Questo capitolo è dedicato a Jasmine Lily Luna
Ti voglio bene
44. Un messaggio universale
Era pomeriggio inoltrato e il sole splendeva alto nel cielo. Raven si sentiva bene, il viaggio era stato lungo ma era riuscita a rilassarsi abbastanza da non risentirne. Charles nel frattempo aveva trovato e letto tutti i quotidiani inglesi per cercare informazioni sull'omicidio di Alec Jones. Stavano passeggiando in un parco in attesa dell'ora di cena, dopo la quale ci sarebbe stata la prima conferenza di Charles all'Università di Bologna.
"Strano" disse, mettendo il cellulare in tasca "In nessun articolo Katie viene descritta come una mutante."
"In effetti è strano!" rispose Raven "I giornalisti sono stati molto delicati."
"No, non credo che sia merito loro" rispose Charles "Se i giornalisti avessero avuto un'informazione del genere non avrebbero esitato a renderla pubblica. No, credo che sia stato l'Ispettore Lestrade ad omettere volutamente questo dettaglio. Negli articoli c'è scritto che è stata scoperta grazie alle telecamere di sorveglianza ma niente di più."
"Allora ci ha fatto un favore!" esclamò Raven "Scommetto che se avessero scritto che una mutante aveva commesso un omicidio sarebbe scoppiata una bomba e a poco sarebbe serivito specificare che era stata catturata grazie ad un altro mutante."
Charles annuì.
"Siamo stati fortunati, abbiamo incontrato un poliziotto che sa fare il suo lavoro."
Stavano passeggiando in un parco in attesa dell'ora di cena, dopo la quale ci sarebbe stata la prima conferenza di Charles all'Università di Bologna.
"Abbiamo preso quattro aerei nel giro di pochi giorni" disse "Quando sarà il prossimo?"
"Tra circa una settimana" rispose Charles e lei lo fissò con la bocca spalancata per lo stupore.
"Stai scherzando?" chiese "E le conferenze?"
"Devo ricordarti che questa, prima di tutto, è una vacanza? L'incontro con T'Challa e le conferenze hanno un'importanza secondaria, le ho pianificate in modo da poter fare tappe di almeno qualche giorno."
"Non credo che abbiano un'importanza secondaria" disse Raven "Fino ad ora non avrei mai pensato che parlare avrebbe cambiato le cose per i mutanti, ma stai cominciando a farmi cambiare idea."
"Impressionante!" commentò lui "Sai, anch'io invece sto cominciando a pensare che non tutto si possa risolvere con la diplomazia."
"Questo mi fa piacere" disse lei "Ci stiamo incontrando dopotutto, non è un avvicinamento a senso unico."
"Proprio così. Sento che qualcosa in me si sta evolvendo, non è facile seguirne il mutamento ma non è ciò che ho fatto durante tutta la mia vita con gli altri? Dovrò semplicemente spostare l'attenzione da fuori" disse, indicando un punto imprecisato oltre Raven "a dentro" aggiunse, indicando il proprio petto. Per anni non ho pensato ad altro che ai mutanti e ai loro problemi, ora voglio focalizzarmi su me stesso. Anche tu ne hai bisogno, hai combattuto per tutta la tua vita e ora meriti di trascorrere del tempo pensando solo a te stessa. Inoltre …"
Lui la cinse in un dolce abbraccio e la baciò sul viso.
"Voglio concentrarmi su di noi e, in qualche modo, cercare di recuperare tutto il tempo perso."
Lei sorrise e lo baciò sensualmente sulle labbra.
"Avremo tutto il tempo per recuperare."
"A tal proposito …" iniziò lui, a disagio.
"Cosa c'è?" chiese lei sarcastica "Un'altra ex alla quale vuoi andare a fare visita?"
Lui rise di gusto.
"No, niente del genere. Riguarda te."
Lei alzò un sopracciglio.
"Cosa ho fatto ora?"
Lui esitò, concentrato nel tentativo di trovare le parole giuste.
"Non fraintendermi" disse, finalmente certo di ciò che doveva dire "Sei bellissima così … ma non sei tu."
Lei lo fissò piacevolmente sorpresa.
"Non potresti …" iniziò, esitando per paura di offenderla "Non potresti tornare blu?"
Raven scoppiò a ridere.
"Perché dovrei? Per farmi arrestare? Per farmi additare come un mostro? No, grazie. Come hai detto, sono in vacanza, non sto combattendo e posso permettermi di non dovermi concentrare su ciò che gli altri pensano di me."
Charles annuì contrito, pensando che forse aveva sbagliato a farle quella richiesta, lei lo intuì.
"Charles, so che può sembrarti assurdo e illogico" disse dopo averlo baciato "Ma se tu mi avessi chiesto di apparire umana mi sarebbe pesato. Ora che so che tu mi preferiresti blu, essere così non è più un problema."
Lui la fissò per un istante.
"Forse non mi sono spiegata …"
"Sì!" esclamò lui "Ti sei spiegata benissimo."
La baciò sulla fronte.
"Ti amo, Raven."
