Capitolo 6: violazione di domicilio

"No Carlisle è escluso. Non potete andare da soli, è troppo pericoloso".

Edward era furioso.

"Cerca di capire, dobbiamo scoprire se sono pericolosi come pensiamo noi, oppure no, come dice tua figlia".

"No e poi Renesmee è solo una bambina, non può capire… è troppo piccola".

"Anche se sono piccola, sono in grado di capire, anzi sono arrabbiata con voi perché mi avete fatto credere cose che alla fine si sono dimostrate sbagliate".

"Di che cosa parli?", chiese Bella preoccupata. Non aveva mai visto sua figlia così risoluta.

Renesmee non rispose. Si limitò a serrare le labbra. Doveva stare attenta a quello che diceva non voleva mettere nei guai i suoi nuovi amici, e nemmeno lei. All'epoca non sopportava quella ragazza. Edward lo sapeva e rideva di questo. Il suo risentimento era molto vicino all'odio finché non seppe la verità. Fu Sabrina a dirglielo inconsapevolmente con una connessione celebrale. Da allora era cambiata nei suoi riguardi e la sua famiglia non era più così perfetta ai suoi occhi.

"Togliti quell'anello", ordinò Edward a sua figlia.

"No", rispose tagliente la piccola.

Edward fece qualche passo nella sua direzione, ma Carlisle lo fermò.

"No ragazzo mio, credo sia meglio scoprire la verità e lo faro a modo mio", disse il dottore.

"Va bene, ma non andrai da solo, io verrò…"

"Andrò io con il dottor Cullen. Devo la vita a loro", disse Irina.

Le sorelle non erano d'accordo e nemmeno Edward ed Emmett. Jasper si avvicinò ai suoi fratelli e sussurrò qualcosa alle loro orecchie.

"Va bene, vai pure, ma stai attento". Edward si rivolse a Jasper e sussurrò "Buona idea".

Jasper sorrise. Jacob fece qualche passo verso il dottore.

"No ragazzo, tu non verrai. Sono sicuro che non accadrà nulla di brutto".

oOo

Il trio arrivò a destinazione intorno alle 10:00. Il Sole splendeva alto nel cielo, ma poiché era ancora pieno inverno riuscivano a nascondere il loro 'segreto' sotto pesanti indumenti di lana e giacconi lunghi muniti di cappuccio. L'edificio dove alloggiavano i nuovi si trovava alla periferia di Forks nella zona industriale. Era un caseggiato piuttosto grande, di circa 500 mq, ma anonimo. Le pareti esterne erano grigie e rovinate dal tempo. Un cartello scolorito fuori dal portone principale fece capire loro che si trattava di una tipografia abbandonata da tempo. Anche il terreno dove si trovava la fabbrica era messo molto male. Rensmee disse che lo tenevano così apposta, per non dare nell'occhio, ma l'interno era davvero bello.

Poiché il campanello era semidistrutto il dottor Cullen dovette bussare diverse volte, ma l'unica presenza che si sentiva provenire dall'interno era quella di un cane che abbaiava rabbioso.

"Scabbia!"

Sentendo la vocina di Renesmee il vecchio cane cambio tono.

"Non credo siano in casa dottor Cullen", disse Irina

Carlisle era distratto, cercava un modo per entrare. Non era un comportamento degno di lui lo sapeva bene, ma voleva capire che tipo di clan era il loro. La nipote intuì quello che voleva fare...

"Non è una bella cosa nonno".

"Si lo so tesoro mio"

"Ma lo farai lo stesso, vero?"

Carlisle sorrise dolcemente, prese la bambina in braccio e saltò sul tetto dell'edificio. Irina fece altrettanto.

Diversi lucernari troneggiavano la sopra e davano sul open space e sulle camere da letto e il bagno. La vampira notò che il tetto era messo nelle stesse condizioni delle pareti esterne, ma il vetro dei lucernari era lindo.

Sul lato Nord dell'edificio si trovava un giardino ben nascosto dalle mura del fabbricato. Rispetto al resto della casa era tenuto bene. Le piantine erano distribuite verticalmente sulle pareti e coperte per il gelo invernale. Come vasi erano state utilizzate snodi di tubature idrauliche in plexiglass con una bella sfumatura di rosso in netto contrasto con il verde delle piante. L'arredamento era formato da bancali e bobine industriali. Anche questi coperti come le piante.

"Annie lo chiama il giardino segreto", disse la bambina.

Una grande vetrata separava l'esterno dall'interno. Carlisle aprì facilmente la porta a vetri.

"Non hanno paura che qualcuno possa entrare?", chiese perplessa Irina.

"Le pareti che nascondono il giardino sono troppo alte per essere scavalcate, e la struttura esterna è tenuta malamente per far credere che non ci sia nessuno all'interno. Senza contare che nessuno penserebbe che ci sono due entrate nascoste. Il vecchio, malandato portone e solo uno specchietto per le allodole", rispose la bambina.

"Ma un vampiro nomade potrebbe entrare", incalzo Irina.

"È successo. Gli hanno ospitati e hanno provveduto al loro nutrimento. Però è strano c'è sempre qualcuno in casa… no, non possono essere andati via senza salutarmi".

Renesmee cominciò a piangere e sia il dottor Cullen che Irina cercarono di consolare la bambina.

"Magari non è così, magari sono solo usciti e rientreranno presto…", disse Irina.

"Si, non avrebbero lasciato da solo Scabbia", rispose Renesmee.

Quando entrarono il senso dell'olfatto fu solleticato da odori diversi: non solo quello dei 'nuovi'. L'ambiente sapeva di pulito, pane caldo e dolci appena sfornati. Scabbia saltò addosso alla piccola che ricambio il benvenuto con altrettanta gioia.

