"Va bene Dena, ora prova a prendere l'energia elementale da questa pietra." Uggiolò in accordo, concentrandosi sulla pietra che gli aveva messo davanti. Una neropietra. In questo mondo esistono diversi tipi di elementi, tra cui l'oscurità, come ha scoperto allenandosi con la sua compagna, anche se, riflettendoci attentamente, ci sarebbe potuto arrivare prima. Potrebbe dare la colpa ai preconcetti che ha costruito nella sua vita precedente, ma la verità è semplicemente che ha ignorato le prove evidenti che gli si paravano davanti.

L'oscurità è l'assenza di luce, beh, non in questo universo almeno, invece è un elemento, al pari delle luce, sebbene venga definita energia normale, poiché quella più basica e elementale da imparare. Multiversi diversi, regole diverse, lo sapeva, eppure si è comunque fatto abbagliare dalla sua arroganza.

Non che sia totalmente colpa sua, è solo che non si è concentrato particolarmente sul classificare le diverse energie presenti qui, a parte quelle interne agli esseri umani. Eppure, nonostante ciò, ha comunque gli occhi, gli occhi di un cambriano possono vedere tutti i tipi di energia. A sua discolpa, l'energia dell'elemento oscurità e quella dell'elemento luce o normale, sono pressoché identici. Utilizzando gli occhi di un cambriano, e sapendo effettivamente cosa stava cercando, ha impiegato comunque qualche minuto per trovare ciò che voleva.

L'energia interna è molto distinguibile, per esempio l'energia fisica permea tutto il corpo, ogni singolo punto di esso, mentre quella mentale ha un colore violetto, e si trova principalmente nel cranio, almeno per gli umani. Per non parlare dei brillanti colori pastello che differenziano un elemento da un altro.

In confronto, l'energia della luce è una palla nera, rivestita di bianco, mentre l'energia dell'oscurità è una sfera bianca, rivestita di nero. Deve avere qualcosa a che fare con la rifrazione dei colori, o almeno così teorizza. È l'unica cosa che gli viene in mente per spiegare il fenomeno. La cosa veramente sbalorditiva, è che sono quasi identici, deve concentrarsi intensamente per scorgerne le diversità, e ogni volta che ricontrolla deve rifare il processo daccapo.

In realtà c'erano vie meno impervie per arrivare alla stessa conclusione, come lo studiare le diverse pietre che contengono energie elementali, pietrafocaia, pietraidrica, fino alla neropietra in questione.

Essendo arrivato alla conclusione che l'elemento oscurità è un elemento, come l'altro nuovo tipo, il folletto, anch'esso fin troppo simile all'elemento mentale o psichico, solo una leggera sfumatura a diversificarlo, ha dovuto cambiare il regime di allenamento che aveva in serbo per Dena.

Dopo essere diventata una maestra della manipolazione interna, è passato a farla allenare a manipolare il suo elemento esternamente. Avendo avuto già esperienza con l'energia mentale, grazie alle loro frequenti conversazioni telepatiche, è risultato più agevole del previsto, ma comunque difficoltoso, almeno fino a quando non ci ha preso la mano.

Tuttavia faceva sempre affidamento sulla trasformazione della propria energia interna ad esterna, qualcosa che non lo soddisfaceva, per cui aveva in programma di portarla in alcune caverne o tunnel famosi per allenarsi. Voleva andare sul Monte Luna o nel Tunnel Diglett, e sebbene l'energia dell'elemento roccia e terra sia molto più presente rispetto all'elemento oscurità, è comunque più praticabile rispetto all'esterno.

Di giorno la concentrazione di detto elemento è talmente bassa da essere trascurabile, di notte la situazione migliora, ma non di molto, essendo sempre sovrastata dagli altri tipi, quindi la situazione migliore sono i luoghi che stanno all'oscuro sempre, tutto il giorno, tutti i giorni, o almeno lo era prima della sua recenta scoperta.

Sì, poiché, visto che ogni elemento ha la propria pietra, è molto meglio farle estrapolare l'energia elementale all'interno della pietra, piuttosto che concentrare i propri sforzi su quella ambientale.

Per aumentare il coefficiente di difficoltà ha deciso di dedicare questo allenamento alle ore diurne con più luminosità, quando il sole è più alto, in modo da eliminare qualsiasi influenza dell'energia ambientale.

Per cui eccoli qua, sotto il sole cocente di Kanto, a godersi l'arsura del mezzogiorno di Aranciopoli. La brezza marina raffredda un po' l'aria, riuscendo a rendere il clima sopportabile.

