Richard era rimasto colpito dal modo di rispondere di sua moglie ma sapeva che aveva ragione.

Non si guardò allo specchio mentre si spogliava, sapeva che avrebbe insultato il suo stesso riflesso.

Si voltò verso il letto ma scelse di scendere nella hall.

Avrebbero dovuto essere lì, insieme, nudi tra le lenzuola a fare l'amore appassionato, decidendo se star zitti o meno, e invece. L'aveva ferita. Di nuovo. Accadeva troppo spesso ultimamente.

Sembravano essere entrati in un discensore e non riuscire a risalire la china.

Dove fare qualcosa, se solo potesse essere in grado di spiegarle.

Lei capirebbe. Forse non al 100% ma poi lo sosterrebbe. Lo ha sempre fatto.

Forse era quello il problema. Quando aveva iniziato a darla per scontata?

Ad un tratto alzò lo sguardo e la vide.

"Non sapevo che fossi qui" disse sorpresa di vederlo e voltandosi subito.

"Emily non andartene"

"Sono molto stanca"

"Voglio parlare. Ti prego..."

Non disse nulla ma invece di andarsene, fu una conquista quando la vide sedersi sul divano, anche se rigida come una scopa.

Incoraggiato del silenzio, cominciò:

"Non devo ricordarti di come mi sentivo al lavoro e la mia frustrazione è cresciuta al punto in cui ... tu lo sai... Così ieri ho fissato un appuntamento con il direttore per parlare della situazione e delle chiacchiere che avevo sentito dire così ho visto Floyd.

Ci siamo stretti la mano, abbiamo preso un caffè, e poi gli ho detto quanto fossi diventato infelice. Gli ho raccontato nei dettagli tutti gli anni passati nella compagnia, tutti i viaggi che avevo fatto, tutti tutti fine settimana dedicati al lavoro, i sacrifici, compreso il tempo rubato alla mia famiglia e più parlavo più la rabbia cresceva... e poi tutto ad un tratto ho sentito Richard che si licenziava.

M piaceva vedere Floyd incredulo così ho finito il mio caffè e sono uscito da quell'ufficio... non potevo credere quello che avevo fatto! Mi ero dimesso potrei aver detto una piccola bestemmia nel farlo ma ero eccitato, euforico...mi ero tolto un peso gigantesco dal cuore!

Ho visto che la segretaria di Floyd che mi fissava e ho capito che era anche perché stavo sorridendo. Nessuno mi aveva più visto sorridere lì da tantissimo tempo. Io ero felice!"

Ad un certo punto si era seduto accanto a lei mentre parlava.

Era rimasta zitta, abbassando lo sguardo di tanto in tanto.

A quel punto parlò, ferita, quando disse della sua felicità.

Aveva sorvolato di dire qualcosa e si era trattenuta dal sorridere quando disse di essersi sentito eccitato ed euforico, lo ricordava bene il lunedì quando era tornato a casa. Allora era per quello a essere eccitato, non perchè volesse stare con lei.

"E hai scelto di non dirmelo..a tua moglie!"

Le prossime parole furono dure per lei da ascoltare tanto erano dolci.

"Oh Emily so che non ho fatto altro che deluderti in questi ultimi mesi: perché mi sono isolato e per tutti gli impegni mondani che ti ho fatto cancellare... poi a te piace l'ordine, ti piacciono le liste, programmare dove stai andando, cosa sta arrivando... Ti piace programmare tutto e io d'un tratto impulsivamente ho rovinato tutti i piani per il nostro futuro. Beh non potevo sopportare di deluderti ancora, non potevo dirti che avevo mandato a monte i programmi, non adesso, non in questo momento... non volevo litigare...non volevo pensare.

Volevo solo continuare ad essere felice... Mi dispiace davvero molto"

Lei potè solo annuire alla fine.

Non le interessava delle liste, delle amicizie, degli eventi.

Questo la turbava! Che lui pensasse che lei tenesse a queste cose.

Lei ci teneva nella proporzione in cui una famiglia come i Gilmore dovevano esserne interessati e coinvolti.

Emily aveva sempre finto di interessarsi di certe mondanità, da giovane le piacevano i balli e il lusso ma solo relativamente. Le piaceva la compagnia di persone intelligenti che avessero qualcosa di sensato da dire, e i soldi nella giusta misura.

La casa, l'arredamento, le vacanze schematiche erano un inferno da organizzare, ma lo faceva per LUI. Era il modo in cui lo avevano cresciuto, come tutti si aspettavano che LUI avrebbe vissuto e lei non voleva pensassero meno di LUI.

Diamine aveva una laurea in storia moderna, ammesso che la storia possa mai essere moderna!

Cosa poteva interessarle di ricevimenti e the se non per beneficenza?!

Per non parlare di cosa avrebbe detto sua suocera se lei avesse fatto qualcosa in meno.

E poi lui lavorava, lei doveva tenersi occupata, e quale modo migliore se non cercando di essere una buona moglie per lui, facendo i di lui interessi?

Lui intratteneva clienti e firmava contratti, lei intratteneva le mogli, mantenendo buoni i rapporti.

Erano una squadra, almeno era quello che lei credeva fino a quel momento.

Poi Richard la sorprese con le prossime parole:

"Comunque ho analizzato a fondo la nostra situazione finanziaria. Noi abbiamo ancora fondi pensione, l'assistenza medica è coperta.. dimettendomi rinunciamo una parte della mia pensione e ad una parte dei diritti di opzione sulle azioni, non è una grossa cifra ma..."

Lo fissò dolcemente e gli disse le parole più dolci che lui pensava di non sentire mai più:

"Richard, andiamo a letto"

Sorpreso la fissò e la ringraziò con lo sguardo prima di prenderla per mano e dirigersi in camera.