EP 17- IL BRANCO...

Da qualche parte nelle fitte foreste dell'America settentrionale, sorgeva una raduna popolata da un villaggio segreto. Le case erano costruite con legno, il che contribuiva a mantenere il luogo nascosto. Un gruppo di bambini giocava all'aperto, mentre altri si rincorrevano tra loro.

La giornata calda permetteva alle madri di stendere il bucato appena lavato e scambiare chiacchiere con le vicine di casa.

In apparenza, nulla sembrava poter rovinare la giornata degli abitanti della raduna.

Molti uomini e padri di famiglia erano al lavoro, ognuno svolgeva il proprio ruolo: chi tagliava legna, chi pescava, chi si alzava presto per cacciare selvaggina per la cena.

I paesani vivevano in una calma apparente, e molti giovani erano all'oscuro di un brutto segreto: un colpo di stato che aveva destabilizzato le vite dei licantropi trent'anni prima.

Purtroppo, l'artefice di quel colpo di stato non aveva ancora pagato per le proprie malefatte e ora comandava con pugno di ferro sulla raduna.

I più coraggiosi avevano sfidato l'usurpatore a viso aperto, e molti di loro, incapaci di sopportare l'idea di servire il vile oppressore, erano fuggiti in esilio, creando un nuovo branco in attesa del giorno in cui il vero erede di Elizabeth Uchiha

avrebbe potuto reclamare il suo posto e cacciare una volta per tutte l'infame che aveva usurpato il ruolo che non gli spettava di diritto. Trent'anni prima, un giovane licantropo di basso rango di nome Zannafè era un ambizioso guerriero.

Aveva dimostrato le sue ottime abilità di combattimento, ma per l'ammirazione di molti licantropi del branco gli diedero alla testa.

La sua grande ambizione gli fece scalare velocemente le vette della gerarchia, ma la sua arroganza lo rendeva non idoneo per ricoprire il ruolo di leader.

Ignorando i campanelli d'allarme che aveva lanciato, il giovane Zannafè aveva cercato il potere a discapito degli altri e aveva seminato discordia tra i giovani del branco.

Molti si rammaricavano del fatto che all'epoca ignorassero numerosi segnali d'allarme lanciati dal giovane Zannafè.

I suoi comportamenti erano ambigui, e le trame segrete per i suoi fini personali andavano a discapito di chiunque si frapponesse tra lui e le sue aspirazioni di potere.

Le continue richieste di attenzione lo facevano apparire un grande sbruffone, pieno di sé e cieco alle necessità del benessere del branco.

Il precedente alfa (il padre di Elizabeth) spesso rimproverava il suo atteggiamento ribelle e il desiderio di soppiantarsi nel ruolo di leader, anche quando non possedeva le qualità necessarie per essere una guida adeguata.

Il suo obiettivo era quello di sottomettere tutti i bambini nati all'interno del branco, creando faide all'interno del gruppo di giovani.

Molti non sopportavano la sua ossessione di essere sempre il primo e di pretendere di avere ragione, e ogni volta che un bambino aveva il coraggio di proporre un'idea o lamentarsi legittimamente dei suoi modi prepotenti, subiva delle punizioni severe

Elizabeth e la sua amica Gwen avevano avuto numerosi scontri con lui, sia verbali che fisici.

Il vecchio alfa, all'epoca, non aveva compreso appieno i primi segnali di pericolo che venivano messi in risalto dai cattivi comportamenti del giovane Zannafè , e nessuno avrebbe potuto immaginare che un bambino così giovane potesse avere ambizioni tanto malvagie.

Con il colpo di stato era inevitabile, Zannafè aveva tradito il suo branco, alleandosi con licantropi nemici e mettendo in pericolo la vita degli abitanti del villaggio.

Molte donne del villaggio, all'epoca dei fatti, riuscirono a affidare i propri figli alle mani coraggiose di coloro che si opposero al tiranno.

Alcuni adolescenti impavidi e assettati di giustizia si unirono ai loro padri, fratelli e zii fuggitivi, con la promessa di ritornare un giorno.

Ancora oggi, dopo molti anni, molti di loro non sanno cosa sia accaduto ai loro parenti in fuga, poiché nulla entrava o usciva senza la supervisione ferrea di Zannafè e dei suoi infami alleati.

