Capitolo 8: giovani donne

Candy, Eliza, Annie e Patty erano felici di poter tornare a casa e riabbracciare i loro affetti più cari. Sono state riconosciute a pari merito come le migliori alunne degli ultimi sei anni. Non erano più delle ragazzine, ma delle giovani donne pronte a fare il loro ingresso in società. Candy era la ragazza più felice del gruppo. Nei sei anni del collegio non era mai riuscita a tornare a casa per le vacanze. Nemmeno quelle estive. L'istituto aveva regole tutte sue. Nei periodi di vacanza le ragazze che non appartenevano alla nobiltà o alla borghesia londinese, dovevano passare il loro tempo libero in un altro edificio situato lontano dalla città. Nella mentalità delle suore che gestivano il collegio, chi veniva da stati esteri, necessitava di un trattamento più severo. Le lettere che le ragazze ricevevano erano costantemente lette prima dalle suore. Persino quelle che le alunne spedivano.

Candy si voltò un'ultima volta. Osservò la grande entrata sovrastata da una lastra in marmo con il nome del collegio a caratteri cubitali. A sinistra del portone in legno era posizionata una targa dorata sul muro con la scritta: 'Dio è inglese'. Sorrise dolcemente e mormorò: "Addio". Abbracciò le sue amiche e salirono tutte e tre sulla carrozza che le avrebbe condotte fino al porto. Eliza non salì con loro. Fin dalla sua entrata in collegio si era messa immediatamente in competizione con Candy. Alla fine con sua grande sorpresa e disappunto era arrivata alla pari con lei.

La traversata fu tranquilla. Candy amava passeggiare sul ponte con le sue amiche. Ogni volta incontravano Eliza ferma a guardare il mare e ogni volta Candy la invitava a sedersi al loro tavolo.

"Eliza", la chiamò Candy: "Ti va di cenare con noi stasera?", chiese sorridendo.

"No", rispose tagliente la ragazza.

"Eliza", insisté Candy: "Dai sarà divertente".

Eliza osservò lei e le sue amiche.

"Siete buffe", disse con un tono leggermente sarcastico: "In collegio vi ho ribattezzato 'Le tre moschettiere'.

Candy guardò la cugina con curiosità.

"Lo sapevi, hai sempre saputo della nostra amicizia. Perché non hai detto niente alle suore?", domandò.

"Mia madre ha detto che dovevo essere superiore a qualsiasi cosa, e così ho fatto".

La ragazza si allontanò. Candy non era del tutto sicura della sua risposta. Le sue amiche non erano molto entusiaste della parentela che Candy aveva con lei. Sapevano che era stata adottata, ma per loro non era mai stato un problema.

Arrivarono a Londra dodici giorni dopo. Salirono sulla carrozza e partirono alla volta della villa dei Leagan. Sarah aveva organizzato una grande festa per il ritorno di Eliza e Neal. Il ragazzo aveva frequentato lo stesso collegio di Stear e Archie. Candy avrebbe trascorso qualche giorno nella villa su esplicita richiesta del capofamiglia dei Leagan. Sperava che le sue amiche potessero stare con lei. I loro genitori erano all'estero per affari e le loro mogli erano con loro.

Eliza arrivò per prima e quando vide Neal fuori dalla villa, corse ad abbracciarlo.

"Ti sono mancato sorellina", disse dolcemente il fratello.

"Più dello shopping"; disse ridendo sua sorella.

Neal era cresciuto molto ed era diventato un bellissimo ragazzo. Eliza guardava suo fratello con orgoglio.

"Quante ragazze hai fatto cadere hai tuoi piedi?"

"Tutte quelle che ho sedotto", rispose divertito Neal.

Non smetteva di stringere la sorella. Ogni tanto osservava le giovani donne che Sarah aveva invitato nella speranza che una di loro potesse diventare la futura moglie del figlio. Il ragazzo era saturo di quel tipo di ragazze. Vista una, viste tutte. Nessuna riusciva a colpirlo in qualche maniera. Sapeva già che la madre avrebbe guardato il patrimonio più che l'aspetto fisico. Stava quasi per lasciare il viale e ritornare alla villa, quando sentì una risata cristallina, provenire dal una delle carrozze appena arrivate. La prima a scendere fu una ragazza con gli occhi celesti e i capelli neri come l'ebano. Indossava un abito della stessa tonalità degli occhi. Neal inclinò appena gli angoli della bocca… -Molto carina- pensò. Scese una seconda ragazza con gli occhi castani e gli occhiali. L'abito riprendeva la tonalità dell'iride. Entrambi le vesti erano ricche di particolari. -Carina anche questa- pensava. Fu l'ultima ragazza però ad attirare l'attenzione di Neal.

