Capitolo 7
Quando Vivi riaprì gli occhi, si rese conto di non essere più al cospetto dell'imperatore pirata, ma nella cella della nave della Marina. Si guardò intorno in cerca del suo cappello, ma non lo trovò.
"Oh no, Rufy!" Esclamò.
"Ripeti sempre questo nome". La voce di Tashigi arrivò da oltre le sbarre. "Ti sento spesso parlare da sola sottovoce e nominare questo Rufy. È l'amico a cui hai fatto la tua promessa?"
"Tashigi! Dove è il mio cappello?"
"Tranquilla, l'ho raccolto io quando ti abbiamo recuperata. So quanto ci tieni. Ecco riprenditelo". Lo porse alla sua amica.
"Cosa è successo dopo che sono svenuta?"
"Shanks il Rosso ha radunato la ciurma ed è partito in tutta fretta. Una volta che la sua nave si è allontanata ti siamo venuti a prendere. Credevamo ti avesse ucciso. Si può sapere cosa ti è saltato in mente? Pensavo che volessi fuggire, non gettarti tra le braccia di una delle persone più pericolose al mondo. È un miracolo che tu sia ancora viva".
"Ti chiedo scusa Tashy, ma la situazione mi è sfuggita di mano. Stavolta credo di averla fatta grossa. Nezumi riuscirà a cacciarmi dalla Marina appena arriveremo alla base".
"Non siamo diretti lì. Ci stiamo dirigendo verso Shells Town, nell'isola di Yotsuba. Nezumi ha insistito per farti giudicare proprio in quel posto. Forse è per la vicinanza dal villaggio di Foosha".
"Non ero a conoscenza di un tribunale da quelle parti. In ogni caso ho paura che il nostro viaggio insieme finirà lì. Almeno non vedrò più la brutta faccia di Nezumi.
"Mi mancheranno le nostre sfide, anche se non mi hai mai permesso di utilizzare le tecniche che mi hai insegnato".
"Avevo lo mie ragioni, ma d'ora in poi potrai usarle quando vuoi. Grazie all'Haki salirai di grado molto in fretta".
"A tal proposito, devi sapere che verrò promossa appena torneremo. Sono io che ti ho trovata svenuta e mi hanno dato il merito di averti catturata".
"DAVVERO? Complimenti Tashy! Sono proprio felice per la tua carriera. Sono certa che diventerai Ammiraglio un giorno".
"Non dovresti essere felice. Verrò premiata a tuo discapito. Ho provato a rifiutare ma non mi è stato permesso. Odio queste stupide regole!"
"Non devi preoccuparti per me. Troverò la mia strada quando non sarò più un marine e riuscirò a mantenere la mia promessa".
Le due amiche continuarono a parlare per tutto il resto del viaggio, non sapendo cosa il futuro avesse in serbo per loro.
Non molto tempo dopo, la nave attraccò e due marines vennero a prendere Vivi. Appena la ragazza uscì, la luce del sole le abbagliò gli occhi. Si parò con una mano e poi osservò la tranquilla cittadina, su cui spiccavano le grandi torri della base navale dove lei era diretta.
Data la numerosa scorta, Vivi poteva essere scambiata per un criminale pericoloso, eppure gli sguardi dei cittadini non sembravano essere di disprezzo, ma di compassione.
Entrarono nella base navale e dopo aver attraversato un grande cortile, salirono per una lunga scalinata, fino ad arrivare all'ultimo piano, nella sala del Capitano. La maggior parte dei marines rimasero fuori, mentre Nezumi, Tashigi, Vivi e due guardie varcarono la porta.
"Buongiorno, Capitano Nezumi!" Disse l'uomo che si trovava seduto dietro ad una grande scrivania.
"Buongiorno, Capitano Morgan! Ho qui la marine ribelle, come le avevo anticipato al lumacofono".
Vivi osservò il Capitano Morgan mentre si alzava in piedi e le si avvicinava. Era un uomo davvero molto grande e muscoloso, con una mascella di ferro ed un'enorme ascia, al posto della mano destra. Lo sguardo severo non prometteva niente di buono.
"Questo me lo ricordo bene. È quel brutto antipatico che voleva uccidere Zoro". Disse Rufy.
"Bene, bene, bene! Da quel che mi hanno riferito, sei una testa calda e devi sapere che alla Marina non piacciono le teste calde". Esordì Morgan, accarezzando la sua ascia.
"Non sono una testa calda. Ho commesso degli errori, ma non ho mai fatto del male a nessuno". Rispose prontamente Vivi.
"FAI SILENZIO! Nessuno ti ha dato il diritto di giustificarti. Qui sei sulla MIA isola e decido io ogni cosa. Il mio giudizio è insindacabile".
