Arrivò a casa all'una di notte, dopo aver mangiato un panino con George. La macchina della moglie era posteggiata come al solito e Ben in tutto il giorno non era riuscito a dirgli che se ne era andata.

Provò a entrare in camera ma la porta non si aprì.

Pensò che l'avesse chiusa dall'interno, lì per lì non ricordò che erano mesi che Joyce gli chiedeva di aggiustare la serratura.

Prese dall'armadio nel corridoio una coperta e un cuscino e dormì in salotto nel divano letto.

La mattina dopo alle 7 uscì, lavato e sbarbato.

La sera prima aveva portato i suoi abiti alla lavanderia a gettoni così pur non entrando in camera aveva potuto cambiarsi.

Le lasciò un biglietto attaccato alo specchio all'ingresso e andò al lavoro:

'Non è come pensi!

Ti amo e mi manchi da impazzire.

Parleremo stasera prometto. Ti prego...'

Per tutto il giorno non fece che pensare a lei, in modi diversi dagli altri giorni. Alle cinque finalmente acciuffarono l'assassinio, che poi era il postino della zona, e lui sospirò dicendo a Ben:

"Potresti occupati tu delle scartoffie? Devo andare a parlare con Joyce"

"Ma capo, se ne è andata ieri. L'ho sentita chiedere al tassista di accompagnarla all'aeroporto"

"Cosa?! Ieri?! Non può essere! Perché non me lo hai detto?"

"Ci ho provato ma ..." e Tom era sparito un'altra volta.

"Joyce! Joyce!" gridò per tutta casa. Magari era tornata indietro e all'aeroporto non era arrivata.

Entrò in cucina e sul tavolo vide una busta con scritto il suo nome.

La sera prima non era neanche entrato in quella stanza, se solo lo avesse fatto avrebbe capito subito.

Tremando e deglutendo a fatica l'aprì e rimase scioccato quando dalla busta cadde la fede nuziale di Joyce e l'anello di fidanzamento che portava ancora, e lesse:

'Mi hai deluso! Da te non me lo aspettavo, ma forse è colpa mia..

Credevo che il mio amore ti bastasse purtroppo mi sbagliavo!

Chissà quante volte hai finto di essere soddisfatto di me, del mio corpo, della mia presenza. Anche a letto!

Sto partendo, non cercarmi e non chiamarmi!

Chissà forse non lo farai a prescindere.

Addio Tom, spero che chiunque sia ti faccia (o facciano) più felice di quanto io e la mia orrida cucina non siamo riusciti a fare in tutti questi anni, e che ti SODDISFINO come meriti, in TUTTI i sensi.'

Alcune parole erano sbavate, chiaro indice che aveva pianto mentre scriveva.

Dopo un momento di shock, prese le chiavi della macchina e si diresse all'aereporto di corsa.

Si diresse subito a chiedere informazioni all'assistente di volo alla reception.

"Salve scusi, ha visto questa donna?" disse Tom facendogli vedere una foto di Joyce.

"Mi dispiace signore ma non possiamo fornire informazioni. Per la privacy"

"Ma è mia moglie!"

"Non importa signore! Potrebbe aver preso quella foto ovunque.Oppure essere.."

"Cosa? Un dirottatore?"

"La prego si calmi o chiamo la sicurezza"

"Ma sono un poliziotto! Sono l'ispettore capo Barnaby"

"Mi mostri il tesserino" chiese la hostess, premendo comunque il pulsante sotto il bancone.

"Dove diavolo... Dannazione!" Tom si era 'autoperquisito' ma ricordò che nella fretta aveva lasciato il distintivo sulla scrivania.

"Ci sono problemi!" chiese un omone grande e grosso vestito di nero e con la scritta SECURITY sul petto.

"Quest'uomo..."

"No! Faccio una telefonata" disse chiamando Ben per fargli portare il tesserino.