EPISODIO 18 - LO SCIAMANO DEL VILLAGGIO

Momoka era ancora priva di sensi.

La piccola, con una certa fatica, cercava di aprire gli occhi; la luce le sembrava così accecante dopo tanto tempo passato con gli occhi chiusi.

La piccola licantropa non poteva fare molti sforzi perché tutto il suo corpo le faceva male. Con fatica e determinazione, riuscì a mettersi quasi in posizione seduta. Sentiva un peso sul suo piccolo petto, e dentro di sé sentiva come se avesse rotto una costola.

La piccola era sul punto di piangere, e l'affievolirsi della sua vista non sembrava volersene andare, facendola temere che sarebbe rimasta cieca per il resto della sua vita.

Mentre continuava ad autocommiserarsi, il suo naso sensibile sentì un odore per niente male.

Con la vista che man mano stava prendendo il suo funzionamento corretto, Momoka poteva ora vedere meglio.

Si trovava all'interno di una abitazione sconosciuta, un cottage.

Alla prima occhiata, la bambina notò delle finestre di medie dimensioni attraverso le quali si poteva vedere la foresta circostante.

Le chiome degli alberi in questa zona erano molto più fitte di quelle che lei e i suoi amici avevano mai visto prima dell'incidente.

I raggi solari filtravano attraverso le foglie, illuminando la stanza dove si trovava.

Momoka non sapeva dire dove si trovasse; non aveva mai sentito parlare di questo posto. Un cottage nel mezzo della natura.

Stranamente, ora non provava più la paura che aveva sentito prima. Oltre all'odore che aveva colto inizialmente, notò che la stanza era un unico ambiente.

Un arco autoportante faceva da cornice all'ingresso di una cucina di modeste dimensioni ma molto graziosa.

Sulla tavola, Momoka poteva vedere un dolce, o per essere più precisi, una crostata, che con il suo irresistibile profumo aveva conquistato il suo olfatto.

Rimaneva comunque la domanda: dove si trovava? Solo un attimo prima sembrava essere nel luogo dell'incidente, ma ora si trovava sdraiata su un divano delle dimensioni medie, con un cuscino morbido e una semplice coperta ricamata con dei fiori.

Osservandola meglio, Momoka riconobbe la coperta come una delle creazioni della nonna di Sarah, che la regalava a molti vicini di casa durante le giornate più gelide.

Mo:- SARAH... Come ho fatto a dimenticarmi degli altri, se non torno a casa in tempo e gli altri avvisano gli adulti del villaggio questa volta

è la volta buona che la mamma mi punisce per davvero. - (ó_ò。 )

Solo a pensarci, un brivido si diffuse nel corpicino della piccola Momoka. Con la sua piccola mano si toccò la fronte, e il suo viso impallidì quando l'arto venne a contatto con della garza che fasciava la sua testa.

Il panico si impadronì di lei quando, con il solo tatto delle mani, percepì il corpo estraneo della garza che circondava tutto il suo cranio.

Sentì qualcosa di viscido nella sua mano destra e la portò davanti ai suoi occhi, che si spalancarono all'orrore nel vedere una chiazza di sangue che sporca la sua mano.

Questo la fece scattare subito in piedi, ma ciò le causò forti capogiri. Barcollava, e la sua giovane mente immaginava le peggiori catastrofi in quel momento. Fu in quel momento che una voce sconosciuta la colse di sorpresa.

?:- Non dovresti alzarti di botto come hai appena fatto, potresti farti seriamente male. - ̆ ̆

Momoka si voltò nuovamente verso la cucina e questa volta vide un uomo di circa cinquant'anni, con i tratti tipici delle tribù indiane: un naso aquilino, carnagione scura, occhi infossati come se custodissero un segreto e labbra spesse.

I suoi capelli scuri erano trattenuti da una coda di cavallo bassa. L'uomo era seduto su una delle sedie vicine al tavolo della cucina.

