stato lì, soprattutto a Lucifer. Cercò di concentrarsi esplorando solo con la mente quei libri. Quello che trovò gli provocò una risata, coprendosi poi la bocca sperando di non essere stato sentito.

Qualche giorno dopo. Paradiso.

Jesus accompagnò le umane Maggie e Nina all'entrata del corridoio dove era Aziraphale. Sperava in un riconciliamento. Perché il dottore elfico che seguiva la gravidanza di Aziraphale aveva rivelato a Jesus che Aziraphale aveva bisogno di rilasciare lo stress parlando con qualcuno. Un qualcuno che non poteva essere Jesus sempre oberato di lavoro. Lavoro che portò Jesus come Metatron ad accogliere dei demoni che si erano redenti.

I dieci demoni redenti furono accolti vicino all'ascensore dal Metatron Jesus con alla destra il nominato da poco arcangelo supremo, il biblico Giobbe. Tra quella decina di ormai ex demoni, uno si avvicinò a Jesus, balbettando con lo sguardo basso e tremando

"Mio signore io…vi prego perdonate se oso parlare con voi…"

Jesus appoggiò la mano destra sulla spalla sinistra dell'ex demone che sembrò tranquillizzarsi, continuando

"...prima di risalire qui, un demone…il demone Crowley mi ha detto di consegnare questo"

L'ex demone tirò fuori da una tasca interna a un impermeabile nero un qualcosa avvolto in strati di plastica e nastro adesivo. Subito il supremo Giobbe avvertì Jesus

"Vi prego attenzione! Potrebbe essere un qualcosa di esplosivo o peggio"

Jesus guardò l'arcangelo supremo Giobbe, non capendo perché gli dava ancora del voi. Gli rispose prendendo il piccolo pacco consegnato dall'ex demone

"Nessun pericolo mio caro Giobbe. Serve a qualcosa essere me"

Jesus infilò in una tasca della veste l'invio di Crowley, l'avrebbe controllato dopo.

Qualche ora dopo.

Il Metatron Jesus odiava infinitamente le scartoffie. Però il suo ruolo di Metatron lo obbligava nel concedere al lato burocratico del paradiso un paio di ore ogni giorno. Intento In quel lavoro, si appoggiò allo schienale della sedia imbottita cui era seduto percependo qualcosa di ingombrante nella tasca della veste. Improvvisamente si ricordò dell'invio di Crowley, aprendo il faggoto. Trovò dei fogli scritti in varie lingue della Terra. Soprattutto Jesus vide la firma di Lucifer. Leggendo bene alcuni fogli non poté non saltare letteralmente dalla sedia, dicendo

"Crowley credo proprio tu ce l'abbia fatta"

Scomparendo dall'ufficio con i fogli.

Nello stesso momento inferno. Camera da letto di Lucifer.

Crowley fini completamente nudo contro una vetrata su una parete della camera. Lo raggiunse un altrettanto nudo Lucifer che l'afferrò per il collo con la mano destra, parlandogli con voce roca, visibilmente arrabbiato

"Devi dirlo! Devi!"

Crowley aveva diversi lividi su tutto il corpo. Lungo il collo e sul petto sanguinavano copiosamente un livido lungo lo zigomo destro e sullo zigomo sinistro un sanguinolento squarcio. Altro sangue intorno alla bocca e il naso era storto, sicuramente rotto. Nonostante tutto, Crowley gridò a a Lucifer seppure con il collo stretto dalla sua mano

"Mai!...Mai ti dirò quelle parole! Mai!"

Come una marionetta, Lucifer sbatte il corpo di Crowley sulla parete dietro di loro, dicendo al demone con una voce che provocò lo scuotere di tutto intorno a loro

"Devi dire che mi ami! Tre semplici parole: io ti amo"

Crowley a costo di farsi uccidere non avrebbe mai detto a Lucifer o altri quelle tre parole. Erano tre parole solo per Aziraphale, il suo amato angelo. Era pronto alla morte pur di non farlo. Furente Lucifer lo scaravento più volte contro la parete. Il vice di Satana si bloccò solo quando percepì qualcuno alla porta. Con noncuranza lanciò uno svenuto Crowley sul letto, coprendolo con un lenzuolo nero. Indossata una vestaglia rossa, Lucifer apri la porta della sua camera con un gesto della mano destra. Si preoccupò vedendo entrare Jesus.