Ogni giorno, i saggi del villaggio si riunivano per fare il punto della situazione, ma con esiti sempre negativi: nessuna notizia.

Nel frattempo, nel gruppo dei più piccoli, ancora all'oscuro del fatto che Zannafè non fosse il vero alfa del loro branco, continuavano a giocare spensierati. Durante una delle loro partite, la palla finì oltre le recinzioni che delimitavano il perimetro del villaggio.

Dopo la sua conquista illecita, il falso alfa aveva drasticamente ridotto le dimensioni del villaggio, suddividendolo in varie aree recintate con filo spinato e sorvegliate dalle sentinelle licantropi dell'altro branco suo alleato.

?:-Momoka, hai ripreso la palla? Dai, ti stiamo aspettando per continuare a giocare prima dell'ora di cena! - ᓀ ᓂ

Gridò uno dei bambini più grandi del loro gruppo.

Tra di loro c'è una bambina che si chiama Momoka, aveva sei anni e i capelli le arrivavano fino a metà schiena.

I suoi capelli erano di un viola scuro e occhi vivaci, con il suo sorriso e la sua allegria rallegravano le giornate tristi e monotone della madre e della nonna.

Lei rimase sorda alle grida del suo compagno di giochi perché la palla non riusciva a trovarla con tutta l'erba alta che le offuscava la visuale.

Per lo più, la sua attenzione era rivolta verso un buco di medie dimensioni che creava un'apertura alla base del filo spinato.

La piccola fu attratta verso la foresta che veniva separata dal filo, impedendo agli altri di entrare ed uscire.

Tutta via, Momoka con la sua curiosità la portava sempre a desiderare di esplorare il mondo fuori dalle mura del filo spinato che delimitava il villaggio, e con la sua ingenuità richiamò il resto del gruppo per mostrar loro il buco.

Quando gli altri nove bambini arrivarono, la videro affacciata davanti al recinto e seguendo il dito di Momoka, scoprirono cosa la stava tenendo occupata.

Anche loro rimasero incuriositi dal buco; nessuno di loro l'aveva mai notato prima, nonostante spesso giocassero nelle vicinanze.

Mo:- Cosa ve ne pare di andare oltre il filo spinato e esplorare negli intorni? - ^^

Propose la bambina, ma molti, sentendo la sua proposta, fecero dei passettini indietro, restii a seguire la sua strampalata idea preoccupati per le conseguenze che avrebbero potuto incontrare se venissero scoperti dagli adulti.

Tuttavia, la giovane generazione desiderava avventure e nuove scoperte, mentre gli adulti cercavano di proteggerli dalla verità nascosta dietro il colpo di stato che aveva sconvolto le loro vite.

Il bambino che prima l'aveva richiamata si fece avanti.

Era alto, aveva sicuramente 8 anni e i suoi capelli erano di un castano chiaro. I suoi vestiti avevano dei rattoppi dove erano stati ricuciti dalla madre dopo che lui era caduto tante volte giocando fuori con gli amici."

?:- Momoka, sei fuori di testa? Non sai cosa si cela dietro il filo spinato. Gli adulti ci hanno detto che è stato messo lì per proteggerci dai pericoli esterni. Non credo che sia una buona idea. - (ó_ò。 )

Solo a pensarci, sia lui che il resto del loro piccolo gruppo ebbero un brivido condiviso che percorse i loro corpicini.

L'idea di trovarsi faccia a faccia con una creatura pericolosa pronta a sbranarli era spaventosa.

Mo:- Ma cosa dici, Joshua? Vergognati! Tu dici sempre che nulla ti può spaventare, e ora mi stai dicendo l'esatto contrario. Ma non pensi a quante avventure ci perdiamo e a quanti piccoli animali possiamo incontrare? - ୧ (✪∇ ✪) ୨

La bambina replicò, i suoi occhi si illuminarono come stelle, eccitata all'idea di avere delle avventure con i suoi compagni.

Una bambina un po' più grande di Momoka si fece avanti, la sua lunga treccia era appoggiata sulla spalla destra, mettendo in risalto il suo visino dolce.

Il blu dei suoi capelli brillava intensamente grazie alla giornata molto soleggiata e senza nuvole all'orizzonte.