Dopo aver dato la pietra a Dena, visibilmente concentrata sul suo compito, andò a farsi un bagno. Avevano appena finito l'allenamento fisico e mentale, così decise che si meritava un po' di meritato riposo, godendosi il mare non proprio cristallino della zona.

Beh, il fatto di essere accanto ad un cantiere navale non aiuta certamente, e il cambiamento visibile delle acque rispetto al sud di Paldea, dove ha passato qualche mese, non migliora certo la situazione. La differenza si nota anche dalla mancanza di pokémon selvatici, c'è sempre qualcuno di esse che per fisiologia ha bisogno di rimanere vicino alle coste, come i gastrodon, oppure si divertono a giocare con gli umani, fin troppo felici di accontentarli, come per esempio i buizel, che sebbene siano pokémon più d'acqua dolce, ogni tanto possono essere visti anche in riva al mare, vicino a delle foci.

Si contentò di fare una nuotata ed uscire, felice per il sollievo dal caldo, e un po' preoccupato per Dena, dopotutto è ancora giovane, diventata adulta da poco, e sebbene in pochi possano minacciarla fisicamente, se si escludono i leggendari, è ancora abbastanza ingenua, e difficilmente può esprimere il pieno potenziale delle sue capacità.

Lasciò che il sole lo asciugasse, prima di andare ad accarezzare Dena, che lo cacciò malamente, infastidita per averla distratta dai suoi sforzi. Si stava impegnando molto, con il compito rivelatosi più arduo del previsto, non rendendosi conto che, considerati i suoi attuali progressi, spaventosi per chiunque altro, ha già completato più che sufficientemente il compito. È riuscita ad estrarre l'energia, arrivando a manipolarla fino ad un certo punto, in appena una ventina di minuti, qualcosa che non è sicuro qualche altro pokémon sia in grado di fare, escludendo sempre i leggendari.

Sbuffò in risposta, togliendole la pietra davanti, per ora basta così, in appena qualche giorno riuscirà a completare il compito, portandolo a pianificare il prossimo passo, pensava francamente di avere più tempo, tuttavia il suo talento, unito alla sua indole di perfezionista, pensa ereditata per colpa sua, dopotutto da lei ha sempre richiesto il massimo, ed è stata fin troppo felice di accontentarlo, hanno accelerato il processo, costringendolo ad accelerare di conseguenza.

Tuttavia per ora va bene così, cosa che capì, considerato che nonostante il visibile fastidio, si accucciò comunque accanto a lui, godendosi il sole pomeridiano, e rilassandosi, almeno fino a quando non si annoiò.

Iniziò a giocare in acqua, anche lei accaldata dal sole, che sebbene non dannoso, rimane comunque parecchio fastidioso.

Si addormentò vedendola giocare in acqua, qualche bambino appena arrivato a godersi la spiaggia con la famiglia il pomeriggio, si avvicinava curioso, in cerca di un compagno di giochi, qualcuno che è fin troppo felice di essere. Così, con il rumore degli schizzi e delle risate di sottofondo, accompagnato da un leggero brusio delle persone circostanti, chiuse gli occhi, lasciandosi andare.

Quello stupido di papà, era a tanto così da riuscire a completare il compito, e gli ha tolto la pietra davanti, dicendole di riposarsi, beh, non era stanca, poteva continuare, così glielo dimostrò andando a sguazzare in acqua, correndo da una parte all'altra, dopotutto sapeva che non avrebbe creduto solamente alle sue parole. Ma lui cosa ha fatto? Si è addormentato, quello stupido, e adesso cosa fa?

In realtà può dire da sé che non era nemmeno vicina a completare il compito, non come lo voleva lei almeno, e non ci sarebbe riuscita nemmeno il giorno dopo, non a questo ritmo. Ufff, ci sarebbe un modo di allenarsi, usando l'energia che può sentire nell'ambiente circostante, tuttavia suo padre gli ha detto di non farlo, e il pokémon dei suoi sogni gli ha detto di fare tutto ciò che gli dice papà, e così ha fatto.

Il pokémon dei suoi sogni le fa visita quasi ogni notte da che ha memoria, e ogni volta gli parla di tutte le nuove scoperte sensazionali che fa tutti i giorni, e di tutti gli sforzi che mette nell'allenamento. Lui la ascolta, come fa sempre suo padre con la donna con la strana scatola che cattura dei momenti, suo padre gli ha detto che si chiama macchina fotografica, tuttavia non capisce perché usarla quando può ricordarsi tutto perfettamente.

