EPISODIO 9 - SOGNO Dì MAMMA!

Le anime più forti sono

quelle temprate dalla

sofferenza. I caratteri

più solidi sono

cosparsi di cicatrici.

( Khalil Gibran)

INIZIO FLASH - BACK :

Da qualche parte nelle foreste dell'America settentrionale c'era del movimento, la fitta oscurità impediva quasi del tutto la poca luce creata dai raggi lunari di penetrarvi. I passi frettolosi venivano prodotti a centinaia se non a migliaia di volte, le ombre passavano quasi inosservate nei dintorni, il tempo sembrava fermato e nulla si muoveva senza creare nessun suono.

Un branco di lupi dalle dimensioni enormi alla pari di un cavallo, correvano dietro alla loro Alpha, una lupa dal manto bianco. La lupa era ricoperta da una peluria da sembrare soffice e priva di difetti, le sue lunghe zampe l'aggraziavano rendendola elegante, raffinata e fiera agli occhi di chi l'osservava. Insieme ai suoi simili, si stavano spostando dà un posto all'altro, per cercare una nuova sistemazione temporanea per questo periodo invernale.

Arrivati dentro una raduna, circondata da alberi e cespugli, la lupa si fermò, che venne imitata dal suo branco. Annusava l'aria, se percepiva degli odori sconosciuti. E non sentendone, lei insieme ai suoi subornati cominciarono la muta da bestia-uomo.

Le ossa si spezzano, il loro scricchiolio si poteva sentire a orecchio umano, le loro pellicce venivano sostituite con abiti e le possenti zampe sono sparite, dando spazio a braccia e gambe.

Ecco che al posto di un branco di feroci lupi - giganti, c'erano una ventina di individui tra uomini e donne di varie età. Anche la lupa fece la sua muta, venne sostituita da una giovane ragazza sulla ventina d'anni. Dal fisico slanciato, carnagione chiara e capelli lunghi tendenti a un violaceo scuro, e i suoi occhi erano di un blu zaffiro, talmente belli da l'asciare senza fiato a chi li osservava.

Venne raggiunta da una ragazza forse sua coetanea, che prese subito parola.

? :- Pensi che li abbiamo seminati? - (•ᴗ •)

Domandò la nuova arrivata, i suoi occhi sono verdi foresta, i capelli sono di un biondo cenere tagliati stile folletto, e un lungo ciuffo messo di lato dandole l'aria di una ragazza tosta. Le sue unghie erano dipinte di un nero lucido, mettendo in risalto le sue belle lunghe dita.

Il suo giubbotto di pelle nera, non le procurava abbastanza calore per combattere il freddo. E la pensavano alla stessa maniera i suoi compagni di squadra, che si erano formati in piccoli gruppi, che nell'attesa di ricevere gli ordini dalla loro Alpha, prima di ritornare nelle loro abitazioni, chiacchieravano tra di loro.

La sua interlocutrice scosse il capo, non sapendo con certezza se sono stati in grado di seminare i loro inseguitori. Non voleva gufare contro la sua gente, ma sapeva che non era salutare cantare troppo presto la vittoria, non prima di essere certi di averla in pugno.

?:-Non ne sono certa Gwen, quelli sembravano molto determinati a prenderci, che questa volta ho temuto che non c'era scampo per noi. - (•́ _ •̀ )

Sul suo bel viso c'era molta preoccupazione, e il fatto di guidare un grande branco di licantropi, a un'età così giovane non le giocava molto a suo favore

G:- Ma che dici Elizabeth, siamo sempre stati più veloci di quei taglia gola, perché preoccuparsi per niente! - (∩_∩)

Gwen cercava di tirare su il morale all' amica. Entrambe si conoscono da quando erano piccole, sono nate all'interno del branco e hanno legato quasi subito. Il padre di Gwen, era il vecchio beta, ex braccio destro del defunto alpha. Hanno condiviso parecchie avventure. Le primissime trasformazioni, la caccia, e le scappatelle che facevano agli inizi della loro adolescenza durante le notti di luna piena, per esplorare gli intorni del loro territorio.