?:- Momoka, lo sai che non possiamo allontanarci dal villaggio, abbiamo il coprifuoco, e se gli adulti ci scoprono fuori dalle mura, ci metteranno in punizione per il resto delle nostre vite. - (•́ _ •̀ )

Mo.: - Ma non vi annoiate di restare sempre rinchiusi?... Dove sta il brivido dell'avventura, di scoprire nuovi posti e vedere luoghi che non abbiamo ancora esplorato a causa di questa rete? - (•⌓•)

Momoka osservò attentamente tutti i suoi compagni, cercando nel loro sguardo il riflesso del suo desiderio di avventura che l'aveva sempre contraddistinta dagli altri bambini del villaggio.

Amava profondamente la sua casa e la gente del posto, ma sentiva che c'era molto da scoprire al di là del filo spinato.

Vedendo che riceveva solo silenzio dai nove bambini, si rivolse speranzosa alla bambina con la treccia laterale, sperando che almeno lei fosse dalla sua parte.

Mo:- Sarah, non pensi che sia bello esplorare nei dintorni anche solo per dare un'occhiata? .- (・ิ.・ั)

S:- Momoka, tu sai che sei la mia migliore amica, però io non posso inseguirti in questa follia. Cosa succede se ci perdiamo all'interno della foresta?... La mia mamma ha solo me, non credo che io sia in grado di lasciarla da sola. - 〣(._.')〣

Sarah scosse la testa per scacciare la sola immagine di essere la causa delle lacrime della madre, il suo papà era morto da due anni, lei è figlia unica e la madre rimerebbe sola sé la piccola Sarah svanisse nel nulla.

Momoka si sentiva triste nel vedere che la sua amica del cuore non voleva seguirla in questa nuova avventura.

Joshua richiamò l'attenzione di tutti gli altri bambini, trovandosi al centro per prendere la parola.

J:- Va bene, facciamo come fanno i grandi quando si trovano in disaccordo su qualche cosa, mettiamolo ai voti... Alza la mano chi decide di seguire l'idea strampalata di Momoka?. - (∩_∩)

Joshua mise in atto un sistema democratico per prendere una decisione seguendo il modello degli adulti.

Alzare la mano era una buona idea per misurare il sostegno all'idea di Momoka all'interno del loro gruppo.

Vedendo che nessun di loro abbia deciso di seguire l'idea di Momoka.

Era comprensibile, dato che sono giovani e dipendono ancora dalle loro famiglie per la protezione e la sicurezza.

La foresta rappresenta un luogo sconosciuto e potenzialmente pericoloso per loro.

J:- Hai visto Momoka, nessuno di noi è disposto a mettersi nei guai solo per seguire le tue avventure.

Io dico di riprenderci la palla e continuare a giocare in cortile fino a quando le nostre mamme ci richiamano per andare a casa e cenare. - (∩_∩)

Sembra che i bambini abbiano preso la saggia decisione di riprendere la palla e continuare a giocare all'interno del villaggio, evitando il rischio che potrebbe comportare un'escursione fuori dalle mura protettive del villaggio.

Sé da un lato è una scelta ragionevole considerando la loro età e la necessità di rispettare il coprifuoco imposto dagli adulti. Dall'altra parte, forse, iniziarono a sentirsi un po' limitati dalla routine della loro vita all'interno del recinto.

Mo:- Ecco fatto! - (≧ᴗ≦) ✌

La vista di Momoka dall'altra parte del filo spinato, con il suo sorriso radiante, ha chiaramente sconvolto gli altri bambini.

Nessuno di loro credeva alla sfacciataggine della bambina, tanto vero che avevano gli occhi fuori dalle orbite inorriditi per la sua "pazzia" appena fatta. ꉺДꉺ💧

Mo:- Se a nessuno di voi fifoni è intenzionato a seguirmi, vuol dire che ci vado da sola. - ^^

È interessante osservare come i bambini, nonostante le loro affermazioni di sentirsi grandi e indipendenti, spesso cercano una figura che li guidi verso il loro cammino di crescita, e tendono a seguire l'esempio di chi si dimostra più audace, come nel caso di Momoka.

La sua curiosità e il suo desiderio di esplorare hanno involontariamente influenzato gli altri bambini, che ora la seguono come piccoli anatroccoli che seguono la madre.

Durante la loro esplorazione, le loro bocche non rimanevano mai chiuse, le loro espressioni di meraviglia non smettevano mai di aumentare.

