In sala operativa, mentre il tenente Miller e la moglie li ringraziarono per aver ritrovato il figlio, il cellulare di Andy squillò.
"Ancora questo numero ma chi diavolo è?"
"Andy che succede?" chiese Provenza.
"Non lo so è tutta la mattina che chiama"
"Rispondi magari è importante"
"Tenente Flynn"
"Salve sono il Dottor Hardy dell' ospedale di Cabot Cove, sto cercando di chiamarla da tutta la mattina. Lei è tra le chiamate del Dottor Seth Hazlitt"
"Si certo é mio Zio ma cosa è successo?"
"È stato vittima di un incidente stradale non è grave ma non è nenache una cosa da poco, ora le spiego"
"Andy che succede?" chiese Sharon avvicinandosi quando chiuse la chiamata.
"Mi hanno chiamato da Cabot Cove. Zio Seth ha avuto un incidente ed ora è in ospedale"
"Cosa? E Zia Jessica?"
"Non lo so.
Chiamo Jonathan e e mi faccio portare i soldi per i gioelli, vedo se riesco a recuperare la parure oggi. Scusate devo parlare con Taylor"
La faccenda si risolse più in fretta del previsto.
Si fece trovare a Griffith Park e quando lo scambio fu effettuato, il ladro venne arrestato.
"Che vuoi fare ora?" chiese Sharon quando scesero in garage.
"Domani prendo il primo volo per Cabot Cove e vado da Zio. Ho già parlato con Taylor, non ne era felice ma.. ha detto si"
"Vorrei tanto venire ma si infuria se non vede almeno me qui"
"Tranquilla"
"Ma posso portarti in aereoporto"
"Non ce ne sarà bisogno chiamerò un taxi"
"Stai tranquillo tuo zio starà bene" disse abbracciandolo cercando di alleviare la tensione e non pesare il fatto che lui non voleva l'accompagnasse.
Andy si scansò e disse:
"Andiamo sono stanco. Devo lasciarti al condominio e.."
"Andy.. Rusty oggi mi ha portato questi" disse scostando i capelli e rivelando i ciondoli a forma di cuore che lui le aveva regalato.
Flynn si concentrò sulla guida e disse:
"Gli ho detto di portarteli visto che ci eri rimasta male a non averli"
"Grazie" disse baciandolo sulla guancia.
Per tutto il tragitto, rigorosamente in silenzio, Sharon lo fissó: si vedeva che era arrabbiato, ma anche era terribilmente bello.
Il capitano desiderava parlare, chiarire perché l'aria di tensione era insopportabile ma non sapeva come affrontare il discorso.
Entrati videro il tavolo apparecchiato per quattro mentre Rusty e Joyce stavano preparando da mangiare.
"Ciao mamma, ciao papá" disse il ragazzo.
"Ciao tesoro, ciao Joyce"
"Ciao figliolo, Joyce"
"Papá, resti a cena vero? Così dopo a casa ci andiamo insieme"
"Ascolta figliolo sono molto stanco e..."
"Oh ma io pensavo che viveste insieme!" disse Joyce.
Andy si affrettò a dire:
"No, questo è l'appartamento di Sharon. Io abito in una casa indipendente"
Il cuore di Sharon si era spezzato: aveva definito l'appartamento come 'la casa di Sharon' (escludendosi dal nucleo abitativo) e anche se aveva detto 'io abito' e non 'casa MIA ' quelle parole la rattristarono molto.
"Come ti dicevo sono stanco e poi è successa una cosa e domani devo partire. Stai tranquillo mangia con calma. Se poi vuoi vieni le chiavi le hai!
Sono talmente stanco che se tocco il letto mi addormento..se resto non sarei di compagnia"
"Com'è andata?"
"Bene. Sharon ha trovato Kyle"
"Veramente?! Brava Sharon"
"Sì brava mamma"
"Grazie ma..."
"Sono molto stanco scusate. Ciao Joyce, figliolo, capitano" con un gesto della mano se ne andò.
La cosa non passò inosservata alla cognata, che chiese:
"Perché si è rivolto a te così? Come mai ti ha chiamata Capitano?"
"È un 'gioco' che facciamo"
"Zia puoi mettere nei piatti la pasta? Mamma ti devo parlare" disse Rusty facendo cenno con la testa di uscire fuori.
Sharon lo seguì fuori e poi chiuse la porta finestra.
"Che succede tra voi due?"
"Niente"
"Mamma che hai combinato?"
"Ci credi...Non lo so"
"Oh sì ci credo eccome"
"Scusatemi vado da lui"
"E sarà meglio"
"Ascensore" gridò Sharon sul pianerottolo.
Nel corridoio alcune persone con le quali Andy lo condivideva misero la mano alle porte in maniera che non si chiudessero.
"Grazie!" esclamò quando entrò sistemandosi proprio vicino a lui.
L'uomo si era rintanato in un angolo e aveva sospirato forte quando lei era entrata.
"Andy Ti devo parlare"
"Scusa ho un taxi da prendere"
"Non hai chiamato il taxi"
"Ho chiesto a Ralph di farlo"
"Signore mi scusi se interrompo il taxi è arrivato" disse il portinaio appena uscirono dell'ascensore.
"Ok grazie Ralph"
"Possiamo parlare?"
"Di che cosa?"
"Di quello che è successo oggi"
"Non è successo niente, capitano"
"La vuoi smettere di chiamarmi capitano"
"Come dovrei chiamarla?"
"Chiamarla? Ok va bene tu adesso vieni con me" e lo spinse nella stanza dove Ralph di solito controllava la il palazzo dalle telecamere.
"No! Sono stanco vado a casa" e così dicendo si affrettò a salire in macchina e andarsene.