Nella sua semplicità era la più bella. Più bella anche delle ragazze che aveva corteggiato. Aveva gli occhi color verde prato brillante, i capelli di una bellissima sfumatura ramata, il naso leggermente all'insù, una spolverata di lentiggini su una pelle praticamente perfetta senza trucco; e labbra morbide e piene. I loro sguardi si incrociarono per qualche secondo. Neal sorrise suadente alla vista di quell'incantevole ragazza.

"CANDY", gridarono un gruppo di giovani. La ragazza si volto e il suo viso si illuminò di gioia.

"Stear, Archie, Anthony". Corse da loro.

Neal rimase a bocca aperta: "Candy!", disse in un sussurro.

Candy sembrava una nuvola verde nel suo abito vaporoso mentre correva.

Abbracciò uno a uno i suoi fratelli, che la sollevavano da terra e la facevano girare a turno.

"E io non merito un abbraccio", disse un ragazzo alto e biondo.

Candy guardò per qualche minuto il suo interlocutore.

"Sono cambiato così tanto anatroccolo", disse sorridendo.

C'era solo una persona che la chiamava in quel modo.

"Tom, tu sei Tom".

Eliza si voltò di scatto. Gli occhi si dilatarono appena per lo stupore. L'ultima volta che aveva visto Tom era un ragazzino della sua stessa età. Ora invece si trovava d'avanti un giovane uomo, alto, muscoloso e bello.

Tom abbracciò Candy. Quando alzò la testa vide Eliza che lo guardava. Il viso del ragazzo si illuminò e le sorrise dolcemente. Eliza si allontanò insieme a suo fratello. Aveva le gote in fiamme. Anche se lei cercava di nasconderlo, Tom lo notò lo stesso e sorrise compiaciuto.

"Candy vorrei presentarti due nostri amici conosciuti in collegio. Albert e Terence Granchester", disse Stear.

I due ragazzi chinarono il capo.

"Anche io ho due amiche che vorrei presentarvi Annie Brighton e Patricia O'Brien".

"Signorine", dissero in coro Stear e Archie.

"Non hai un amica anche per noi due", disse Anthony.

"No mi dispiace", sorrise Candy.

"Venite andiamo dentro così possiamo parlare tranquillamente. Vogliamo sapere tutto del tuo periodo londinese sorellina", disse Archie.

Si diressero all'interno della villa. Incrociarono Neal che stava uscendo in quel momento. Candy non notò il ragazzo e questo lo fece infuriare.

-Stupida orfana. Come si permette di ignorarmi- pensava.

Fuori in giardino Neal trovò quello che stava cercando. Le scarpe di Candy. La ragazza non si era accorta che le aveva perse durante la sua corsa per raggiungere i cugini.

-Abbiamo una novella Cenerentola- pensò ironicamente.

oOo

"Anthony quando sei tornato", chiese Candy

"Tre giorni fa, mentre i ragazzi la settimana scorsa", rispose il cugino.

"E tu Tom?"

"Ecco, i miei genitori sono stati licenziati a causa mia e…"

"A causa tua", Candy era perplessa. Conosceva bene la famiglia di Tom e e lo stesso Tom.

"Si, mi sono permesso di parlare a una delle studentesse e mi hanno beccato".

"Ma non è giusto, e ora dove vivete?"

"A casa nostra Candy", risposero in coro i cugini.

"La zia ha dato un lavoro a entrambi i genitori di Tom e a lui ha dato la possibilità di studiare. Si è diplomato con il massimo dei voti al nostro stesso collegio", disse Stear.

"Si, e oltre a quello era campione di nuoto dell'istituto".

"Ecco da dove vengono tutti questi muscoli e la tua altezza".

Neal ed Eliza erano poco distanti. Ascoltavano ogni singola parola. La ragazza era nervosa, mentre il fratello era infastidito da tutti quegli uomini intorno a lei. Sarah si presentò ai suoi ospiti e presentò i figli. Tutti fecero i complimenti alla famiglia Leagan. Tom guardava Eliza con ammirazione. L'aveva lasciata che era una ragazzina, e ora di fronte a lui c'era una giovane e bellissima donna. Candy invece evitava di guardare Neal. Sentiva molto imbarazzo. Il ragazzo se ne accorse e sorrise soddisfatto.