Cravatte e bretelle
Cap. 7
In fatto di donne il tenente Flynn era un esperto, ma con Sharon Raydor si dovette ricredere. Una donna particolare, piena di sorprese e imprevedibile, ecco chi era quella donna che gli aveva rubato il cuore. Credeva gli avrebbe concesso una sola notte d'amore, invece i loro incontri erano continuati. Nulla di cui lamentarsi, ma Sharon voleva comandare anche nella loro relazione.
Comandare al lavoro, andava bene, lei era un capitano e lui un tenente. Ma non voleva dire lo stesso fuori dal lavoro, Flynn la vedeva in questo modo, ma a volte diventava predominante il lato oscuro di Darth Raydor. La predisposizione al comando, prendeva la mano in una relazione difficile e impegnativa. Il lavoro non aiutava, anzi era motivo discussione, proprio come quella mattina.
Era presto e la giornata si prospettava complicata. La squadra della Crimini Maggiori era sulla scena del crimine e quando si accorsero che c'era la squadra del FID e il capitano Raydor, cominciarono a scoppiare scintille per la competenza delle prove.
Durante una sparatoria due poliziotti e un civile erano rimasti a terra e una quantità elevata di proiettili non aiutava a capire la dinamica degli eventi. Purtroppo Flynn conosceva una delle vittime e sperava che l'indagine fosse affidata alla Crimini Maggiori. Un primo sopralluogo da parte del FID non spiegava la dinamica del crimine, la scena era complicata. Serviva una grande esperienza, ma il capitano Raydor e i suoi uomini non intendevano abbandonare l'indagine e si atteggiavano come se avessero la soluzione di tutti i problemi.
Provenza riprese il capitano Raydor, per come indicava i corpi, ricordando che quei poliziotti avevano un nome. Pretendeva rispetto per le vittime. Flynn sottolineò che conosceva una delle vittime, il capitano rispose che con un civile a terra, la competenza era del FID e anche l'intervento del capo Johnson era servito a poco. Flynn rimase un poco a guardarla, mentre stretta nel trench dava ordini ai suoi uomini che correvano da tutte le parti. Era bellissima, trionfante e sicura di sé: Darth Raydor manifestò il suo splendore e la maestria nel dirigere l'unità più temuta del dipartimento. Provenza si avvicinò, borbottò qualcosa contro la donna e i suoi uomini e si allontanò. Quando vide che Flynn si attardava, lo chiamò, riportandolo alla dura realtà. Aveva fantasticato per qualche minuto, sfuggendo all'orrore di quel giorno. Pensare a Sharon lo rendeva sereno, felice, libero da ogni ansia. Tornò alla realtà, l'impatto fu duro, ma si riprese subito e raggiunse il collega, cercando di mascherare quell'attimo di gioia che lo aveva pervaso.
"Torniamo in centrale! Quella donna è insopportabile!" Borbottò Provenza.
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La giornata era cominciata nel peggiore dei modi, l'atmosfera era tesa. Dopo varie discussioni e qualche insulto, quella maledetta giornata era terminata. Il tenente Flynn sperava di concluderla meglio di come era cominciata. Era già da poco di tempo che rimuginava e quel pensiero era diventata un'ossessione. Doveva chiedere a Sharon cosa volesse fare, ci aveva già pensato fin troppo, adesso aveva bisogno di una risposta. In fondo erano mesi che si frequentavano, non stava chiedendo la luna.
Attese che tutti andassero via e si recò al FID. Anche quell'idiota di Eliot se ne era andato, mentre la luce nello studio del capitano Raydor era ancora accesa. Bussò e rimase sulla soglia della porta. Sharon alzò lo sguardo e sorrise. Era contenta di vedere Andy, voleva dire che non era arrabbiato, erano volate parole forti in quel giorno.
"Che ne dici … pensavo andare al Serve, per cena. Sai è considerato uno dei ristoranti più … "romantici" di L.A." Sorrise imbarazzato "Giusto per … ecco… sai… noi due …"
Sharon sgranò gli occhi, era stata colta di sorpresa, divenne rossa in volto. Quel tipo di proposta da parte di Andy non se la sarebbe mai aspettata. Perché voleva rendere la loro relazione complicata? Stava procedendo bene, perché rovinare tutto con una proposta simile. Esitò, lo sguardo tradiva l'incertezza. Voleva essere libera, perché impegnarsi? Sorrise imbarazzata, balbettò qualche parola …la verità era che non sapeva che cosa dire. Cioè, sapeva che …no, non lo sapeva neppure lei. "Maledizione Andy, perché mi chiedi questo?" Pensò tra sé.
"Puoi rispondere di no. Me ne farò una ragione. Pensavo che noi due ..." Era rimasto male, sperava in una risposta affermativa per chiudere bene una giornata di merda.
