Piccola premessa: vi chiedo scusa se nella prima parte troverete Charles un po' OOC ma non ho potuto resistere, dovevo fargli dire quella battuta!
Sarà presente anche un personaggio che non è inventato, è una persona che esiste davvero, non metterò il suo nome completo e nemmeno il suo nome d'arte ma spero che dal nome, dalla descrizione e dal lavoro che fa possiate capire di chi si tratta.
37. Si vola
"Non fatemelo ripetere" disse l'agente "Dovete seguirmi."
Charles e Raven si scambiarono uno sguardo perplesso, poi charles sospirò e comunicò con lei telepaticamente.
"Ora ho capito, quelli che ho sentito prima erano tutti mutanti. Li hanno rinchiusi in una stanza, in totale sono 14."
Raven era sconvolta, non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere.
"Allora?" chiese l'agente mostrando il manganello "Devo usare questo?"
"Prima di seguirla vorremmo sapere perché. disse Charles.
"Non avete sentito l'allarme? Avete qualcosa da nascondere?"
Charles scoppiò a ridere.
"Lei sa cosa significa quell'allarme? Le hanno detto a cosa serve quel sensore?"
L'uomo, che fino ad un istante prima era spavaldo e aggressivo, divenne dubbioso.
"Per la droga?" disse, lasciandosi sfuggire il dubbio nella voce.
"Lo sta domandando lei a me? Davvero non ha idea di ciò che sta facendo? Ha fermato quattordici persone fino ad ora senza sapere nemmeno perchè?"
L'agente era in seria difficoltà ma fu raggiunto da un superiore.
"Glielo dico io" disse il nuovo arrivato "Siete mutanti e per questo dobbiamo fermarvi. Siete pericolosi."
Charles rise ancora.
"Tutto ciò è ridicolo. Siamo in un paese dove uno studente del liceo può facilmente procurarsi delle armi per compiere una strage nella sua scuola e delle persone innocenti vengono fermate solo perché sono mutanti."
"Non fare tanto lo spiritoso, cocco" lo minacciò l'agente che li aveva fermati per primo "Non sei tu a fare le regole qui."
Charles non si fece prendere alla sprovvista, vide nelle loro menti che di lì a pochi secondi gli avrebbero fatto indossare il collare inibitore perciò decise di agire.
"Invece è proprio così, detto io le regole qui." disse, usando il suo potere per imporsi sulle loro menti "Ora ci lascerete passare, farete uscire da quella stanza anche gli altri mutanti e non ne fermerete altri per tutto il giorno."
I due uomini si bloccarono per un istante, poi si fecero da parte e li lasciarono passare senza aggiungere altro.
Charles si allontanò rapidamente seguito da Raven.
"Ma … cosa … Charles!" esclamò, guardandolo stupita "Sei certo che fosse la cosa giusta da fare? Voglio dire … lo era, ma … non è da te!"
Lui la fissò seccato.
"Avresti preferito passare chissà quante ore in quella stanza puzzolente senza peraltro avere la certezza di uscire? La nostra vacanza è appena iniziata e non ho intenzione di lasciare che qualcuno ce la rovini."
Raven non rispose, continuò a fissarlo, lui sospirò.
"Credi davvero che la prima volta mi sia fatto catturare di proposito? Quell'agente mi aveva colto di sorpresa, se avessi avuto il tempo di reagire le cose sarebbero andate diversamente, ma con quel collare inibitore non potevo far altro che portare pazienza. Oggi no, non è il caso di subire queste situazioni e, fidati, la cosa non finisce qui."
Lo sguardo di Charles era serio e determinato, Raven sorrise finalmente convinta, poi lo prese sottobraccio e scoppiò a ridere.
"Ti rendi conto che se hanno ricevuto degli ordini dall'alto e invece faranno ciò che hai detto tu sicuramente verranno licenziati?"
Lui posò la mano sopra quella di lei e la accarezzò dolcemente, avevano oltrepassato la barriera e si stavano avviando dirigendo verso i negozi duty-free ma lui la condusse a sinistra, verso le grandi vetrate che davano sulla pista dove si potevano vedere gli aerei parcheggiati e in procinto di partire. Charles sorrideva.
"Guarda il cielo, osserva le nuvole … ammira la vastità del cazzo che me ne frega!"
