EPISODIO 2*10
Furono riluttanti ad alzarsi e vestirsi dopo due giorni di amore appassionato, nonché pranzi e cene a letto.
Era stato come una luna di miele e non potevano essere più felici.
Per rendersi le cose più semplici, si divisero: mentre uno preparava la propria valigia, l'altra preparava il beauty, mentre una si vestiva l'altro andava nella stanza degli ospiti a far lo stesso.
Richard guidò diligentemente, come sempre.
Avrebbe voluto prenotare un taxi o una limousine ma il motivo era chiaro a Emily, aveva un luccichio negli occhi che sembrava non volersi spegnere, per fortuna.
"Guiderai tu"
"Ma Emily..."
"Niente ma Richard. Guarda il mio viso. Sono truccata, poco come da tua richiesta e mia abitudine, ma sono comunque truccata. E pettinata. Non ho intenzione che NIENTE cambi nel mio aspetto PRIMA che arriviamo. Così sono e così mi dovrò presentare all'Indipendence Inn"
"Guasta feste" sussurrò mentre l'aiutava con la giacca.
"Ti ho sentito... d'altro canto..."
"Aspetta ... hai detto PRIMA..." un sorriso gli nacque sul volto.
Lei si voltò e con fare malizioso, gli sistemò il papillon (storto di proposito così avrebbe avuto un'occasione per toccarlo se non ci fosse stato tempo per altro), fermando le mani sul suo petto e dicendo:
"Se ti comporterai bene... ti ricompenserò. Una volta arrivati...e ogni volta che vorrai mentre siamo li. Ma non ho intenzione di essere limonata o palpeggiata sul retro di una macchina, col rischio di morire in un incidente d'auto, perché alla guida c'è da un autista guardone ed eccitato"
"Avrai comunque un autista guardone ed eccitato" disse aprendo la porta.
"No, non lo sarà. Altrimenti niente divertimento"
"Prego milady" disse facendola entrare in macchina con fare servizievole.
Gli permise comunque di tenere la mano sul suo ginocchio quando non era sul cambio, le dita incrociate insieme.
"Salve ragazze siete particolarmente carine" disse Richard dopo che ebbero lasciato le giacche.
"Grazie nonno"
"Grazie anche voi siete carini"
"Sembrava che l'occasione lo richiedesse"
"L'aria sembra più frizzante qui che ad Hartford"
"Ehi.. Non è che hai preso le medicine sbagliate stamattina?"
"Cosa?"
"Niente" replicò Rory imbarazzata.
"Credo che abbia fatto una delle sue battute"
"Oh non l'avevo capita"
"Vi faccio portare su i bagagli"
"No no no... Indicami solo la camera"
"Voi siete nella camera 31 La camera più bella" disse la nipote dandogli le chiavi.
"Oh va bene tutto... Allora ci vediamo tra poco" disse lanciando un'occhiata alla moglie che lo fissava maliziosamente.
"Ma che cosa gli è preso?!" chiese la figlia scioccata.
"È completamente cambiato"
"Lo so e così da due giorni non ho idea del perché ma me ne attribuisco il merito" rispose estasiata raggiungendolo.
"Eccomi sono..." disse entrando ma fu zittita dalle labbra di suo marito sulle sue.
"Ci hai messo un'eternità" disse contro il suo collo scoperto. Adorava il taglio basso della scollatura e il fatto che non avesse messo collane.
"Ero pochi secondi dietro di te" ansimò in risposta cercando di farsi baciare nuovamente sulle labbra.
"Pochi secondi di troppo secondo me"
La pochette le era caduta dalle spalle e fu presto raggiunta dalla giacca.
"Richard... non possiamo..."
"Me l'avevi promesso"
"Lo so... oh... ma ... è così pieno di gente lì fuori... potrebbero sentire" era difficile concentrarsi con le mani di lui sotto la gonna, sul sedere.
"C'è così tanto caos che non sentiranno...voglio averti qui, sulla porta... me lo permetterai?" chiese guardandola implorante.
"Come se potessi dirti di no" sorrise mordendosi il labbro inferiore.
"Bene..."
Prese una sedia lì vicino e si sedette. Le sollevò la gonna e tirò giù le calze e la biancheria.
Le aveva tolto i tacchi, per quanto sexy non voleva si slogasse una caviglia.
Poi si alzò, facendole poggiare un piede sulla sedia, abbassò i suoi pantaloni e boxer e le inchiodò le mani sopra la testa baciandola forte. Nessuno li sentì, stranamente.
