Prima di tutto vorrei rivolgermi ai fan dei Fantastici Quattro: non conosco molto bene il personaggio di Reed Richards perciò se lo vedrete particolarmente OOC ciò è dovuto appunto alla mia ignoranza. Per evitare che un eventuale rappresentazione errata vi possa infastidire pensate che in quel frangente sta recitando una parte per poter ottenere ciò che vuole.
Spero che il piccolo Cammeo di Zuko vi piaccia.
Mini
27. Non sapete chi è lui
La guardia aveva spinto Charles e Sophie verso una grande sala dove c'erano altri detenuti, la struttura era un ex manicomio in cui i mutanti erano stati ammassati come bestie in condizioni pessime.
Ancora dolorante, Charles cercò comunque di stare accanto a Sophie la quale, nonostante le sue parole rassicuranti, era ancora spaventata dalla situazione.
"Sembra un incubo" mormorò lei, spaventata.
"Per ora non possiamo fare altro se non mantenere la calma, qualsiasi azione ostile sarebbe controproducente, inoltre io non mi sento proprio in forma."
Fece qualche altro passo ma una fitta al fianco lo costrinse ad appoggiarsi alla parete.
"Charles!" esclamò Sophie, allarmata "Hai bisogno di cure mediche!"
Lui non rispose, il dolore gli aveva tolto il fiato, si prese qualche istante poi tornò a respirare normalmente.
"Va meglio, non ho niente di rotto, solo botte. Per ora cerchiamo di stare lontano dai guai e …"
Charles si interruppe, aveva notato un ragazzino poco distante, seduto su una panca, stava guardando fuori dalla finestra e sembrava molto spaventato. Charles si avvicinò e si sedette accanto a lui, seguito da Sophie che invece rimase in piedi.
"Ciao" gli disse "Come ti chiami?"
Il ragazzo non distolse lo sguardo dalla finestra.
"Zackary" rispose lui, con un fil di voce "Ma i miei amici mi chiamano Zuko."
Charles sorrise.
"È un soprannome interessante. Come vuoi che ti chiami io?"
Il ragazzino voltò appena il viso e lo guardò con la coda dell'occhio.
"Puoi chiamarmi Zuko."
"Molto bene, Zuko" rispose lui, tendendogli la mano "Io mi chiamo Charles, ma tu puoi chiamarmi Chuck."
Il ragazzo si voltò del tutto e ricambiò la stretta di mano, ma in quel momento Charles notò che sul lato sinistro del viso aveva una ustione attorno all'occhio e all'orecchio. Era spaventoso ma, in quanto preside di una scuola di mutanti era abituato a spettacoli anche peggiori, perciò non si impressionò, Sophie invece trattenne il fiato.
"Quanti anni hai? Da quanto hai scoperto di essere un mutante?"
"Ho tredici anni" rispose lui "so di essere un mutante da quasi un anno, ma non l'avevo mai detto a nessuno, nemmeno ai miei genitori …"
Charles annuì, comprensivo, poi si voltò verso Sophie, dalla voce e dal viso di Zuko era evidente quanto l'idea di confidarsi con i suoi stessi genitori lo terrorizzava, lei arrossì ripensando alla conversazione che avevano avuto in cella.
"Quali sono i tuoi poteri, Zuko?" chiese Charles con allegria.
"Io posso creare il fuoco" rispose il ragazzo, arrossendo per l'imbarazzo.
"Creare il fuoco?" chiese Charles, impressionato "È notevole, Zuko! Davvero! Ho conosciuto un ragazzo che poteva manipolare il fuoco, ma crearlo da zero … è fantastico!"
Zuko sbuffò.
"Peccato che a causa del mio potere mi sia fatto questa!" disse, indicando la cicatrice sul suo viso "Non mi piace questo potere!"
Charles non perse il sorriso, continuò a guardarlo con quell'espressione rassicurante che aveva sempre aiutato a calmare i suoi studenti.
"I nostri poteri ci rendono ciò che siamo e dobbiamo accettarli anche quando ci fanno del male, anche quando non è facile."