Raven lo fissò con gli occhi sgranati per la sorpresa come se all'improvviso gli fosse spuntata una seconda testa, poi scoppiò a ridere.
"Ah, be' … allora sono tranquilla!"
Rise ancora e anche lui la imitò, contagiato.
"Cosa intendevi quando dicevi che non finisce qui?" chiese poco dopo, mentre passeggiavano tra gli espositori di profumi.
"Purtroppo noi non possiamo fare nulla per cambiare la situazione ma il fatto che i sensori anti mutanti siano attivi negli aeroporti è molto grave. Mi terrò in contatto con Erik e con gli Illuminati durante il nostro viaggio grazie a Cerebro" disse indicando il bracciale "Ovviamente non posso contattarli per ogni novità ma farò loro dei resoconti giornalieri, sarà sufficiente."
Raven annuì.
"Per ora però cerchiamo di fare in modo che tutto questo non ci rovini la vacanza." le disse e poi la baciò dolcemente sulle labbra.
"Non riesco a capire perché siamo in seconda classe" disse Raven quando finalmente salirono a bordo.
"Purtroppo tutti i posti in prima classe erano già stati prenotati" rispose Charles "Ma non preoccuparti, staremo comodi lo stesso."
Si sedettero su due posti a destra dell'aereo e Charles lasciò a lei quello accanto al finestrino.
"Altra domanda: perché stiamo andando a Londra? Non dovevamo andare da T'Challa?"
Charles rise.
"Piccola sorpresa, ci fermeremo a Londra per un paio di giorni, poi andremo da T'Challa."
Lei sorrise compiaciuta.
"In effetti mi piacerebbe passare un paio di giorni a Londra … magari potremmo andare anche a teatro e …"
"Vedremo cosa accadrà, non mettiamoci limiti."
Si erano appena seduti quando arrivò un uomo che si sedette nel terzo posto accanto a loro dal lato del corridoio: capelli scuri corti, labbra insolitamente carnose per un uomo, indossava pantaloni e una maglietta a maniche corte neri e un paio di occhiali da sole che celavano i suoi occhi, nonostante questo era piuttosto vistoso nei movimenti, mise a posto il un piccolo zainetto sopra la cappelliera e si sedette proprio nell'istante in cui le hostess uscivano per spiegare le misure di sicurezza. Charles notò che la signora seduta nel posto che dava sul corridoio accanto a loro aveva sbuffato scocciata ma non diede peso alla cosa. Meno di dieci minuti dopo, finalmente, l'aereo decollò.
Era trascorsa un'ora di viaggio, quando l'hostess passò tra i sedili con il carrello delle vivande, fermandosi di tanto in tanto per servire chi le chiedeva qualcosa da mangiare o da bere. Quando arrivò vicino a Raven e Charles fu l'uomo accanto a loro a fermarla, la sua voce era ovviamente maschile ma aveva un tono molto sensuale e più femminile.
"Tesoro, potresti darmi un caffé? Nero, bollente."
La ragazza prese la caffettiera e versò il liquido caldo nel bicchierino.
"Molto volentieri. Vuole anche dei biscotti? Abbiamo quelli al cioccolato."
"No, tesoro, ti ringrazio, devo badare alla linea, magari un'altra volta!"
Lei rise, servì il caffè, prese il denaro e andò oltre. Ancora una volta la donna accanto a loro sbuffò, stavolta però non rimase in silenzio.
"È inaudito! Inaudito! Mi chiedo come possano permettere a gente simile di salire a bordo di un aereo! È indecente! Mi chiedo dove andremo a finire! Tutto ciò è inaccettabile! Che schifo!"
Era evidente che la signora si stesse riferendo all'uomo con gli occhiali da sole, il quale sembrava del tutto indifferente alle sue parole.
"Certa gente è lo schifo della società! Va contro tutto ciò che è normale! Non dovrebbero stare con le persone per bene!"
Stavolta l'uomo sembrò accusare il colpo, aprì la bocca per parlare ma Charles fu più veloce, si voltò verso la signora e le sorrise.
"Non si preoccupi signora" le disse guardandola con comprensione "A me la sua presenza non dà fastidio."
La donna, che inizialmente si era tranquillizzata percependo la solidarietà di Charles, divenne rossa per la rabbia sentendo la sua battuta, iniziò a gridare più forte e si allungò per suonare il campanello per chiamare la hostess. Charles tornò a sistemarsi sul sedile e il suo vicino scoppiò a ridere.