Il figlio di Dio e Metatron disse a Lucifer con un ampio sorriso

"Prima che tenti di tutto, voglio solo dirti che sono in paradiso, quello che vedi una mia proiezione. Spiegatoti questo…"

Lucifer avanzò di alcuni passi nella direzione di Jesus ma con timore

"...sono qui per fare un accordo con te"

Lucifer tentò di ridere ironicamente ma sembrava più un lamento, dicendo

"Jesus credo tu abbia sbagliato luogo. Io non faccio accordi con te"

Jesus schioccò le dita della mano destra. Nella mano sinistra di Lucifer comparve un foglio. Il Metatron del paradiso spiegò a un Lucifer che impallidì vedendo il foglio

"Quando il tuo padrone satana non riuscì in nessun modo nel farmi diventare suo adepto, nell'inferno giravano alcune frasi di scherno verso di lui. Ricordo che satana cercò dovunque gli autori delle parole che lo mettevano in ridicolo. Pensa tu la mia sorpresa, quando ricevo quei fogli dove dimostrano che tu eri l'autore. All'epoca pensavi di prendere il suo posto"

Lucifer gli domandò con voce rabbiosa

"Chi? Chi ti avrebbe dato questi fogli?..."

Rassegnandosi, sgonfiato dalla rabbia, rivolto a Jesus

"...che accordo vorresti fare tra di noi"

Nella mano sinistra di Lucifer cambiò il foglio. Nel nuovo foglio c'era un lungo elenco, aggiungendo Jesus

"Dopo aver fatto entrambi il giuramento io per il lato angelico e tu per il lato satanico, puoi stare tranquillo. I fogli saranno conservati da me. Nessuno mai oltre me li leggerà. Accetti quindi?"

Nell'elenco Lucifer trovò anche

"Liberare il demone Crowley, eseguendo Lucifer il giuramento per cui, se avesse fatto del male o tramato contro il demone o suoi cari, Lucifer morirà subito"

Il vice di Satana non poteva non accettare, dicendo a Jesus

"Quel demone lo trovi nel letto"

Jesus si trattenne dal precipitarsi dove era Crowley per riportarlo al suo amico Aziraphale. Disse con tono piatto a Lucifer

"Prima eseguì i vari giuramenti. Appena avrai onorato ogni parte del mio elenco, andrò via con quel demone"

Lucifer ringhiò ma doveva farlo.

Qualche ora dopo. Paradiso.

L'arcangelo supremo Giobbe con gli altri arcangeli e angeli in piedi vicini l'ascensore erano esterefatti. Direttamente dall'inferno stavano giungendo varie anime benedette che l'inferno teneva prigioniere, oggetti sacri rubati nei millenni sempre dai demoni dell'inferno. Ancora più sorpresi videro Jesus entrare nel paradiso dall'ascensore, portando in braccio qualcuno avvolto da un lenzuolo nero. Il Metatron è figlio di Dio non rivelò a nessuno chi era avvolto nel lenzuolo nero, dirigendosi direttamente nella zona ospedaliera del paradiso.

Qualche ora dopo.

Jesus si diresse a passo svelto in un corridoio della zona ospedaliera del paradiso. Da una stanza Jesus sentiva un vociare concitato. Entrando, trovò due infermieri che tentavano di trattenere Crowley che con indosso solo dei boxer neri e coperto di bende, tentava di uscire dalla stanza. Il demone si calmò vedendo Jesus, dicendogli con una calma difficile in quel momento

"Ti ringrazio per avermi liberato, però non puoi tenermi lontano da Aziraphale. Voglio vederlo!"

Un'improvvisa debolezza provocò il crollo di Crowley che si aggrappò a uno degli infermieri. Con calma, Jesus spiegò al demone, aiutandolo nel tornare sul letto

"Devi prima di tutto riprenderti. Non disperarti, un altro paio di ore per tornare in forma. Ora riposa"

La stanchezza vinse il demone che si addormentò.

Il giorno dopo. Paradiso. Camera da letto replica di quella di Aziraphale sopra la libreria.

