38. Not today, Satan. Not today.

La prima classe era piena come aveva annunciato la Hostess ma anche molto più comoda.

Una volta seduto Charles si concesse qualche istante di relax, la mattina era iniziata in modo decisamente sgradevole ma sembrava che qualcosa stesse cambiando.

"Dovete raccontarmi tutto di voi" disse Roy "È da anni che cerco di scrivere uno spettacolo sui mutanti ma non ne conosco nessuno! Le uniche informazioni che ho a riguardo vengono da ciò che viene divulgato dai giornali e dalla televisione e so benissimo che sono dei mezzi di comunicazione decisamente non affidabili."
Charles e Raven annuirono.

"Inoltre non conoscevo nemmeno un mutante, almeno fino a oggi: tra il mio lavoro che occupa gran parte del mio tempo e il mio carattere non ho molte possibilità di andare in cerca di mutanti, inoltre non posso andare in giro a chiedere "Sei un mutante" a tutti quelli che incontro!"

Rise di gusto e anche Charles e Raven lo imitarono.

"Come mai questo interesse per i mutanti?" chiese Charles incuriosito, Roy si strinse sulle spalle.

"Credo che mutanti e Drag Queen abbiano molte cose in comune" disse, poi sorrise "Per esempio un leader di nome Charles che non ha bisogno di usare lo shampoo!"

Raven scoppiò a ridere.

"È vero! È vero!" esclamò "Io e Erik lo dicevamo sempre! Non ci perdiamo nemmeno una puntata di Drag Race e ogni volta diciamo 'Guarda, quello è Charles!' "

Charles alzò un sopracciglio.

"Che c'è?" chiese lei "Perché mi guardi così? Ok, sono tutti Sapiens, anche se per quello che ne sappiamo potrebbe esserci anche qualche mutante, ma a noi piace, ammiriamo le Drag Queen perché sono fiere di ciò che sono e di ciò che fanno."

Charles sorrise, adesso aveva senso.

Roy rise, soprattutto vedendo il disappunto di Charles.

"Chi sarebbe questo Erik?" chiese con malizia.

"Un vecchio amico" rispose Charles incrociando le braccia al petto "Comunque mi dispiace per te ma adesso lo shampoo lo devo usare."

Roy aggrottò le sopracciglia.

"Aspetta, non vorrai dire che tu sei … oooooh, capisco …"

"Sì, sono Charles Xavier." rispose lui con un sorriso.

Roy restò a fissarlo per qualche minuto.

"No, non ci credo. Cosa ti è successo? Credevo che Charles Xavier fosse un vecchio pelato! Un qualche potere mutante ti ha fatto ringiovanire all'improvviso?"

"Più o meno … sì" rispose Charles.

"Inoltre vacci piano con il 'vecchio'" aggiunse Raven "Io sono più giovane di lui di soli due anni!"

Roy spalancò ancora di più gli occhi e si tolse gli occhiali da sole per osservare meglio.

"Però! Dove posso firmare per diventare anch'io un mutante?" chiese per poi scoppiare a ridere "Buon per te, sia chiaro, ma mi hai derubato di una battuta!"

"Ah, non preoccuparti, sono certo che ne troverai molte altre!"

"Puoi starne certo! Dunque, da quel che so tu sei un telepate, giusto? Tu invece?" chiese rivolgendosi a Raven.

"Io sono una mutaforma" sussurrò Raven e trasformò il suo viso per assomigliare a Roy però in versione Drag e con la sua stessa voce "Posso cambiare il mio aspetto e la voce e imitare chiunque voglia."

"Straordinario!" disse lui, avvicinandosi per osservarla meglio "Ecco, questo è un potere che sarebbe molto utile per una Drag Queen! Invece di passare ore a imbottirmi le chiappe e a stendere strati e strati di trucco potrei essere pronto in pochi istanti!"

"In effetti è molto comodo" rispose lei "Ma nasconde un lato … scomodo. Questa è la mia vera faccia."

Raven cambiò nuovamente solo il viso che diventò blu in modo che solo Roy potesse vederlo, poi tornò umana.

"Wow!" esclamò lui "Sai una cosa? Sei più sexy blu!"

