EPISODIO 2*11
Ora sì che le cose andavano bene.
Richard si alzava quando aveva voglia, scoppiava di energia, pranzava decentemente e tutti i pasti erano consumati insieme alla moglie, facevano l'amore ogni quando desideravano, passavano insieme l'intera giornata.
Poi quando lei aveva degli impegni, l'accompagnava in macchina, con la promessa di andarla a prendere, e lui si dirigeva in ufficio.
Il venerdì sera infatti non presenziò alla cena per impegni lavorativi.
Lorelai non capiva perché fosse ad occuparsi di affari invece che essere a casa con loro, ed Emily le spiegò la differenza tra essere licenziati e dimettersi. Quando la nipote espresse la suo preoccupazione dicendo SARÀ MOLTO STANCO lei tutta giuliva e sorridente disse A ME SEMBRA CHE CI PROVI GUSTO.
'E anch'io e...Oh, che gusto...' pensò arrossendo.
In quel frangente scoprì, grazie a Rory, la questione delle termiti.
Quando seppe che 5 banche avevano rifiutato di farle un prestito, la cosa più ovvia che le venne da fare fu quella di staccare un assegno a nome della figlia. Quest'ultima ovviamente non voleva e, a causa della sua forte indipendenza, la cena passò freddamente con conversazioni frivole.
Grazie a Dio Rory aveva le notizie dei testi preliminari di cui parlare, e la nonna era molto soddisfatta dei risultati, peccato che Richard non ci fosse, ma glieli avrebbe detti quando fosse tornato.
"Sono a casa" disse entrando infreddolito.
"Richard! Non ti aspettavo prima di un'altra ora" disse andandogli incontro e aiutandolo col cappotto.
"Non vedevo l'ora di stare con te" disse baciandola dolcemente.
"Hai fame?"
"C'è del dolce?" chiese avvolgendola tra le braccia.
"Qualcosina... HAI IL NASO FREDDO!" urlò quando sentì la protuberanza sul collo.
"Scusa"
"Vieni ti faccio un drink"
"Come è andata con le ragazze?"
"Bene"
"Emily..."
"Hanno le termiti che divorano casa"
"Ma è spaventoso!"
"Mi sono offerta di dar loro dei soldi perché le banche non le fanno prestiti. Inutile dire che..."
"...non li ha voluti" conclusero insieme.
"È testarda"
"Abbastanza. Vuole farcela da sola"
"Come è andata in ufficio?"
"Meglio di quanto pensassi. Svuotare la stanza è faticoso ma ci riuscirò"
"Se vuoi una mano..."
"Lo so ti terrò da conto. E se.."
"Si?"
"E se chiamassimo Mike?"
"Mike?"
"A nome di Lorelai. Potremmo esporre il problema e..."
"Non accetterà mai. Lorelai intendo"
"Proviamo. Tentar non nuoce"
"Lo farò domattina, tu sei troppo occupato"
E così fece.
Mentre Richard era in ufficio, Emily chiamò la banca e parlò con il direttore di Lorelai.
Poi chiamò la figlia per informarla del fatto e che aveva un appuntamento alle 15.15 per il martedì successivo.
Non appena chiuse la chiamata, il telefono squillò.
"Pronto? Casa Gilmore. Parla Emily Gilmore"
"Mmmm che voce sexy"
"Richard!"
"Scusa Emily cara ma dovevo sentire la tua voce"
"Dovevi?" chiese sorridendo, chiudendosi nel suo studio e sistemandosi sulla poltrona.
"Sì, era impellente che sentissi la tua voce"
"E come mai?"
"Perché... beh..."
"Richard!" esclamò arrossendo eccitata.
La pelle le bruciava sotto la camicia di seta viola e il reggiseno improvvisamente le dava problemi con la respirazione.
"Non è colpa mia. Ho qui nel cassetto della scrivania una tua foto di quando eravamo a Parigi e... ho lasciato andare i pensieri. Troppo. E sono in uno stato adesso..."
"Oh Richard..." aveva iniziato a passarsi la mano sul collo e sul petto, tentando di sbottonare la camicia ma non era facile con una sola mano.
"Ti amo"
"Anch'io"
"Cosa indossi?"
"Torna a casa e scoprilo"
"Sei una tortura..."
"Ti aspetto nel nostro letto"
"Arrivo"
