Dopo aver controllato da cima a fondo l'appartamento di Adam Preston senza trovare nulla, la squadra tornò in centrale.

La sala operativa era vuota e anche l'ufficio di Sharon.

"Dov'è il Capitano?"

"Avrà avuto una soffiata e sarà andata a controllare ma dove?"

"Alla Union Station"

"E come fai a saperlo?" chiese Provenza.

"Ho appena tracciato il suo cellulare" disse Mike.

"Il treno! Ragazzi se il bambino si trova lì lui e Sharon sono in pericolo"

"Andiamo che aspettiamo"

Nel frattempo Sharon trovò, in un capanno, Kyle legato ad una sedia privo di sensi.

Di Preston non c'era traccia.

"Tesoro sono della polizia mi chiamo Sharon e sono qui per portarti via"

Kyle, svegliatosi annuì.

"Sharon che ci fai qui" salutò Adam alle sue spalle.

"Sono venuta ad arrestarti"

"Non credo proprio" disse puntandogli contro una pistola.

"Abbassa l'arma e parliamone"

"Non sei in posizione di dettare regole, se non ti levi di torno tu e il bambino farete una brutta fine"

Nel Maine intanto...

"Finalmente a casa!" esclamò Jessica appena aprì la porta.

Seth stava pagando il taxi e le disse di avviarsi che avrebbe portato da solo i due trolley dentro.

La donna aprì le finestre per far arierrgiare le stanze e mise su il bollitore del the.

Era quasi l'una del mattino e il volo era stato piacevole.

Stranamente questa volta, invece di addormentarsi suo marito, si era addormentata lei.

《Dal pranzo con Sharon e Andy sapeva che qualcosa non andava e voleva affrontare l'argomento ma non sapeva come.

Avrebbe dovuto chiedere?

O lasciare che glielo dicesse lui quando si sentiva pronto?

Avrebbe rischiato di sembrare indifferente, disinteressata o addirittura di non essersi accorta di nulla riguardo allo stato d'animo del marito se fosse rimasta zitta?

Così mentre la sua testa si affollava di domande, aveva chiuso gli occhi e si era appisolata, con la testa sulla spalla di Seth.

Lui d'altro canto si chiedeva se dovesse parlare con lei di come si sentiva e della sua decisione di lasciarla.

Le sei ore di volo passarono velocemente e presto furono a casa.》

"Vuoi del the?" gli chiese appena lo sentì entrare.

"No grazie! Controllo se c'è posta in ambulatorio e poi mi faccio una doccia"

"Ti va... Di dividerla con me?" chiese maliziosamente avvicinandosi a lui e lisciandogli la giacca sul petto.

"Meglio di no! Sono molto stanco e domani devo fare delle commissioni importanti" disse salendo in camera con le valigie.

Jessica ci rimase male, le cose forse erano peggio di quanto pensasse.

Quand'era stata l'ultima volta che erano solo loro due, a braccetto per il loro paesino, parlando del più e del meno, scherzando e ridendo?

Il giorno dopo, o meglio quel giorno, era venerdì e lui non sarebbe stato o reperibile fino al lunedì dopo.

Il piano era quello di passare l'intero weekend a letto col suo caldo marito, alzandosi solo per andare in bagno e forse mangiare.

La morte della sua gemella l'aveva sconvolta e poter ritrovare l'intimità con Seth l'avrebbe aiutata, oltre al fatto che lo voleva disperatamente.

Voleva gridare il suo nome e sentire come lui la chiamava.

Avrebbe fatto bene anche a lui, forse!

Mentre Jessica beveva e pensava a quando mettere in atto il suo piano di seduzione, Seth era in camera a svuotare le valigie.

Sistemò la roba del bagno, mise a lavare gli abiti che lo necessitavano e portò in stireria il resto.

Prese un pigiama pulito, il cuscino e andò a farsi una doccia.

Appena fuori dal bagno si guardò allo specchio notando riflesso una foto del loro matrimonio. Sospirò, si vestì e scese nell'ambulatorio controllando che tutto fosse apposto.

Aprì il divano e si coricò, deciso a passare le prossimo due settimane lì.