Capitolo 8
Durante il viaggio Vivi ebbe il tempo di perlustrare la nave. Oltre all'infermeria dove Tashigi stava riposando, c'era la stanza del capitano. La scrivania era piena di documenti, oggetti e scartoffie di Nezumi, che prontamente finirono nella pattumiera. La libreria invece era ricca di libri interessanti e di carte nautiche che sarebbero potute tornare utili. Vi erano anche alcuni lumacofoni di diverse dimenzioni. Quelli piccoli che servivano per le missioni terrene, erano sintonizzati tra di loro e ricevevano fino a poche centinaia di metri. Quelli grandi si dividevano in lumacofoni per normali chiamate, lumacofoni da intercettazione e lumacofoni per le comunicazioni con le basi della Marina. Questi ultimi vennero prontamente disattivati perchè potevano essere localizzati grazie al sistema GPS (Global Positioning Snail), una complicata invenzione del genio Vegapunk, ancora in fase di sperimentazione.
Dopo aver dato una sistemata veloce, Vivi scese al piano di sotto, ignorando la parte dei dormitori che già conosceva. La stiva era piena di provviste, reti, spade, armi, proiettili e vestiario dei marines.
Proseguendo, arrivò alla prigione, dove era stata 'ospite' durante l'ultimo viaggio. Organizzate lungo le pareti c'erano catene da carcerazione collegate a pesanti palle di piombo, numerose manette di cui alcune fatte di Agalmatolite e diversi altri accessori di prigionia.
Una volta finta la perlustrazione, Vivi tornò al timone.
Non passò molto tempo prima che una piccola isola si mostrò all'orizzonte. Vivi si era tranquillizzata e aveva messo di nuovo il cappello in testa. Rufy inaspettatamente non aveva detto nulla e per il resto del viaggio era stato piuttosto silenzioso.
L'isolotto doveva essere disabitato ed infatti non si vedevano porti o città, ma comunque vi era una nave ferma in una piccola baia, con un Jolly Roger che sventolava sull'albero maestro. Vivi recuperò in fretta il registro con tutti i pirati rilevanti dell'East Blue e riconobbe immediatamente il teschio bianco con un cuore rosso.
"Sono i pirati di Alvida. Allora è qui che si nascondono. La Marina la sta cercando da un sacco di tempo e noi, senza volerlo, abbiamo trovato il loro covo".
"Alvida... Alvida... Mi dice qualcosa questo nome". Riflettè Rufy.
BOOOM
Una palla di cannone mancò di poco lo scafo della loro nave e subito dopo iniziarono ad arrivare colpi di fucile.
"Maledizione! Pensano che la Marina li stia braccando e cercano di affondarci".
"Rispondiamo al fuoco". Disse Rufy entusiasta.
"No, Rufy! Tashigi è ferita e non sarei mai in grado di affrontare una battaglia navale da sola. Devo arrendermi immediatamente e sperare che smettano di colpirci".
In tutta fretta, Vivi issò la bandiera bianca, pregando che accettassero la sua resa.
Per fortuna gli spari si placarono e Vivi potè avvicinarsi alla costa, gettando l'ancora nei pressi della terraferma.
"USCITE TUTTI CON LE MANI IN ALTO!"
Vivi si affacciò con le mani bene in vista. Ogni pirata le stava puntando contro un'arma da fuoco.
"Sono sola e disarmata. Ho un ferito grave in cabina che ha urgentemente bisogno di un dottore".
Alcuni pirati la fecero scendere a terra, al cospetto del loro capitano.
Alvida era una donna alta e molto robusta, con capelli neri ondulati e parecchie lentiggini sul viso. Portava una camicia a quadri rosa e sopra una giubba blu, mentre in mano teneva una grande mazza chiodata.
Rufy la guardò attentamente e poi esclamò: "No, non l'ho mai vista!"
"Che cosa vuoi, marine?" Disse Alvida osservando dall'alto in basso.
"Non sono più un marine. Sono stata etichettata come una disertrice. Ho rubato quella nave dopo aver attaccato 2 capitani ed essere scappata dall'isola di Dawn".
Alvida la osservò più attentamente. Vivi era malconcia, sporca di sangue su tutta la divisa, con una spalla ferita e bendata alla meno peggio. Si avvicinò e le diede un calcio nello stomaco, facendo cadere la ragazza in ginocchio e senza fiato.
"Ah ah ah! Quindi dovrei credere che sei scappata da una base della Marina, rubando una nave e battendo quel bruto di Morgan? Mi hai preso per una stupida?"
"Vivi, alzati e reagisci! Li puoi battere tutti quanti in un attimo", intervenì Rufy, vedendo la sua amica in difficoltà.
La ragazza dai capelli celesti riprese fiato e riprese a parlare.
"Mi chiamo Vivi e ti ripeto che ero un marine. La mia amica è stata gravemente ferita ed abbiamo bisogno di aiuto. Non abbiamo intenzioni ostili".
