"È il suo dono di nozze. Non potevamo avere le fedi e così..."

"Tu che gli desti?"

"Un portasigarette"

"È bellissimo" disse la bambina guardando il gioiello.

"Era di tua nonna, sua madre. Si chiamava Rose Kathe, sono riuscita a darti il suo secondo nome ma è stato una lotta visto che nessuno da noi in famiglia si chiama così"

"Grazie! Lo amavi molto vero?"

"Oh si e lo amo ancora!" disse tristemente.

"Come vi siete conosciuti?"

"Ragazzina quante cose vuoi sapere!"

"Be il signor H è in viaggio per lavoro, e noi possiamo parlare del mio papà indisturbate"

"Avevo quindici anni e all'epoca le scuole non erano miste.

Quando tornavo a casa con la mia compagna, ci imbattevamo sempre nello stesso gruppo di nostri coetanei.

Tuo padre era così affascinante, ma non ci parlammo mai. Un giorno, ci scontrammo e i nostri quaderni caddero.

Ci scusammo porgendoceli delicatamente e ci separammo"

"Tutto qui?!"

"Quando quel pomeriggio mi venne voglia di disegnare feci una scoperta terribile. Non era il mio album ma il suo"

"Oh!"

"E c'è di più! Nell'ultima pagina vidi un mio ritratto"

"Un tuo ritratto!?"

"Sì... Mi prese il panico perché nel mio quaderno ce ne era uno suo"

"Cioè non vi eravate mai parlati ma eravate presi dal colpo di fulmine?!"

"Esatto. Ci incontrammo il giorno seguente come al solito e ci scambiammo i quaderni. Parlammo un po e da lì cominciò tutto"

"Com'è romantico!"

"Adesso dormi amore mio!"

Quella notte Laura fece a memoria il ritratto di Bob e il giorno dopo lo regalò alla figlia.

Dopo qualche giorno andarono nel parco dove i due innamorati erano soliti passare le giornate a ridere scherzare e disegnare.

Non avendo una tomba per piangerlo, Laura si recava all'albero con le loro iniziali e ogni settimana ci lasciava un fiore.

Laura si allontanò per prendere un gelato alla figlia, che notò un uomo vicino all'albero.

"Ciao!" disse vedendo l'uomo accarezzare i nomi incisi.

"Ciao a te!" si voltò e rimase sorpreso da quanto somigliasse a Laura.

"Hai un'aria familiare!"

"Anche tu!"

"Aspetta! Bob?"

"Non credo di..." poi vide il cammeo al suo collo.

"Quel ciondolo, dove lo hai preso?"

"Me lo ha regalato la mia mamma"

"Oh.. Come ti chiamai?"

"Andrea! Andrea Kathe!"

"Kathe, la mia mamma si chiamava così"

Laura si avvicinò alla figli:

"Tesoro, quante volte ti ho detto di non parlare agli sconosciuti!

E poi non devi importunare il ..."

"Laura!?" disse Bob incredulo.

La donna alzò lo sguardo verso l'uomo abbronzato e rimase sconvolta.

"Oh mio ..." e svenne.

"Mamma! Mamma!"

In quel periodo il marito di Laura era in giro per il mondo, come diplomatico, e quindi non era a casa quando un taxi riportò Andrea, Bob e la madre svenuta a casa.

Bob la prese in braccio e la portò su in camera.

"Posso camminare!"

"Non è il caso che ti sforzi" le disse amorevolmente.

Lei si strinse tra le sue braccia e chiudendo gli occhi, inalando profondamente il suo profumo, e gli chiese:

"Quando sei tornato?"

"Un paio di giorni fa"

"Sei vivo? Non è un sogno?" chiese mentre la poggiava sul letto.

"Ecco l'acqua" disse Andrea porgendo un bicchiere alla madre.

"È meglio che vada ora"

"No!" reclamarono in coro le due donne prendendolo per entrambe le mani.

