EPISODIO 1*10
Col senno di poi avrebbe dovuto saperlo. Ed ora fissarlo, mentre dormiva in quel letto troppo piccolo per un uomo della sua statura (in mezzo a cuscini scomodi e coperte prurigginose) le faceva venire nuovamente le lacrime agli occhi.
[INIZIO FLASHBACK]
"Non fa un caldo asfissiante?!"
"Richard non ti puoi togliere la cravatta a tavola"
E giù chiacchiere, inutili chiacchiere.
Su chi passerà dove le vacanze di Natale, su Lorelai che non c'era.
"Io sto scoppiando, abbasso un po il termostrato" disse alzandosi da tavola.
E ancora chiacchiere.
"Richard... Richard"
Lo aveva seguito in cucina e lo aveva trovato accanto alla finestra spalancata.
"Che fai ti prenderai una polmonite!" disse chiudendola.
Niente.
"Torna a tavola"
Ma lui non la seguì. Era in piedi con uno sguardo vacuo.
"Richard. Richard" urlò un po più forte.
Era bianco. Era teso. Era sudato.
Di getto prese il telefono e compose un numero.
"911 qual'è l'emergenza?"
[FINE FLASHBACK]
Ed eccolo lì, il giorno di Natale.
Avrebbero dovuto essere a casa a fare l'amore e invece erano in ospedale.
Se lui fosse morto, tutto quello che avrebbe ricordato era di avergli detto di non toccare il termostrato.
Non 'ti amo Richard' o 'sono così felice di trascorrere il Natale insieme anche se a casa' oppure una qualunque vocalizzazione del loro rapporto appassionato.
Solo uno sterile 'non toccare il termostrato'.
E vogliamo parlare di quel maledetto papillon?!
Quello che, come aveva detto a Luke, non riusciva più a mettere via dopo che i paramedici in ambulanza lo avevano tolto per farlo respirare?
Odiava quel pezzo di seta. Le ricordava la moglie pessima che era stata.
'Abbiamo ospiti non puoi togliere la cravatta'
Lui poteva morire e lei lo voleva vestito.
Quando era diventata così fredda nei confronti di Richard?
Da quando il benessere degli ospiti superava quello del suo adorato marito?
E aveva provato a rimediare, poco prima, quando era appena arrivato in camera.
Aveva cercato di tergiversare, mentre lui spiegava dove fossero i documenti del testamento, lei si occupava di coperte e cuscini.
"Emily vuoi ascoltarmi! Se muoio..."
"No! Richard Gilmore, succederanno un po di cose in questo ospedale ma la tua morte non è in programma"
"Ma potrebbe"
"No! Non ho dato il consenso per la tua morte! Non deve accadere, capito?! Non questa sera e di certo non prossimamente... mi sono riproposta di andarmene per prima! Mi sono spiegata?!"
Poteva bastare?
Avrebbe capito che stava dicendo che non poteva e non voleva vivere senza di lui?
O l'aveva preso per un altro dei suoi squilibri isterici dovuto al fatto che quella sera le cose non erano andate come lei aveva previsto?
"Certo Emily faremo come vuoi"
Le prese la mano libera e la strinse.
Le tremavano le labbra e cercava di fermarle pigiandovi sopra le dita mentre teneva il ricevitore.
Non si dissero nulla.
I loro sguardi valevano più di mille parole.
Ma lo erano davvero?
Avevano passato una così bella serata con Rory quando c'era stata la tempesta di neve la settimana prima. Ed ora che potevano emulare, lui era in ospedale.
Ricordò la conversazione di quando andarono a letto quella sera e sorrise tristemente.
[INIZIO FLASHBACK *8]
"Sei offesa?"
"Per cosa?"
"Per la faccenda della teglia"
"Odio ammetterlo ma era la verità"
"Ma non dovevo dirlo in quel modo"
"Forse no... ma comunque..."
"Non volevo sminuirti"
"Lo so"
"Ricordo le rare volte in cui cucinavi a piedi nudi e solo la mia camicia indosso"
"Oh le volte in cui bruciavo tutto perché venivi a cercarmi e finivamo per fare l'amore sul bancone della cucina o sul pavimento?"
"Esatto"
"Cucinare non è il mio forte"
"Ma eri brava comunque"
"Grazie"
"Mi manca quel bancone"
"Anche a me"
"Ma abbiamo un comodo letto" disse iniziando ad accarezzarla.
"C'è Rory nella stanza degli ospiti" rispose accaldata.
"È dall'altro lato della casa se stai zitta non ci sentirà"
"Se io sto zitta? Mio caro, a seconda di quello che facciamo, tu ruggisci come un leone"
"Staro quieto"
"Affare fatto"
[FINE FLASHBACK]