Momoka si mise sull'attenti. L'uomo, dall'altra parte della stanza, aveva appoggiato sulla superficie del tavolo un bicchiere fumante, il cui aroma si diffondeva in tutta la cucina, come l'odore del dolce ancora caldo.

Mo:- Mi scusi signore, voi chi siete?... Siete per caso un indiano? - (・༚・) ?

Domandò con la curiosità dei bambini della sua età, e l'uomo rimase in silenzio all'inizio. Poi, regalò un sorriso, che calmò i nervi della piccola ospite del proprietario del posto. Il nuovo arrivato si alzò dalla sedia e con la tazza fumante si avvicinò alla bambina, sedendosi a poca

distanza da lei su una poltrona che Momoka non aveva ancora notato, poiché era stata concentrata solo sulla crostata.

?:- Ancora non mi hai detto perché sei fuori dal villaggio. Dovresti essere a casa con la tua famiglia.

Cosa diranno quando scopriranno del tuo incidente? Potevi anche farti seriamente male. - (ಠ︿ಠ)

Il suo tono di voce era duro, stava rimproverando Momoka come un nonno rimprovera la nipotina colta in una marachella.

Momoka sentì il rimprovero proveniente da questo sconosciuto, e le sue guance arrossirono per l'imbarazzo.

Abbassando il capo, rimase in silenzio, riflettendo su cosa sarebbe potuto accadere se le cose fossero andate diversamente.

Il suo piccolo corpo tremava, sia per i singhiozzi a malapena trattenuti sia per la paura delle implicazioni del rimprovero dell'uomo.

L'idea di non tornare dalla madre aveva sconvolto il suo mondo interiore.

L'uomo davanti a lei rimase in silenzio, osservandola come un osservatore discreto. Iniziò a chiedersi se non avesse esagerato con il rimprovero.

Era stato fortunato a trovarla mentre cercava erbe selvatiche e l'aveva vista sdraiata a terra, sporca e ferita.

Continuando a osservarla in silenzio, l'uomo si alzò dalla sua poltrona, attirando l'attenzione di Momoka, che aveva gli occhi arrossati a causa del pianto silenzioso.

Il suo interlocutore tirò fuori un fazzoletto di stoffa da una delle tasche dei pantaloni e lo porse alla bambina, che lo accettò in silenzio.

Momoka usò il fazzoletto per asciugarsi gli occhi e sorrise in segno di gratitudine verso lo sconosciuto per quel gesto gentile fatto a una estranea."

?:- Ancora non capisco cosa stavi facendo distesa per terra e perché sei uscita dal tuo villaggio.

La foresta non è un posto sicuro per i bambini della tua età, e anche gli adulti non esperti possono perdersi e non fare più ritorno.

Spero che questa tua esperienza ti serva da monito per la prossima volta, Momoka.-

La bambina inchinò nuovamente il capo, sentendo un altro discorso di rimprovero. I suoi occhi ricominciarono a riempirsi di nuove lacrime.

Poi, quando alla fine del nuovo rimprovero dell'uomo, sentì chiamare il suo nome, gli occhi di lei si spalancarono

e il suo capo si alzò di botto. I suoi occhi si incrociarono con quelli del suo salvatore, mostrando la loro sorpresa perché questo uomo, che lei non aveva mai visto prima, sapeva come lei si chiamava.

Mo:- Ma signore, come fate a sapere come mi chiamo? Io non gli ho detto il mio nome. - (・ิ.・ั)?

Lei mise il suo dito sotto il mento e cominciò a ripensare se per caso lo avesse detto inconsapevolmente.

L'uomo ridacchiò, trovando molto divertente la confusione della bambina. Con la sua tazza ormai vuota, l'indiano si spostò in cucina

per posarla all'interno del lavandino.

Poi prese una vecchia giacca bellissima e se la mise, preparandosi per uscire.

