Otto mesi dopo la non apocalisse. Metà Dicembre. Russia. Montagne vicino Mosca.
Nella tormenta di neve, Aziraphale si trascinò vicino un gruppo di rocce. Oltre che dolorante, con tagli in più punti del corpo e la gamba destra piegata in modo innaturale, era sconvolto per quello che era successo. Si accascio dietro la roccia più alta, quella che poteva ridurre un minimo il vento e la neve. Poche ore prima era salito su un aereo diretto a Mosca per comprare un libro che era appartenuto a Rasputin. Aveva lasciato a metà le decorazioni natalizie dentro e fuori la libreria. Soprattutto si era ricordato di lasciare un biglietto nella libreria e un messaggio nella segreteria telefonica a Crowley per spiegargli dove era andato. Non poteva certo prevedere che proprio su quelle montagne vicino Mosca, dei demoni avrebbero fatto cadere l'aereo creando una tormenta di neve. In quella tormenta dove c'erano raggruppati magie di molti demoni, Aziraphale aveva i suoi poteri angelici al minimo. Così al minimo che era certo sarebbe morto molto presto, tornando in paradiso. Una prospettiva che da una parte non gli dispiaceva visto tutto il dolore con il gelo che sentiva in quel momento. Dall'altra non voleva lasciare la Terra proprio quando aveva deciso dopo quel viaggio di confessare a Crowley i suoi sentimenti. Perché per tornare dal paradiso con un nuovo corpo sarebbero trascorsi come minimo un paio di secoli. Per non parlare del dispiacere di lasciare la sua libreria. Improvvisamente la sua disperazione lasciò posto a terrore nel sentire le grida dei pochi superstiti che venivano uccisi definitivamente dai demoni. Sconvolto, Aziraphale si coprì con le mani le orecchie.
Un demone individuò Aziraphale nascosto dietro delle rocce. Quando capì che era un angelo, la prospettiva di ucciderlo lo rese euforico. Per quanto poteva Aziraphale cercò di difendersi ma finì per colpire la roccia dietro di lui con il retro della testa, svenendo subito. Il demone lo stava per colpire al cuore con un lungo pugnale quando una voce gli ordinò
"Lascia quell'angelo a me!"
Facendo allontanare il demone con lo sguardo basso. Quel qualcuno era Lucifer. Il vice di Satana prese in braccio stile sposa Aziraphale, scomparendo in una fiammata con lui.
Qualche ora dopo. Inferno.
Aziraphale era sempre svenuto ma disteso supino in un letto matrimoniale enorme, sopra lenzuola nere e un cuscino dorato sotto la testa. Delle colonne di marmo grige ai quattro lati del letto sostenevano un baldacchino degno del letto. Disteso sul fianco destro, alla sinistra di Aziraphale stava Lucifer. Il vice dell'inferno, completamente vestito fissava quell'angelo. Un vero enigma per lui. Si chiedeva come poteva piacere al demone Crowley. Come lo aveva fatto innamorare facendogli rischiare tutto per lui. Un lamento di Aziraphale lo sorprese. Perché in quel lamento, Lucifer sentì chiaramente due parole
"Crowley…amore…"
Il vice di satana non poteva guarire il corpo di un angelo ma mosse la mano su di lui per applicare con la magia le migliori bendature e unguenti.
Lucifer cercò di trovare divertente quell'angelo con la testa bendata, come la mano destra che si era congelata e la gamba destra ingessata. Il principe infernale desiderava schernire quell'angelo. Quell'essere celeste che riusciva nel far innamorare così tanto il demone Crowley. Non che lui provasse un qualunque sentimento per Crowley ma solo il fastidio perché era l'unico nell'inferno a non essersi concesso a lui. Fissò con attenzione quell'angelo che gli sembrava così uguale agli altri angeli. Così attento che quando Aziraphale si svegliò, voltandosi verso di lui, Lucifer letteralmente sussultò.
