Erano le 9 di sera e la casa era nuovamente in lutto.

L'unica buona notizia era che, nonostante tutto, Bates avrebbe potuto restare a Downton.

"Povera creatura" disse con tristezza la governante, sentendosi in colpa per la sua passata gelosia.

"Lady Grantham come sta?" chiese Anna sinceramente preoccupata.

"Tra poco le porto da mangiare ma sono sicura che non lo toccherà nemmeno"

Durante questo scambio nella sala della servitù, Sarah O'Brian sedeva in silenzio con un'espressione afflitta.

Rispose con un terrorizzato PERCHÉ ME LO CHIEDI alla domanda di William su come stesse, poi affermò che era stato uno shock.

"Sarà meglio che tu ceni qui Branson. Può darsi che ci sia bisogno di te più tardi" disse in tono grave il maggiordomo.

"Alle 10 vado a prendere il dottore" replicò l'autista.

"Che banda di musi lunghi!" esclamò privo di tatto Thomas entrando.

"SEI PREGATO DI MOSTRARE UN PO PIÙ DI RISPETTO!" esclamò Carson cercando di contenere la sua rabbia.

"Suvvia milady se ne farà una ragione, non sarà stato più grande di un criceto"

"Tieni chiusa quella boccaccia" disse Bates serio.

"Ha ragione si può sapere che ti prende Thomas?" chiese la governante visibilmente irritata.

Mangiando, rispose tranquillamente:

"Non so questa atmosfera mi rende claustrofobico. Certo che mi dispiace, ovvio, ma perché prendersela tanto? Sono i padroni non sangue del nostro sangue"

A quelle parole, alla signora Hughes vennero i brividi pensando a quando aveva detto all'incirca le stesse cose al signor Carson due anni prima.

"Thomas non devi dire così" disse Daisy scioccata e schifata dal suo atteggiamento.

"Dimmi, esiste qualcosa a questo mondo che tu rispetti?" chiese William iniziando a spazientirsi.

La signora Hughes alzò lo sguardo fissandolo.

Il povero ragazzo aveva un cuore d'oro e ora avrebbe sofferto nuovamente un lutto nel giro di breve tempo.

Poi fissò Thomas, che disse le parole peggiori della sua esistenza:

"Sentitelo, se fa tante storie per il figlio mai nato di una che a mala pena sa il suo nome, non mi stupisco che fosse disperato quando mammina ha tirato le quoia.."

A questo, sconcertata come tutti, si voltò verso il signor Carson.

Avrebbe voluto fare la mamma chioccia ma doveva trattenersi.

Il maggiordomo dal canto suo rimase a bocca aperta, specie quando William scattò avventandosi sul collega per picchiarlo, anche se ne fosse uscito perdente, si sarebbe comunque sfogato.

Per quanto Carson urlasse a entrambi di smetterla mentre dei piatti venivano rotti, passarono 20 secondi prima che qualcuno cercasse effettivamente di dividerli. Forse pensavano che William avesse il diritto di agire sfogandosi e Thomas meritasse tale azione.

Solo quando Branson prese William, lo stesso signor Carson trattenne Thomas, rischiando di spezzarlo, spingendolo poi fuori da una delle porte.

A parte una pacca sul braccio del giovane da parte dell'uomo più anziano (quasi a dirgli BRAVO BEN FATTO) e un SE L'È MERITATO a voce alta dell'autista, nessuno disse nulla.

"Basta! Preparate per la cena" ordinò la signora Hughes e tutti obbedirono.

"Sarò nella mia dispensa" disse il signor Carson sgualcito e spettinato (la colluttazione infatti aveva liberato un ricciolo dai confini del gel per capelli, ed ora riposava sulla sua fronte).

"Posso venire un momento?" chiese preoccupata la governante.

"Datemi cinque minuti"

Fatto passare il tempo richiesto, la donna entrò con due tazze di latte caldo e miele.

"Ho pensato poteste gradire qualcosa per calmare i nervi"

"Grazie, lo apprezzo moltissimo" disse l'uomo alzandosi, chiudendo la porta e spostando per lei la sedia.

"Preferite qualcosa di più forte?" chiese la signora Hughes, notando che il collega era nuovamente in sé, pettinato e senza pieghe sulla livrea.

"Il latte caldo va benissimo ...è corroborante" disse soffiandovi sopra e assaggiandolo, godendo il miele sulla lingua.

"Come va?"

"Non capisco quel giovane. Le ho provate tutte. Arrabbiarmi, non arrabbiarmi.

Dargli doppia dose di lavoro, non considerarlo. Niente sembra funzionare. Ho parlato comunque con Lord Grantham e abbiamo deciso di licenziato senza referenze, anche se farlo dopo la festa non mi entusiasma"

"Bene. La veda da questo punto di vista, Abbiamo bisogno di una mano in piú.

È un ragazzo problematico. Una forza della natura, non in bene purtroppo. Ho parlato con William"

"Oh..."

"Gli ho detto che siamo qui se vuole parlare, so che è il vostro preferito" disse abbozzando un sorriso, grata quando lui glielo restituì arrossendo.

"Non posso negarlo, lui è speciale"

Il silenzio calò tra i due ma Carson si accorse che la collega aveva gli occhi lucidi.

"Che succede?"

"Pensavo a sua signoria. Mia madre ha perso un bambino dopo di me e so quanto ha sofferto.

La vita in una fattoria in Scozia è dura, non ha potuto concentrarsi troppo sul suo dolore, forse è stato un bene. Ho solo paura che milady non abbia niente che la distragga abbastanza"

"Avete un cuore d'oro"

"Grazie, mi vergogno solo di averla invidiata"

"Invidiata?"

"Ha tre figlie meravigliose, anche se non tutte mi piacciono in egual maniera. E anche se il suo status la porta ad essere più una gran dama che una madre è comunque una persona dolce e premurosa.

Certo avere un maschio era fondamentale ma lei amava quel bambino perché era suo.

Era il loro miracolo, dopo 18 anni. E io... scusate sono una sciocca" disse con le lacrime che le rigavano il viso.

"Signora Hughes... la vostra risposta è cambiata non è vero?"

Non c'erano bisogno di altre parole, capì subito a cosa si riferiva. A QUELLA domanda di pochi anni prima, su aver preso strade diverse, un altro lavoro, aver avuto una famiglia.

"Si.." sussurrò. Poi aggiunse:

"È meglio che vada", pensando 'PRIMA DI RENDERMI TOTALMENTE RIDICOLA'.