?:- Mentre ancora stai pensando se mi hai detto il tuo nome, ti consiglio di aspettarmi qui e di non muoverti. Devo uscire per un momento, ho dimenticato di prendere alcune erbe medicinali. Cerca di riposarti, sento che tra poco avremo degli ospiti... Ah! Comunque, io mi chiamo Cheveyo.

Ho sempre saputo chi eri tu, forse non ti ricordi di me perché eri troppo piccola, ma sono un caro amico di tuo padre. - ^^

Detto ciò, Cheveyo uscì, chiudendo la porta. Poi, scese le scale e si avviò verso la boscaglia, lasciando Momoka ancora più confusa di prima.

Il silenzio si era diffuso nella breve passeggiata dello sciamano. Ripensava a tutto ciò che era successo in meno di dodici ore. Lui, un uomo di mezza età, viveva completamente solo in mezzo alla foresta.

In precedenza, aveva sentito gli schiamazzi del gruppo di Momoka da lontano e, all'inizio, aveva pensato di rimanere in disparte e ascoltare le risate dei bambini. Era passato molto tempo da quando aveva avuto una bambina nei paraggi.

La nostalgia e i vecchi ricordi lo assalivano.

C:- Avevano ragione, quando si è vecchi ci rimane solo i bei ricordi di un tempo. - v('-ι_-')v

Avvolto nei ricordi di una giovinezza spensierata, il suo olfatto da licantropo aveva percepito nuovi odori.

Se quelle piccole pesti stavano ancora cercando Momoka, lui doveva guidarli a casa prima di farsi seriamente male.

C:- Vediamo se questo vecchio lupo sia ancora all'altezza dei suoi vecchi trucchi: - v('-ι_-')v

Lo spostamento da uomo a bestia avvenne in un attimo, e un lupo grigio dagli occhi penetranti prese la rincorsa per incontrare i piccoli ribelli. La foresta stava diventando sempre più spaventosa man mano che procedevano.

Joshua, dopo aver visto Momoka precipitare, corse subito nella direzione opposta per raggiungere gli altri bambini del gruppo e informarli dell'incidente di Momoka. Dopo un momento di panico, tutti loro si trasformarono in lupi per aumentare le possibilità di trovarla prima.

Si radunarono tutti dopo aver perlustrato una buona parte della foresta, ma di Momoka non c'era traccia. Ogni ricerca si rivelava vana, e l'umore dei piccoli licantropi si abbassava sempre di più. Il senso di colpa di Joshua cresceva di minuto in minuto.

Questa volta aveva fatto una grossa svista; se fosse successo qualcosa a Momoka, non si sarebbe mai perdonato.

Nonostante le ricerche, sembrava che la foresta avesse inghiottito Momoka. I bambini ritardavano a tornare al villaggio, e Joshua rabbrividiva all'idea di ciò che li aspettava una volta tornati. Temeva una punizione da parte dei suoi familiari.

Mentre si radunarono in un cerchio per pianificare un'altra ronda di ricerche per Momoka, un lupo adulto si materializzò davanti ai loro occhi. Tutti si misero sull'attenti, alcuni in posizione di combattimento.

Il lupo adulto li osservò in silenzio per un momento e poi stabilì un contatto telepatico con loro.

C:- So che state cercando qualcuno, io so dove si trova...:- ᓀ ᓂ

J:- Non sappiamo chi sei, di certo non seguiamo nessuno, tanto meno uno sconosciuto sbucato dal nulla. - (≖̥.≖̥)

Joshua lo guardava con sospetto, aveva preso le redini da leader, e Cheveyo, sempre nella sua forma di lupo, non aveva ribattuto. Capiva il punto di vista del bambino, ma non aveva tempo da perdere.

Doveva riportare Momoka e gli altri bambini nel villaggio prima che qualche adulto si accorgesse della loro scomparsa.

C:- Fate come volete, se volete sapere della vostra amica Momoka, è a casa mia in questo momento.