"Ti prego resta!"

"Vado a prenderti qualcosa da bere. Cosa vuoi? Abbiamo la Coca Cola"

"Va bene ragazzina"

Andrea sorrise lasciando la stanza.

"È molto carina, ti somiglia!"

"Grazie"

"Mi ha detto che si chiama Kathe"

"Sì"

"Bella casa"

"Bob..."

"Hai fatto bene a sposarti"

"Bob..."

"Davvero ti capisco. Infondo..."

"Bob! L'ho chiamata come sua nonna paterna.

E ti assicuro che ha il tuo carattere"

I due si guardarono e Bob sedette accanto a Laura prendendole le mani.

"Vuoi dire che.."

"Sì è tua figlia! Ho dovuto sposarmi ma non c'è stato giorno che non abbia pensato a te!"

"Anch'io perché non mi hai risposto, o detto di lei? Io ti ..."

"Io ti ho sempre scritto, e ti ho detto di Andrea! Ho smesso quando mi è arrivato un telegramma che mi informava della tua morte.

Eccolo guarda" e porse all'uomo un foglio vecchio e piegato.

"Devono aver intercettato le nostre lettere. Anch'io ti ho sempre scritto ma non ho mai ricevuto risposta! Credevo che..."

"Non ne ho ricevuta nessuna"

"Sei bellissima"

"E tu sei abbronzato" disse accarezzandolo ricordando come fosse bianco di carnagione quando si erano conosciuti.

"Mi sei mancata"

"Anche tu amore mio" disse mentre lui asciugava una lacrima dalla guancia.

Si chinò su di lei e si baciarono dolcemente.

Poi sempre più avidamente e quando si staccarono si abbracciarono e Laura scoppiò a piangere:

"Credevo non ti avrei più rivisto!" disse singhiozzando.

"Anch'io! Pregavo di tornare da te"

"E io pregato perché tornassi, anche dopo quel maledetto pezzo di carta."

"Ti amo Laura Hobbs"

"Oh dio che bello sentirlo ancora" disse la donna baciandolo forte.

Dopo cinque minuti Andrea bussò:

"Papà? Scusa so che hai degli arretrati con mamma ma qui c'è la tua coca cola"

"Lei sa?"

"Sì. È molto intelligente"

"Posso... Avere un abbraccio?"

"Assolutamente si piccola"

Si misero di nuovo a piangere di commozione tutti e tre mentre sussurravano i loro nomi.

"Ora devo andare" disse dopo cena.

"Il signor Henderson non c'è e non tornerà prima di una settimana.

Resta papà, ti prego"

"Non posso"

"Dove alloggi?"

"Ti ricordi casa mia?"

"Sì certo"

"Lì. Un amico l'ha tenuta in caldo per me"

"Ci rivedremo?" disse Andrea mentre il padre metteva la giacca.

"Tua madre sa l'indirizzo. Se davvero il signor H non torna prima di una settimana venite quando volete."

Così dicendo baciò di nuovo appasionatamente Laura, poi abbracciò la figlia e se ne andò.

Da quel giorno si videro quasi tutti i giorni, anche quando il signor H era rientrato.

A diciassette anni, Leonard con supporto di Drew spedì Andrea in Europa per studiare, cercando così di allontanarla dal cugino Andy che voleva fare il poliziotto.

Bob si offrì di aiutare nell'ombra, la fece accogliere da dei suoi amici, pagandole gli studi di legge (cosa che lei desiderava fare) e spesso andava da lei.

A causa della sua vita piena di vizi, quando Andrea aveva circa trentacinque anni, il signor H morì e lei poté tornare a casa.

Non lo aveva mai sopportato, nemmeno nei primi dodici anni quando pensava fosse suo padre.

Dopo qualche anno, tanto per far calmare le acque, Laura e Bob si sposarono e lui poté riconoscere la figlia che, per lavoro, già si presentava come Andrea Hobbs.