Richard sapeva che si stava comportando da idiota ma non poteva farci niente.
Aspettò di essere solo nel bagno per rinfrescare il viso e si guardò allo specchio.
Era davvero così invecchiato?
E se si, da quando?
Le cose erano andate storte con Emily e il lavoro quando era stato male quel famoso Natale ma fortunatamente le cose si erano rimesse a posto, anche se dopo molto tempo e con non pochi sforzi.
Ed ora sembrava rivivere tutto.
Era così oppresso dal lavoro che non stava più con sua moglie, e quando sua moglie non poteva lui lavorava. Non gli piaceva. Non lo voleva. Eppure non riusciva a vedere, per la prima volta dopo anni, la fine del labirinto che lo circondava.
Uscì e si diresse verso il bar, sperando di non essere in ritardo per vedere Rory.
Da lì avrebbe avuto una buona visuale ma sarebbe rimasto in ombra e pregò silenziosamente di non beccare Emily, quello non era il momento adatto.
Ovviamente non fu fortunato perché la moglie, che doveva aveva una sorta di radar, lo sgamò al secondo bicchiere.
"Abbiamo il tavolo prenotato"
"Sto bene qui"
"Ti comporti in modo irrazionale.Mettiti seduto"
"Prima finisco il mio drink "
"Non sarai contento finché non rovinarai la serata!"
Lorelai provò a farli ragionare ma non ebbe fortuna.
"Mi metterò seduto quando ne avrò voglia"
"Richard abbassa la voce!"
"No non abbasserò la voce! Ho pagato una fortuna per stare qui e parlerò forte quanto mi pare"
"Ci metti in imbarazzo e metti in imbarazzo Rory"
Le prossime parole le spezzarono il cuore.
"Non è stata una sua idea ma tua. Questa ridicola serata è una tua idea!"
"Non vuoi che Rory sia presentata in società?!"
Non poteva crederci. Lo aveva fatto per lui, per regalargli un ricordo che non aveva di sua figlia.
Ricordava bene il suo viso triste e irrigidito quando Rory, durante la tempesta era a casa loro e aveva trovato l'album delle fotografie. Come scappò quando vide la foto di Lorelai con l'abito bianco e quando rispose con un secco NO alla domanda LA MAMMA HA DEBUTTATO IN SOCIETÀ?
"Al diavolo la società"
"Basta vi prego!" esclamò Lorelai portandoli in un'altra stanza.
Cercò di farli ragionare ma non ci fu verso.
"Non volevo venire ... sapevi che non volevo venire"
"Peccato perché abbiamo delle responsabilità sociali" rispose in malo modo.
"Sono arcistufo di sentirtelo ripetere!"
"La gente si aspetta che noi andiamo in certi posti e facciamo certe cose. Non possiamo tirarci indietro e tu lo sai"
"Sai cosa sto passando in ufficio..."
"La tua vita non è soltanto quella dannata società"
"Ti ho detto che ho dei problemi ma chissà perché sembra che tu non ascolti! Non mi stai a sentire, non ascolti nessuno"
"Ma questo non è vero!" Era scioccata.
Davvero non capiva?
A parte il ballo, che era importante a livello affettivo, LORO avevano delle responsabilità che dovevano mantenere. Se Trix lo avesse saputo, non ci avrebbe messo due secondi a incolpare lei.
Come osava accusarla di una cosa del genere?
E come poteva ascoltare se lui non le parlava?
"Non è vero?! È mai stato a sentire quello che dici?"
Chiederlo a Lorelai era come volerle fare del male di proposito, dati i loro precedenti.
La figlia invece la stupì difendendola, a modo suo, blaterando qualcosa (essendo in ansia nel vederli in quel modo) che lo lasciò senza parole.
"Io ti ho ascoltato Richard sto bene cosa ti sta succedendo"
"Davvero?! E cosa?" chiese sarcasticamente.