Negli ultimi giorni Aziraphale si sentiva terribilmente agitato. C'era sempre in lui l'angoscia e la tristezza per la mancanza del suo demone. Però, come gli aveva detto Jesus, cercava di pensare soprattutto alla vita dentro di lui. Dopotutto, si ripeteva Aziraphale, per lui è quella vita il demone Crowley era tornato all'inferno. Si sedette sul bordo del letto, cercando di alleviare il dolore alla schiena, dicendo alla vita in lui

"Figliolo non finirò mai di ammirare le donne umane che portano avanti una gravidanza…"

Sorrise sentendo battere tre volte alla porta, certo che fosse il dottore elfico che da quando era entrato nel nono mese, tutte le mattine e la sera lo visitava

"...entra dottore"

La voce che senti lo lasciò incredulo

"Angelo sono io"

Era la voce del suo amato Crowley. Alzatosi in piedi Aziraphale lo vide. Il suo amato demone era sulla porta della camera. L'angelo sarebbe corso da lui ma per non rischiare di cadere, allungo le mani e le braccia verso Crowley. Il demone lo raggiunse, finendo nonostante la pancia della gravidanza in un abbraccio con un appassionato bacio. Tra risate di felicità e singhiozzi di pianto, Aziraphale domandò a Crowley non meno emozionato

"Come? Come sei riuscito?"

Tra infiniti baci e ti amo, Crowley ebbe solo la forza di sussurrargli

"Merito di Jesus…poi ti spiego…come mi sei mancato…angelo mio"

Fuori in veranda, Jesus e il dottore elfico Adion li attendevano, seduti facendo colazione. Il Metatron Jesus domandò preoccupato all'elfo

"Forse dovrebbe andare per controllare Aziraphale? Forse lo shock per il ritorno di Crowley può avergli fatto male?"

Il dottore elfico gli spiegò mentre beveva con calma un sorso del suo tè

"In questo momento le posso assicurare che sia Aziraphale che Crowley si trovano benissimo. Sono intenti in qualcosa che rilassa non poco tutte due"

Jesus si rese conto di cosa intendeva l'elfo, quasi in imbarazzo.

Il giorno del parto di Aziraphale. Pomeriggio. Libreria di Aziraphale.

Nel corridoio dove era la camera da letto di Aziraphale e Crowley, il demone non si dava pace. Camminava avanti e indietro trattenendosi con fatica da entrare, nonostante la porta fosse aperta. Era stato un ordine del dottore elfico rimasto nella camera da letto. Un modo per evitare che la vita che doveva nascere potesse percepire qualunque sentimento oltre quelli di Aziraphale.

Dalla porta aperta si vedeva nella camera un'enorme sfera di luce poggiata sul letto. Intorno al letto si muoveva il dottore elfico, tastando la sfera. Seduta proprio accanto la porta c'era Muriel che appena vide giungere Nina e Maggie le raggiunse, dicendogli a bassa voce

"Aziraphale si trova nella sfera da un dieci minuti"

Videro Crowley togliersi gli occhiali, fermandosi di fronte la porta, dicendo preoccupato

"Aziraphale…angelo ti prego non farmi brutti scherzi"

Nella sfera dorata intanto Aziraphale si trovò tra le braccia il figlio. Seppure si sentiva stremato, baciò la testolina del figlio tubando

"Benvenuto alla luce piccolo miracolo"

Scomparendo intorno a lui la luce.

Il pianto di un neonato portò Nina, Maggie e Muriel a precipitarsi nella camera dove era Aziraphale. Invece Crowley rimase fermo in piedi guardando con gli occhi da serpente spalancati dove era la camera. Quel pianto di una vita appena nata lo attraeva ma allo stesso tempo lo terrorizzava. Quel demone per cui era qualcosa di impensabile e eccezionale essere amato da un angelo, il solo pensiero di creare qualcosa di così puro come una nuova vita era impossibile. A piccoli passi si avvicinò alla porta della camera.

Aziraphale seduto in mezzo al letto con tra le braccia suo figlio che piagnucolava, stanco ma felice, ridacchiò vedendo Crowley sbirciare nella camera. Conosceva così bene il suo demone, sapendo quanto fosse allo stesso tempo felice e spaventato. Con un tono di voce calmo, Aziraphale disse al suo amato demone rimasto fuori la camera

"Crowley c'è qui un giovanotto che vorrebbe conoscerti. Lo stesso con il quale facevi lunghe conversazioni attraverso la mia pancia"

Tranne il dottore elfico le altre tre donne nella camera si commossero a quel piccolo ricordo di Aziraphale. Esitante, Crowley entrò nella camera, dicendo con lo sguardo basso

"Se…se vedendomi si spaventa…ti prego Aziraphale non mi odiare"

Aziraphale era certo di dover inventare una nuova parola per definire l'amore che provava per quel demone che andava ogni altra definizione di amore. Quel demone così insicuro si sedette alla destra del suo adorato angelo che gli mostrò come prendere in braccio il loro figlio.

