"Dimmi Brian" rispose un po scocciata quando le suonò il cellulare, costringendola a fermarsi sul ciglio della strada.

"Ciao cara... Scusa ma quelli della casa editrice vogliono spostare la firma e la presentazione del libro"

"Oh! OK quando?"

"A domani"

"Scusa credo di non aver capito"

"DOMANI"

"Domani?! Sei pazzo?!"

"Lo so mi dispiace"

"Ma io sono organizzata per tra due settimane"

"Lo so ho le mani legate. Mi dispiace, fammi sapere quando arrivi all'aeroporto che ti vengo a prendere col jet"

"Come se avessi scelta!"

"Ci vediamo cara"

Chiusa la chiamata iniziò a piovigginare.

Rinunciò a trovare suo marito e tornò a casa a fare le valigie e intanto pensava a come dire al marito dello spostamento repentino di programma.

"Sei tornato!" disse felice andando da Seth quando questi tornò a casa, bagnato fradicio ma con una cesta piena di pesci.

"Lo sai che con la pioggia si pesca meglio. Ho provato a chiamare ma..."

"Si lo so sono stata al telefono tutto il giorno, scusa. Mi ha chiamato Brian dicendo che hanno spostato la presentazione a domani"

"Oh bene!"

"Tranquillo ho già fatto le valigie"

"A che ora ti devo accompagnare all'aeroporto?"

"Pensavo di mangiare e... Aspetta! Come, non vieni?!"

"No, non posso. Sono stato fuori fin troppo e oggi alcuni di quelli che ho incontrato mi hanno detto che hanno bisogno di essere visitati."

"Ma io pensavo.."

"Scusa vado a lavare i pesci"

Mentre si stava dirigendo in cucina, il luogo dopo la camera da letto piú importante per loro, il telefono dell'ambulatorio squillò e lui sparì nel suo ufficio.

Tristemente Jessica tornò in camera a togliere la roba del marito dalle valigie compresa la sua 'sorpresa', era inutile infatti portarla se lui non ci sarebbe stato.

Una volta finito, la povera donna sedette sul letto e cominciò a pensare.

Cosa succedeva a suo marito?

Cosa gli aveva fatto?

Era arrabbiato?

Deluso?

La tradiva?

Come avrebbe voluto restare a casa con lui invece di partire per il Vermont!

Seth intanto era affacciato a guardare la pioggia.

Odiava non parlare con la sua Jess, specie quando di solito quando c'era quel tempo, erano avvolti sotto le lenzuola.

Il telefono in realtà non era squillato, era lui stesso che, andando in cucina, aveva avviato la chiamata dal suo cellulare per evitare di parlare con sua moglie.

Ora era solo, con il cervello in fumo. Doveva parlarle?

Dirle come si sentiva?

No, chiaramente esisteva un dio ed era d'accordo con la sua decisione di lasciarla se la presentazione era stata spostata al giorno dopo, visto che non poteva aspettare due settimane!

Decise che, non appena sarebbe partita, avrebbe contattato il cugino dell'Australia per farsi inviare i biglietti (se li avesse fatti a Cabot Cove, tempo record e Jessica l'avrebbe saputo).

Jessica decise che non poteva più sopportare quel silenzio.

Gli scrisse una lettera, prese la valigia, fece passare il biglietto sotto la porta e uscì, dirigendosi all'alimentari all'angolo a comprare due panini e acqua minerale prima di prendere un taxi e farsi portare all'aeroporto.

Sentendo che scendeva le scale, Seth finse di parlare ancora al telefono e, quando vive il foglio svolazzare verso di lui, silenziosamente lo prese e lo lesse:

'Mio adorato,

Ti chiedo scusa! È chiaro che qualcosa ti sta turbando e credevo avessimo chiarito ma è ovvio che non è così.

Mi manchi terribilmente!

Mi manca il modo in cui mi guardi, la tua voce calda, la tua pelle sulla mia, il modo in cui mi tocchi e fai l'amore con me...Mi manchi TU!

Vorrei tanto cambiassi idea circa il venire con me, sappi che non ho alcuna voglia di andarci a prescindere.

Ti chiedo scusa qualunque cosa ti abbia fatto e che chiaramente ti fa star male.

Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo...'

Aveva scritto TI AMO finché l'inchiostro della penna si era completamente consumato (di alcuni se ne vedeva il solco sul foglio, ed altri erano sbavati da qualche lacrima).

Rimase paralizzato per un lungo momento prima di precipitarsi all'aeroporto.

Arrivò in tempo per vederla salire sul bimotore del loro amico Ned.

Il suo cuore era in subbuglio. Desiderava fermarla, prenderla e baciarla nella speranza di tornare a casa, ma anche salire e andare con lei senza cambio abiti sarebbe andato bene.

Invece decise di rimanere in auto, con i tergi vetri accesi, mentre l'acqua colpiva il parabrezza distorcendo la bella figura di sua moglie.

Come avrebbe potuto andare da lei?

Lei aveva chiesto scusa pensando di essere la causa del suo stato d'animo orribile! Non poteva essere più lontano dalla verità!

Era la prova che lui non la meritava.

Aspettò che l'aereo partisse e diventasse solo un puntino all'orizzonte quando le mandò un messaggio, sapeva che diligentemente lei avrebbe spento il telefono appena dentro al veicolo.

Per sicurezza prima provò a chiamarla.

Quando, come previsto, scattò la segreteria e le scrisse un massaggio accettabile: le diceva ciò che provava per lei, senza sbilanciarsi troppo su ciò che presto avrebbe fatto.

'Sono io il problema, non tu! Non ci pensare, vai e fatti valere!

Vorrei essere con te! Ti amo moltissimo'