A Elizabeth, ebbe un breve sorriso dipinto sulle sue labbra, prima di tornare alla realtà, e portarcela pure alla sua amica del cuore.

E:- Sei troppo fiduciosa della nostra fortuna. Non pensi di sottovalutare la loro determinazione di sterminarci tutti noi? - (´-ι_-`)

Elizabeth non capiva come Gwen poteva essere così superficiale, per carità, l'amava come una sorella che non ha mai avuto. Però certe volte la voleva strozzare con le sue stesse mani per quando la facesse infuriare.

Onesta con se stessa, semplicemente non aveva nessuna voglia di chiacchierare. Voleva solo andare a casa, farsi una doccia calda e mettersi sotto le coperte.

G:- E tu cara mia, sei troppo pessimista per i miei gusti. Rilassati e prenditi un meritato riposo e domani sarai come nuova. - ¬)

Gwen le ribatté con un pizzico di malizia, e dopo aver salutato l'amica, si reca verso il gruppo più vicino nei loro paraggi per inserirsi in una discussione che stavano avendo.

E:- Tu non sai di cosa stai parlando Gwen! - (._.`)

Elizabeth disse più a sé stessa che per la sua beta. La voglia di socializzare con i suoi compagni di avventure era pari a zero, e il tempo non l'aiutava molto con il suo umore messo a terra, per il grosso rischio che avevano preso nella loro rocambolesca fuga.

Con un fischio richiamò l'attenzione del gruppo, e dopo aver dato a loro alcuni ordini, gli augurò una buona notte. Ogni membro si sparpagliava in più parti, dove nei dintorni c'erano delle belle case fatte di legno, costruite per mitizzarsi meglio nella foresta.

Arrivata al vialetto di casa sua, prese le chiavi che stavano nella tasca posteriore dei suoi pantaloni, e silenziosamente entrò all'ingresso di casa.

Davanti a sé trovava tre ingressi, a destra portava in cucina, al centro c'erano le scale che portavano alle camere da letto del piano di sopra, e per finire, nella porta a sinistra c'era il salone.

A Elizabeth tutte e tre le opzioni erano una più allettante delle altre, però questa volta aveva una certa fretta di farsi una doccia e prese le scale.

Furono i trenta minuti più rilassanti della sua giovane vita, era così frenetica che non aveva mai quasi tempo per avere i suoi ritmi che doveva correre dietro al branco. Le scartoffie non si compilavano di certo da sole, gli appuntamenti della settimana erano uno dietro l'altro, che molte volte le toglievano il fiato.

E:- Ora capisco perché papà era così sempre stanco, però trovava ugualmente il tempo di giocare con me o di farmi fare i compiti a casa. - ヘ(💧'o') ヘ

Un sorriso le dipinse le sue labbra, quando le venivano in mente i bei ricordi quando suo padre il precedente Alpha, guidava il branco con fierezza. Lei dentro di sé, si augurava di essere all'altezza del compito che le ricadeva sulle sue spalle e di poter sempre assicurarsi la massima sicurezza del suo branco. Ai giorni nostri, non era così semplice girare intorno ai cacciatori e alle loro foto - trappole.

E' vero che il suo territorio è immenso, però non bastava mai quando il branco man mano cresceva ogni anno di nuovi affiliati.

A Elizabeth, a volte le sembrava che i suoi sforzi per quando impressionanti per la sua età non le sembravano mai abbastanza. Un qualcosa le diceva, che aveva le capacità di fare molto di più.