"Hai perso un cliente"
"No, non ho PERSO un cliente. Mi è STATO TOLTO un cliente. M è stato tolto un cliente che avevo portato io personalmente in questa società dieci anni fa"
"Ci sono altri clienti Richard"
"HO SEGUITO IO QUEL CLIENTE PER DIECI ANNI" urlò facrndosi quasi venire un infarto.
Gli rispose con foga, facendogli capire che lo ascoltava:
"Perché ti lamenti tanto?! Sì ti hanno tolto quel cliente, ma ti hanno anche dato una promozione"
"Oh Emily..." disse esasperato.
"Hai detto che ti hanno spostato in un ufficio più grande, ti hanno dato un nuovo titolo e anche un posto al parcheggio"
"Emily dannazione io vengo messo da parte!"
"NO NON È VERO!"
Lo disse con fare autoritario. Nessuno poteva metterlo da parte perché lui era vitale per tutti.
Soprattutto per lei. Voleva fargli capire che se anche sul lavoro lo avessero fatto (cosa che non poteva essere) per lei, lui sarebbe stato sempre il numero 1.
"Come sarebbe a dire 'Non è vero', lo so quando vengo messo da parte. Ho inventato io la prassi in questa società... credi che non abbia fatto la stessa cosa ad Alan Parker?"
"Alan Parker si è ritirato!"
"Alan Parker è stato messo da parte... adesso ho io il suo ufficio, ho io il suo posto macchina... sai cosa succederà..."
Iniziò un lungo sproloquio su come avrebbe dovuto iniziare al lavoro un giovane, lasciandogli lo spazio perché si faccia le ossa, in attesa che questo lo soppianti nella ditta.
Madre e figlia erano basite, col cuore in mano.
Faceva male vedere quel gigante d'uomo che amavano, soffrire così.
Internamente Emily era straziata. Suo marito, che aveva lavorato così a lungo in quella società, ora si sentiva defraudato. Probabilmente aveva ragione.
Come si sentirebbe lei se qualche amica del DAR le tirasse un tiro mancino?
Ma lei sapeva cosa voleva dire essere messa da parte.
Proprio ultimamente lo aveva sperimentato di nuovo e proprio da parte del suo adorato marito, per non parlare di quando Lorelai I veniva a casa.
E lei si dava forse per vinta?
Passava le giornate a piagnucolare su un nefasto futuro?
No, lei era una combattente. Lei agiva.
Perfino dopo il mese a letto per il dolore nella perdita di figlia e nipote, si era rimessa insieme (anche grazie all'amore e alla cura di Richard ma comunque).
E questo doveva farlo anche lui.
Avrebbe preferito parlarne a casa, avrebbe sopportato meglio perfino gli strilli.
Lo avrebbe lasciato sfogare, magari abbracciandolo.
Doveva farlo reagire in qualche modo.
Lui le dava la schiena, arrabbiato e sconsolato.
Lei drizzò le spalle e disse con fare autoritario:
"Va bene e allora?"
"Allora cosa?" chiese voltandosi di scatto.
"E se anche fosse così... ci sono altre opzioni"
"Io non voglio altre opzioni! Voglio alzarmi ogni mattina, mettermi il mio vestito e andare in ufficio a fare il mio lavoro come ho fatto ogni giorno negli ultimi 30 anni. Questo è quello che voglio fare.
È l'unica cosa che voglio!"
Emily si sentiva male,molto male.
Rory li interruppe dicendo che sarebbe stata la prossima, così tutti, ognuno per sé, tornarono al salone.
"Dovevi esserci tu là ...niente è andato come doveva andare" disse sconsolata Emily mentre Rory sfilava. Non voleva insultarla, era solo triste perché aveva capito che, per l'ennesima volta, aveva deluso suo marito.
Non lo capiva più. Chissà se l'aveva mai fatto.
Poteva sentire la voce di sua suocera nelle orecchie, sfottendo e deridendo.
Quando la ragazza finì, con la coda dell'occhio vide il marito recuperare il soprabito e andarsene.