Aziraphale si svegliò con un enorme mal di testa oltre a un intenso dolore in tutto il corpo. Con fatica voltò la testa alla sua sinistra, vedendo qualcuno che lo fissava. Quel qualcuno sussultò rendendosi conto che era sveglio. Con fatica Aziraphale gracchiò allo sconosciuto, rendendosi conto di essere su un letto
"Do…dove sono…"
non ricordava proprio nulla. Non ricordava il suo nome o altro di se stesso, dicendo allo sconosciuto
"...chi sono io?"
Non capendo perché lo sconosciuto sorrideva, quasi contento.
Qualche ora dopo. Londra. Pomeriggio. Appartamento di Crowley.
Seppure non era più il rappresentante dell'inferno sulla Terra, Crowley aveva sempre degli affari da concludere. Affari che potevano variare da fare con gli esseri umani o altri di natura magica. Quel pomeriggio era tornato da un viaggio in un'isola vicino l'Irlanda dove c'era una comunità di elfi alati, piccoli quanto la sua mano destra. Gli affari conclusi erano stati per lui molto soddisfacenti ma qualcosa lo aveva fatto tornare molto arrabbiato. Non sopportava proprio che quei minuscoli elfi usassero una polverina magica simile alla polvere glitter in ogni luogo. Era per lui inconcepibile essere in pratica rilucente. Non vedeva l'ora di fare una doccia rilassante. Però fu fermato da una scritta in rosso sulla porta del suo appartamento che poteva vedere solo lui. Era da parte dell'inferno
"Non essendo più rappresentante dell'inferno tra gli umani, non puoi usare l'appartamento che spetterà al nuovo rappresentante"
Crowley si stava per arrabbiare, quando improvvisamente la rabbia sparì, facendolo sorridere. Da tempo l'angelo Aziraphale gli proponeva di vivere con lui sopra la libreria. Sempre una convivenza in ambito amichevole. Sempre un qualcosa che al demone non sarebbe dispiaciuto. Per tre motivi era un qualcosa che il demone aveva in pratica sempre sognato. Primo motivo perché l'angelo gli aveva rivelato che di fatto la libreria era di sua proprietà, quindi il paradiso non poteva togliergliela mai. Il secondo motivo che mai neanche sotto tortura, Crowley avrebbe ammesso che nella libreria e in tutto l'edificio si sentiva amato e protetto. Un paio di volte in una camera offertagli da Aziraphale sopra la libreria aveva dormito per mesi, fatto la muta come serpente. Il terzo motivo era che amava da sempre Aziraphale, dal loro primo incontro sul muro dell'Eden. Stava per andare via quando il portiere dello stabile lo chiamò. Poco dopo Crowley guidando come sempre la Bentley a velocità proibitiva per le strade di Londra si dirigeva alla libreria di Aziraphale. Sul sedile posteriore dell'auto alcune sue piante che i rappresentanti dell'inferno avevano lasciato al portiere dove abitava prima.
Quartiere di Soho dove era la libreria di Aziraphale.
Il demone trovò strano il cartello sulla porta della libreria con la scritta
"Chiuso per un paio di giorni"
Facilmente Crowley entrò ugualmente nella libreria. Il fatto che solo lui potesse andare dovunque nella libreria e al piano superiore lo inorgogliva sempre. Addirittura quelli del paradiso o altri magici erano autorizzati solo nella libreria. Svelto, Crowley schioccò le dita comparendo nudo nel bagno al piano superiore. Doveva ammettere che preferiva quel bagno a quello del suo ex appartamento. Perché il bagno sopra la libreria lo sentiva più accogliente, poteva dire caldo di sentimenti. La cosa importante, sempre gli ricordava il suo angelo. Riempita la vasca di acqua calda, Crowley si immerse felice di togliersi quella polvere dorata dei piccoli elfi alati.
Mezz'ora dopo.