È davvero molto fortunata che sia sopravvissuta a una caduta di molti metri... -: ᓀ ᓂ

L'ultima parte della sua frase fu lasciata in sospeso. L'anziano licantropo asiatico si incamminò verso la direzione da cui era venuto, sapendo che presto anche i piccoli licantropi lo avrebbero seguito per accertarsi che la loro amica stesse bene e per vedere se non era un bluff.

Come aveva previsto, i piccoli licantropi lo seguivano da vicino, con le loro code tra le zampe e le orecchie abbassate. Era evidente che stessero comunicando tra loro telepaticamente. Dai loro movimenti e dalle espressioni dei loro visi, era chiaro che dubitavano della sua buona fede.

Il clan che li aveva accolti aveva un rigoroso protocollo per quanto riguardava la fiducia verso gli estranei.

"C:- Da quanto sono riuscito a scoprire, Zannafè è rimasto lo stesso di sempre, i suoi vecchi modi non sono cambiati di molto.

Mi chiedo come abbia fatto a rimanere al potere dopo così tanto tempo. -" (¬ - ¬)

Si chiese il vecchio licantropo. Lui era uno dei pochi fortunati a fuggire dall'invasione di molti anni prima e ricordava con dolore come se fosse stato ieri quando lasciò la sua casa, il villaggio dove aveva dato vita ai suoi antenati.

Cheveyo si rammaricava di non aver fatto nulla per impedire l'invasione. L'unica cosa buona che era riuscito a fare era aiutare quante più persone possibili a scappare.

Ora poteva solo aspettare e sperare che tutto il dolore che il suo intero villaggio aveva patito e che sicuramente stava ancora patendo finisse il prima possibile, ora che l'erede di Elizabeth aveva raggiunto l'età adulta per prendersi il posto che le spettava di diritto.

Il lungo tragitto stava quasi giungendo al termine. I bambini ripresero le loro forme umane, seguiti dall'anziano sciamano. La casa era ancora nelle stesse condizioni in cui l'aveva lasciata mezz'ora prima, e non si sentiva alcun rumore al suo interno.

Con i bambini alle sue spalle, Cheveyo aprì la porta di casa e li fece accomodare. L'ingresso della stanza dove si trovava Momoka era a pochi passi.

I bambini rimasero in silenzio per gran parte del viaggio, scambiandosi solo qualche parola sussurrata. Joshua era quello più scettico verso questo tizio sbucato dal nulla. Il bambino ancora sperava che Momoka fosse effettivamente in salute e che quell'uomo avesse detto il vero.

Poteva vedere come i suoi amici fossero ancora scossi dalla notizia della caduta di Momoka, e il senso di colpa aveva preso il sopravvento sui maschietti del loro gruppo. Ognuno di loro sperava singolarmente di potersi scusare con la bambina e che, una volta arrivati al villaggio, si potesse fare finta che nulla fosse accaduto."

Come aveva detto l'anziano indiano, i bambini potevano vedere la loro amica Momoka in buona salute, a parte le bende fasciate intorno al suo capo. Lei era distratta ad accarezzare il leprotto che aveva con sé, e che con sua immensa gioia aveva ritrovato dentro una cesta coperto con una coperta di lana. Il piccolo stava bene, a parte il forte spavento che aveva avuto sia durante la caccia che quando Momoka lo aveva sballottato durante la fuga da Joshua. Momoka era così concentrata ad accarezzare il roditore che non si accorse dell'arrivo di Cheveyo e dei suoi amici.

S:- MOMOKA...- \(≧ω≦)/

Sarah aveva gridato il nome della sua migliore amica, e quando Momoka si era voltata per vedere chi l'avesse chiamata, vide come Sarah si era buttata su di lei e l'aveva abbracciata forte. Le lacrime le minacciavano di scendere da un momento all'altro, ma Sarah non dava loro alcuna importanza.

Lei, come il resto del loro piccolo gruppo, era sollevata che Momoka stesse bene.

