Chiedo scusa, ho messo Steve anziché Stear nel primo capitolo (già corretto, come ho corretto altre cose). Non so perché ma mi sono fissata con Steve… Chi è Steve? Se trovate degli errori, vi prego di dirmelo. Sia sulle recensioni, oppure su messaggio privato. Come volete voi. Grazie

Capitolo 2: una nuova vita

Durante il tragitto per raggiungere villa Andrews, Candy fu letteralmente sommersa di domande dai suoi fratelli. Nessuna però troppo personale. Volevano semplicemente conoscerla.

I ragazzi non davano mai il tempo a Candy di rispondere, perché subito fatta una domanda, ne subentrava un'altra. Dato che nessuno di loro stava fermo ad ogni crepa della strada, la carrozza sussultava e i tre cadevano sempre addosso alla loro sorellina. Così la chiamavano, anche il giovane Anthony che aveva la stessa età di Candy. Questo piccolo siparietto gli faceva sempre ridere di gusto. La signora Andrews era l'unica a mantenere un certo "decoro", ma sotto sotto si stava divertendo anche lei.

Amava così tanto le sue piccole pesti.

Alistear detto Stear, il maggiore, aveva capelli e occhi neri molto espressivi; sopracciglia folte che conferivano carattere al suo sguardo. Meno bello dei suoi fratelli, ma più affascinante. Era il più studioso dei tre. Passava molto del suo tempo nella biblioteca privata della casa. Ogni libro era segnato o scritto e la zia Elroy si era dovuta rassegnare su questo. La biblioteca della città non prestava più nessun volume al ragazzo proprio per questa abitudine. E poi non li restituiva mai. Stear amava le scienze e le macchine. Non c'era giorno che non si metteva all'opera nella costruzione di strani marchingegni: una scopa automatizzata per i pavimenti, una spazzola che lavasse da sola le stoviglie, piccole spazzole per la detersione dei vetri… Chiedeva sempre alle persone che lavoravano a villa Andrews, cosa volevano che costruisse per facilitarli nel loro lavoro. Un giorno la cuoca ebbe la malaugurata idea di dire al ragazzo che le sarebbe piaciuto un forno che preparasse e cucinasse contemporaneamente. E Stear la prese alla lettera. Costruì un forno che per poco non fece esplodere tutta la casa.

Archibald detto Archie, il fratello di mezzo, era il più bello dei tre. Aveva capelli lunghi fino alle spalle di un bel castano dorato, come gli occhi. Per la sua vanità veniva chiamato Narciso da suo fratello Stear. Non c'era superficie in cui il ragazzo non si specchiasse. Amava la moda ed essere ammirato; era bello e sapeva di esserlo. All'apparenza poteva sembrare un ragazzo superficiale, invece era molto intelligente e con le idee ben chiare sul suo futuro. Voleva diventare un imprenditore nel campo del lusso. Non era però un ragazzo insensibile. Archie aveva un cuore grande.

Anthony era il più giovane e il più sensibile dei tre. I lineamenti molto fini e delicati, gli occhi grandi azzurro cielo e i capelli color del Sole lo rendevano simile ai classici principi azzurri delle fiabe. E principe era proprio il suo soprannome. Amava i fiori e non perdeva occasione di aiutare il giardiniere di villa Andrews. Non aveva ancora le idee chiare sul suo futuro, ma sapeva che voleva aiutare gli altri.

La signora Andrews, il capofamiglia, era una donna volitiva. Nessuno poteva metterle i piedi in testa, nemmeno i Leagan. Le rare volte che andavano a trovarla, Neal e Eliza erano sempre imbarazzati. La donna metteva loro soggezione. Cosa che piaceva molto ai nipoti. Era molto amata dai suoi ragazzi e dal personale della villa. Se qualcuno rompeva qualcosa non veniva licenziato, tutt'altro, la signora Elroy diceva semplicemente:

"Chi non lavora, non rompe nulla".

Arrivarono a pomeriggio inoltrato. Quando scesero dalla carrozza i ragazzi aiutarono la prozia e Candy a scendere. Quest'ultima non riusciva a credere che l'enorme villa di fronte a lei, era anche casa sua ora. Rimase ferma per qualche minuto a osservare l'edificio. Nel giardino del collegio poteva vedere le abitazioni del ceto sociale più alto di Boston. Erano belle, ma nulla in confronto a villa Andrews.

"Oltre a voi chi vive qua dentro?", chiese curiosa la bambina.

"Tu", disse prontamente Stear.

Candy guardo il ragazzo perplessa. Non riusciva a credere che solo 5 persone vivessero in una casa così grande.

"Coraggio vieni", disse Archie porgendole la mano.

Entrarono e la signora Andrews diede subito l'ordine di preparare una delle camere per gli ospiti.

"Perché quella zia? Candy dovrebbe avere una stanza tutta per se, come noi", incalzò Stear. Gli altri ragazzi annuirono.

"Non ho avuto tempo di prepararla, e deve pur dormire da qualche parte", rispose la donna. "La cena è pronta?"

"Si signora", disse il maggiordomo.

"Vado ad aiutare la signora Baker", disse Stear.

"NO", risposero tutti in coro.

Anthony si avvicino a Candy e le sussurrò divertito: "La signora Baker è la nostra cuoca. Per poco mio fratello non faceva saltare in aria la casa".

"Dopo cena preparatevi per andare a dormire. Domani avremo una giornata piena. Chi di voi vuole accompagnare Candy e me a fare compere?", chiese la prozia.

"Io", disse Archie alzando la mano.

"Non c'è bisogno nemmeno di chiederlo zia. Lo sai quanto Narciso ami lo shopping", disse divertito Stear.

"Tu vedi di non far saltare nulla. Quando torno voglio trovare la mia casa così com'è", rispose indispettito Archie. Poi inclinando il capo verso sua sorella disse sottovoce: "Stear è geloso della mia beltà".

Finita la cena i ragazzi si congedarono dalla prozia. Rimase soltanto Candy con lei.

"Avvicinati tesoro. Devo dirti alcune cose", disse la prozia

Candy ubbidì.

"D'ora in poi la tua vita sarà completamente diversa. Avrai un'educazione degna del ruolo che ora ti spetta all'interno della nostra famiglia. Imparerai il galateo, a suonare uno strumento musicale, a parlare, a muoverti, e tutto quello che concerne l'educazione di una giovinetta di buona famiglia. Non sarà semplice, dovrai impegnarti molto".

Candy annuì con un semplice cenno del capo.

"Ora vorrei farti una domanda piuttosto personale. Sai leggere, scrivere e fare di conto?"

Candy chinò il capo. "No", disse in un soffio.

"Ne ero certa. Quello stupido prete. Imparerai anche queste cose. I miei nipoti saranno molto felici di aiutarti. E non preoccuparti, nessuno di loro ti prenderà in giro o ti umilierà. Ho educato bene i miei ragazzi".

"Chiedo scusa signora".

"Chiamami zia".

"Chiedo scusa signora zia, ma i loro genitori?"

"Sono orfani come te tesoro. Mio figlio e sua moglie hanno avuto un terribile incidente". La voce della signora Andrews era rotta per la commozione. "Vieni piccola, ti accompagno in quella che per il momento sarà la tua stanza. Oh, non chiamarmi signora zia, ma solo zia".

Candy si addormentò quasi subito. Il sonno, nonostante l'emozione di avere trovato una famiglia che l'amava, aveva preso il sopravvento.