Pulito e rilassato, Crowley scese nella libreria per capire dov'era Aziraphale. Era strano per lui che avesse lasciato a metà la decorazione natalizia fuori e dentro la libreria. Un biglietto sulla scrivania proprio per Crowley, chiari molte cose al demone
"Crowley sono andato a Mosca per contrattare l'acquisto di un libro che fu di Rasputin. Prenderò un aereo"
Un bussare alla porta della libreria provocò uno sbuffare di Crowley che decise di far finta non ci fosse nessuno. Fu sorpreso di vedere inserito sotto la porta un foglio. Il demone lo raccolse leggendolo. Rise nervosamente certo che fosse un errore. Una compagnia aerea avvertiva eventuali parenti di Aziraphale che era stato coinvolto, certamente morto nella caduta dell'aereo su una zona di montagna vicino Mosca. Con mani tremanti, Crowley eseguì un incantesimo che gli avrebbe detto dove era l'angelo. Lo eseguì molte volte perché non trovava il suo angelo. Solo quando le mani gli facevano male il demone si fermò, finendo seduto sul pavimento incredulo. Decise di recarsi sul luogo della tragedia, scomparendo dalla libreria.
Luogo della caduta dell'aereo.
La tempesta era ormai passata. Invisibile a occhi umani, il demone Crowley si aggirava nella zona, cercando ogni indizio del suo angelo.
In alcuni detriti della stiva dell'aereo, Crowley trovò mezzo bruciato il bagaglio di Aziraphale. Quell'antica borsa di pelle che gli aveva regalato lui a inizio novecento. Tremando tra rabbia e disperazione, Crowley strinse al petto la borsa. Percepiva che in quel luogo c'erano stati infiniti demoni. Con l'animo in pezzi, stringendo sempre la borsa di Aziraphale, Crowley ricominciò la ricerca del suo angelo.
Nello stesso momento.
Un demone nascosto tra alcune rocce, guardava con soddisfazione gli esseri umani che si muovevano nella distruzione che avevano provocato. Con un sorriso maligno che mostrava la sua dentatura affilata, ricordava con piacere le urla degli esseri umani uccisi. La gioia del demone di interruppe quando qualcuno lo afferrò da dietro, stringendolo in spire da serpente. Quel qualcuno era Crowley che nella versione da serpente strinse il demone nella sua coda. Avvicinato la testa serpentina al demone terrorizzato gli domandò con voce roca
"Cosa avete fatto all'angelo? COSA?"
il demone stretto sempre più da Crowley nelle sue spire, balbettando gli rispose
"Il…Lu…Lucifero…all'inferno…andato"
La voce di Crowley divenne più arrabbiata, gridando al demone
"MALEDETTI! LO AVETE UCCISO!"
il demone oramai senza più aria, poté solo dire
"Vivo…era…"
Crowley buttò contro una parete di roccia il demone, scomparendo in una fiammata. Avrebbe rivoltato l'inferno per trovare il suo angelo.
Nello stesso momento. Inferno. Abitazione di Lucifer.
Lucifer aiutò un confuso e dolorante Aziraphale nel sedersi su una sedia a rotelle. Il vice dell'inferno aveva cambiato con la magia gli abiti dell'angelo in quelli più da demone. Gli disse mentre lo spingeva fuori la sua camera da letto
"Mio caro Aziraphale mi dispiace che tu sia caduto così tanto negli inganni dell'angelo Crowley"
Lucifer trattenne a stento le risate felici per quel momento. Aziraphale era invece sempre più confuso, senza memoria e dolorante, dicendo a Lucifer
"Io quindi sono un demone. Questo angelo…Crowley mi ha fatto credere che potevo essere un angelo. Invece mi ha fatto andare a Londra, tentando di uccidermi. Tu, Lucifer, sei venuto in mio soccorso…perché non puoi o posso guarire definitivamente?"