"Perché?" chiese lui con rabbia "Perché dovrei accettarlo?"
Charles inclinò leggermente la testa.
"Quali altre alternative hai?"
La domanda di Charles lo colpì, Zuko abbassò lo sguardo, Charles poteva vedere i suoi pensieri vorticare nella sua testa anche senza usare la telepatia, dopo qualche minuto di silenzio Zuko alzò lo sguardo, era impaurito ma anche curioso.
"Tu sei mai stato ferito dal tuo stesso potere?"
Charles sospirò piano, la domanda era legittima.
"Ti sentiresti meglio se ti dicessi che sì, mi è successo?"
Lui si prese qualche istante per riflettere, poi annuì.
"Me lo puoi raccontare?"
Charles esitò, non era certo di volerne parlare, ma vedendo che anche Sophie aveva preso una sedia e si era accomodata per ascoltare si decise.
"Io sono un telepate e la ferita che subii non fu fisica ma mentale e, te lo assicuro, fu molto dolorosa."
Entrambi lo stavano fissando, la voce di Charles era calda e rassicurante, era un piacere ascoltarlo.
"Ero molto giovane, insieme ad altri mutanti cercavamo di catturarne uno che aveva commesso diversi crimini. Quando finalmente riuscimmo a fermarlo io usai i miei poteri per impedirgli di muoversi.
"Come hai fatto con quei cinque nel vicolo?" chiese Sophie.
"Esatto. Il nostro obiettivo non era fargli del male ma fermarlo, nonostante lui avesse fatto del male a molte persone. Purtroppo uno di noi non era d'accordo, aveva sofferto molto a causa sua e voleva vendicarsi."
Charles si interruppe, il ricordo di quel giorno era doloroso e spaventosamente presente nella sua testa, anche perché il suo corpo era stato riportato indietro proprio a quel momento.
"Cosa ti fece?" lo incoraggio Sophie.
"Lui … lui usò una moneta. Usò i suoi poteri per far levitare una moneta e la fece passare attraverso la sua testa. Il problema fu che io ero lì dentro."
Charles si interruppe di nuovo, chiuse gli occhi, un dolore fantasma gli attraversò la testa per un istante.
"Sentii tutto, la paura, l'angoscia, il dolore fisico … lo vidi morire, morii insieme a lui. Fu terribile."
Zuko stava trattenendo il fiato, espirò l'aria tutta insieme.
"Mi dispiace." disse.
"Vedi? A volte è difficile venire a patti con ciò che siamo, ma dobbiamo riuscire a farlo. Per noi stessi."
Zuko sorrise.
"Grazie, in effetti adesso mi sento un po' meglio. Non tanto, ma un po'."
Charles gli sorrise in risposta.
"Quando usciremo da qui potrei aiutarti a parlare con i tuoi genitori e insegnarti a gestire il tuo potere."
"Davvero?" chiese lui, illuminato di speranza "Davvero."
Zuko lo abbracciò.
"Grazie! Grazie! Grazie!"
Reed Richards aveva rimpianto di non aver portato qualcosa per far passare il mal di testa, seduto nell'ufficio del Capitano del poliziotto che aveva arrestato Charles tentava in tutti i modi di calmarsi passeggiando avanti e indietro per la stanza. Era stato informato dell'arresto di altri due mutanti ma ne ignorava l'identità.
"Vediamo se ho capito bene" disse, massaggiandosi la fronte "Siamo in un momento delicato, sono giorni che corro avanti e indietro per la città per cercare di mediare la liberazione di quei dieci mutanti e voi, dopo aver ricevuto un ordine esplicito di astenervi dal catturare qualsiasi altro mutante avete avuto la bella idea di arrestarne due? State scherzando? Vi prego, ditemi che state scherzando."
Il Capitano osservava il suo sottoposto con evidente disagio.
"Non so cosa dire, io …"
"Voi siete due idioti."
"Stava usando i suoi poteri!" esclamò l'agente "Inoltre non aveva con sé dei documenti per essere identificato!"
"Non c'è alcuna legge che vieti ai mutanti di usare i loro poteri" spiegò Reed "Avanti, fatemi vedere il filmato della body cam. Adesso." aggiunse, vedendo che i due esitavano.