Lei rimase immobile, quelle tre parole ebbero il potere di riempirla di gioia, una felicità che non aveva mai provato prima, talmente potente da farle dire qualcosa che pensava che non avrebbe mai detto in vita sua.
"Ti amo, Charles."
Mentre entravano nel salone delle conferenze dell'Università, Charles descriveva tutto ciò che vedeva.
"Ho deciso di iniziare da qui perché questa è la prima Università che sia mai stata fondata" spiegò "È emozionante trovarsi tra queste mura!"
Raven sorrise, Charles era ringiovanito fisicamente ma in quel momento sembrava un bambino emozionato, puro e con lo sguardo traboccante di meraviglia.
Finalmente entrò, tutti lo stavano aspettando.
"Buonasera, mi chiamo Charles Xavier. Come già sapete sono uno studioso di genetica ma, soprattutto, sono un mutante."
La serata andò benissimo, l'auditorium era stracolmo e tutti i presenti ascoltarono con attenzione le parole di Charles, il quale parlava fluentemente italiano grazie ai suoi poteri telepatici e, di tanto in tanto, inseriva qualche frase in dialetto stretto. L'argomento aveva affascinato tutti e lui veniva continuamente interrotto da domande sempre più interessanti, soprattutto quelle di una giovane donna mora dai tratti vagamente asiatici che invece parlava con accento bolognese.
A fine serata Charles era sfinito, l'ora era tarda e aveva solo voglia di dormire ma, una volta entrato in camera, fece a malapena in tempo a chiudere la porta che Raven gli saltò addosso, blu. Completamente blu.
"Mi volevi blu, giusto?" chiese maliziosa.
Lui non se lo fece ripetere due volte e la baciò con trasporto.
I giorni successivi non restarono fermi un attimo, la mattina uscivano dall'hotel subito dopo colazione e rientravano la sera, visitarono Bologna e spostandosi con il treno riuscirono a raggiungere diverse mete: trascorsero una giornata al mare a Rimini, poi a Ravenna, a Modena e perfino a Ferrara. Erano appena scesi dal treno e stavano passeggiando per tornare in hotel.
"Domani lasceremo l'hotel, andremo a Firenze."
"In aereo?"
"No, in treno, il viaggio sarà sicuramente più breve così. Anche lì resteremo qualche giorno e poi partiremo di nuovo per …"
"Ah!" lo interruppe lei "Non voglio che mi rovini la sorpresa! Preferirei scoprirlo di volta in volta."
Lui la baciò sulle labbra.
"Come preferisci."
Si avvicinarono a un parco e fu lì che Charles riconobbe Jasmine, la donna che lo aveva riempito di domande la sera della conferenza; ricordava che fosse sola, ma in quel momento stava lottando con un cane che tirava il guinzaglio con parecchia energia e una bambina riccioluta che si fermava ad osservare ogni fiore e ogni sasso interessante.
"Lissa! Lissa! Non tirare!"
Si avvicinarono a lei.
"Buonasera, tu sei Jasmine, giusto?"
Lei si bloccò, finalmente riuscì a dominare la cagnolona che, stanca, si era seduta al suo fianco in attesa e sorvegliando la bimba.
"Oh, Professor Xavier!" esclamò lei "Non sapevo che fosse ancora qui!"
"Ci stiamo godendo una piccola vacanza, domani partiremo per Firenze."
Lei annuì.
"Fate bene. Immagino che siate andati in giro in questi giorni!"
"Sì, siamo esausti ma molto soddisfatti. È la prima volta che vengo in Italia e ho trovato tutto meraviglioso: i luoghi, la storia … il cibo!"
"Io c'ero già venuta" disse Raven "Con Erik. Ovviamente non c'era stato tempo per fare i turisti" specificò "Perciò oggi è stato tutto nuovo anche per me."
Jasmine scoppiò a ridere, poi però sembrò esitare e cercare il coraggio di porre una domanda.
"Chiedi pure" disse Charles "e dammi del tu.
"Ecco … so che ti ho riempito di domande la sera della conferenza … ma … per caso hai scritto un libro? Vorrei leggerlo!"
Charles sorrise a quella domanda inaspettata.
"In effetti sì, qualche anno fa, è una rielaborazione più approfondita della mia tesi di laurea."
"Immagino che si trovi solo in inglese, vero?"
Charles annuì.
"Non è che potresti procurarmene una copia?" chiese "Magari una prima edizione!" aggiunse per poi scoppiare a ridere "Inoltre vorrei chiederti un altro favore."
Jasmine si fece seria e così Charles perché la sua sembrava una richiesta impegnativa.
"Potresti tradurlo? In italiano, in francese, in spagnolo, in cinese, in russo … volendo potrei aiutarti con un'eventuale traduzione in thailandese … ma diffondilo! Diffondilo più che puoi! Se c'è anche metà di ciò che hai detto ieri sera deve essere diffuso! Contiene un messaggio universale che tutti dovrebbero conoscere, valido non solo per i mutanti ma per tutti coloro che, ogni giorno, vengono discriminati."
Charles aveva gli occhi lucidi per l'emozione, strinse Jasmine in un abbraccio traboccante di affetto e gratitudine.
"Grazie, lo farò."