Lucifer gli spiegò quella parte della bugia che Aziraphale non ricordava, spingendo la sedia a rotelle sopra cui era l'angelo in un corridoio con molte porte di ferro
"Mio caro amico, purtroppo esiste su di te un sortilegio lanciato da quel maledetto angelo. I tuoi poteri sono veramente al minimo. L'unico modo per toglierti questo sortilegio resta quello di uccidere un paio di anime innocenti…"
Lucifer spalancò una delle porte di ferro, rivelando a Aziraphale che erano delle celle, continuando mentre spingeva la sedia a rotelle di Aziraphale dentro
"...ti basterà pugnalare, tagliare o quello che vuoi queste anime splendenti"
La stanza era molto ampia e illuminata da torce appese al muro. Aziraphale, guardando la forma della stanza, poteva quasi avere la sensazione che fosse in una grotta. Ogni considerazione sulla stanza svanì nella testa di Aziraphale quando vide chi c'era oltre delle sbarre.
L'angelo senza memoria poté contare tre bambini sotto i dieci anni, due maschi e una femmina. I piccoli erano in braccio a tre donne che Aziraphale poteva pensare fossero le madri. Tutte due erano poi nel protettivo abbraccio di tre che Aziraphale riconoscete come dei demoni ma molto diversi. Proprio Lucifer spiegò a Aziraphale dopo aver colpito le sbarre con il calcio destro, facendo gridare spaventati piccoli e grandi
"Aziraphale ti presento tre ex demoni che hanno deciso di lasciare l'inferno per tre umane. Tu devi solo…"
Il vice di Satana diede nella mano sinistra di Aziraphale, la destra era bendata, un coltello dalla lunga lama, spiegandogli
"...muovendo nell'aria questo coltello potrai infliggere a questi traditori ferite mortali restando tranquillamente seduto qui. Appena saranno morti tutti, riavrai al cento per cento i tuoi poteri…"
Lucifer si diresse alla porta, dicendo soddisfatto a Aziraphale
"...appena finito basta che mi chiami, sono proprio accanto alla porta"
Chiudendo la porta della cella con una soddisfazione infinita. Lui sapeva bene che se Aziraphale avesse ferito anche un solo di quei prigionieri, sarebbe diventato un demone.
Lucifer stava pregustando la vittoria. Sarebbe stata incredibile far diventare un demone il famoso angelo immune al fuoco infernale. Una gioia che non diminuì vedendo un furente Crowley venirgli incontro. Il demone gli disse con gli occhi gialli da serpente così grandi da intimidire anche Lucifer che ricordò che quel demone era immune all'acqua santa
"Dove si trova il mio angelo! Sai bene di chi parlo. Lucifer ti giuro, seppure sei il vice di Satana, mi conosci…posso essere molto pericoloso. Neanche l'acqua santa mi ferma"
Lucifer cercò di non dimostrare il timore che provava, dicendogli il vice di Satana
"Si, il tuo angelo l'ho salvato proprio io. Cosa straordinaria sembra aver perso la memoria. L'ho convinto che tu l'hai ridotto tutto dolorante…"
Con piacere Lucifer notò che per ogni rivelazione, in Crowley scendeva la rabbia prendendo posto una sorta di incredulità
"...perché sei un angelo. Che l'unico modo di riavere i poteri demoniaci al cento per cento era uccidere delle anime innocenti. In questa cella…"
Lucifer gliela indicò
"...forse lo fa già"
Crowley si buttò letteralmente sulla porta di ferro della cella, tentando di aprirla ma inutilmente. Conosceva bene quel ferro demoniaco, era inutile anche gridare per farsi sentire. Non poteva credere che il suo angelo potesse farlo. Il solo pensiero che il suo angelo divenisse un demone lo rese così disperato da proposte a Lucifer, restando sempre appoggiato alla porta
"Maledetto Lucifer, maledetto…"
Per il vice di Satana non erano offese
"...voglio entrare nella cella. Se lui mi crede un suo nemico…"
Crowley tentò di trattenere quella disperazione che lo stava per spezzare
"...Se al posto del mio angelo ci sarà un demone…io voglio morire per mano sua…lasciami entrare"
Lucifer non aspettava altro. Quella prospettiva era per lui eccezionale e meravigliosa.