Alvida alzò la mazza e colpì Vivi sulla spalla ferita, facendola rotolare dolorante di lato.
"Ahahahah. Intenzioni ostili? Siete in due e neanche messe tanto bene. Forse non sai con chi hai a che fare. Io sono Alvida, Mazza Chiodata, la donna più bella di tutti i mari".
"Alvida, la più bella di... AH, SI! Ora mi ricordo di lei. Questa cicciona non vale niente. L'avevo battuta con un solo pugno. Attaccala senza paura, Vivi!" La incitò Rufy.
Vivi si rialzò con la spalla dolente.
"So chi sei Alvida. Ho visto la tua taglia di 5 milioni di Berry, ma sono qui solamente per chiederti aiuto. Se hai un dottore in ciurma, ti prego di salvare la mia amica".
La piratessa alzò nuovamente la sua mazza e colpì Vivi in pieno volto, ferendola e facendola cadere all'indietro.
"Che ne dici se invece ti prendo come ostaggio? Magari mi hai mentito. Magari sei un marine e per caso hai trovato il mio covo. Cosa ci guadagnerei nell'aiutarti?"
"Vivi, per favore, non farti trattare così. Insegna un pò di umiltà a questa cicciona presuntuosa", cercò di convincerla Rufy.
Vivi ignorò nuovamente il suo amico e si rialzò, ripresentandosi un'altra volta di fronte alla donna.
Alvida alzò per l'ennesima volta la sua arma, caricando il colpo con tutte le sue forze.
Immediatamente le mani di Vivi si tinsero di nero lucente e bloccarono la mazza un attimo prima di ricevere il colpo. Dopo un paio di secondi di stallo, si iniziarono a formare delle crepe sul metallo dell'arma e poi la mazza si spezzò in centinaia di frammenti.
Tutti i pirati presenti, rimasero a bocca aperta, mentre Vivi iniziò a parlare.
"Parli di bellezza come se fosse prettamente un fattore estetico. Da dove provengo io una persona la si valuta dalla purezza del suo cuore, non da come appare. Tutto ciò che ti ho detto su di me è la verità e ti ripeto che sono qui SOLO per chiederti aiuto. Dici di essere la più bella di tutti i mari, ma se ti approfitti di chi ha bisogno di soccorso, non dimostri bellezza, ma mediocrità. I più grandi pirati della storia hanno sempre scelto di mantenere alto il loro onore ed anche per questo sono stati reputati i migliori. Questa è la vera grandiosità! Questa e la vera bellezza!"
Alvida rimase stupita da ciò che aveva appena visto e sentito. Nessuno le aveva mai parlato in quella maniera e nessuno l'aveva mai umiliata così. Era stata insultata, ma allo stesso tempo aveva sentito qualcosa smuoversi nel suo cuore. Quelle parole erano state più potenti di un colpo di cannone. Una sconosciuta, apparentemente molto più forte di lei, le stava chiedendo aiuto, pur potendo ottenerlo facilmente con la forza. Se Alvida l'avesse soccorsa, avrebbe potuto approfittarne, chiedendole qualche grosso favore in cambio, ma in realtà stava provando qualcosa di diverso. Era come se il suo animo avesse già ricevuto un dono molto più grande ed era lei a doverla ripagare.
"Beh... c-credo che il mio medico possa dare un'occhiata alla tua amica e già che ci siamo anche alla tua spalla. D'altronde, se è vero che hai picchiato Morgan, meriti tutto il mio rispetto".
Vivi sorrise e le rivolse uno sguardo pieno di gratitudine.
Dopo aver ricevuto le cure mediche, potè finalmente andare a riposare in cabina.
"Bravissima Vivi. Ottimo risultato!" Si complimentò Rufy.
"Sono una principessa, mi hanno insegnato ad evitare la guerra, quando è possibile".
"Sai, ho riflettuto molto da stamattina e volevo chiederti scusa per come ti ho trattata. Tutto ciò che ti è capitato è stata solo colpa mia. Il villaggio di Foosha, Shanks, la Marina. Ero troppo preso dal tornare nel mio corpo e ti ho messa in grave pericolo, senza mai pensare a ringraziarti".
"Non devi scusarti, Rufy. Volevo aiutarti perchè tu hai sempre fatto tantissimo per me, senza mai chiedere nulla in cambio. Le scelte le ho fatte io e le rifarei mille volte".
"Si, però mi sono reso conto che i miei consigli sono stati troppo personali. Ti ho sempre spinta a fare ciò che avrei fatto io e questo è sbagliato".
"Che vuoi dire? Non capisco".
"Guarda con Alvida. Io l'avrei picchiata, mentre tu hai avuto ragione ad usare la diplomzia. Dato che posso aiutarti solamente con dei consigli, ti prometto che d'ora in poi starò più attento e cercherò di valutare meglio le situazioni, mettendomi nei tuoi panni e non solamente nei tuoi".
"Grazie Rufy. È importante per me sapere questo, visto quello che ci attende. Al villaggio di Foosha abbiamo perso una battaglia ed ora dobbiamo riorganizzarci. Abbiamo bisogno di un nuovo piano".