"Senti Andy è che …"
"Ho capito. Guarda, se per te va bene così … lasciamo stare." Andò via sconsolato. Sharon sospirò, aveva rovinato tutto e lo sapeva. Era sorpresa, non stava facendo nulla per salvare la relazione con Andy, che era diventata sempre più conflittuale. Dopo un paio d'ore, sperò che Andy non fosse più arrabbiato.
Messaggio: Ci vediamo stasera da me?
Attese con trepidazione la risposta che arrivò immediatamente, forse non era così arrabbiato.
Messaggio: Ok, passo da te dopo l'incontro.
Messaggio: Ti aspetto, così parliamo.
Dopo l'incontro, si presentò con la cena cinese. Sperava di chiarire la situazione, forse aveva agito in maniera impulsiva. La relazione con Sharon era cominciata quasi per caso, nessuno dei due pensava che avrebbe funzionato, eppure si frequentavano già da vari mesi. Un progetto non era contemplato, si andava avanti un giorno alla volta, senza pretendere legami.
In fondo chiedeva di andare a cena in un posto romantico, non voleva dire che dovevano dichiarare la loro relazione in pubblico. Però quella sarebbe stata la prima e vera uscita come coppia, forse Sharon aveva paura proprio di questo. La loro relazione importava a Sharon? Non l'aveva capito. Il suo comportamento l'irritava. Non riusciva a capire perché volesse mandare tutto all'aria. Sembrava felice di stare insieme. L'intesa sessuale era perfetta, andavano al cinema, trascorrere le serate insieme era routine normale. Forse non era così per lei. Questa sensazione turbava Andy, non capiva il comportamento di Sharon.
Sharon sperava di farsi perdonare. Era stata colta di sorpresa, non si aspettava un'accelerazione sulla loro relazione. Quel "romantico" l'aveva spaventata, significava essere insieme, una coppia. Voleva che tutto restasse in quel modo: semplice, segreto, discreto.
La cena fu piacevole, avevano abbassato la guardia. Avevano bisogno di una tregua, la giornata era stata dura, erano incerti su come sarebbe terminata quella sera. Entrambi volevano trascorrere una serata tranquilla e porre i presupposti per migliorare il rapporto, senza litigare ancora. Sapevano che ne dovevano parlare, ma stava andando tutto bene, cena piacevole, buona compagnia, … perché rovinare tutto? Le coccole sul divano divennero presto bollenti e si spostarono in camera da letto. Il sesso era fantastico, Sharon non voleva rinunciarci e anche Andy ne era soddisfatto. Fecero l'amore come se fosse l'ultima volta, perché sapevano che qualcosa mancava. La comunicazione? Parlare di lavoro era pericoloso, gli animi si accendevano, la passione irrompeva e le parole rovinavano tutto. Dopo aver riposato erano abbracciati l'uno all'altro.
Andy sapeva che Sharon non era pronta, ma voleva sentirselo dire. Accennò alla proposta di una cena romantica e la sentì irrigidirsi. Chiedeva di andare a cena in un luogo pubblico, come fanno tutte le coppie. Era stanco di quei posti troppo riservati o fuori mano. Si chiedeva il perché di tanta segretezza. Silenzio.
"Hai detto che volevi parlare."
Sharon rimase sul vago, voleva prendere tempo, tattica usata in tutte le discussioni. Chiedeva un compromesso valido, per non dichiarare pubblicamente la loro situazione sentimentale. Sapeva che Andy era discreto, ma più di una persona al Dipartimento aveva dei sospetti. Il sergente Eliot le aveva riferito di voci che giravano sul suo conto e sul tenente sciupafemmine della Crimini Maggiori. Le voci dicevano che si frequentavano, qualcuno ipotizzava che fosse solo sesso, altri che fosse una storia impossibile per incompatibilità di carattere, altri ancora dicevano che non ci avrebbero mai creduto che il capitano Raydor stesse con il tenente Flynn.
"Sharon …"
"Girano voci su di noi …"
"E allora?"
Si appoggiò su un gomito e lo fissò negli occhi "Allora non voglio pettegolezzi, sorrisetti e frasi allusive. Persino il sergente Eliot sospetta di noi."
"Al diavolo Eliot e tutti quanti!" Era arrabbiato, o meglio furioso. Si alzò dal letto e pose una distanza tra loro. "Devo andare …" Il tono era brusco, nervoso, era scontento del comportamento di quella donna. Voleva prendere tempo, come ormai faceva in tutte le discussioni. Era incerta, insicura e non voleva qualcosa di serio e di limpido. L'aveva irritato, lo sapeva. Sharon era impreparata, non si aspettava che quella relazione diventasse così travolgente. Andy si vestì in fretta e si avviò verso la porta. Si voltò e la fissò. Scosse la testa, il silenzio esprimeva il valore che dava alla relazione. Non era importante, adesso l'aveva capito. Sharon si alzò e cercò di raggiungerlo, ma Andy uscì sbattendo la porta. Rimase a guardare la porta chiusa, scoppiò a piangere, non era riuscita a dire a quell'uomo appena uscito dalla porta e dalla sua vita, quanto l'amasse.
Continua …
