CAPITOLO QUARTO: LA CURA

Jessica Knight dormiva beatamente sotto il lenzuolo tra i due cuscini con un sorriso in volto: la barba grigia le sfiora la guancia "svegliati Jessica è ora di alzarti" si voltò dall' altra parte "Da questo letto non mi alzo più Alden. Se vuoi sdraiati con me." Richiuse gli occhi "Jessica è ora sveglia!".

Di colpo si svegliò e non lo vide, al suo posto vide Uhura seduta sul bordo del letto "Il dottor McCoy vuole vederti."

McCoy al contrario di Knight si svegliò col piede giusto "Che brutte occhiaie" Knight non aveva voglia di commentare sedendo dall'altra parte della scrivania di McCoy "Tenga del caffè la tirerà su." Dormì solo tre ore a causa dell'ansia che non sarebbe sparita tanto presto "Ho dormito solo tre ore."

Non negò d'essere preoccupata ma mascherava la sua ansia dietro ad una falsa sicurezza strofinando ancora una volta il portafortuna con lacrime in caduta lungo le guancie McCoy si fermò a guardare il suo portafortuna, pensando chi fosse l'uomo a cui si era affezionata "Conosco la causa dell'ipossia della sua vittima" Knight si asciugò gli occhi dando tutta l'attenzione all'ufficiale medico "L'ipossia è scattata a causa del calcare della roccia. Varia a seconda della quantità di calcare e la durata del tempo con cui ci stai a contatto. Ovviamente è soggettivo per ogni essere umano ma non ho ancora una cura."

I parte il cuore di Jessica si alleggerì dalla forte ansia pensando che i compagni si trovino all'interno di qualche grotta sul pianeta e per questo motivo i computer della nave non localizzano la loro posizione, le rocce ne impediscono il rilevamento.

Solamente Uhura e Knight scesero sul pianeta setacciando una seconda volta il percorso possibile fatto da Parker e McGee.

Alle prime luci si trovarono già in marcia sul crinale scendendo verso il basso, Nyota! Non siamo sole" Knight non si mosse facendo cenno di venire verso di lei con le dita della mano "Dimmi che hai visto anche tu?"

"Fa vedere" le passò il binocolo "Vedi qualcosa?"

"Sembrerebbe un alieno" lo levò dal viso cercando di vederlo a occhio nudo ma si nascose dietro alle rocce "Scendiamo da questa parte." Knight seguì Uhura, poi di nuovo, la forma aliena si soffermò davanti a loro: voleva essere seguita "Jessica aspetta potrebbe essere una trappola." Non la stette a sentire correndo dietro all'essere blu.

Per un momento salita sul promontorio ne perse le tracce ma poi la figura aliena fece capolino indicando la direzione più praticabile.

Dovette percorrere il sentiero con brecciame, l'unico più agibile verso un' entrata differente "Devi fidarti di me. Ora ti porto dal tuo amico."

"Come hai detto?" Il cuore le batteva forte, Alden era vivo.

Knight, decisa si fidò della creatura blu, senza alcuna paura le andò dietro "Mettete i passi dove li metto io" suggerì l'aliena, Uhura, la seguì addentrandosi nella gola buia e profonda, nonostante aria fredda e sentieri stretti imboccarono ugualmente la salita ripida con una mano appigliata alla parete sulla loro sinistra, l'unica luce era emanata dalle torce che illuminavano verso il basso il terreno.

Giunti nella grossa "sala" di stalagmiti, l'aliena indicò la posizione dei compagni dell' NCIS, tenuti al caldo da un focolare "McGee!" Alzò la testa vedendola arrivare in compagnia di Uhura qualche passo distante "Jess ... Parker non sta molto bene" vide nei suoi occhi il tremolio di tristezza diventare rossi dal dolore "Che stai dicendo Tim?"

"È questo posto" reagì McGee e mostrò il suo braccio blu. Spinse via il compagno accorrendo dal malato "Alden Parlami" voltò il capo di poco "Avevo detto a McGee di non portarti da me." Il blu giunse fino alla gola e i polmoni iniziarono a faticare nella respirazione non sapeva quanto ancora gli restava, per non parlare dell' influenza in atto "Oh no, non dire così ora ce ne andiamo da qui."

Sorresse il corpo pesante tenendo la testa sollevata da terra.

Uhura inginocchiata a terra allungò il braccio di Parker dietro al collo dando una mano a Knight per sollevarlo da terra.

Usciti dalla grotta Uhura comunicò con l'Enterprise chiedendo d'essere teletrasportati a bordo richiedendo cure immediate.

McCoy ebbe trovato una cura possibile ma non ancora testata, sia Parker che McGee presentavano sintomi sullo sfogo blu. A McGee venne somministrato oralmente l'antidodo e pareva funzionare, il medicinale un intruglio rossastro denso con un odore strano "Lo deve bere tutto" disse McCoy "Ciò aggiunto una punta di arancio per coprire il sapore ."

McGee posò sul bicchiere le labbra arricciando il naso per lo schifo del sapore "Non lo copre il sapore."

L'intruglio creato dall'ufficiale medico funzionò a dovere mettendoci il suo tempo di azione ma il colore blu stava scomparendo dalla pelle, pertanto poteva somministrarlo a Parker sedato sul lettino dell'infermeria.

Knight lasciò andare la mano di Parker tornando nella saletta adiacente stringendosi forte nelle braccia di Uhura che con tutto il dispiacere che provava la consolò come da buona amica.