Nella cella Aziraphale aveva tentato più volte di muovere in aria il coltello nella mano sinistra. Lucifer gli aveva detto che per riavere i poteri da demone doveva far del male a quelli oltre le sbarre. Un qualcosa che si stava rivelando impossibile per lui. Tentò di maledire quell'angelo che credeva Crowley ma sentiva come c'era qualcosa in più che doveva ricordare. Come odiava la ferita dietro la testa che gli faceva male ogni volta che tentava di ricordare. In quel dolore allucinante anche in tutto il corpo, percepi uno dei piccoli oltre le sbarre fare un respiro profondo di stanchezza. Senza neanche accorgersene, Aziraphale mosse per quanto poteva la mano destra fasciata. Nelle braccia dei tre bambini comparvero dei morbidi orsi di peluche oltre a panini dolci cotti al vapore, con piccole confezioni di succo di mela. Quel gesto sorprese Aziraphale che sentì meno fargli male la mano destra. Ripose il coltello nella sedia a rotelle, continuando nel fare piccoli miracoli per quelli oltre le sbarre.
Fuori la cella, Lucifer disse a Crowley spingendolo lontano dalla porta
"Prima devo entrare per dire a Aziraphale che gli porterò l'angelo che l'ha ridotto su una sedia a rotelle. Ben inteso devi avere un bavaglio sulla bocca, sugli occhi e le mani legate dietro la schiena"
Crowley annuì positivamente, era pronto alla morte ma solo per mano del suo angelo che diventava un demone. Stranamente Crowley notò una luce strana provenire dall'interno della cella. Ancor più strano sentire Lucifer gridare appena dentro
"Cosa hai fatto alla cella!"
Precipitandosi dentro anche Crowley. Ciò che vide lo lasciò esterrefatto.
La cella sembrava più un ristorante di un luna park. C'erano colori vivaci ovunque. Al posto delle sbarre c'erano tre tavoli rotondi anch'essi pieni di colori. Soprattutto sulla parete di fondo un lungo bancone con ogni tipo di dolci. Le tre famiglie sedevano tranquilla ai tavoli mangiando sereni neanche spaventati minimamente da un sorpreso e arrabbiato Lucifer entrato nella cella. Il vice di Satana individuò Aziraphale in piedi e sanato che si stava preparando un cono gelato. Gli urlò
"Aziraphale cos'hai fatto?!"
L'angelo che era ancora senza memoria gli disse con un sorriso sincero
"Lucifer ti giuro non lo capisco neanche io. Più facevo felice questi prigionieri, più guarivo. Ti giuro Io…"
Aziraphale si bloccò vedendo entrare nella cella Crowley. Disse al demone mentre si dirigeva verso di lui, sempre credendo alla bugia di Lucifer
"Maledetto angelo, cosa mi hai fatto…bugiardo"
Aziraphale non si aspettava che Crowley gli andasse anch'esso incontro abbracciandolo con entusiasmo, dicendogli
"Angelo mio non potevi mai diventare un demone…Aziraphale, angelo mio credevo fossi morto"
Chiudendo le loro labbra in un passionale bacio. Un bacio che con la sua magia riuscì nel guarire del tutto la memoria di Aziraphale. Intorno ai due si creò un alone brillante che era terribile per Lucifer come la luce del sole per un vampiro. Il vice di satana gridò a Aziraphale e Crowley che divise le labbra ma erano ancora vicini con le fronti appoggiate
"VIA! VIA! ANDATE VIA!"