Ricorda tutto anche suo padre, e persino quella donna che fa le foto, lo sa, lo può sentire. Kaiser, il compagno di quella diabolica donna che si è rivelata sua zia, ha cercato di soffocarla la prima volta che si sono visti, come la chiameresti se non un diavolo? Comunque, Kaiser gli ha detto che la strana donna con l'aggeggio ancora più strano è la fidanzata di suo padre, non un'amica, come gli aveva detto lui.

In realtà, lei sapeva che suo padre aveva più di una di quelle "fidanzate", e francamente era un po' gelosa di lui, perciò decise, non appena avesse incontrato il pokémon dei suoi sogni, perché gli aveva promesso che si sarebbero incontrati un giorno, sarebbe diventato una sua fidanzata, perché ne avrebbe avuti tante, proprio come suo padre.

"Ehi, guarda, oggi è il nostro giorno fortunato Jessie, un pokémon lasciato tutto solo dal proprio allenatore." "Sì, James, prendiamolo finché siamo in tempo." A interromperlo mentre giocava, forse un po' troppo allegramente per la sua età, dopotutto adesso era un'adulta, erano due strani tizi. Una donna e un uomo, ha imparato la differenza fin da cucciola, proprio come lei, le femmine umane hanno delle sacche di latte sul petto, che si riempiono quando hanno una bambino Gli uomini invece hanno qualcos'altro, suo padre gli ha detto il nome della loro sacca di grasso, tuttavia non può dirlo, dopotutto gli disse che è una parolaccia. Non si dicono le parolacce, gli disse suo padre, e lei segue sempre quello che gli dice suo padre.

Le due strane persone sono vestite di nero, con una R stampata sul petto. Papà gli disse che le persone che indossano quelle divise sono cattive, ed è vero. Cominciarono a rincorrerla in acqua, ma lei era troppo veloce, ed ogni volta che si avvicinavano, convinti di riuscire a prenderla, lei schivava, esaltata dal tifo dei bambini.

Ad un certo punto si stancarono, così chiamarono i loro pokémon. Si è emozionata, dopotutto è stata la sua prima lotta. Ha visto quanto sono stati fantastici Kaiser è gli altri pokémon della donna-diavolo. Però è rimasta delusa, i loro pokémon erano scarsi, se ne accorse subito.

Cercò di dirgli di smetterla, ma non la ascoltarono, non riuscivano nemmeno a parlare, così gli diede un colpo in testa a tutte e due, un wynaut e un woobat, non tanto forte, appena sufficiente a farli svenire per qualche ora, o giorno, non ne è molto sicura. I due tipi strani cercarono di scappare dopo aver riportato i pokémon nelle pokéball, ma non lo avrebbe permesso, gli corse dietro e colpì in testa pure loro, proprio come faceva a volte la nonna con suo padre, ma svennero pure loro. Uffa, che deboli, deve imparare a controllare meglio la sua forza, o rischia di fargli male per sbaglio.

Li portò sulla spiaggia, dopotutto non voleva che annegassero, e corse a chiamare suo padre, eccitata di raccontargli cosa era successo, sicuramente sarebbe contento delle sue azioni: Ha fermato dei farabutti! Volle chiamarlo, ma decise di leccarlo sul viso, a lei piaceva quando la svegliava con le carezze, quindi sarebbe piaciuto anche a lui.

Solo che non si svegliava, così continuò a leccare, i suoi occhi si aprirono solo quando il sole stava andando a nascondersi dietro il mare. Che codardo! Ha preso paura quando lo ha sfidato prima. Volle raccontargli tutto quello che era successo, tuttavia interruppe la loro connessione, infastidita cercò i criminali che aveva catturato. Solo che… erano spariti. Uffa, devono essere scappati mentre lui dormiva, e lei non se ne accorta.

Ufff, stupido papà.

Si risvegliò che ormai il sole stava toccando l'orizzonte, scomparendo dietro il mare, lo accolse il cielo, oramai arancione, e la lingua di Dena su tutto il viso, cercando di svegliarlo. Avrebbe potuto farlo semplicemente chiamandolo mentalmente, ma immagina voglia essere stata delicata una volta tanto. Si alzò controvoglia, capendo che era ora di andare, prima però si fece un bagno, avendo voglia di togliersi la saliva di Dena dal volto, lei uggiolò dietro di lui, cercando di richiamare la sua attenzione, chiaramente volendo raccontargli i giochi che fece con i bambini, tuttavia bloccò la loro connessione mentale, non avendo voglia di ascoltarla adesso.