E:- Questa mia impotenza mi manda al manicomio, uno di questi giorni, sgobbo dalla mattina fino alla sera. Però anche s'è quelli del mio branco dicono che io sto facendo un eccellente lavoro, io so che lo dicono per darmi man forte. - T_T💧

Nella sua vasca da bagno, la schiuma le facevano da coperta per celare il suo corpo nudo immerso nell'acqua. E i sali minerali, avevano liberato una dolce fragranza di lillà, il suo fiore preferito. Una delle poche cose che avevano il potere di allentarle la tenzione, che l'aggravano sulle sue giovani spalle.

Ancora in accappatoio, scese le scale dirigendosi verso la cucina, voleva mangiare un semplice panino. La corsa di oggi di solito metteva molta fame, lo spavento preso le aveva chiuso un po' lo stomaco, però non voleva andare a letto senza mettere nulla sotto i denti, e trovarsi i morsi della fame verso l'una di notte.

Prese il suo panino, un succo di frutta e si sposta verso il salotto, accendendo la televisione e cercando qualche programma che la intrattenesse per un po'.

E:- Oggi non hanno molto da offrirmi, credo che mi vedrò qualche vecchio film in bianco e nero. - (๑・〈・๑)

Dopo aver mangiato e visto un film scelto a caso, Elizabeth salì le scale e si cambiò d'abito, mettendo un morbido pigiama e si dirige verso il suo letto, pronta a farsi una bella dormita come si deve.

E mentre stava cercando di prendere sonno, ripensò al padre, il grande Alpha, il migliore in assoluto, lei lo sapeva e sperava di poter ripercorrere le sue grandi gesta.

Ripensava alle belle passeggiate nel tardo pomeriggio, nelle loro forme di lupi quando era bambina. Le gare per sfidarsi tra di loro chi era il più veloce, e le molte volte che lui la copriva quando la madre quasi la beccava a combinare una delle sue marachelle. Ogni volta che lui sorrideva, i suoi grandi baffi si arricciavano solleticandogli le narici del suo naso, lei ne andava matta quando lo faceva.

Un sorriso triste le spuntò sulle labbra, e indistintamente poggiò la mano sul suo ventre piatto. Sognava di crearsi una famiglia tutta sua, con un marito che le volesse bene, e che le donava una nidiata di figli, belli come il sole.

Per i figli avrò tempo per pensarci disse tra sè, in quel momento era più importante mettere in salvo il suo branco.

E così che la bella Elizabeth cedeva nelle braccia di morfeo, dove i suoi sogni erano infestati da dolci risate e piccoli piedini che scalpitano. Fuori dalla sua abitazione, e dal suo territorio, dove il freddo prendeva sempre più piede e una colta di neve ricopriva con il suo manto gelido tutta la foresta, lì si celava una calma apparente dove mal celava dei movimenti sospetti.

Dove le menti più maliziose prendevano vita, e un complotto stava prendendo piede. Due occhi iniettati di sangue, bruciavano di una vendetta pronta ad essere compiuta, alimentata dalla loro rabbia pronta ad abbattersi su vittime innocenti.

FLASH FINE - INDIETRO :


ANGOLO AUTRICE:

Eccomi con un ricordo de bei tempi andati della giovane Elizabeth.

Credo che questa storia vada bene senza approfondire troppo certi aspetti che finiranno per annoiare molto il lettore.

La mia scrittura e narrazione devono essere semplici e scorrevoli, tutti devono riuscire a captare le sensazioni e i sentimenti dei vari personaggi all'interno del racconto.

Elizabeth è una giovane donna, che ha tra le mani le sorti di un intero gruppo di persone. In questo capitolo si nota benissimo le sue fragilità. Ricordate che è sempre umana, anche lei ha le sue paure e questo che mi piace di lei anche del mettercela tutta sè stessa per le persone che le stanno a cuore.

Un'ultima cosa, Elizabeth apparirà (ATTENZIONE SPOILER!) in altri capitoli in forma di ricordi di vari personaggi, detto ciò al prossimo capitolo.

Kaja. ❤