Le folte chiome degli alberi creavano delle barriere protettive, celando a tratti alcuni raggi solari che ogni tanto facevano capolino.

L'erba era verde e rigogliosa, e il cinguettio dei numerosi uccellini era musica per le orecchie dei giovani esploratori.

Tutti, in un unico pensiero, si sentivano minuscoli come delle formichine per quando gli alberi erano alti e robusti.

Ogni tanto intravidero degli scoiattoli che saltavano da un ramo all'altro, e una delle bambine nel loro piccolo gruppo indicò gioiosamente il punto preciso dove aveva intravisto il musetto dolce di una piccola lepre.

Questo fatto aveva stimolato i loro istinti predatori, desideravano rincorrere la piccola lepre.

Peccato che, non appena Joshua aveva proposto l'idea, si scontrò immediatamente con l'opposizione ferma di Momoka.

Mo:- Joshua, come puoi pensare di rincorrere quel povero leprotto? Non ti fa un po' pena all'idea di spaventarlo a morte? - (ꐦ ◎曲◎)ノ゙

J: - Tu hai proposto di uscire dal villaggio, Momoka, o te lo sei dimenticata?... E poi, che male c'è, noi ci limiteremo a rincorrerlo e il gioco è fatto. - ( è_é) ╬

Joshua liquidò frettolosamente le preoccupazioni di Momoka, come se per lui le obiezioni della bambina non avessero importanza

Questa volta anche le altre bambine del gruppo di esploratori diedero man forte a Momoka: non volevano che i bambini del loro gruppo, nella foga della gara per chi riuscisse a catturare per primo il leprotto, finissero per fargli del male.

Le loro proteste vennero messe a tacere dai bambini capeggiati da Joshua; anche lui ebbe il supporto dei maschietti, elettrizzati all'idea di iniziare la loro gara.

Quante occasioni avrebbero di uscire fuori dal villaggio come oggi? Era un'occasione ghiotta per non approfittarne.

La frenesia di essere usciti senza il consenso degli adulti li rese sordi alle lamentele delle bambine, che cercavano di esortarli a non dare la caccia al povero animaletto.

Purtroppo, la situazione si concluse con i maschietti che si preparavano a iniziare le loro performance, mentre le bambine vennero posizionate in disparte sotto un albero nelle vicinanze.

Loro facevano le smorfie ai loro amici maschi e condividevano pensieri su come procedere.

Era una cosa esplorare la foresta per poi tornare al villaggio prima che qualche adulto si accorgesse della loro assenza; invece, erano finiti in questa situazione.

Momoka era la più determinata, in particolare contraria all'idea strampalata di Joshua di dare la caccia al povero leprotto.

Mo:- Non è giusto... Loro vanno a stanare un povero animale indifeso, mentre noi rimaniamo così, senza fare nulla. - (益●Д●)ノ゙

Si lamentava per l'ingiustizia che stavano subendo il povero animaletto, e anche le altre annuirono con un cenno dei loro capi.

Volevano solo godersi questa improvvisa passeggiata, ma a causa dei loro compagni ora non potevano fare altro che aspettarli.

Sarah, che era stata in silenzio durante tutto il tempo dello sfogo di Momoka, fece due passi in avanti e con coraggio prese la parola.

S:- Hai ragione, Momoka, ma noi non possiamo fare nulla per dissuaderli a non fare la gara. Sai come sono competitivi, ogni scusa è buona per mettersi a litigare. - (ಠᆺಠ₎

Anche lei, come il resto delle bambine, non gradiva queste sfide spericolate.

Erano molte volte finite nel fuoco incrociato, e i continui scontri verbali tra Joshua e Momoka avevano solo alimentato il malessere di una brutta convivenza tra loro.

Un'altra bambina del loro piccolo gruppo si alzò per esprimere la sua opinione; nei suoi occhi c'era un miscuglio di rabbia e insofferenza per questa ingiustizia.

I suoi capelli verdi lime erano racchiusi da un paio di grossi odango, legati da due graziosi nastri rossi.

?:- Sarah, Momoka ha ragione. Pensi che con questa ridicola sfida non finiscono per combinare uno dei loro pasticci?... Ti ricordi l'ultima volta cos'è successo nel villaggio?... Quando loro avevano deciso di iniziare una delle loro solite sfide? .

