Mentre Rosamund continuava a versare Mary affinché raccontasse a Matthew la verità su Lavinia, la governante incrociò l'autista che stava per salire con la zuppiera in mano.

"È tutto a posto Branson?" chiese gentilmente vedendolo super rigido.

Non aveva certo la postura da autista in quel momento, forse era eccessivamente preoccupato di far bella figura con Carson e davanti alla famiglia.

"Credo di sì signora Hughes" rispose il giovane.

Le strade dei due si separarono.

D'un tratto Anna arrivò correndo, ringraziando che la donna fosse nel suo salottino.

"Dov'è Branson?" chiese senza fiato.

"Sta portando su la zuppa perché?"

"Leggete!" disse allungandole un biglietto trovato in camera di Lady Sybil.

La giovane fremeva mentre la governante leggeva al rallenty.

"A quest'ora mi avranno già arrestato ma io non sono affatto pentito, quel maledetto se l'è proprio cercata...oh!" esclamò alla fine, dopo aver capito di cosa si stesse parlando.

Per aver 56 anni, il corsetto e strati di abiti, volò di corsa al piano superiore seguita dalla cameriera. Grazie a Dio per le scale nascoste disseminate in ogni dove!

Riuscì a frenare in tempo prima di sbattere contro il maggiordomo.

"Ma che cosa succede?"

"Leggete questo!" gli disse porgendo il foglio incriminato.

Fortunatamente le parole erano poche.

"È già in sala da pranzo?" chiese la signora Hughes.

"Oh misericordia" fu la risposta.

Lui e Anna guardarono oltre il separè e lo videro fermo, di spalle alla tavola, mentre la governante era già andata di sotto in cucina.

Tempo 0 il maggiordomo si ritrovò con la mano sopra quella di Branson, che stava per aprire la zuppiera.

"No!" esclamò il ragazzo, capendo che il suo piano era stato scoperto.

"Si!"

Il ragazzo si voltò verso Lady Sybil, con il fugace pensiero che lei potesse averlo tradito, ma era troppo tranquilla e certo avrebbe provato a parlargli lei stessa.

Anche se triste del fallimento, era una buona cosa che lo avessero fermato, almeno non si sarebbe reso ridicolo davanti alla ragazza che amava e non l'avrebbe messa in imbarazzo.

L'omone gli incrociò il braccio dietro la schiena, Anna prese in consegna il vassoio e i tre sparirono dalla sala. Solo Lady Mary si era accorta che qualcosa non andava.

Nel corridoio il signor Carson spintonò il giovane con forza.

"Ho capito, non c'è bisogno di andarci così pesante"

"Ce n'è di bisogno eccome per fermare un omicida!" ringhiò il maggiordomo.

"Omicida?! Come sarebbe omicida?!" chiese Branson senza capire.

"Stavi per assassinare il generale!" disse Anna aprendo la zuppiera convinta di trovare una pistola.

"Per assassinarlo?! Neanche per sogno! Volevo solo versarglielo addosso!"

"Ma che cos'è?!" chiese investita dalla puzza.

"Olio, inchiostro e un po di letame.. tutto mischiato con latte acido"

Carson lo guardò inorridito e rimase senza parole al pensiero che aveva lucidato quell'oggetto alla perfezione ed ora era rovinato.

"Avrebbe avuto bisogno di un bagno non di una bara!" aggiunse il giovane.

Le smorfie di tutti, dovute all'odore, avrebbero fatto ridere chiunque se non fosse stata una cosa seria.

Daisy, arrabbiata perché aveva cucinato lei, disse offesa:

"Credevo avessi portato su la zuppa e invece l'hai lasciata nella dispensa!"

Siccome il maggiordomo continuava a tacere, la governante prese le rendini.

"La porteremo su ora! Non è stata riscaldata ma al diavolo! E dopo decideremo che cosa fare con te"

"Non pensiamo al dopo pensiamo alla cena... come faremo a servirla?" disse Carson isterico.

La signora Hughes stava per urlargli contro.

Lei aveva preso il sopravvento per salvarlo da una crisi, per ricompensarlo della gentilezza di poco prima, e lui le si rivolgeva in quel modo. Per ogni passo avanti ne faceva tre indietro.

Possibile che non si rendesse conto che lei faceva tutto questo per lui?

Perché doveva sempre pensare a quella dannata famiglia?!

'Se hanno fame che si servano' avrebbe voluto dire.

Invece si sentì la voce calma e dolce del giovane William:

"La servirò io signor Carson non è un problema. E poi chissà quando mi capiterà di nuovo"

Il silenzio invase la cucina.