Grace era andata via dopo che Sharon aveva fatto la sua apparizione con l'abito nuovo.

"Cos'hai?" le chiese Peter seguendola in camera.

"Niente vai di sotto"

"Grace.. Perché piangi?" chiese preoccupato sul serio, prendendola tra le braccia e chiudendo la porta.

"Ti prego Peter va via" disse lei allontanandosi.

"Non finché ..."

"Cosa c'è da dire?

"Amore dimmi cosa c'è che non va? È per quello che ha detto mia madre..."

"No, Audrie non c'entra! Ora ti prego..."

"Grace, parlami!"

"Non è niente davvero!"

"A me sembra che sia qualcosa invece"

"Il vestito! Ecco, l'ho detto"

"Il vestito?"

"Sì, quello di Sharon"

"Come può un vestito provocarti una crisi esistenziale?"

Sapeva benissimo la risposta.

Anni prima le avevano diagnosticato un tumore al seno, nessuno in famiglia lo sapeva e lui lo aveva scoperto per caso.

Grace disse che sarebbe partita per una convention ma il giorno dopo lo chiamarono da una clinica oncologica dicendo che c'erano state delle complicazioni. Salì sul primo volo e quando la raggiunse fu messo al corrente della triste realtà: Grace aveva un tumore maligno in metastasi e avevano dovuto asportarle entrambi i seni, ma c'erano stati problemi in sala operatoria.

Quando la moglie si risvegliò dopo due giorni si sentì male al vedere il marito davanti a lei.

Per i successivi sei mesi dissero alla famiglia che sarebbero andati in crociera, ma era una copertura per le sedute di chemio e radioterapia.

Il problema fu che, contrariamente al suo mestiere, Grace non riuscì mai a parlare di come si sentiva, con nessuno nemmeno con Peter, che non sapeva come aiutarla.

"Mi rispondi? Perché ce l'hai con quel vestito?"

"Perché... Lascia stare!"

"Tiralo fuori dottoressa Foley! Dillo!"

"Per il mio seno ecco perché!"

Il marito la guardò con orgoglio e la strinse a sé, mentre i suoi occhi si appannavano e lei piangeva.

"Brava! Vai avanti!"

"È stupido, non è neanche un modello che avrei usato ma..."

"Ma..."

"Odio queste maglie a collo alto! Odio dover mettere il push up, ridicolo alla mia età, per non dover far sapere che non ho più niente. E odio..."

"Cosa?"

"Non darti più la visuale al quale eri abituato"

"Non dirai sul serio?!"

"Certo! Sei un uomo e il seno è una parte dell'anatomia femminile che colpisce tutti gli uomini"

"Non questo uomo! Grace non fraintendermi ma credevo mi conoscessi meglio di così!

Non sono un di quegli uomini che se gli chiedi

DI CHE COLORE HO GLI OCCHI? Loro rispondono sbavando UNA TERZA ABBONDANTE!

Avevi un davanzale eccezionale ma non è per questo che ti amavo, ti amo e ti ho sposato. E non vado in cerca di quello che MANCA!

Non c'è più è vero ma TU... TU sei qui!

E se dovessi scegliere tra averti con il seno a tre metri sotto terra o così, perdonami ma scelgo QUESTA vita!

Ho creduto di perderti e quando ti ho visto in quel letto..

Non so come non sono svenuto quando mi hanno avvisato per telefono che eri andata in coma sotto i ferri."

"Ma Peter..."

"Grace! Non è il seno che ti fa essere la donna che amo, o la madre dei nostri ragazzi! Non è un decoltè che ti fa essere brava nel tuo lavoro!

Non è un davanzale che mi farà smettere di bramare il tuo corpo come l'ossigeno... So che è semplice da dire ma non da accettare, ma credimi, QUESTO non mi manca perché TU non sei venuta a mancare" le disse mettendole le mani sul petto, dove sarebbe stato il seno.

"Se non vuoi usare il pushup non metterlo.

Non m'importa, voglio solo che parli con me! Non chiedo altro"

"Mi dispiace .. so che non sei quel tipo d'uomo ma ho paura di perderti"

"Non ti deve dispiacere!

Non credevo che potessi fartelo pensare!"

"Non sei stato tu. L'ho pensato e basta"