Cravatte e Bretelle
Cap. 2
Il capitano Raydor era nel soggiorno del tenente Flynn. Quella sera l'onda dei sentimenti l'aveva travolta, non era riuscita a gestire la rabbia e la frustrazione di quell'indagine. Non era da lei, ne aveva viste parecchie nella sua carriera, però non ci si abitua mai all'orrore, allo spreco di vite umane, alla devastazione che ti lascia dentro. Quella giovane vita spezzata da un mostro che non si poteva definire una persona. Con la tazza di thè in mano, Sharon si accomodò sulla poltrona e il tenente Flynn si sedette sul divano. Si sentiva a suo agio e la cosa era strana, non avrebbe mai immaginato di sorseggiare un thè con il tenente Flynn.
"Possiamo darci del tu? Siamo soli, solo noi due: Sharon e Andy."
Annuì, si poteva fare. Quella sera era saltata ogni regola, ogni convenzione, darsi del tu era davvero il meno che potesse accadere. "Solo quando siamo da soli e non credo che capiterà ancora una situazione del genere. Comunque va bene tenente, ehm …Andy."
Le difese stavano cedendo, sorrise "Sharon, gradisci altro thè?"
"Sì grazie."
Si alzò e le versò dell'altro thè. Silenzio. Sorseggiò il thè e rimase immobile "Ho commesso un grave errore di valutazione. Non immaginavo che le cose potessero finire in questo modo."
"La linea di indagine era errata, come la nostra. Saremmo giunti allo stesso risultato, ci ha fatto più comodo darti la responsabilità. Abbiamo sbagliato anche noi, questa indagine era fallimentare fin dall'inizio."
"Questo dovrebbe consolarmi?"
"No, ma dovrebbe aiutare a sopportare il peso di quanto accaduto. Prenderemo quel bastardo è solo questione di tempo."
"Non eri così accomodante in ufficio, oppure mi sbaglio? Cosa è cambiato?" Era perplessa.
"Siamo stati degli stronzi, tutto qui." Silenzio.
"E' solo colpa mia …" Si portò la mano alla bocca, stava per cedere, ma non voleva piangere davanti al tenente. Due lacrime furtive scesero sul viso. Andy si avvicinò e l'abbracciò. "Può capitare di sentirsi sull'orlo del baratro, ma non sei sola."
"Perché … perchè fai tutto questo?" Si alzò e si allontanò. Si asciugò le lacrime, doveva ricomporsi. Sentiva che avrebbe ceduto. Un'altra onda di sentimenti la travolse, ma non voleva cedere.
"Vorrei ricambiare il favore." Il tono era disarmante, sincero.
Sharon rimase in silenzio, lo fissò sorpresa. Lo sguardo interrogativo, non sapeva di cosa stesse parlando.
"Quella sera, quando Grasey è morta tra le mie braccia, nell'incidente con la moglie del capo della polizia. Ricordi? Stavo per crollare. Ero sicuro di riprendere a bere. Poi sei arrivata tu e mi hai aiutato a riprendermi. Non ho bevuto. Mi hai sostenuto e ho mantenuto la mia sobrietà grazie a te."
Sharon cercò di fare mente locale, ricordava quel caso "E' successo … più di un anno fa..."
"Lo so, ma non l'ho dimenticato. So come ti senti e vorrei ricambiare il favore." Silenzio, la guardò e sorrise.
"Grazie tenente … ehm … Andy." Abbozzò un mezzo sorriso. Andy si alzò, voleva lasciare spazio alla donna che adesso sembrava stesse meglio. Cercò di cambiare discorso "Sai che il trench nero è molto elegante e sexy. Ti sta benissimo."
"Quello di Darth Raydor?" Sorrise in modo malizioso. Ad essere sincera, si era trovata più volte a fantasticare sul tenente Flynn. Con l'amico Gavin aveva scherzato sull'eleganza nel vestire del tenente sciupafemmine del Dipartimento. Avevano perfino scommesso sul tipo di intimo che potesse indossare. "Arriva Darth Raydor … Mi piace essere temuta. Scattano tutti sull'attenti quando arrivo."
"Sei il capo del FID. Tutti vi temono e inoltre sai fare bene il tuo lavoro."
"Siamo in vena di complimenti."