Il demone Crowley aveva visto nella sua eternità infiniti padre e madri che prendevano in braccio i loro figli piccoli e adulti. Tutti gli avevano rivelato che anche se quei figli erano adottati, si sentiva una sorta di orgoglio e voglia incredibile di proteggere quella vita affidata a loro. Fino a quel giorno Crowley pensava fossero solo invenzioni, invenzioni della mente umana che non conosceva l'eternità. Finché Crowley non ebbe tra le braccia suo figlio. Il figlio creato dall'amore che provava per Aziraphale che riuscì nell'andare oltre il sigillo di Dio. Crowley era certo, lui per quella piccola vita tra le sue braccia come per Aziraphale avrebbe fatto di tutto per proteggerlo, dimostrando quanto poteva che l'amava. Una commossa Maggie scattava con il cellulare delle foto a quella piccola famiglia tra inferno e paradiso, riuscendo nel immortalare un bacio tra Aziraphale e Crowley con il loro figlio tra di loro.

Una settimana dopo. Libreria. Pomeriggio.

Per tutti gli altri quel neonato arrivato nella libreria era nato da una madre surrogata. Un modo anche per giustificare i pochi capelli del piccolo, biondi con le punte rosse. Sul fatto dell'occhio destro da serpente, lo stesso Aziraphale che poteva usare i poteri magici, applicò un incantesimo perché agli altri sembrassero normali.

Quel pomeriggio Crowley seduto nella sedia di Aziraphale nella libreria stava facendo mangiare il figlio, con un biberon pieno di latte. Il piccolo placidamente tra le braccia del demone, si mosse appena quando sentì dei passi sulle scale. Crowley alzò lo sguardo per vedere il suo angelo che lo raggiungeva con indosso nuovamente i suoi abiti da prima della gravidanza. L'angelo gli disse dopo aver baciato il suo demone e il figlio, sedendosi sul divano lì vicino

"Il dottore elfico aveva ragione, sono tornato del mio peso forma prima della gravidanza"

Crowley gli tubò mentre faceva fare il ruttino al figlio

"Non diventare un ossessionato del peso. Non mi piacciono gli spigoli quando siamo insieme"

Aziraphale ridacchiò, leggermente eccitato, domandando al suo demone

"Muriel? Non la vedo"

Crowley gli spiegò mentre gli dava il loro figlio, stiracchiandosi subito dopo

"Muriel è andata in farmacia per prendere il latte con i pannolini per nostro figlio…"

Crowley si sedette alla destra del suo angelo che cullava il figlio

"...Per poi passare da Nina per portarci qualcosa di dolce"

Aziraphale avrebbe voluto ricordare a Crowley che non avevano ancora scelto un nome per il loro figlio. Ogni idea dell'angelo si perse nella beatitudine appena Crowley lo abbracciò. In quel momento null'altro aveva importanza, perché erano insieme, una piccola famiglia felice.

Nello stesso momento, abitazione della strega Anatema.

La strega Anatema, seduta alla sua scrivania intenta nel consultare un libro di magia, sentì il suo cellulare suonare. Era un messaggio di Aziraphale che gli inviava una foto del figlio mentre gli faceva il bagnetto. La strega sorrise, inviando all'angelo infiniti cuoricini. Solo che un qualcosa che sapeva, quasi obbligò la strega Anatema nel fissare quella piccola vita non tranquilla. Da un cassetto della scrivania, la strega prese un piccolo cofanetto scuro di legno. Dentro tre piccoli pezzi di foglio, bruciacchiati sui bordi. Anatema li aveva trovati il giorno dopo dove aveva bruciato il secondo libro di profezie di Agnes Nutter. Su un pezzetto c'era la frase

"Mia erede, buona idea bruciare questo libro, perché la tranquillità durerà altri seimila più seimila anni"

Il secondo pezzetto di carta era riferito anche al figlio di Aziraphale e Crowley

"Dalla nascita del figlio del demone e dell'angelo, altri seimila più seimila anni passeremo prima che Inferno, Purgatorio e Paradiso si uniranno per combattere un nemico giunto da altro luogo"

Il terzo pezzetto di carta era del tutto sul figlio di Aziraphale e Crowley

"Il figlio del demone e l'angelo condurrà come comandante gli eserciti uniti dei tre regni per difendere il tempo"

La strega Anatema ripose i pezzetti di carta, decisa nel far sapere a Aziraphale e Crowley delle tre profezie della sua antenata molto più avanti. Desiderava concedere a quei due eterni che avevano passato così tante vicissitudini, un lungo periodo di tranquillità.

FINE