Il Capitano sobbalzò, si alzò e andò dietro la scrivania, con il computer riuscì ad accedere ai file. Dal suo sguardo era chiaro che si fidasse ciecamente del suo agente e che fosse certo che, qualsiasi cosa ci fosse in quel video, gli avrebbe dato ragione.
"Venga pure."
Reed lo raggiunse e si mise ad osservare il filmato: vide la ragazza fuggire dai cinque inseguitori, la vide rifugiarsi nel vicolo, sentì i cinque insultarla, poi vide l'altro mutante, lo vide usare i suoi poteri per fermare i cinque uomini e disarmarli.
"Fin qui non vedo niente di strano" disse "Sta usando i suoi poteri per proteggerla."
"Ma …" iniziò il poliziotto, ma Reed lo zittì posando un dito sulle labbra.
Il filmato proseguì, vide il poliziotto sparare il collare addosso al mutante, lo sentì incoraggiare il pestaggio e arrestarli entrambi. Già vedendo quelle immagini Reed aveva sentito la rabbia salire, quando poi riuscì a vedere il volto del mutante scoppiò in una sonora risata, un misto di rabbia, disperazione e divertimento.
"Voi siete degli idioti! Dei cretini!" esclamò "Voi …"
Fu interrotto dalla suoneria del cellulare.
"Scusate un momento …"
Lo tirò fuori dalla tasca e osservando il numero continuò a ridere. I due lo osservavano senza riuscire a capire, il Capitano rosso per l'imbarazzo.
"Parli del Diavolo … scusate, devo rispondere. Sì, sono io …. sì, l'ho saputo … no, non devi fare nulla, me ne sto occupando io … Non preoccuparti … Sì, ti chiamerò quando sarà tutto finito."
Reed rimise a posto il telefono, continuando a ridacchiare.
"Avete idea di cosa avete fatto?" chiese "Avete idea delle conseguenze?"
Il Capitano aprì la bocca per parlare e così fece anche l'agente ma Reed fu più veloce.
"Avete idea di cosa stia facendo il Governo in questo momento? Mi sembra piuttosto evidente, no? Sta buttando merda sui mutanti, li sta etichettando, tutti gli arresti apparentemente a fin di bene, le misure di sicurezza contro i Mutanti … Ciò che sta dicendo è: gli umani sono i buoni, i mutanti sono i cattivi."
Si voltò verso di loro, serio.
"Escludendo il fatto che questa divisione tra buoni e cattivi è semplicistica e infantile, avete la più pallida idea di cosa succederebbe se un video del genere dovesse essere reso pubblico?"
Il Capitano impallidì.
"Vi avverto, questo suonerà ai vostri piccoli cervelli come un ricatto e in effetti lo è. Se questo video dovesse essere reso pubblico la situazione si ribalterebbe. In quel video chi è che sta proteggendo la giovane mutante indifesa da cinque uomini armati? Chi viene ingiustamente picchiato e arrestato? Cosa penserebbe l'opinione pubblica vedendo queste immagini? Ve lo dico io: penserebbe che i buoni sono i mutanti e i cattivi sono gli umani perché sì, è così che ragiona la gente."
Reed continuò a ridere.
"Inoltre" aggiunse "Vi rendete conto di chi avete arrestato?"
I due si guardarono negli occhi poi tornarono a guardare lui, erano terrorizzati.
"Lui è il Professor Charles Francis Xavier" disse "Colui che avrebbe dovuto accogliere i mutanti dopo la fine delle trattative. Temevo di avere di fronte a me ancora settimane di lavoro, invece voi mi avete gentilmente offerto una chiave di uscita."
Prima che i due potessero fermarlo si avvicinò al computer e inviò il file alla propria e-mail.
"Ora andrò da chi di dovere con questo video" disse "Non potranno mettermi a tacere con la forza, se vorranno che la reputazione della polizia resti intatta dovranno accettare le mie condizioni."
Non aggiunse altro, fece un breve inchino di ringraziamento ed uscì dalla stanza.