Scomparendo dalla cella Aziraphale, Crowley con le tre famiglie. Appena Lucifer poté guardarsi nuovamente intorno nella cella, uscì fuori disgustato. Avrebbe mandato i demoni per togliere quell' ambiente da luna park.
Nella libreria.
Crowley e Aziraphale comparvero in piedi nel centro della libreria. Crowley tubava a Aziraphale tra ulteriori piccoli baci sul suo viso
"Ti amo angelo…ti amo Aziraphale"
Rispondendo l'angelo che era certo il cuore gli sarebbe esploso così gli batteva forte per la felicità
"Crowley amore, ti amo così tanto"
Un loro ulteriore appassionato bacio fu bloccato da un tossire. Scoprirono che a qualche passo c'erano ancora le tre famiglie prigioniere nella cella infernale. L'angelo si accorse anche di indossare ancora abiti dell'inferno. Disse alle tre famiglie
"Attendete qui"
Correndo al piano superiore della libreria per cambiarsi. Poteva usare la magia ma poter camminare, usare le mani era entusiasmante per lui.
Un paio di minuti dopo.
Aziraphale infilò gli abiti dell'inferno nella stufa in cucina, facendoli diventare cenere. Tornò nella libreria trovando Crowley seduto alla sua sedia vicino alla scrivania. Gli domandò guardandosi intorno
"Quelle tre famiglie?"
Crowley gli rispose mentre si avvicinava a lui
"Sono andati via. Abbiamo molto da dire e fare"
Il demone si avvicinò all'angelo che arrossì, posando le mani sul petto di Crowley. Con delicatezza, Crowley porto le sue mani prima sui fianchi, arrivando alla schiena dell'angelo. Adorava i sospiri di Aziraphale. Si stavano per baciare quando l'angelo disse imbronciato
"Sono così arrabbiato. Avevo fatto un piano preciso per una serata romantica con te. Invece devo ancora finire con le decorazioni"
Crowley schioccò le dita della mano destra. Sia l'interno che l'esterno della libreria furono decorati per le feste natalizie. Il demone gli domandò mentre Aziraphale incorniciava il suo viso tra le sue mani
"Angelo cos'altro avevi in mente?"
Aziraphale abbassò lo sguardo, arrossendo, dicendo quasi in un sussurro
"Una cena a base soprattutto alcolica…per trovare il coraggio di dirti che ti…"
Crowley afferrò le mani di Aziraphale nelle sue, baciando il palmo mentre il suo angelo gli diceva con gli occhi lucidi
"...per dirti che ti amo da sempre"
Fuori la libreria iniziò a diluviare. Aziraphale sorrise, dicendo a Crowley
"Spero che per quando torni nel tuo appartamento sia passato questo temporale. Mi dispiace dirti che odio il fatto che tu debba tornare ogni volta in quel luogo. Lo trovò così solitario per te"
Crowley baciò la guancia destra del suo angelo, sussurrandogli qualcosa. Aziraphale divenne raggiante, domandando incredulo al suo amato demone
"Non devi più tornare nell'appartamento?"
Crowley gli rispose mentre lo stava baciando tra il collo e la spalla destra
"Proprio così mio amato angelo"
Crowley percepì che c'era stato un cambiamento. Alzando lo sguardo scoprì che era nella camera da letto di Aziraphale. Nulla fermo la loro passione.
Qualche giorno dopo. Mattina.