"Giusto. Hai qualche idea?"
"Shanks ha parlato di Artefatti, quindi è presumibile che tutti coloro che erano nella ciurma di Roger, li conoscano. Ricordo che dopo la guerra tra Barbabianca e la Marina, tu tornasti a Marineford accompagnato dal Re Oscuro Rayleigh. Se lo conosci, potremmo andare a chiedere informazioni a lui".
"Mmm... se Shanks non ci ha aiutati, scommetto che neanche il vecchio Ray ci dirà nulla. Tentar non nuoce, ma abbiamo bisogno di un piano più solido".
"Capisco. Però l'unica altra persona che aveva nominato questi Artefatti era stata Im".
"È vero. Quando gli dissero della cattura di Roger, chiese se avessero trovato degli Artefatti. Hai una memoria eccezionale Vivi".
"Quindi abbiamo 2 possibilità per ottenere informazioni".
"Giusto ed entrambe sono sulla stessa strada. Possiamo raggiungere Rayleigh alle isole Sabaody e mal che vada proseguire fino a Mary Geoise, dove troveremo Im".
"Si, ma Mary Geoise non si può raggiungere così facilmente. Non è un luogo per turisti. Dovremmo prepararci molto bene e non lasciare nulla al caso. Rufy, ho bisogno che tu mi racconti tutto il tuo viaggio, per filo e per segno, senza tralasciare nessun particolare. Se esiste un modo per arrivarci, dovremmo programmarlo già da adesso".
"Ci proverò, ma non ti assicuro nulla. Hi hi hi. Sai... la memoria non è il mio forte".
Nei giorni successivi, Vivi e Rufy si concentrarono nella progettazione di un piano, mentre Tashigi recuperava le forze.
Alvida si rivelò molto accondiscendente con Vivi, sia per il rispetto che aveva iniziato a provare per lei, sia perchè era interessata ad imparare quella fenomenale tecnica chiamata Haki dell'armatura. Ordinò alla ciurma di riparare e modificare la nave della sua nuova amica, in modo che non fosse più scambiata per una della Marina.
Vivi cercò di dare ad Alvida dei suggerimenti su come sbloccare l'Haki, anche se senza un buon maestro, difficilmente avrebbe imparato a padroneggiarlo.
Dopo pochi giorni, Tashigi si risvegliò e Vivi la mise al corrente sui fatti avvenuti.
"Allora è vero. Speravo di aver fatto solo un brutto, orribile sogno". Disse affranta, mettendosi seduta sul letto.
"Mi dispiace tanto, Tashy. Ti ho messa proprio in un bel casino".
"La colpa è solo la loro. Volevano giustiziarti e non lo avrei mai permesso. Peccato solo che invece di ricevere una promozione, sono diventata una disertrice, mentre molti farabutti saranno liberi di macchiare il buon nome della Marina".
"Le mele marce sono ovunque".
"Già. L'ho notato. Veniamo tradite dai marines e salvate da Alvida la Mazza. Il mondo va proprio alla rovescia. Quindi, che si fa?"
"Io ho intenzione di raggiungere le isole Sabaody, ma sarà un viaggio lungo, difficile e molto, molto pericoloso. Se vuoi, posso accompagnarti alla prossima isola. Nezumi e Morgan saranno già stati denunciati, quindi immagino che se ti costituisci, verrai assolta e potrai tornare in Marina".
Tashigi la guardò con occhi seri. "Mi ero unita alla Marina perchè credevo rappresentasse i valori di giustizia ed onestà, ma mi sbagliavo. Coronerò il mio sogno seguendo una persona che considera veramente importanti questi ideali. Sarò la tua guardia del corpo, Vivi!"
Vivi sorrise. "Mi aspettavo una tua risposta simile, ma non salirai sulla nave come guardia del corpo, ma come mia amica. Non ho bisogno d'altro e ti prometto che non ti deluderò mai".
Prima di salpare, Vivi andò a salutare Alvida.
"Non so come ringraziarti per tutto quello che hai fatto".
"Se mai un giorno dovessi riuscire a sbloccare l'Haki seguendo i tuoi consigli, sarò io a ringraziare te. Fai attenzione e spero che prima o poi ci incontreremo di nuovo".
Vivi l'abbracciò e poi si diresse verso la sua nave. La guardò, cercando di abituarsi a quello spettacolo. Dopo le modifiche non sembrava più la stessa. Era stata pitturata di bianco e celeste ed ogni scritta della Marina era stata cancellata. Nessuno avrebbe potuto indovinare l'origine di quell'imbarcazione.
"Un'ultima cosa", disse Vivi rivolgendosi a Tashigi.
"Cosa?"
"Non chiedermi mai da dove prendo le mie informazioni, perchè non ti risponderò".
"Me lo ricorderò".
L'inizio della loro nuova avventura era alle porte e questa volta con un obbiettivo ben preciso: le isole Sabaody.