Mo: - Sarah, che bella sorpresa rivederti! Sono così felice che sei qui. Vedo che ci sono anche gli altri, come state ragazzi? – ^^

Dal punto di vista dei suoi amici, Momoka sprizzava allegria da tutti i pori. I suoi occhi brillavano di positività, e le sue piccole labbra si curvavano in alto, formando un sorriso che solo la piccola Momoka sapeva regalare ai suoi amici e alla famiglia.

Alla fine, anche gli altri bambini erano tutti entusiasti di abbracciare Momoka e si unirono a un abbraccio di gruppo che aveva Momoka al centro, la piccola infortunata si godeva l'affetto dei suoi amici, felice di essersi riconciliata con loro.

Cheveyo si era messo da parte, appoggiato allo stipite della porta, con le braccia che reggevano il leprotto oggetto di discordia tra i bambini. L'anziano licantropo aveva un sorriso stampato in faccia, felice che Momoka si fosse riunita con i suoi amichetti.

Cheveyo stava per voltare le spalle ai suoi piccoli ospiti per dar loro un po' di privacy, quando venne richiamato da Momoka.

Lu: - Signor Cheveyo... Per favore, rimanga qui. Devo presentarvi i miei amici. Amici, l'uomo che vi ha condotti da me si chiama Cheveyo. È stato lui a soccorrermi dopo che sono precipitata dal burrone, se non fosse stato per lui, ora non sarei qui. - (∩_∩)

Momoka rivolse un caloroso sorriso al suo soccorritore, e l'uomo sentì un calore che gli riscaldava il cuore. Nulla sembrava aver indicato che questa giornata sarebbe stata diversa dalle altre volte, e questi pensieri avevano preso il sopravvento nell'arco di mezza giornata.

"C:- Chi avrebbe mai detto che questa giornata sarebbe stata diversa dalle altre? Ero convinto che sarei uscito a prendere alcune erbe selvatiche di cui avevo bisogno, e invece mi ritrovo a soccorrere Momoka, la figlia di Gerald; e per finire in bellezza, guido un gruppo di bambini

a me sconosciuti per farli riunire con la loro amica. Questa giornata si concluderà in maniera festosa".- (•ᴗ •)

Questi erano i pensieri del vecchio sciamano mentre faceva due passi in avanti e regalava ai suoi nuovi ospiti un sorriso raggiante.

C:- Che ne dite di andare in cucina a mangiare una fetta di crostata che ho preparato oggi? Sono sicuro che non avete messo nulla sotto i denti da stamattina, o forse gradite qualche altro dolce? – (∩_∩)

Lo sciamano ebbe solo il tempo di formulare queste due domande prima di essere sommerso dalle voci gioiose dei bambini, che non gli diedero il tempo di spostarsi in cucina e tutti esultavano dalla gioia di mangiare un dolce.

Era una festicciola improvvisata per augurare una pronta guarigione alla piccola Momoka. Tutti stavano degustando la crostata alla marmellata di pesca, la sua consistenza dolce si scioglieva nei palati dei piccoli esploratori.

Il leprotto era appoggiato allo stipite della finestra e con le sue zampette si dava una ripulita alle sue lunghe orecchie. Finalmente poteva avere un momento di pausa dai suoi selvaggi sequestratori.

Cheveyo, lo sciamano, era fuori davanti all'ingresso di casa sua. Anche da lì poteva sentire le chiacchiere dei suoi piccoli ospiti, e l'allegria aveva fatto irruzione in casa sua. Cheveyo non ricordava quando fosse stata l'ultima volta che un bambino aveva messo piede in casa sua.

Le risate di un fanciullo avevano il potere di trasformare l'ambiente che li circondava, senza che il bambino se ne rendesse conto. Un ricordo lo aveva colto di sorpresa, quando una dolce bambina dai lineamenti graziosi e il comportamento da vera signorina aveva la curiosa abitudine di venire a casa sua nei pomeriggi per giocare con tutto ciò che trovava al suo interno.