Lei sogghignò, soddisfatta.

"Purtroppo non posso andare in giro così. Lo farei, ma adesso voglio solo cercare di rilassarmi e per farlo sono costretta a scendere a dei compromessi pesanti."

Charles vide che era diventata improvvisamente malinconica, le prese la mano e la strinse.

Anche Roy si era accorto del cambio di umore di Raven e cercò di cambiare discorso.

"Bene!" esclamò "Adesso che so chi siete, anche a costo di sembrare inopportuno … vorrei autoinvitarmi nella vostra scuola per raccogliere un po' di materiale per il mio spettacolo. Ovviamente una volta finita la tournée."

Charles e Raven si scambiarono uno sguardo, poi fu lei a rispondere.

"Certo! Adesso stiamo costruendo degli appartamenti per gli ospiti perché la scuola ormai è troppo piccola."

"Inoltre noi saremo in viaggio per qualche mese, ne potremo parlare al nostro ritorno."

"Nel frattempo dovrò farti recuperare tutte le vecchie stagioni!" disse Raven "Non è ammissibile che tu non l'abbia mai visto!"
Roy scosse la testa con disapprovazione.

"Non ci posso credere, dovrebbe essere un reato! Allora sapete cosa potremo fare? Ne approfitteremo per guardarle insieme … e per commentarle, soprattutto la sesta!"

Raven rise.

"Ancora meglio! Oh, se Erik lo sapesse!"

Charles sorrise, era così bello vedere Raven ridere di cuore, da quanto tempo non la vedeva così? Piuttosto, l'aveva mai vista ridere così? Si sentì avvampare, colpito da un'ondata di gelosia, immaginando tutto il tempo che Raven aveva passato con Erik, tutto ciò che avevano condiviso, tutto ciò che lui si era perso, le sue risate, i momenti di gioia … e lui? Lui cosa aveva fatto? Ripensando alla sua vita non gli venne in mente un solo istante di vera felicità. In molte occasioni si era sentito soddisfatto di ciò che era riuscito a costruire ma mai felice. Raven intuì il suo disagio e, mentre lui fissava il vuoto, troppo preso dai suoi pensieri per rendersi conto di altro, lei lo baciò dolcemente sulle labbra.

Il bacio di Raven lo colse alla sprovvista, si voltò verso di lei, sempre leggermente rosso in viso e la vide sorridere, lei era felice con lui, non avrebbe dovuto pensare al passato ma godersi il presente, così si sporse e la baciò a sua volta.

Le ore seguenti volarono letteralmente, tra il pranzo, qualche spuntino riservato alla prima classe e soprattutto la presenza di Roy non ebbero tempo di annoiarsi. Una volta atterrati attesero insieme l'arrivo dei bagagli imbarcati e uscirono dall'aeroporto.

"Amerei stare insieme a voi" disse Roy "Purtroppo non sono un mutaforma, ho bisogno di diverse ore per prepararmi per lo spettacolo ed è già tardi! Ci vediamo, vi farò riservare due posti speciali e poi sarete miei ospiti!"

Raven e Charles non fecero in tempo a rispondere perché Roy era già corso via.

"Cosa facciamo?" chiese Charles "Sei stanca?"

"Per niente!"

"Allora che ne dici di lasciare le valigie in hotel e girare un po' fino a sera avviandoci con calma verso il locale?"

"Approvato!" esclamò lei.

La giornata proseguì tranquillamente, dopo aver sistemato le valigie in hotel riuscirono a fare una lunga passeggiata in centro e solo alla fine decisero di prendere la metropolitana per raggiungere il locale dove si sarebbe tenuto lo spettacolo, arrivando con largo anticipo per non trovare confusione. Il locale era piuttosto grande ma non appena arrivarono e dichiararono il loro nome furono accompagnati a sedere in un tavolino giusto di fronte al palco.

"È stato gentile" commentò Charles mentre dava un'occhiata al menù dei cocktail "Siamo stati fortunati."

Raven sorrise.

"È buffo, sai?" disse "Non avrei mai pensato che l'aiuto più grande per i mutanti sarebbe venuto dai non mutanti. Prima gli Illuminati, poi Roy … Per tutta la vita ho sempre pensato che la cosa migliore da fare fosse lottare da sola, che non avrei mai potuto fidarmi di nessun altro al di fuori di me stessa … e di Erik."