Renesmee si tolse le scarpe.

"Fanno come i giapponesi così il pavimento si conserva meglio e si sporca meno".

Il pavimento era in cemento e diverse macchie di colore ormai sbiadite lo decoravano e denunciavano anche il primo utilizzo del fabbricato.

A destra della vetrata si trovava la cucina. L'arredamento era ricavato dai vecchi mobili in ferro della tipografia. I piani erano sormontati da listoni in legno chiaro. Nella parete libera vicino alla porta a vetri, erano disposte diverse casse porta vino sempre di legno, che fungevano da libreria. L'unica 'cosa' antica dell'ambiente era costituita da un bellissimo mobile dell'800 che proveniva quasi sicuramente da una macelleria e veniva usato come tagliere. Altri oggetti vintage decoravano quella parte della casa: diversi macini da caffe, un tritaghiaccio manuale giapponese e un'affettatrice manuale inglese... Il piano cottura era moderno e sembrava uscito da una cucina professionale, come il doppio lavello e il forno a microonde. Il vampiro si avvicinò ai frigoriferi. Uno aveva lo porta trasparente e l'uomo notò che all'interno erano conservati cibi 'normali'; l'altro invece era in acciaio. Quando lo aprì trovo dei contenitori d'ospedale: contenevano sangue.

"Lo prendono al consorzio della carne di Forks. Non hanno mai ucciso nessuno".

Irina era esterrefatta. Carlisle invece sorrideva.

La cucina dava direttamente sulla sala da pranzo e la zona giorno. Questi tre locali facevano parte di un unico grande open space luminosissimo grazie all'enorme vetrata e ai vari lucernari posti sul tetto. I soffitti alti avevano permesso la creazione di una zona soppalcata. La struttura era di ferro e l'ambiente era adibito a biblioteca. L'antico mobile da farmacia in legno si inseriva piacevolmente con la struttura di metallo.

La zona giorno era arredata con diverse sedute. Le due più importanti erano state ricavate da vecchie panchine di legno e ferro battuto e completate da materassi sottili e cuscini di colori diversi, ma tutto perfettamente bilanciato. In mezzo un piano di legno e quattro ruote da carrello industriale fungevano da tavolino. Mentre qua e la erano sparsi pneumatici, che risistemati, erano diventati pouf di design. Anche i punti luce della casa erano stati creati con materiale riciclato: le lampade a terra erano state ricavate da vecchi caschi da parrucchiera.

Le sedie intorno al tavolo da pranzo che apparteneva al fabbricato erano in legno di noce, ma ognuna aveva una forma e colori diversi. Sopra il piano del tavolo si trovava una lente molto particolare, un foglio in metallo e un vecchio quaderno con la copertina nera.

Tutto l'ambiente era armonico e ricco di personalità. Il materiale di recupero si integrava perfettamente con i pochi elementi antichi.

-Esme impazzirà per tutto questo- pensò Carlisle.

Il dottor Cullen salì le scale per raggiungere la biblioteca. La libreria era ben fornita: arte, narrativa... notò molti volumi in lingua originale.

-Sono colti e cosmopoliti, molto bene- pensò l'uomo

Stava per raggiungere la zona notte, quando sentirono un rumore. Qualcuno di loro stava rientrando.

Un ragazzo biondo con gli occhi azzurri e lineamenti delicati fece la sua comparsa: Mike ex Newton. Si fermò un attimo e inspirò profondamente, sentì un odore famigliare...

"Questa è violazione di domicilio dottor Cullen".

oOo

Aro pensava ad un modo per poter avere la maggior parte dei vampiri, amici dei Cullen, nella sua guardia. Marcus aveva riferito tutto quello che lui era riuscito a percepire dei testimoni dei Cullen. Al signore della congrega italiana era rimasta impressa la lupa mutaforma. L'unica del suo genere. L'unica, più rara anche di Renesmee. Sapeva che Marcus era rimasto in qualche modo affascinato da quella creatura, diceva che c'era qualcosa di speciale, ma non riusciva a capire bene cosa. Di una cosa era sicuro, qualsiasi cosa suo fratello aveva percepito nella lupa femmina, lo aveva talmente emozionato che il veleno aveva raggiunto le ghiandole lacrimali. Marcus aveva gli occhi lucidi. Doveva averla.

-Come posso catturare una lupa femmina- pensava.

"Maestro?"

"Si Alec?", rispose distrattamente Aro.

"Durante il nostro incontro con i Cullen… ecco io ho intravisto qualcosa di strano"

"Strano hai detto!", disse con attenzione Aro.

"Si c'erano altre persone, forse altri vampiri, ma non sono sicuro. I loro occhi erano diversi, erano umani. Hanno visto il nostro incontro con il clan di Carlisle… Aspetti maestro c'era anche una vampira vegetariana, come i Cullen e i Denali.

"Interessante". Aro si avvicinò al ragazzo e prese la sua mano. Scandagliò attentamente la memoria di Alec.

"Molto interessante… Didyme?"

A quel nome Marcus ebbe un sussulto.

"Mmmmm! Ora capisco perché sei tornato indietro Alec. Hai fatto bene. Ma non riesco a capire perché Edward ed Emmett hanno cominciato a inseguire quelle persone. Mmmmm! Demetri ho un compito da affidarti".

Molti non saranno d'accordo con me, ma per me è Leah il personaggio più bello della saga di Twilight. Per quanto riguarda la casa dei nuovi… io adoro il design e l'arredamento. E se qualcuno si chiede, perché ho scelto Mike Newton… e che lui mi ricorda Marcus