Aveva occhi intelligenti di un blu zaffiro mozzafiato, i capelli di una tonalità di viola quasi tendente all'argento ondeggiano mentre la piccola correva verso lo sciamano, che ai suoi occhi sembrava uno zio acquisito. Le sue piccole labbra erano sempre dipinte di un dolcissimo sorriso che sapeva come riscaldare il vecchio cuore solitario dello sciamano. Le lunghe passeggiate che facevano insieme erano un toccasana per un uomo che viveva da solo in mezzo alla foresta. L'esilio forzato aveva creato una profonda crepa nel suo cuore, e solo la presenza della piccola figlia di lady Elizabeth aveva riesumato una piccola fiammella di speranza che il vecchio Cheveyo pensava di aver perso.

INIZIO FLASCH – TORNA

Era un caldo pomeriggio d'estate alla fine di settembre. Le prime foglie gialle cominciavano a cadere sul suolo che circondava una casa solitaria, collocata in mezzo alla foresta come se non si dovesse sapere dove si trovava la sua postazione.

Un giovane Cheveyo se ne stava seduto sulla sua sedia a dondolo, guardando fuori da una delle sue finestre, mentre il tempo era in costante mutamento.

Lo sciamano aveva visto nei suoi anni di esilio il mutamento della foresta, che gli stava dando un rifugio sicuro dagli uomini di Zannafè.

Cheveyo era stanco di dover scappare in continuazione e di non abbassare mai la guardia per il rischio di imbattersi in uno dei suoi persecutori.

I sensi di colpa lo consumavano come una carta bruciata dalle fiamme del fuoco. Che uomo patetico si disse a sé stesso. Aveva impresso nel suo cervello le immagini di uomini, donne e bambini che correvano da ogni dove tra grida e disperazione mentre il loro villaggio

prendeva fuoco o veniva distrutto dagli alleati del traditore.

Il ricordo dei fumi degli incendi aveva ancora il potere di far sentire a Cheveyo un odore acre che gli faceva lacrimare gli occhi al solo ricordo.

Lo sciamano si sentiva chiamare da lontano e, aprendo gli occhi, la sua attenzione fu catturata fuori dalla finestra, dove un attimo prima stava osservando le foglie cadere.

Vide una piccola lupa nella sua forma di lupa bianca che tra le fauci teneva un leprotto dal manto grigio e dallo sguardo impaurito. La piccola licantropa doveva averlo chiamato attraverso la telecinesi, e questa vista strappò una piccola risata a Cheveyo.

Pam sapeva come rincuorare il suo cuore solitario. La lupa si sdraiò a terra con la preda ancora trattenuta, aspettando pazientemente.

Cheveyo non si fece ripetere due volte l'invito. Si alzò dalla sua sedia preferita e si diresse verso la porta d'ingresso.

Quando la aprì, al posto della lupa vide una graziosa bambina che era la copia spiccicata della madre.

La bambina teneva il leprotto tra le mani e salutava lo zio con un sorriso grazioso.

La cucina era una delle stanze che Pam preferiva in assoluto. È piccola, carina ma accogliente, rispecchiava lo stile dello sciamano, e si sentiva come lo zio l'avesse arredata mettendoci tutto il cuore.

Entrambi stavano bevendo due tazze piene di un dolcissimo tè, il suo aroma si diffondeva per tutta la cucina, e ad ogni suo sorso la bambina chiedeva dell'altro allo zio acquisito.

Le loro lunghe chiacchierate erano molto gradite a Cheveyo, che aspettava che Pam venisse da lui con qualche novità da raccontargli. Lo sciamano nella sua solitudine aveva trovato un pezzo di paradiso attraverso la giovane figlia di Elizabeth.

Entrambi si trovavano in salotto, seduti uno di fronte all'altro. Cheveyo teneva tra le sue mani il leprotto portato da Pam e, dopo avergli dato una veloce occhiata, lo aveva riconsegnato alla bambina.