Ancora Erik, pensò Charles, cercando di ignorare il dolore provocato dalla freccia della gelosia.

"Charles?" chiese lei, notando il suo cambiamento "Non sarai geloso di Erik, vero?" chiese per poi scoppiare a ridere e il silenzio di lui rispose al suo posto.

"Non ci posso credere! Sei davvero geloso! Cosa dovrei dire io allora? Moira … Gabrielle … poi chi c'era?"

Charles sbuffò.

"Sì, un po' geloso lo sono. Voi siete così … così … così uniti."

Lei aggrottò le sopracciglia.

"Non avevamo nessun altro se non noi stessi, anche tutti gli alleati che abbiamo avuto negli anni erano di passaggio, non ci siamo mai veramente fidati. Tu invece hai i tuoi studenti, no? Non sei mai stato solo!"

"In realtà lo ero, Raven."

Lei gli prese la mano e la baciò dolcemente, non riusciva a capire del tutto il suo tormento ma in quel momento decise che non era importante, voleva solo che lui non si sentisse solo.

"Ora non più. Non pensare al legame tra me ed Erik, non è mai andato al di là di una profonda amicizia. Anzi, sai cosa ti dico? Dovrei essere io quella gelosa di voi due! Erik non faceva altro che parlare di te!" esclamò e si lasciò andare in una risata che contagiò anche Charles.

"Nulla di ciò che ho con Erik potrà mai oscurare ciò che ho con te. Il nostro legame è anche più profondo, più radicato ed è proprio per questo che anche dopo tutto il tempo che è passato e tutto ciò che è successo è rimasto intatto."

Charles non rispose, si sporse verso di lei e la baciò dolcemente.

Durante l'ora successiva parlarono pochissimo, preferendo restare in silenzio e godere della reciproca presenza, a stento si resero conto che lo spettacolo stava per iniziare, solo quando sentirono la voce di Roy si riebbero e si voltarono verso il palco.

Roy non era più lui, era Bianca, indossava una parrucca piena di boccoli, un abito blu molto attillato pieno di lustrini e un trucco decisamente appariscente, tipico delle Drag Queen, anche il suo corpo era diverso, modellato dalla gommapiuma e da un bel reggiseno imbottito.

Lo spettacolo fu fenomenale, Charles rise fino alle lacrime, fino a perdere il respiro mentre Bianca continuava a lanciare frecciatine su frecciatine a chiunque, anche a loro due, scherzando sul loro incontro in aereo.

Dopo lo spettacolo Roy insistette perché restassero con lui per la cena: tra cibo, alcool e chiacchiere il tempo volò e i due riuscirono a tornare nella loro stanza d'albergo quando erano quasi le tre di notte.

"Tutto sommato non è molto tardi" commentò Raven, immaginando che ora avrebbero dormito, ma Charles era ancora carico di energia e la spinse a letto baciandola e liberandola degli abiti.

Avevano fatto l'amore e non si erano più mossi, Raven si era lasciata andare sopra Charles e lui aveva iniziato ad accarezzare la sua testa fino a quando lei non aveva preso sonno e nemmeno allora l'aveva spostata, la sua presenza e il contatto con il suo corpo in qualche modo lo rassicurava perché, nonostante tutto, aveva ancora paura di addormentarsi e rivedere quegli occhi nel buio. Era stato bene, aveva affrontato in qualche modo la sua gelosia, si era divertito, aveva riso come un bambino e si sentiva leggero e pieno di speranza.

Quando capì che il suo corpo stava cedendo alla stanchezza decise di lasciarsi andare ma quando chiuse i suoi non vide gli occhi rossi. Erano lì, poteva sentire la loro presenza, ma c'era una barriera, qualcosa che quella sera lo stava proteggendo da se stesso, forse la serata appena trascorsa lo stava aiutando a distaccarsi dall'oscurità che aveva dentro? C'era sì un muro ma quell'oscurità era sempre lì dietro e lui lo sapeva, un giorno avrebbe dovuto affrontarla.

Non oggi, Satana. Non oggi.