Cravatte e bretelle
Cap.12
Dopo aver presentato Marina ai colleghi, Flynn le fece da cicerone per un giro panoramico alla Crimini Maggiori.
Sharon uscì dal bagno e li vide camminare insieme, rientravano nella sala grande. Ridevano e a quella vista, qualcosa le si mosse nello stomaco. Una sensazione spiacevole, sospirò e scosse il capo: la giornata era iniziata male e poteva finire solo peggio! Si recò in sala relax passando per la sala grande. Ognuno era seduto alla propria scrivania, solo Flynn aveva Marina appoggiata alla scrivania.
Flynn vide Sharon e fece una battuta che scatenò l'ilarità di Marina. Sharon non perse un solo movimento di quei due. Ecco, ancora qualcosa si mosse nello stomaco, non capiva cosa le stesse succedendo. Passò lungo il corridoio vicino alla scrivania di Flynn, guardò male Marina. Maledizione! Il sergente Preston era una bella donna, avvenente e disinvolta. Maledizione!
"Beviamo qualcosa insieme a fine turno? Mi devi raccontare cosa hai combinato in questi anni …" Andy alzò la voce perché tutti potessero sentire. Con la coda dell'occhio vide che Sharon aveva sentito ogni parola.
"Ti aggiornerò su tutto, Drew …" Marina ammiccò e salutò Andy facendogli uno sbuffetto sul viso. Uscì sculettando, tutti si girarono e le fissarono il fondoschiena. Flynn sorrise e scosse il capo, era la Marina di sempre. Sharon fece una smorfia, quella scena le aveva dato il voltastomaco, aumentò il passo e uscì.
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"Cosa posso fare per lei, capitano Carter?"
"Capitano Raydor, volevo scambiare due parole …" Si avvicinò e sfoggiò un sorriso splendente. Sharon annuì, ma non gradiva quelle attenzioni "Quindi, di cosa ha bisogno, capitano Carter?" Il tono era scocciato. Un altro incontro spiacevole pensò tra sé.
"Mi chiami Paul … che ne dice se dopo queste scocciature, andiamo a bere qualcosa, giusto per rilassarci? Solo io e te…" Carter azzardò, aveva sentito dire che era una donna molto particolare.
"Capitano Carter, la pregherei di rispettare i ranghi, soprattutto al lavoro." Quella confidenza la infastidì.
"Ok. Capitano Raydor, ha un'aria stanca, so come far rilassare una donna … perché non mi mette alla prova?" Abbassò la voce, quasi per non farsi sentire e si era avvicinato. Era troppo vicino per i gusti di Sharon. Scosse il capo, era scocciata, aveva trascorso la notte a piangere e aveva gli occhi rossi, il viso tirato. Sperò di mascherare con il trucco, ma era stanca, soprattutto di sentire la voce del capitano Carter che continuava a flirtare. In quella giornata c'erano solo incontri spiacevoli.
"Capitano Carter io …"
"Capitano Raydor, volevo solo essere d'aiuto. Può contare su di me per qualsiasi cosa. So che è una donna molto impegnata. Mi chiami quando vuole, sono al suo servizio." Le prese la mano e la baciò. Poi si allontanò, lasciando Sharon senza parole. Non capiva il comportamento di quell'uomo. Il capitano Carter aveva chiesto in giro se Sharon fosse impegnata con qualcuno e tutti avevano negato una qualsiasi relazione sentimentale. Il lavoro era la priorità, quindi non c'era nessuno nella sua vita.
Dopo un paio d'ore, il mal di testa era tornato a farsi sentire, il colloquio con il capo Johnson l'aveva stressata e anche l'incontro con il capitano Carter … forse una tazza di thè l'avrebbe rilassata.
Assorta nei suoi pensieri, Sharon entrò in sala relax, non si accorse che a lato c'era il capitano Carter che la squadrò da capo a piedi. Non lo vide, era talmente stressata e desiderava solo un thè.
Il capitano Carter le si avvicinò dietro le spalle, diede un colpo di tosse per annunciare la sua presenza. Sharon trasalì, era impreparata a trovarsi quell'uomo ancora tra i piedi. Si voltò e cercò di mascherare il disappunto, le mani le tremavano: era nervosa.
"Non è prudente prendere un poliziotto alle spalle … avrei potuto sparare …"
"Bella e pericolosa … amo il rischio …" Sorrise e ammiccò. Strappò un sorriso a Sharon, che non sapeva se prendere la pistola e sparare oppure fare finta di nulla.
"Finalmente un sorriso …" Ammiccò il capitano Carter.
"Capitano Carter …" Sharon aveva ancora in mente la scena di Andy e Marina. Un movimento nello stomaco, le ricordò quanto fosse gelosa. No, non era gelosa, continuava a ripeterlo, ma ormai non ci credeva più. Con Andy era finita, quindi erano liberi di frequentare chi volessero. Allora perché il suo stomaco vibrava?