"E' la verità." Silenzio. Il tenente Flynn era già da un po' di tempo che vedeva quella donna sotto una visione diversa. Spesso discutevano e anche in modo accalorato. Lo faceva incazzare alla grande, su quello non c'era alcun dubbio, ma spesso l'aveva sorpresa a fissarlo. Pensava fosse una sua fissa, invece più di una volta aveva notato gli occhi di quella donna puntati su di lui. Perché lo fissava? Non riusciva a darsi una spiegazione. Più volte era capitato anche a lui di fissare quella donna e non ne conosceva il motivo. Perché la guardava sempre più spesso sotto una luce diversa? Quello che sembrava disprezzo, era diventato ammirazione. Come riusciva a vedere delle sfumature che persino ad un detective esperto come Provenza erano sfuggite? Aveva quell'occhio fino, vedeva dettagli che erano sotto gli occhi e che tutti ignoravano. Qualcosa non quadrava. Era brava, molto brava nel suo lavoro, forse la migliore. Questo lo irritava e nello stesso tempo lo eccitava, era sempre un passo avanti. Lo provocava e nello stesso tempo sembrava lo volesse mangiare con gli occhi. Era una donna bellissima, due gambe da urlo e quel fare "so tutto io" che lo eccitava sempre di più. Si riprese dai suoi pensieri e tornò alla realtà.
"Vorrei che riposassi un poco. Domani mattina ti accompagnerò a casa e se vuoi al Dipartimento. Stasera vorrei farti sentire a casa, come mi avevi detto quella sera. Non ho dimenticato che ti sei preso cura di me, come nessun altro ha fatto. L'ho apprezzato."
Sharon era imbarazzata, non pensava che gli fosse grato per il comportamento di quella sera. In fondo erano andati a bere un caffè. Avevano parlato tutta la notte e poi l'aveva accompagnato ad un incontro AA. Aveva atteso il termine dell'incontro per riaccompagnarlo a casa, non l'aveva lasciato solo. Credeva fosse un episodio.
Sharon ammirava Andy per come tenesse alla sua sobrietà, lottava ogni giorno, ci metteva impegno. Lo invidiava, perché aveva sperato che Jack avesse scelto la sobrietà alla bottiglia, ma così non era stato. Quella notte avevano parlato di tante cose, ma non immaginava che a distanza di un anno il tenente Flynn si fosse ricordato di quell'episodio. Ognuno aveva ripreso la propria vita, poi si erano ritrovati a lavorare insieme per alcuni casi e allora erano cominciate le discussioni.
"Domani mattina alle prime ore del mattino ti accompagno a casa. Puoi prendere il mio letto, io rimarrò qui sul divano."
"Che giornata pazzesca ..." Sospirò, era stanca. Due lacrime furtive scesero dagli occhi, l'ondata delle emozioni di quella giornata tornarono dirompenti. Non riuscì a trattenersi, la pressione, la stanchezza presero il sopravvento. "Scusami …" Pianse e Andy l'abbracciò per consolarla. Sharon si sentì sola, difronte a quell'orrore era impotente. Aveva cercato in ogni modo di salvare quella vita e aveva fallito. La delusione era forte, la tristezza incolmabile. Il pianto divenne un torrente in piena, il corpo era scosso dai singhiozzi, Andy la strinse a sé ancora più forte. Le sussurrò parole di conforto. Le asciugò con le dita le lacrime dal viso, era distrutta. Immersa in quel dolore e buio, Sharon cercò una luce, un momento di pace. Senza accorgersene, si ritrovò a baciare il tenente Flynn. Aveva bisogno di amore, lo abbracciò e si lasciò trasportare dalle emozioni.
"Sharon? …" Per tutta risposta la donna lo baciò ancora e cominciò a togliere la maglietta e fece lo stesso con la sua. Andy non esitò, la prese in braccio e la portò in camera. Si tolsero i pochi indumenti e la portò sopra di sé. Lo baciò come se avesse bisogno di tutto l'amore e l'attenzione che quell'uomo potesse darle quella notte.
I baci erano affamati, gli affanni cercavano di colmare il vuoto dell'anima e presto i gemiti di desolazione divennero gemiti di piacere. Il tenente era un ottimo amante. Le ondate di piacere riempirono il vuoto, la paura, il dolore e la tristezza e lasciarono posto all'amore che quell'uomo le donò quella notte. Dopo aver fatto l'amore, Sharon si addormentò. Andy rimase a guardarla, sorrise: era bellissima. Sperò di aver fatto la cosa giusta e di non pentirsi. Si gustò il momento, si rilassò e si addormentò accanto. Alle prime ore del mattino, Sharon aprì gli occhi. Ricordò quanto accaduto e sospirò. Forse aveva commesso una stupidata, era stata avventata, ma il cervello era andato in tilt, aveva lasciato che il cuore e il corpo comandassero in quella notte da dimenticare. Si alzò e cercò i vestiti.
"Preparo un caffè e ti accompagno a casa."
"Non è necessario …"
"Erano questi i patti … Preparo in un momento. Ho lasciato degli asciugamani puliti in bagno, se vuoi puoi farti una doccia." Non attese la risposta di Sharon, uscì e andò a preparare la colazione.
Continua ….