Un demone felice, completamente nudo si crogiolo nel tepore delle coperte del letto. Nella sua eternità mai si era trovato così bene in un luogo. Un luogo che poteva chiamare casa. In alcuni casi soffriva il troppo freddo, il troppo caldo, eventuali coinquilini gli erano troppo antipatici. Oppure, peggio ancora, si sentiva di troppo. Invece sia nella libreria che sopra percepiva una temperatura perfetta oltre l'essere amato totalmente. Una prova il fatto che neanche nel suo appartamento si aggirava nudo, percependo un fastidioso freddo. Invece varie volte mentre Aziraphale era accanto a lui nel letto o quando era solo, tranquillamente era andato in altre stanze tra cui la cucina completamente nudo, senza nessun problema. Un qualcosa però non lasciò Crowley nella sua tranquillità. Disse contrariato mentre vedeva comparire sulle mani delle scaglie di serpente nere con bordo dorato
"Ti prego non oggi…no…no…no…"
Perché stava iniziando la muta della pelle nella versione da serpente. Un momento che lo trasformava per un paio di giorni in un enorme serpente. Però sperava non in quel giorno che aveva deciso con Aziraphale di trascorrere facendo un picnic. Lui non voleva deludere il suo angelo così felice che da ore stava preparando tutto in cucina. Divenne con suo disappunto un serpente.
Intanto nella cucina.
Aziraphale era elettrizzato per il primo picnic con il suo amato Crowley. Inesorabilmente ripenso ai tanti momenti con Crowley.
Dopo la loro confessione di amarsi, Aziraphale non poteva credere che fare l'amore fosse così soddisfacente, eccitante e dolce. Lui nella sua eternita era sempre stato impaurito dal fare sesso con qualcuno, sia maschio che donna. Persino nella sua amicizia con Oscar Wilde non era andato oltre semplici baci e carezze. Invece, Aziraphale sospirò innamorato sempre più, ricordando i momenti con il suo demone. Momenti che nel cuore dell'angelo erano scolpiti per sempre. Primo fra tutti il momento nel cui Aziraphale confessò a Crowley, ore dopo aver fatto varie volte l'amore dal ritorno dall'inferno che non avrebbe mai accettato orge, scambi di coppie, suoi tradimenti e pratiche sadomaso
"...quindi ti prego Crowley meglio finire ora qualunque tentativo di stare assieme. Naturalmente puoi restare ospite qui come amico"
Sorprendendo l'angelo un ulteriore bacio di Crowley che gli disse guardandolo con occhi da serpente innamorati
"Aziraphale sinceramente le tue parole mi tolgono un gran peso. Io ti amo così immensamente che il solo pensiero di dividerti con altri mi rende così infelice che non immagini. E poi neanche a me piacciono le pratiche sadomaso. Rispetto quelli a cui piacciono ma non certamente a me. Angelo mio voglio darti solo piacere e ricevere piacere"
Aziraphale fu tirato fuori dai suoi ricordi proprio dalla voce di Crowley
"Aziraphale…vieni in camera"
Preoccupato Aziraphale si precipitò.
Nella camera Aziraphale trovò nel letto non Crowley ominide ma versione enorme da serpente. L'angelo gli stava per ricordare del picnic quando notò che gli occhi erano bianchi non gialli. Sapeva bene che voleva dire che stava per cambiare pelle come serpente. Quel serpente che si infilò sotto le coperte dicendogli
"Mi dispiace ma come vedi non possiamo fare nessun picnic. Capisco che sei deluso"
Aziraphale sorrise sempre più innamorato a quel demone, certo di non essere dolce e carino ma lo era per l'angelo. Con calma Aziraphale accarezzò un pezzo del corpo da serpente di Crowley, dicendogli
"Avremmo infinite altre occasioni per fare un picnic…"
Aziraphale ebbe un idea
"...però un picnic tutto nostro potremmo farlo"
Crowley tirò fuori la testa serpentina da sotto le coperte.
Mezz'ora dopo.
Molti anni prima Aziraphale aveva allestito in una stanza in fondo al corridoio un ampio salotto. Spostando qualche mobile e stendendo sul pavimento la tovaglia da picnic con qualche cuscino, Aziraphale e Crowley versione da serpente ebbero il loro momento romantico. Perché loro due non erano innamorati solo del potere magico o come era il loro corpo. Quell'angelo e quel demone erano innamorati in modo totale del tutto dell'altro ma soprattutto dell'essenza lucente che alcuni chiamano anima altri il cuore innamorato.
FINE