"Per te sono Paul. Perdona la mia insistenza, ma non posso resistere ad una donna così bella e con un sorriso così conturbante."
Sharon si riprese dai suoi pensieri "Sa adulare una donna."
"Diamoci del tu, Sharon …" ammiccò "Vorrei conoscere meglio questa donna, così misteriosa …"
"Non c'è alcun mistero. Anzi, sono noiosa e poco interessante."
"Spero mi darai occasione di conoscerti."
Sharon scosse il capo, non capiva l'insistenza del capitano Carter, più lo rifiutava più insisteva. Sospirò e sorrise. Pensò che in fondo scambiare due chiacchiere l'avrebbe distratta da pensieri sempre più tristi e malinconici.
"Questo vuol dire che ho qualche possibilità?" Carter ammiccò e sorrise, le mura di Sharon stavano cedendo. "Giuro che poi, se non mi vorrai più vedere, sparirò dalla faccia della terra …"
Sharon sorrise "Senti, lasciami il tuo numero …nei prossimi giorni ti chiamo e beviamo qualcosa insieme dopo il lavoro."
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Per terminare alcune pratiche, servivano delle fotocopie e poi avrebbe conclusa quella giornata stressante. Quando entrò sorrise: la saletta delle fotocopie, che bei ricordi …ricordava che Andy le aveva detto che non c'erano telecamere. Un paio di volte era finita … in modo sexy e bollente. Cercò di cacciare via quei ricordi, si disse che ormai appartenevano al passato. Andy era una storia chiusa. Fece le fotocopie e una si incastrò nella macchina fotocopiatrice.
"Maledizione!" Sbuffò, anche la macchina fotocopiatrice era contro di lei! Scosse il capo contrariata e non si accorse che era entrato il tenente Flynn.
"Tutto ok?"
Sharon intravide Andy con la coda dell'occhio "No, tenente. Niente va bene. Si è incastrato un foglio …maledizione!" Cercò di non guardarlo, si concentrò sulla macchina fotocopiatrice, facendo finta di cercare il guasto.
"Ci penso io." Disse Andy con calma, aprì la macchina fotocopiatrice e tolse il foglio incastrato. Riaccese la macchina che fece un suono e ripartì. "Ecco, sistemato. Ora va meglio?"
"Sì! Grazie!" Il tono era nervoso. Fece un sorriso forzato, era imbarazzata. Non si aspettava di vedere Andy, per di più da sola. Maledizione!
"Scambiamo due parole …"
"Non ho nulla da dire." Cercò di chiudere il discorso, il tono era freddo, distaccato. "Comunque ho visto che ti sei consolato subito … Drew." Il tono era piccato, sottolineò il modo in cui il sergente Preston chiamava Andy: Drew. Era la gelosia a parlare.
Flynn la guardò con aria sorpresa "A cosa ti riferisci?"
"Parlo del sergente Preston … vi ho visti …" Ora il tono era malinconico.
"Aspetta Sharon … non è come sembra!" Andy aveva fatto apposta delle battute con Marina per far ingelosire Sharon. Ma erano solo amici, niente di più. Voleva una rivincita su Sharon, voleva che fosse gelosa e c'era riuscito.
"Davvero? Perché sembra proprio quello che è … in ogni caso, non mi devi alcuna spiegazione, giusto? Siamo liberi, nessun legame, nessun obbligo, giusto?" C'era un pizzico di rimpianto in quelle parole. Scosse il capo, quasi a mandare via la malinconia che si leggeva sul volto. Non capiva cosa le stesse succedendo, era stata lei a chiudere la relazione. Adesso chiedeva spiegazioni, non aveva alcun diritto. Silenzio. Andy la fissò, gli occhi carici di amore e delusione. Sharon abbassò lo sguardo, sapeva di essere in torto, sapeva di non essersi comportata bene. "Devo andare …"
"Sharon …" Andy voleva dirle che l'amava da morire. Marina era solo un'amica e si era comportato da stupido solo per farla ingelosire. Cercò un contatto, le sfiorò la mano. Un brivido scosse entrambi. Rimasero un momento a fissarsi negli occhi che sembrò un'eternità, a scrutare l'anima e a chiedersi perché la loro storia fosse finita.
"Andy …le cose sono andate così …" Abbassò lo sguardo "Scusa, non mi devi nulla. Puoi vederti con chi vuoi. Sono io che ti ho chiesto di chiudere la nostra relazione, non ho il diritto di rinfacciarti nulla e non mi devi niente."
"Sharon, le cose non sono come sembrano, credimi. Lasciami spiegare …"
"Non mi devi nessuna giustificazione …" Nella voce c'era rimpianto e delusione "Ho fatto tutto io …" Sussurrò. Prese le fotocopie e scappò via.
Continua …