Alla fine è finito che tutto il villaggio era stato coivolto nel disastro imminente che hanno causato.- ('('メ)

Solo alla menzione del disastro di qualche mese prima avevano fatto rabbrividire tutte loro; ricordando come i detriti avevano invaso una vasta distesa di terreno, e che ogni singolo abitante del villaggio fu costretto a sgobbare per le successive due settimane per rimuoverli con la sola forza delle loro braccia e dei vari attrezzi che avevano a disposizione in quel momento.

Questa volta, nelle loro giovani menti, non sapevano come sarebbe andata a finire, se anche questa volta un disastro ancora più grande le avrebbe messe nei guai, ancor più grande di quando avrebbero fatto ritorno al villaggio prima di cena.

Momoka era ancora furiosa con Joshua e, fuori di sé dalla rabbia, si trasformò in una lupacchiotta dal manto bianco sporco.

Con uno scatto veloce, corse nella stessa direzione che avevano preso i maschietti nelle loro forme di lupi per braccare quella povera creaturina.

Al solo pensiero, aveva infiammato l'animo della piccola licantropa che aveva un fuoco che ardeva nelle sue iridi bruciate dall'ingiustizia che si stava compiendo in quel momento.

Vedendola sfrecciare via, anche le altre seguirono il suo esempio, la transizione tra uomo e bestia avvenne in gruppo, e corsero più velocemente che potevano per raggiungere in tempo l'amica prima che commettesse qualche sciocchezza.

La fatica non li aveva certo fermati nel lasciare la loro sfida alla caccia al leprotto, che in precedenza era stato visto da una delle bambine.

L'avevano presa come un'occasione per mettersi alla prova per vedere chi tra di loro resisteva il più a lungo possibile.

La caccia al leprotto era una scusa scema; loro non puntavano davvero a catturarlo, era solo una copertura per nascondere alle loro amiche il vero obiettivo della corsa.

In realtà, dietro a tutto questo conflitto tra loro e le altre, c'era una grossa bugia.

Nessuno di loro voleva che le loro compagne scoprissero che non era stata Momoka a scoprire per prima la grande buca che avevano trovato.

Mesi prima, uno dei ragazzi, James, l'aveva intravista per puro caso, e aspettando la prima occasione per essere soli, senza avere le ragazzine tra i piedi, seguirono Joshua.

Avevano esplorato la foresta e, come se fosse stato un segno dal cielo, avevano fatto molte esplorazioni e scoperto molto spazio per dare sfogo alle loro infinite energie senza essere rimproverati costantemente dagli adulti.

Decisero, d'accordo tra di loro, di tenerlo segreto e di andarci quando non avevano occhi puntati costantemente addosso.

La corsa era il loro sport preferito; non dovevano fare altro che correre senza una meta precisa, e questo era molto più gratificante che fare dei giri pigri intorno al campo di addestramento nel villaggio.

Ogni volta che c'era l'allenamento, era una noia mortale, e questo pensiero lo condividevano i cinque birbanti.

A volte sembrava che il loro insegnante li stesse trattenendo dall'allenarli, poiché non vedevano molte migliorie, e questo li aveva scoraggiati.

L'erba verde solleticava le loro zampe, e la frenesia aveva preso il sopravvento sui loro corpi quando intravidero il piccolo leprotto.

Li invitò a proseguire la corsa, ma con l'obiettivo di catturarlo vivo.

Come ben si sa, non appena il piccoletto li vide, prese a correre più veloce che poteva.

Ogni tanto, durante la corsa, alcuni di loro si spingevano leggermente, ma niente di serio; era un gioco per stimolarsi a vicenda e dare il massimo.

Anche nel campo di addestramento nel villaggio, quando il loro insegnante era di buon umore (raramente), li faceva fare dei lunghi giri e dava vari suggerimenti su come correre efficacemente e consumare poche energie.

Joshua, nella sua forma di lupo grigio, era riuscito ad acchiappare la sua preda, afferrandola con le sue fauci.

Il piccolino si dimenava freneticamente, e nei suoi piccoli occhi c'era dipinta una paura immensa.

Per sua fortuna, oggi era il suo giorno fortunato, e il piccolo Joshua si vantava di essere stato il primo a catturare la preda, godendo delle smorfie dei suoi compagni di scorribanda.

