Alla fine era andata a letto e si era addormentata nell'attesa.
Richard era rimasto nello studio fino all'una di notte inoltrata e quando finalmente andò in camera, gli si strinse il cuore nel vederla abbracciata al suo cuscino.
Le carezzò i capelli, la prese tra le braccia e fissò il soffitto.
Si stavano allontanando di nuovo e non poteva permetterlo, meno male che non era stato sgradevole nei suoi confronti ma riconosceva di essersi comportato come un bambino.
L'ultimo periodo era stato stressante e aveva segretamente paura per la sua salute.
Si era reso conto che il lavoro non era più la priorità della sua vita e non voleva morire per una sciocchezza e sicuramente non voleva lasciare Emily.
Decise, prima di addormentarsi, che il giorno successivo avrebbe chiamato per un appuntamento.
Si alzò prima che Emily si svegliasse.
Le lasciò un fiore sul cuscino e si diresse in ufficio.
Aveva chiamato appena sapeva ci sarebbe stato qualcuno ed era riuscito a confermare un incontro.
Tornò a casa per pranzo.
La trovò seduta nel patio a godersi i raggi di mezzogiorno prima che il vero inverno arrivasse.
Era bellissima, il sole le illuminava il viso e i capelli in un modo che sembrava non essere cambiata da quando l'aveva incontrata.
"Sono a casa" disse, più a sé stesso, sperando di non spaventarla.
"Richard! Non ti aspettavo. Hai fame?" chiese alzandosi e andandogli incontro.
La strinse tra le braccia e la baciò appassionatamente.
Dopo un attimo di schok iniziale le loro lingue duellarono come avevano imparato a fare molti anni prima ma la loro danza era sempre nuova. Inebriante. Eccitante.
Lei si addentrò nel suo abbraccio, muovendosi sinuosamente contro di lui, gli fece scorrere le braccia lungo il petto forte e muscoloso, avvolgendogli poi le spalle, le unghie che gli grattavano la nuca.
"Grazie per il fiore" sussurrò mentre le baciava il collo.
"Ho bisogno di te" ringhiò facendole venire la pelle d'oca.
"Lo posso sentire" disse maliziosamente dandogli maggiore accesso al collo e spingendosi contro il davanti dei suoi pantaloni, stuzzicandolo.
Indietreggiare fino a casa senza staccare le bocche fu un'impresa, ma comunque gradevole.
La cameriera fece capolino per avvisare che il pranzo era pronto ma quando li vide sorrise e tornò in cucina mettendo tutto in caldo.
Salirono le scale di corsa, come due giovani in luna di miele e lui la inseguì ringhiando dopo che lei gli lanciò contro la camicetta e il reggiseno, tenendo le braccia incrociate al petto.
"Ti ho preso" disse quando le fu sopra.
"Mi sono fatta prendere"
"Vuoi che ti prenda?" disse maliziosamente muovendo le sopracciglia.
"Sempre" rispose agganciandolo con la gamba sinistra, facendolo gemere.
Alla fine rimasero tutto il pomeriggio a letto, tra sonnecchiare e fare l'amore.
"Ha chiamato Lorelai ieri"
"Come sta?"
"Bene, mi ha chiesto una cosa. Te l'avrei detta ieri ma mi sono addormentata"
"Eri così bella"
"Mi immagino, spettinata, senza trucco. Magari con la bocca aperta..."
"Eri un angelo. Che ti ha detto nostra figlia?"
"Ci ha invitato a pernottare nel suo albergo domani sera. Pare che un gruppo abbia dovuto disdire all'ultimo e per non perdere cibo e organizzazione, vuole fare qualcosa col paese.
Pare anche Rory fosse d'accordo"
"Sembra carino. Le hai già detto di sì?"
"No"
"No? Ma... Vuoi andare?"
"Mi piacerebbe" rispose arrossendo e voltandosi da lui, allontanandosi.
"Emily che c'è?" chiese preoccupato.
"Non volevo presumere, e non voglio costringerti. Dio sa che ultimamente non sono stata una buona moglie"
"Che dici?! Oh Emily cara no, non è affatto così e mi dispiace che lo pensi.
Ho avuto problemi con il lavoro e me la sono presa con te.
Sono abominevole, scusami.
Tu hai fatto il tuo meglio in tutto... come sempre. Divento solo cieco a tutto ciò che mi circonda quando sono preoccupato.. Mi farò perdonare.
Chiama Lorelai e dille che andiamo" disse porgendole il telefono.
"Ha detto di decidere con calma ed eventualmente far loro una sorpresa"
"Oh...ok... devo esser stato peggio di quanto credo"
"Non importa"
"Si invece. Che posso fare? Vuoi fare shopping? Vuoi partire? Tu dì e io farò tutto quello che vorrai"
"Vorrei che stessi zitto e ti alzassi dal nostro letto..." disse voltandosi verso il comodino.
"Oh.. certo capisco" annuì tristemente.
Poteva aver combinato un tale casino nel cercare di rimediare?
"...la cameriera dovrebbe fare questo piano oggi. Metti questo fuori e chiudi la porta a chiave. Poi vieni qui e fai l'amore con me" disse porgendogli un biglietto con scritto NON DISTURBARE PENA IL LICENZIAMENTO.