In quel momento arrivò la Hostess.
"Finalmente! Mi chiamo Karen Smith e pretendo che lei sposti immediatamente me e mio marito da qualche altra parte! Non posso tollerare di stare accanto a un gay, è inammissibile, mi dà fastidio!"
La ragazza restò interdetta per qualche istante da quella domanda inopportuna ma non perse la calma e le sorrise gentilmente, guardò prima lei poi l'uomo, poi tornò a rivolgersia lei.
"La prego di scusarmi, vado a vedere cosa posso fare per sistemare la situazione."
L'uomo oggetto del discorso scosse la testa e si voltò verso Charles.
"Wow!" disse "L'hai stesa, eh?"
Charles si voltò verso di lui sorridendo.
"Non sopporto queste cose, è più forte di me."
"Be', è stato fantastico" rispose lui guardandolo "Oltre ad essere sveglio sei anche molto carino! Hai impegni stasera? Ah, io mi chiamo Roy." aggiunse, porgendogli la mano.
"Charles." rispose lui stringendola.
Anche Raven si fece avanti.
"Io sono Raven e no, non abbiamo niente da fare."
"Oh!" rispose lui, felice "FANTASTICO!" esclamò, alzandosi per aprire la cappelliera "Allora dovete venire assolutamente al mio spettacolo! Vi piacerà, ne sono certo!"
L'uomo frugò per qualche istante nel suo zainetto e tornò a sedersi.
"Ecco" disse porgendo a Charles un volantino "Qui c'è l'indirizzo e se mi date nome e cognome posso prenotare dei bei posti per voi!"
Charles prese il volantino e diede un'occhiata veloce ma Raven glielo strappò dalle mani.
"NO! NON POSSO CREDERCI! TU SEI …"
Roy posò un dito sulle labbra.
"Oh, scusa! Non ti avevo riconosciuto! Ti adoro! Ho sempre desiderato vederti dal vivo!"
Charles si voltò verso di lei e la guardò come lei aveva guardato lui poco prima, come se gli fosse spuntata una testa in più.
"Lo adori? Sul serio?" chiese, ridendo "Mi sorprende!"
Roy incrociò le braccia al petto, offeso.
"Ti sembra strano che le piaccia una Drag Queen?"
Charles scosse la testa ridendo.
"No, mi sembra strano che le piaccia qualcuno che non sia un mutante!" disse a bassa voce.
Roy aprì la bocca, stupito.
"Ooooh, voi siete mutanti?" chiese anche lui a bassa voce.
"Sì e, te l'assicuro, lei detesta gli umani. Sapere che c'è qualcuno che addirittura adora mi fa piacere."
Roy ridacchiò.
"Allora è un onore!" disse "Vi dirò, a me non piacciono molto gli etero, ma voi mi state simpatici!
Charles e Raven risero ma la signora che aveva chiamato la Hostess aveva sentito.
"Ecco, ci mancavano solo i mutanti!" esclamò "Signorina! Signorina?" chiamò, vedendo che in quel momento stava tornando "Ora ho più che mai urgenza di stare lontana da qui, quei due seduti accanto al gay sono due mutanti! Mi chiedo come abbiano fatto a salire a bordo! Sono pericolosi! Sono terroristi! Ha trovato due posti per me e mio marito?"
La ragazza annuì.
"Prima del decollo tutti i posti in prima classe erano occupati ma c'è stata qualche prenotazione annullata all'ultimo minuto perciò si sono liberati tre posti."
"Bene! Bene! Non sa quanta paura ho! Una persona per bene non dovrebbe viaggiare in queste condizioni!"
Sembrava che l'uomo accanto a lei volesse sprofondare per la vergogna per la scenata della moglie ma la ragazza le sorrise gentilmente.
"Ha ragione" disse con dolcezza "È assolutamente inappropriato che delle persone per bene siano costrette a viaggiare accanto a qualcuno di così sgradevole alla vista e all'udito. Perciò …"
La donna sorrise soddisfatta, ma la Hostess si voltò verso i passeggeri dall'altra parte del corridoio: Roy, Charles e Raven.
"Mi dispiace per il disagio e per la brutta esperienza che avete avuto, se avete la pazienza di seguirmi vi farò vedere i vostri posti in prima classe."