Poi, all'improvviso, una macchia bianca sfrecciò davanti a lui, rubandogli la preda che aveva faticosamente catturato.

Sia lui che il resto dei suoi compagni si voltarono e videro dietro di loro Momoka nella sua forma di lupa, che aveva tra le fauci il leprotto, e dietro di lei le altre bambine che avevano raggiunto l'amica scappata come una furia.

Entrambi gli schieramenti si fronteggiavano a viso aperto, gli occhi dicevano tutto e allo stesso tempo celavano, le loro zampe erano pronte a scattare al primo segnale di fuga, e questa volta chi la fa la spacca.

J:- Momoka, cosa ci fai tu qui?... Perché hai la mia preda? - è_é

Joshua le chiese telepaticamente, il suo tono di voce era molto arrabbiato per essersi fatto rubare il suo premio da Momoka, mentre quest'ultima, ancora sostenuta dalle altre, prese il controllo come loro leader

Mo:- JOSHUA... Cosa ti avevo detto? Non ti permetto di fargli del male, non lo vedi che è mezzo morto dallo spavento! - (Ò 皿 Ó ╬)

La bambina stava guardando con uno sguardo truce il suo compagno di giochi, e questa volta non si sarebbe limitata a castigarlo; avrebbe agito di conseguenza.

Infatti, con il piccolo roditore tra le sue fauci, prese la corsa, seguita a ruota dagli altri lupi di entrambi gli schieramenti.

Le lupe speronavano i maschietti cercando di buttarli fuori strada, e Joshua stava rincorrendo Momoka.

Nella fitta vegetazione, le loro agilità erano messe alla prova, ancora troppo giovani per eccellere nella corsa come i loro genitori, ma questo era un pensiero messo da parte.

Momoka schivava egregiamente gli spintoni di Joshua, che ancora le stava dando filo da torcere, ma lei non era conosciuta per arrendersi facilmente.

Le sue piccole zampe miracolosamente riuscivano a mettere leggermente in difficoltà il suo giovane inseguitore.

Erano talmente concentrati a rincorrersi che si erano dimenticati di aver perso il resto dei loro amici, e Joshua se ne accorse.

Prese la cosa come una brutta notizia, stava ora notando che avevano smarrito il sentiero che avevano preso in precedenza e lo comunicò subito a Momoka.

J:- Momoka, ci siamo persi...- (ó_ò。 )

Mo:-Joshua non ti credo, non cercare di farmi abbassare la guardia. - (ಠ︿ಠ)

Momoka non gli diede retta, convinta che fosse un tranello da parte del suo amico solo per riprendersi il leprotto.

Quest'ultimo veniva sbalzato a destra e a sinistra, il suo musetto si muoveva molto velocemente per incanalare abbastanza ossigeno necessario a sopravvivere a questa giostra della morte.

Mentre entrambi i giovani licantropi litigavano attraverso la telepatia, purtroppo nessuno si accorse che si stavano avvicinando pericolosamente a un dirupo.

Quando Joshua lo vide, i suoi occhi si spalancarono per la catastrofe imminente, che si sarebbe consumata sé non avesse fatto qualcosa alla svelta.

J:- MOMOKA, GUARDA AVANTII.. - ( ⁰д⁰)

Momoka ebbe solo il tempo di voltarsi quando la tragedia la colpì, una delle sue zampe si era esposta nel vuoto alla fine del dirupo, e non essendo stata capace di frenare in tempo fu catapultata verso davanti precipitando davanti a un atterrito Joshua.

Il piccolo tremolante e sotto shock, ebbe solo la forza di gridare il nome dell'amica appena precipitata davanti ai suoi occhi.

J:- MOMOKKKAAAAA... ヾ〣( ºдº )〣 ノ゙


ANGOLO AUTRICE:

Rieccomi qui, ditemi la verità nessuno si aspettava la comparsa di Momoka.

Per chi tra di voi non abbia a mente Momoka ecco come vi rinfresco la memoria.

Momoka appare per la prima volta nel cratone animato nell'episodio 35-Il compleanno di Momoka.

Mi è tanto piaciuta il suo personaggio e la sua interazione con Pam che ho voluto tanto inserirla nel io racconto.

Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate.

Kledy . ❤