"Ma di cosa sta parlando? Secondo il regolamento della Marina ci dovrà essere un regolare processo, durante il quale verrà decisa una pena adeguata".
"Un regolare processo? Hai messo in ridicolo l'intera Marina disubbidendo ad un tuo superiore ed ora pretendi di passarla liscia? Su quest'isola è inaccettabile l'insubordinazione. Senza ordine esiste solo l'anarchia. La parola del Capitano Nezumi per me basta a garantirti la pena capitale".
"COSA? LA PENA CAPITALE?"
Vivi fece un passo indietro allibita da quella decisione, ma le due guardie la presero per le braccia e la fecero inginocchiare. Il Capitano Morgan si avvicinò, alzando la sua ascia bene in vista, pronto a giustiziare la prigioniera.
Anche Tashigi non voleva credere alle sue orecchie. Quando Vivi le aveva raccontato della corruzione presente nella Marina, aveva fatto molta fatica ad accettarlo. Quando le aveva detto che non basta arruolarsi per diventare una brava persona, aveva pensato che la sua amica esagerasse. Quando l'aveva avvertita che anche quel simbolo del gabbiano bianco, purtroppo poteva nascondere delle ombre oscure, l'aveva presa per pazza.
Ora proprio di fronte ai suoi occhi, stava avvenendo un'ingiustizia allo stesso livello dei peggiori pirati. La sua compagna fidata stava per essere assassinata e tutto questo sarebbe stato insabbiato o giustificato proprio dai marines.
Il suo corpo si mosse da solo. In un attimo sfoderò la sua lama e contrastò l'enorme ascia di Morgan, respingendolo all'indietro.
"ANCHE LA SUA AMICA È UNA DISERTRICE! PRENDETELA!" Gridò Nezumi.
La mente di Tashigi tornò improvvisamente alla realtà, mentre si voltava verso il suo Capitano.
"Disertrice? No aspettate. Io non..."
"ATTENTA ALLE SPALLE TASHIGI!" Gridò Vivi.
SHING
La grande ascia di Morgan tornò all'attacco, mentre Tashigi si girava nuovamente verso di lui con la guardia abbassata. La lama affondò nella carne, lacerando il fianco della spadaccina. La ragazza cadde violentemente sul pavimento, proprio di fronte alla sua amica, mentre la sua camicetta variopinta iniziò a macchiarsi copiosamente di sangue.
Un grido di disperazione si bloccò nella gola di Vivi. Morgan stava di nuovo alzando la sua arma, per completare l'esecuzione di Tashigi.
"Basta stare a guardare Vivi. DEVI AGIRE!" Le parole di Rufy risuonarono come una campana nella sua testa.
Con un movimento repentino, l'ex principessa piegò le braccia, raggiungendo i Peacock Slashers che teneva nascosti. Le guardie che la trattenevano si erano distratte da ciò che stava accadendo alla loro compagna spadaccina e vennero sbilanciate in avanti.
"PEACOCK WINGSPAN!"
Riaprendo le braccia, Vivi colpì entrambi i soldati, ferendoli e scaraventandoli contro le pareti.
"DIETRO DI TE!" L'avvertì Rufy.
In un attimo mise fuori gioco gli altri marines alle sue spalle. Prima che si rendessero conto di cosa stesse accadendo, le piume di pavone li avevano già colpiti e resi inoffensivi.
Intanto l'ascia di Morgan si stava per abbassare verso Tashigi.
"KUJAKKI STRING SLASHER!"
In una corsa contro il tempo, Vivi scagliò la sua catena verso l'arma del Capitano. I gioielli assunsero una colorazione nera lucente, appena vennero imbevuti di Haki dell'armatura e colpirono in pieno il filo della gigantesca ascia, frantumandola in mille pezzi.
Morgan venne travolto dalla potenza del colpo e rotolò contro la scrivania.
"MALEDETTA!" Gridò Nezumi infuriato, mentre estraeva la sua pistola.
BANG BANG BANG
Vivi si spostò fulminea, anticipando i primi due proiettili, mentre il terzo la colpì alla spalla.
Ignorando il dolore, scattò contro il suo vecchio superiore e con un calcio gli tolse l'arma di mano, facendola volare in aria.
Mentre Nezumi alzava lo sguardo, seguendo la sua pistola, la catena di gioielli di Vivi si era già arrotolata intorno a lui.
"TOP SPINNING SLASHER!"
La ragazza tirò la corda a sé, come a lanciare una trottola, lacerando il marine in ogni punto del suo corpo. Dopo aver fatto una giravolta, Nezumi cadde a terra tramortito e sanguinante.
"TASHIGI!"
Vivi corse a controllare la sua amica. Era ancora viva, nonostante la ferita profonda.
"Dobbiamo andarcene da qui. Presto arriveranno decine di marines".