C: - Noto che sei migliorata di molto nella caccia, Pam. Credo che continuando così sarai in grado di cacciare prede di grandi dimensioni. - (∩_∩)

P: - Mamma dice che se continuo così, presto potrò andare a caccia con lei. - (⌐ ᴥ ⌐ )

Si complimentò lo sciamano con la sua piccola ospite, e quest'ultima aveva un grande sorriso al complimento appena ricevuto.

Anche lei era contenta di aver completato con successo la sua prima caccia solitaria.

Dopo aver catturato la sua preda, l'aveva mostrata prima alla madre, tutta contenta. Lady Elizabeth si era anche lei complimentata con la figlia per aver catturato la sua primissima preda.

Pam era ancora euforica e aveva corso verso la casa dello sciamano Cheveyo, ignorando i richiami della madre.

L'uomo, sentendo tutto questo, scoppiò a ridere. Sapeva che Pam era caparbia e intelligente, ma non si aspettava che fosse così iperattiva.

Cheveyo rideva con tutto il cuore e nemmeno si ricordava quando aveva riso così.

Dopo essersi asciugato le lacrime uscite per il troppo ridere, Cheveyo vide Pam addormentata sulla sedia a dondolo preferita dello sciamano.

Il suo capo era inclinato di lato, e anche il leprotto stava riposando sul grembo della piccola licantropa.

Vedendo questo spettacolo, all'ospitante venne in mente un'idea e si mosse verso un'altra stanza. Quando fece ritorno, aveva tra le mani una macchina fotografica. Era un po' vecchiotta ma ancora funzionante. In silenzio si mise in posizione e, in silenzio, scattò una foto.

Il clic della macchina fotografica non disturbò il sonno della bambina, e lo sciamano non voleva che accadesse.

Prese una coperta con dei fiori ricamati e la appoggiò delicatamente sul corpo della piccola lady, poi la lasciò riposare in tutta tranquillità.

Domani mattina avrebbe chiamato lady Elizabeth per avvisarla che Pam aveva passato la notte da lui, anche se Cheveyo sospettava che lady Elizabeth lo sapesse già.

FINE FLASCH- INDIETRO.

L'immagine fotografica di Pam, incorniciata e posta in salotto su un tavolino vicino alla finestra, era stata scattata quel pomeriggio da Cheveyo. Pam nella foto riposava, ignara di essere stata fotografata in quel momento.

Era una scena così tenera che ogni volta che lo sciamano guardava quella foto, automaticamente gli si formava un sorriso sul viso. Questa mattina, quando aveva visto Momoka sdraiata per terra, aveva notato una certa somiglianza con Pam quando era della stessa età.

L'anziano licantropo aveva avuto un sobbalzo. Pam era ora diventata una giovane donna che non vedeva da un po' di tempo. Era lontana, e da quanto aveva detto, stava svolgendo una missione diversa dalle altre, senza fornire ulteriori dettagli.

Cheveyo si fidava di lei, conosceva il suo modo di ragionare e il suo modus operandi.

Tuttavia, Cheveyo avrebbe voluto trovare il coraggio di parlare a tu per tu con Pam e raccontarle le sue vere origini. Se lady Elizabeth fosse stata in vita, sarebbe stato suo compito spiegarle alcune verità scomode che erano state celate per proteggerla.

Cheveyo non credeva che sarebbe andata così. Si augurava che qualsiasi strana missione Pam stesse svolgendo si sarebbe conclusa con il suo ritorno sana e salva.

E fino a quel momento, avrebbe trovato il coraggio di raccontarle le vere circostanze della morte di sua madre.

ANGOLO AUTRICE:

Cheveyo: ossia spirito guerriero.

Ho fatto qualche ricerca sui nomi indiani d'America, ho voluto trovare un nome che sia adatto per questo personaggio, anche lui ha un ruolo fondamentale nella trama e lo troverete negli altri capitoli.

Momoka anche lei avrà un piccolo spazio nella mia trama, credo che il suo personaggio abbia del potenziale per contribuire molto agli eventi che si succedono dopo.

Kledy. ❤