L'aiutò ad alzarsi e a camminare, ma non appena aprirono il portone, si trovarono di fronte tutti i marines della 16° divisione che erano rimasti fuori.
Vivi maledisse la situazione e preparò i suoi Peacock Slashers, ma un soldato l'anticipò, facendosi avanti.
"Vivi, Tashigi, abbiamo sentito tutto. Il Capitano Nezumi ha esagerato questa volta e voi avete avuto la forza ed il coraggio di ribellarvi. Ci avete aperto gli occhi e finalmente non siamo più disposti a tacere alle sue malefatte. Abbiamo deciso di denunciare sia lui che Morgan e convinceremo anche i marines di questa base a fare lo stesso".
"Figurati! Con le loro conoscenze, riusciranno a passarla liscia anche stavolta e noi verremo accusate anche di averli attaccati. Devo scappare da qui e sbrigarmi a curare Tashigi".
"Capisco. Siete sempre state giuste ed oneste, senza fare mai del male a nessuno. È stato un onore lavorare con voi quest'ultimo anno. Vi aiuteremo ad andarvene dall'isola e cercheremo di ritardare il più possibile di dare l'allarme".
Gli occhi di Vivi si riempirono di lacrime. Quei ragazzi stavano mettendo a rischio il loro lavoro, solo per un gesto di bontà nei suoi confronti.
Abbassò il capo e ringraziò umilmente, mentre i marines iniziarono a controllare i corridoi e ad aprirle la strada.
In breve tempo riuscirono ad andarsene senza essere viste. Mentre raggiungevano il porto, sentirono la sirena iniziare a suonare per tutta l'isola. Tashigi ormai stava perdendo completamente i sensi ed era quasi totalmente sorretta dalla sua amica.
Arrivarono al molo, ma un altro problema venne alla mente di Vivi. Non vi erano barche pronte alla partenza. A breve i marines della base sarebbero venuti a cercarle anche al porto e per preparare una nave da sola, avrebbe impiegato un sacco di tempo.
"Vivi, laggiù!"
Rufy la fece girare verso la fine del molo, dove un marines la stava chiamando.
"Sottufficiale, ci hanno chiamato poco fa dicendo di prepararle una nave alla partenza".
"Ma... così verrete giudicati complici".
"SOLDATI! A SUPPORTO DELLA BASE, PRESTO!"
I numerosi marines partirono di corsa verso il centro dell'isola, lasciando sguarnita totalmente la loro nave.
"A Sud di qui vi è un'isolotto disabitato. Sicuramente potrete nascondevi lì per un pò di tempo. Dirò di avevi viste dirigervi verso Ovest. Grazie di tutto Vivi e fate attenzione".
Detto questo il marine si ferì il braccio con un cortello e si gettò in mare, fingendo di aver perso uno scontro.
Senza parole per ringraziare, Vivi salì sulla grande nave e spiegò le vele, partendo in direzione Sud. Una volta preso il largo, portò Tashigi in cabina e la fece allungare sul letto. Era pallida ed aveva perso molto sangue. Le ripulì la ferita e la bendò, consapevole di doverla comunque portare da un vero medico.
"Non ho le competenze adeguate per curarla", disse, ritornando al timone.
"Mmm... Hai provato con la saliva?" La consigliò Rufy.
"Seriamente... credi davvero che si possa curare qualcuno così?".
"Io di solito lo faccio. Ehi, non fare quella faccia. Era il lavoro di Chopper, non il mio".
"Se non trovo qualcuno che la curi, non me lo perdonerò mai!"
"Beh, almeno abbiamo constatato che in una vera battaglia te la sai cavare, più o meno".
Vivi si guardò la spalla insanguinata.
"Era il mio primo vero combattimento ed ho sconfitto due Capitani della Marina. Credo che posso ritenermi soddisfatta ad aver riportato solo una minima quantità di danni, non credi?". Disse la ragazza, infastidita.
"Ti ho allenata per anni. So benissimo che puoi fare molto meglio di così. Hai bisogno di esperienza. Quando è in gioco la tua vita, tutto diventa più complicato e non riesci a ragionare. Devi imparare a mantenere la calma e ad utilizzare al meglio ciò che ti ho insegnato".
Vivi rimase in silenzio. Sentiva gli occhi che le diventavano lucidi per la tristezza e la tensione. Lei e la sua migliore amica erano ferite, avevano rischiato di morire, erano ricercate da un'intera base della Marina e tutto ciò che aveva costruito o progettato negli ultimi 5 anni, era crollato in un attimo. Non era pronta per tutto questo e si sentiva smarrita. Voleva parole di conforto da un amico e non critiche sulle sue debolezze da un maestro. Aveva il massimo rispetto per Rufy e sapeva di poterlo offendere, ma si tolse comunque il cappello ed iniziò a piangere.
Non era così forte come lui credeva.
